Lunedì, 28 novembre 2016
“La nostra missione è un invito a costruire relazioni nuove”, ha detto P. Dario Bossi alla fine dell’incontro dei superiori delle circoscrizioni comboniane di America e Asia, che si è svolto dal 22 al 26 novembre a San Paolo, in Brasile. I missionari – nel solco del magistero di Papa Francesco, soprattutto dell’Esortazione Apostolica “Evangelii gaudium”, sull’annuncio del Vangelo nel mondo di oggi, e della Lettera Enciclica “Laudato si’”, sulla cura della casa comune – si sono sentiti spinti a maturare una teologia di comunione e inclusione, che integri anche le preoccupazioni per la Madre Terra. “Abbiamo tentato – dice P. Dario – di non restare indifferenti a nessun aspetto dell’evangelizzazione, soprattutto davanti alla dimensione della giustizia sociale e ambientale”. Quello che segue, è il testo di P. Dario sull’incontro.

La nostra missione è un invito a costruire relazioni nuove. Riflettendo sulla “Evangelii gaudium” e la “Laudato si’”, ci sentiamo spronati a maturare una teologia di comunione e inclusione, che integri anche le preoccupazioni per la Madre Terra. Per questo, nella programmazione, abbiamo tentato di non restare indifferenti davanti a nessun aspetto dell’evangelizzazione, soprattutto davanti a quello della giustizia sociale e ambientale. È stato questo lo spirito che ha accompagnato l’incontro dei provinciali di Perù-Cile, America Centrale, Colombia, Brasile, Messico, Provincia del Nordamerica e delegazione dell’Asia.

I neo-eletti hanno ricevuto le consegne da quelli che hanno terminato il loro mandato e tutto il gruppo ha pianificato la continuità del nostro progetto missionario nei due continenti.

Abbiamo ascoltato la situazione di ogni provincia, i segnali di speranza e le preoccupazioni che i missionari affrontano nei territori in cui sono inseriti. Le relazioni fra le province comboniane in America e Asia sono sempre più sintonizzate e si evidenziano linee pastorali comuni.

Negli ultimi sei anni è stato meglio qualificato l’itinerario formativo dei giovani che camminano con noi; abbiamo intensificato la nostra attività nel campo di giustizia e pace attraverso corsi itineranti contro l’accaparramento delle terre, l’impegno con Vivat International alle Nazioni Unite, con altri istituti nella Rete Ecclesiale Panamazzonica e nella rete Iglesia y Minería.

Abbiamo realizzato un incontro continentale di pastorale indigena e uno sulle comunità ecclesiali di base nelle periferie urbane, inserendoci – per dare una continuità – nella programmazione delle Chiese locali, imparando da queste e stimolandole.

Condividiamo una sensazione di fragilità e instabilità per cui a volte è difficile tradurre le scelte dell’Istituto in pratiche concrete ed efficaci sul territorio. Ringraziamo Dio perché ci sono sempre dei giovani che ci avvicinano in cerca di una vita che abbia senso.

Abbiamo lavorato, con impegno e speranza, al nuovo Piano Continentale, ispirato al messaggio di grande respiro dell’ultimo Capitolo Generale. Ci sentiamo chiamati a “essere nelle frontiere testimoni e profeti di relazioni fraterne, basate sul perdono, la misericordia e la gioia del Vangelo”. Con questo spirito abbiamo voluto incontrare la comunità internazionale di formazione dello scolasticato di San Paolo. Abbiamo condiviso esperienze di vita e missionarie e le abbiamo affidate alla Madonna di Guadalupe, patrona dell’America Latina e madre dei popoli indigeni.


Visita di P. Rogelio Bustos Juárez, assistente generale, alla comunità di São José do Rio Preto presso la città di São Paulo, in Brasile. Nella foto, da sinistra: P. Vincenzo Santangelo, P. Francesco Lenzi, P. Rogelio, P. Alfonso Cigarini, P. Carlo Naldi e P. Lodovico Bonomi.