Roma, lunedì 5 novembre 2012
Crespim Cabral de Benfica Baraja è stato ordinato diacono da Mons. Germano Grachane, vescovo di Nacala, nella zona settentrionale del Mozambico, lo scorso 20 ottobre. Il santuario mariano “Maria, Mãe de África” della parrocchia di Alua, affidata ai comboniani, era gremita di fedeli. Il buongusto della popolazione macua, il ritmo intenso dei tamburi e i colori vivi delle capulane hanno caratterizzato la celebrazione.
Crespim Cabral de Benfica Baraja, 35 anni, originario di Beira, capitale della provincia mozambicana di Sofala, ha conosciuto i Missionari Comboniani nella sua parrocchia di Alto da Manga ed è rimasto colpito dal loro modo di essere. Affascinato dalla figura di san Daniele Comboni, Crespim si è sentito chiamato alla vita religiosa e sacerdotale. È entrato quindi nell’Istituto comboniano per iniziare il lungo processo di formazione missionaria che lo ha portato alla celebrazione dei voti perpetui, il 10 ottobre scorso, festa di san Daniele Comboni. Circondato da familiare e amici, missionari e missionarie, Crespim ha emesso la sua professione perpetua alla presenza di P. Giorgio Giboli, comboniano, rappresentante del superiore provinciale. Il 20 ottobre, poi, è stato ordinato diacono nella parrocchia di Alua perché – come ha spiegato lui stesso – “dopo gli studi teologici a Kinshasa, Congo, mi è stato chiesto di fare il servizio missionario nella missione di Alua e ho accettato”.
Ecco come P. Oscar Germán Perales Argüello, comboniano messicano, ha descritto il clima e la celebrazione diaconale, usando alcune immagini poetiche: “Nonostante il caldo intenso che già si fa sentire in Mozambico, la sera della vigilia dell’ordinazione diaconale di Crespim, sulla missione di Alua soffiava una brezza fresca e delicata che faceva ondeggiare le palme appena illuminate dalla luna crescente. Allo stesso modo, un soffio delicato ma consacratore, quello dello Spirito Santo, si è posato su Crespim, il giorno dopo, per fortificarlo con tutti i doni della sua grazia affinché possa svolgere fedelmente il suo ministero diaconale”. Continua P. Oscar “la lunga celebrazione liturgica è stata animata dai canti, in lingua macua, e dalle danzatrici adorne delle capulane variopinte. È stata una cerimonia piena di emozione e di gioia, soprattutto per i familiari e gli amici presenti: la più commossa di tutti era la mamma di Crespim, Maria Alice”.