Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

DIREZIONE GENERALE

In comunione di preghiera per il Capitolo Generale 2009


Carissimi confratelli,
Cristo, missionario del Padre, e Daniele Comboni, missionario di Cristo, ci benedicano in quest’anno di preparazione al XVII Capitolo Generale.
Con sentimenti fraterni ringraziamo ogni confratello per averci accompagnato in questi cinque anni con spirito fraterno. A tutti chiediamo di continuare il cammino insieme a noi e lavorare perché il Capitolo Generale sia tempo di grazia per la missione.
Ricordiamo il tema per il Capitolo Generale 2009 scelto nell’Intercapitolare: “Dal piano di Comboni al piano dei Comboniani: riqualificare la missione, la formazione e il governo”. Il tema include un’attenzione particolare nel ridisegnare le presenze per un equilibrio tra personale e impegni.

Capitolo Generale, speranza per l’Istituto
In ogni Capitolo Generale viene riconfermato il carisma, la vocazione e la missione di un Istituto. L’evento del Capitolo, quindi, si celebra con profonda fede nel Dio che crede nell’Istituto e lo conferma nuovamente per il servizio della missione ed evangelizzazione. Celebrare un Capitolo, di conseguenza, significa guardare al futuro con gli occhi di Dio e con speranza, dono dello Spirito, e consacrarsi senza risparmiarsi all’opera di Dio.
Nel 1866 Comboni, guardando al futuro, vede il dito di Dio nella sua opera: “L’opera che ho tra le mani è tutta di Dio” (S 3615), scrive, e “quello che so di certo è che il piano è volontà di Dio: Dio lo vuole per preparare altre opere di Sua gloria. (...) Quello che so di certo è che incomincerà un’era di salute per l’Africa Centrale” (S 1390). Comboni pone tutta la sua confidenza nel Dio che lo condusse verso il cuore dell’Africa. Questa stessa confidenza ci aiuti a servire il Signore con entusiasmo sempre nuovo per le vie misteriose del futuro.

Capitolo Generale come evento ecclesiale
Come ci ha insegnato anche Comboni, l’Istituto lavora in comunione con la Chiesa per la missione di Dio. Il Capitolo Generale, conseguentemente, non può mai essere un evento privato, ma un evento ecclesiale. È un tempo privilegiato di grazia e di comunione con tutta la Chiesa missionaria e con i popoli a cui siamo mandati. È soprattutto un momento nel quale lo Spirito di Dio ci invita a ritornare e radicarci sul fondamento dell’Istituto: il carisma trasmessoci dal nostro fondatore. Lo stesso Spirito, poi, ci ricorda che il carisma di un Istituto diventa beneficio e benedizione per tutto il popolo di Dio.

Capitolo Generale e le scelte dei delegati
Lo Spirito di Pentecoste deve guidare le elezioni dei delegati e, a suo tempo, anche i coordinatori del Capitolo e il prossimo Consiglio Generale. Nel contesto della Pentecoste, appunto, avvenne il primo capitolo elettivo della Chiesa. In quell’occasione Pietro e tutti i discepoli pregarono: “Mostraci, Signore, chi è colui che tu hai eletto” (At 1,24). Ogni elezione deve essere frutto di riflessione, meditazione e preghiera, per poter interpretare la volontà di Dio e capire come Dio vuole l’Istituto e cosa la Chiesa missionaria si aspetta dal nostro Istituto. La preghiera sia la stessa per tutti: “Chi è colui che tu, Signore, hai scelto per essere strumento della tua volontà e dei tuoi piani?”.
Carissimi confratelli, in un Capitolo, è ovvio, ci saranno sempre pareri e schieramenti diversi. Non mancheranno differenze di opinioni, valutazioni e discussioni. Tutto può essere ed è frutto della libertà dello Spirito. Ricordiamo ancora che lo Spirito vuole essere e deve essere il vero protagonista del Capitolo Generale 2009. Lui farà l’unità prendendo “Parti, Medi, Elamiti, Romani, Greci ed Arabi” (At 2, 10-11) e trasformandoli in “un cuore solo ed un’anima sola”.
Lo Spirito di Dio ci benedica tutti.
30 maggio 2008
Festa del Sacro Cuore

A nome del Consiglio Generale
P. Teresino Serra, mccj

Sono aperte le iscrizioni al Corso di Rinnovamento 2009
Il Corso comboniano di Rinnovamento 2008 (Roma) è terminato con il rientro dal viaggio-pellegrinaggio in Egitto e Terra Santa. Il Corso si è svolto dal 7 gennaio al 20 maggio e vi hanno partecipato 15 confratelli: 2 Fratelli e 13 Sacerdoti (all’inizio i Sacerdoti erano 14, ma uno ha dovuto ritirarsi per motivi di salute). Alla fine sono stati unanimi nel manifestare la loro soddisfazione per lo svolgimento del Corso in generale e in particolare per l’intenso e ricco mese di pellegrinaggio in Egitto e Terra Santa.
Il prossimo Corso si svolgerà dal 7 gennaio (giorno d’arrivo) al 26 maggio 2009. Le inscrizioni sono aperte. Chi desidera partecipare, per facilitare l’organizzazione, faccia pervenire la sua richiesta a P. Carmelo Casile (corsmccj@comboni.org) entro la fine di settembre 2008.

Prime Professioni
Sc. José Alves Morais (BNE) Huánuco (PE) 03-05-2008
Sc. Humberto Cley Santos de Oliveira (BS) Huánuco (PE) 03-05-2008
Sc. Rafael Gemelli Vigolo (BS) Huánuco (PE) 03-05-2008
Sc. Pinzón Robayo Jaider Hernán (CO) Huánuco (PE) 03-05-2008
Sc. Benavides Orjuela Jorge Alberto (CO) Huánuco (PE) 03-05-2008
Sc. Bernachea Romero Oscar Elías (PE) Huánuco (PE) 03-05-2008
Sc. Agbetiafa Komlan Dzitri (Fabrice-Gv) (T) Cotonou (T) 10-05-2008
Sc. Bamana Kadira (Christophe) (T) Cotonou (T) 10-05-2008
Sc. Badatana Apélété Agnata (Solomon) (T) Cotonou (T) 10-05-2008
Sc. Mortty John Kenneth Kwesi (GH) Cotonou (T) 10-05-2008
Sc. Makoutabra Wenyatiga (Jean) (T) Cotonou (T) 10-05-2008
Sc. Gamende Aubert (CA) Cotonou (T) 10-05-2008
Fr. Kpeze Abali André (CN) Cotonou (T) 10-05-2008
Sc. Arévalo de la Cruz Jorge Alberto (GUA) Sahuayo (M) 10-05-2008
Sc. Castro Castro Luis Manuel (NIC) Sahuayo (M) 10-05-2008
Fr. Sánchez Hidalgo Roger (CR) Sahuayo (M) 10-05-2008
Sc. Olok Denis (U) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Ocaya John Chrysostom (U) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Jjumba James Patrick (U) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. White Felix (MW) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Zulu Donald (Z) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Phiri Samuel Chiyeke (Z) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Kandunda Rabson (Z) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Chilimba Pius Albert Joseph (MW) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Mberere Francis Njuguna (KE) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Gicheru Leonard Mbuthia (KE) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Endrias Shamena Keriba (ET) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Ketema Dagne Tadesse (ET) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Waraga Luciano Ali Simon (KH) Namugongo (U) 10-05-2008
Sc. Cirino Ofetek Kitonyo Francis (KH) Namugongo (U) 10-05-2008
Fr. Nyakaana Silver (U) Namugongo (U) 10-05-2008
Fr. Wagbia Paul Levi (SS) Namugongo (U) 10-05-2008

Professioni Perpetue
Sc. Kazaku Bosh B. Clément (CN) Pietermaritzburg (SA) 27-04-2008
Sc. Korir John Kipkemoi (KE) Amakuriat (KE) 27-04-2008

Opera del Redentore
Giugno 01 – 15 KE 16 – 30 KH
Luglio 01 – 07 LP 08 – 15 CO 16 – 31 MZ

Intenzioni di preghiera
Giugno
- Perché il Cuore di Cristo Missionario benedica i popoli che serviamo con la pace, unità e perseveranza nella fede. Preghiamo.
Luglio- Perché l’amore a Cristo e alla missione guidi le Suore Missionarie Comboniane nel loro cammino di riflessione sulla Vita Consacrata come segno di Alleanza. Preghiamo.

CENTRAFRIQUE

Bangui: parrocchia di Nostra Signora di Fatima

La parrocchia di Nostra Signora di Fatima celebra quest’anno il 40° anniversario di consacrazione della sua chiesa. La celebrazione ha avuto luogo domenica 18 maggio. Per vivere intensamente questo momento, sono state organizzate numerose manifestazioni: presentazione di canti da parte di sedici comunità ecclesiali di base, conferenze ai giovani sull’educazione alla vita e all’amore, proiezioni di film, concerti religiosi, adorazione del SS. Sacramento, preghiera alla Vergine Maria, lettura e meditazione del messaggio di Nostra Signora di Fatima, quiz, tombola, danze tradizionali, recita di poesie, ecc.
La novità di questa edizione è stata il torneo di calcio tra le comunità ecclesiali di base organizzato dalla cappellania della gioventù. I giovani hanno giocato fraternamente in questa occasione che ha dato loro anche modo di incontrarsi per ascoltare la Parola di Dio, conoscersi a vicenda e camminare verso il futuro con Cristo, l’Amico fedele. L'ultima partita, che si è giocata sabato 17 maggio, è stata vinta dalla comunità di San Pietro.
Il culmine della festa si è avuto con la grande concelebrazione eucaristica di domenica, nel corso della quale 28 persone hanno ricevuto il sacramento della Confermazione. La Messa, presieduta da P. Yves Gauthier, vicario generale, che ha 58 anni di missione in Centrafrica, è stata molto vivace e partecipata. Prima della fine della Messa, è stato annunciato il secondo Forum Parrocchiale della Gioventù, che si terrà dal 27 al 31 agosto 2008 sul tema "Voi mi sarete testimoni" (At 1,8). Dopo la Messa, fino al pranzo, la gioia ha pervaso tutta la parrocchia grazie all’animazione musicale. I premi sono stati consegnati ai vincitori. La grande pioggia che si è abbattuta su Bangui non ha impedito di celebrare né la Messa né la festa, anzi, per molti, è stata un segno di benedizione divina. In quest’occasione il neo professo scolastico Aubert Gamende, nativo di Ndéle (RCA), è stato presentato alla comunità cristiana. Aubert si prepara a partire per lo scolasticato di Kinshasa.

CONGO

Il provinciale descrive la visita di P. Teresino Serra

Il Superiore Generale è stato accolto all’aeroporto di Njili il 24 aprile, un giovedì sera. Il giorno dopo era già al lavoro con la visita alla parrocchia di Bibwa e poi a Lemba, centro dei mass media della provincia. Alla sera siamo alla nunziatura, per la festa del Papa. P. Teresino ha così potuto incontrare tutti insieme vari vescovi, il nunzio e altre personalità civili ed ecclesiastiche.
Il sabato 26 aprile è stato dedicato alla visita dello scolasticato internazionale di Kintambo.
Domenica mattina, dopo la Messa, viaggio di andata all’interno del Paese. Destinazione: Kisangani.
Dopo gli incontri personali avuti durante la mattinata, alla sera abbiamo potuto riunirci con il gruppo dei postulanti, utile introduzione all’incontro di zona del lunedì: per grazia di Comboni, i membri della provincia erano tutti presenti (eccetto Renato Modonesi in Italia per le vacanze).
Martedì 29, per P. Teresino è il grande passo indietro nella storia della provincia: l’arrivo a Isiro, luogo dei nostri martiri nell’ormai lontano 1964, un pellegrinaggio completato il mercoledì con la visita al santuario della martire congolese Anwarite Nengapeta, alla cattedrale e alla nostra parrocchia di Sant’Anna.
La parte più spiccatamente spirituale della visita è proseguita il giovedì mattina, con l’inizio degli esercizi spirituali che sarebbero continuati fino a martedì 6 a mezzogiorno, con 22 partecipanti.
Il vescovo Julien Andavo Mbia di Isiro ha chiesto di approfittare di uno dei momenti calmi degli esercizi per far visita al Superiore Generale che ha aperto poi l’assemblea di zona dei giorni di mercoledì e giovedì. Una trentina di rappresentanti hanno condiviso con lui la problematica del nostro lavoro missionario in 4 diocesi: Isiro, Wamba, Doruma-Dungu, Bondo.
P. Teresino aveva ormai toccato con mano l’atmosfera di preghiera, lavoro, amicizia del gruppo comboniano presente in Congo. Gli stava sfuggendo forse la realtà economica e sociale che vive la gente. A questo, ci pensavano le compagnie aeree del Paese. Venerdì, giorno programmato per il rientro a Kinshasa, dall’aeroporto annunciano: “Pas d’avion”, niente aereo. Questo gli regala la gioia di partecipare, il giorno di Pentecoste, alle cresime a Sant’Anna: quasi 4 ore di celebrazione e pranzo con il Vescovo, mentre mi do da fare per spostare i vari incontri programmati a Kinshasa nella speranza di arrivarvi almeno martedì 13.
L’attesa ricomincia con il ritornello “l’aereo c'è, non c'è, sì c’è, no non c’è” nemmeno martedì. Anche le piccole compagnie private, MAF, ASF, CAL (ribattezzata Comboni Air Liens), sono a secco di carburante. Messaggi perfino a Roma per spostare il volo di rientro da Kinshasa previsto per sabato 17. Non c’è che da sperare nella Provvidenza che arriva da Beni con la compagnia Cetraca: c'è perfino posto per tutti. Così giovedì mattino presto, appare all'orizzonte l'inattesa soluzione e a mezzogiorno arriviamo a Beni, prendendo la rotta sud-est invece del sud-ovest, quella diretta verso Kinshasa.
Venerdì mattina 16 maggio, ancora con il modesto aereo di Cetraca ci spostiamo finalmente verso ovest, raggiungiamo di nuovo Kisangani e dopo la sosta per il pranzo alla “Maison Saint Joseph”, sede attuale del Filosofato Edith Stein, ritorno all'aeroporto per aspettare l’aereo della compagnia Hewa Bora previsto per le 14, ora locale. L’aereo arriva alle 15h, ma da Kinshasa, deve andare a Goma e bisognerà aspettare che torni. Ma no! Non solo va a Goma, continuerà per Bujumbura, in Burundi per fare il pieno di carburante! Povero immenso Congo ancora dipendente dai piccoli paesi delle montagne! Qualcuno suggerisce: la prossima volta ogni passeggero venga con la sua tanica di kerosene, così saremo sicuri di continuare il viaggio.
Intanto non resta che fare conversazione fino alle 19h30. Alle 22h finalmente possiamo mettere le gambe sotto il tavolo della casa provinciale a Kingabwa, Kinshasa. Merci na Nzambe.
Sabato mattina, P. Teresino si fa presente all’assemblea regionale di Kinshasa, mentre l'autista porta le valigie a fare il check-in per lui. Torna con le valigie: la macchina che fa i biglietti è guasta. Nel pomeriggio, incontro a Lemba con i laici e poi via all'aeroporto. Verso notte ricevo un sms: "Tutto bene, mille grazie, sto partendo. Teresino". Al mattino un altro sms: "Sono a Parigi, l'aereo per Roma è andato a Napoli a fare carburante. Teresino".

Le impressioni di P. Teresino
P. Teresino, sei appena rientrato dal Congo. Che impressione ne riporti?
In Congo ho visto gente buona, con voglia di vivere, che non si arrende mai, in movimento, disposta a lottare nonostante la situazione disastrosa del paese; gente insomma con dignità, che ha fede in se stessa: le avversità non riusciranno mai a piegare gente così!
Sei andato in Congo sopratutto per incontrare i Comboniani. Che impressione ne hai avuto?
La presenza comboniana in Congo è “vera missione”, missione difficile. Perché è una missione che esige, sfida, soprattutto nella zona nord: sacrifici per i viaggi, mancanza di strade, trasporti assenti anche per quel che è necessario per vivere, per svolgere i programmi. Tutta questa mancanza crea qualcosa di bello: la missione diventa star lì solo perché il missionario ama il suo popolo. I Comboniani, nel nord del Congo: siamo al posto giusto, nel momento giusto. Si vede che la gente è la vera ricchezza della missione. Questo crea un’appartenenza reciproca: del popolo al missionario e del missionario al suo popolo.
Leggi in www.comboni.org l’intervista nella sua edizione integrale.

Le ultime notizie su Duru e la presenza del LRA
La presenza del LRA nel nord-est del Congo continua. I ribelli fanno prigionieri, o meglio schiavi per i loro lavori, decine di uomini, donne e ragazzi della zona. Saccheggiano, rubano, uccidono, stuprano. Si sentono i padroni della zona. Pare che all'Uganda faccia piacere che stiano lì. Difatti ogni mese arriva ai ribelli un camion di vettovaglie: chi le manda? La comunità internazionale sembra interessata solo a fare un’ennesima bella figura di ipocrisia costringendo Museveni, presidente dell’Uganda, e Kony, capo del movimento ribelle, a firmare un simbolico trattato di pace. I ribelli quindi sono sottoposti a forti pressioni psicologiche. La realtà più sconcertante è che nessuno interviene, nemmeno la Monuc. Con l’aumento dell’insicurezza nella popolazione, cresce ogni giorno il rischio di reazioni violente da parte della gente, anche perché i congolesi prigionieri dei ribelli riescono spesso a fuggire e a raccontare le loro raccapriccianti esperienze. Le speranze di reinserimento di questi ribelli nella vita sociale continuano quindi a diminuire.
I Missionari Comboniani, nonostante le difficoltà e 13 cappelle distrutte dai ribelli, rimangono con la gente come segno di speranza.

CURIA

Incontro di ex Comboniani

Queste sono le prime impressioni che quindici ex Comboniani hanno provato nel ritrovarsi in via Luigi Lilio. È stata un’esperienza meravigliosa. Innanzi tutto c’è stato l'effetto “Serra”. P. Teresino Serra, infatti, ci ha parlato per due ore ricordandoci che non siamo proprio “ex”, perché il nostro cuore e i nostri affetti in un certo senso sono ancora quelli di una volta. Dandoci il benvenuto, ci ha anche invitato a ritrovarci ancora tra quelle mura.
Nonostante i nostri capelli bianchi, almeno per chi non li ha persi, la gioia dell’incontro ha obliterato il passaggio degli anni e per un po’ ci siamo sentiti trasportati agli anni giovanili, quando eravamo insieme nella preparazione alla vita missionaria e comboniana.
Siamo rimasti colpiti dal fatto che Giovanni Salvadori, il nostro decano, all'inizio della Messa concelebrata da tutti i sacerdoti della Curia, sia stato invitato dal celebrante principale a rivolgere il suo saluto e ringraziamento all'assemblea: si è commosso e ci ha commosso. Alla comunità di Via Luigi Lilio, un grazie per l’accoglienza e per la bella esperienza.

DSP

Brixen-Milland e la Casa di Solidarietà

Dopo la grande ristrutturazione della casa di Brixen-Milland, il passo successivo è di valutare e decidere il da farsi sulle altre strutture della proprietà: il cortile e gli edifici della fattoria e la casa usata precedentemente come seminario. Finora si sono fatti un’infinità di raduni per esaminare i tanti suggerimenti espressi. Ciò che complica la faccenda è che vi sono anche altre persone coinvolte, in particolare l’associazione della “Casa della Solidarietà”.
Questa associazione comprende vari gruppi che svolgono iniziative a favore di “un unico mondo” e di problemi riguardanti giustizia e pace a livello mondiale. Anche se il contratto che permetteva loro l’uso dell’edificio è ormai scaduto, non ce la siamo sentita di “sfrattarli”, anche perché non hanno ancora trovato un'altra sistemazione.
Siamo quindi giunti ad una soluzione provvisoria che consentirà loro di continuare ad utilizzare l’edificio per altri dodici mesi, tenendo conto del fatto che anche noi abbiamo bisogno di tempo per decidere cosa fare della proprietà.

ERITREA

Presentazione del catechismo in tigrino

Il 1° maggio 2008 la versione ufficiale in tigrino del Catechismo della Chiesa Cattolica è stata presentata al pubblico nell’aula della cattedrale di Kidane Mehret. Più di 800 persone hanno preso parte al seminario di un’intera giornata organizzato allo scopo. Tra gli ospiti c’erano tre vescovi, molti sacerdoti e suore e un buon numero di laici.
Il libro è stato presentato dagli eparca dell’Eritrea e quindi come un progetto della Chiesa locale eritrea. Durante la presentazione, il traduttore Abba Ghirmay Abraha, cistercense, ha spiegato le varie fasi e il metodo seguito: è stato necessario un anno di lavoro per tradurre il Catechismo, dopodiché la traduzione è stata rivista da esperti di lingue e catechesi.
Oltre a Mons. Tesfamariam Menghesteab e al traduttore, altre persone hanno presentato alcune sezioni del libro, come il Credo (P. Sebhatleab Ayele Tesemma), la liturgia (Abba Uqbagabir) e i dieci comandamenti (Abba Mebrahtu). Alla fine, Mons. Menghesteab ha parlato delle norme della Chiesa sull’uso del Catechismo. Alle presentazioni sono seguite interessanti e stimolanti discussioni, ad esempio sul ruolo della gioventù nella liturgia (la musica moderna a confronto con il canto geez) e sulla preparazione del catechismo nazionale eritreo.
Questo lavoro è senz’altro un grande passo avanti per la Chiesa eritrea. Se teniamo conto dell’esiguo numero dei cattolici e dell’attuale situazione politica, possiamo dire che è stato un grande successo. La comunità cattolica si è sentita incoraggiata e rafforzata in questo sforzo ambizioso.

ETHIOPIA

Visita del Cardinale Ivan Dias

Durante il Millennio Etiopico che si celebra quest’anno, molti leader cristiani, come il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, Shenuda, il Pope dell’Egitto, ed altri dignitari di varie Chiese e religioni, sono venuti in Etiopia per prendere parte alle cerimonie religiose organizzate per la ricorrenza.
Dall’1 al 4 maggio, la Chiesa cattolica ha avuto il privilegio di ricevere il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, venuto come rappresentante del Papa Benedetto XVI, per il Congresso Eucaristico Nazionale che si è svolto ad Addis Ababa.
Il Cardinale Dias ha parlato ai gruppi che ha incontrato nella sua breve visita portando il saluto del Papa e l’invito, rivolto alla popolazione, ad essere “gente contemplativa, di pace e di gioia”. Ai vescovi ha accennato soprattutto ai problemi riguardanti l’evangelizzazione e la celebrazione dei Riti, invitandoli all’unità pur nella varietà e ricchezza liturgica. Ricordiamo che la Chiesa cattolica ha meno di un milione di aderenti su oltre 75 milioni di etiopici.
Il Cardinale Dias è rimasto colpito dallo spirito di rinnovamento che ha potuto osservare nel clima delle celebrazioni per questo Millennio. Ha infatti constatato quanto gli etiopici siano fieri della loro fede e della loro antica storia di indipendenza come pure della ricchezza di potenzialità presenti in esse. Si è anche reso conto dei gravi problemi da affrontare come la guerra, l’instabilità interna e nel resto del Corno d’Africa, la povertà e tutto ciò che essa comporta.
Nel suo messaggio conclusivo al Congresso Eucaristico Nazionale, il Cardinale Dias ha parlato del “pane di vita” che deve sostenere i cattolici durante queste celebrazioni del Millennio. Infine, ha benedetto i circa cinquemila rappresentanti di tutte le comunità cattoliche in Etiopia.

Consegna di due parrocchie
In meno di tre settimane i Missionari Comboniani del Vicariato di Awasa hanno consegnato all’Ordinario due parrocchie, fino a quel momento sotto la loro responsabilità.
La prima ad essere consegnata è stata la parrocchia di Soddu Abala, che faceva parte della missione di Qillenso. La consegna è avvenuta il 20 aprile 2008 (Domenica delle Palme, secondo il calendario etiopico). Il vescovo, Mons. Lorenzo Ceresoli, alla presenza di P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, provinciale, ha ringraziato i Missionari Comboniani per il lavoro svolto. In particolare ha ringraziato il parroco, P. Pedro Pablo Hernández Jaime, P. Esteban Ramón García Reyes e P. José Miguel Córdova Alcázar e, attraverso di loro, tutti i missionari che hanno speso parte della loro vita a predicare il vangelo in questa zona. Il vescovo ha affidato l’incarico della missione a P. Leonardo D’Alessandro, un sacerdote Fidei Donum di Bari (Italia) e a P. Eliseo Citton, un Comboniano in via di incardinazione nel vicariato di Awasa.
La seconda parrocchia è stata quella di Arosa, affidata al clero locale sidamo il 9 maggio 2008. La consegna è stata fatta due giorni prima della festa patronale dal provinciale P. Tesfaye a Mons. Ceresoli. Quest’ultimo ha ringraziato i Missionari Comboniani, in particolare P. Giuseppe De Tomaso che è riuscito a completare la costruzione di una grande e bella chiesa proprio in tempo per la consegna. La parrocchia è ora affidata a due sacerdoti diocesani che già vivevano lì con P. Giuseppe.

ITALIA

Afriradio: sul web la voce delle Afriche

Dal 21 aprile, accendendo un computer collegato ad internet e digitando www.afriradio.it è possibile ascoltare 24 ore su 24 Afriradio, una nuova web radio interamente dedicata all’Africa.
Musica, informazione e intrattenimento di qualità sono i principali elementi che caratterizzano il flusso radiofonico, che concentra al mattino la fascia informativa con un programma di approfondimento quotidiano al quale subentrano le news. E poi, letteratura, cinema, economia, sport, ecc.
Gli utenti possono così ascoltare la web radio 24 ore su 24 e intervenire direttamente in alcuni programmi radiofonici grazie alla chat e all’invio di e-mail, mentre le radio hanno la possibilità di scegliere e acquistare i programmi di loro interesse.
Afriradio si propone di sovvertire gli stereotipi che vogliono il continente sinonimo di fame, malattie, guerre e miseria, proponendo un’immagine che rifletta la poliedricità di un territorio vasto ed estremamente diverso. Quanti, ad esempio, sanno che la Tanzania ha messo al bando già da mesi i sacchetti di plastica? O che il Sudafrica è all’avanguardia nella produzione di energia da fonti alternative?
Voce all’Africa, quindi, non solo con l’informazione, ma anche attraverso la partecipazione degli africani in Italia, coinvolti direttamente nel progetto. “Afriradio – spiega P. Giuseppe Cavallini, Coordinatore del Centro Comboni Multimedia e Direttore del Museo Africano di Verona – si pone, senza presunzione alcuna, come fonte di informazione alternativa agli apparati mediatici che promuovono interessi economici e politici di parte e non si preoccupano di offrire all’opinione pubblica un’informazione che sia anche formazione critica. Nigrizia multimedia, fedele alla tradizionale linea editoriale di Nigrizia, voce dei popoli dell’Africa e del Sud del mondo, intende pertanto essere megafono di chi crede in una società in cui vengano promossi valori umani ed evangelici quali la solidarietà, l’accoglienza, il dialogo interculturale, l’incontro interetnico e il rispetto per le diverse tradizioni e fedi religiose”.
La trasformazione di Nigrizia è cominciata nel 1995 con l’avvio del sito che vanta oggi una media di 6000 visite quotidiane. Parallelamente viene potenziata l’attività di produzione di programmi informativi radiofonici realizzati dagli studi (fatti, attualità, testimonianze dal Sud del mondo) e diffusi dalla rete Sat2000-In Blu e da altre emittenti locali in tutta Italia.
Per dodici anni le due realtà si sono mosse in modo indipendente: la redazione del mensile e del sito di Nigrizia da un lato, la produzione di programmi destinati alle radio dall’altro.
Dalla fusione di queste due realtà editoriali è nata nel 2007 Nigrizia Multimedia (www.nimedia.it), un settore, diretto da P. Fabrizio Colombo, che ha debuttato in rete il 5 novembre scorso integrando i contenuti giornalistici del sito del mensile con materiale audio e video.

Verona: Festa dei Popoli (Pentecoste 2008)
Domenica 11 maggio a Verona è stata celebrata la Festa dei Popoli. Come risposta a fatti incresciosi avvenuti nella città e che il comunicato definisce come il prodotto di una società chiusa in logiche claniche e territoriali, i Missionari Comboniani assieme a varie associazioni diocesane hanno diffuso un comunicato nel quale hanno voluto sottolineare il significato di questa festa, cioè la necessità di “ripartire dalla festa dell’altro per scegliere davvero di cominciare a conoscere tutti quegli altri che vivono e lavorano a fianco dei veronesi. Ripartire da Pentecoste, icona d’unità nella diversità, avendo il coraggio di mettersi alle spalle chiusure e paure. Come missionari e comunità cristiane, siamo convinti che si debba imboccare con decisione la strada della convivialità delle differenze.
Nella relazione all'assemblea diocesana dei religiosi (15 maggio), P. Romeo Ballan, superiore della Casa Madre, si è domandato: “Come annunciare il Vangelo di Gesù in terra leghista? La situazione giuridica di clandestinità non è automaticamente sinonimo di criminalità. L’abbinamento è certamente possibile in alcuni casi che però non vanno generalizzati. Sul volto e sulla pelle della grande maggioranza dei clandestini c’è soltanto il legittimo diritto di sopravvivere, loro e le loro famiglie. Possiamo noi, cristiani religiosi missionari, permettere con silenzi o passività che prevalgano solo leggi di ostracismo e di chiusura?". E ha proposto l'impegno comune per una cordata di solidarietà, di inclusione e di accoglienza delle diversità; una maggior audacia nel proporre valori cristiani alternativi a quelli indicati dal clima politico e dai media, e cioè: considerare casa il mondo intero, prima del territorio; la gratuità prima della meritocrazia; l’apertura e l’accoglienza prima delle riserve pregiudiziali di stampo razziale o religioso.

KENYA

I giovani assieme per la pace in Kenya

Il 27 dicembre 2007 le elezioni generali in Kenya hanno dato origine ad una situazione di violenza che ha avuto un impatto negativo sui giovani. Lo scontento della popolazione per i risultati è stato dimostrato dagli scontri armati che ne sono seguiti, al punto da paralizzare la nazione, dal primo annuncio dei risultati fino al mese di aprile. Parecchie persone sono rimaste uccise o ferite, altre sono dovute fuggire dalle loro case. I giovani sono stati i più direttamente coinvolti nella violenza, anche perché sono sempre facile preda di strumentalizzazioni.
C’era, quindi, il bisogno urgente, per i giovani del Kenya, di incontrarsi per salvare questa meravigliosa nazione dalla distruzione e mandare un segnale di pace, giustizia e riconciliazione. È stato questo lo scopo per il quale si è organizzato il Forum “La gioventù unita per la pace del Kenya” che si è svolto il 3 maggio 2008 nella zona Dagoretti, non molto lontana dalla nostra casa provinciale. È stata un’iniziativa sostenuta da varie associazioni e Istituti Missionari, tra i quali i Missionari Comboniani sono stati i più direttamente coinvolti. Hanno partecipato più di 2500 giovani, specialmente dei dintorni di Nairobi.
Mettendo a fuoco valori e punti fondamentali dell’etica, i giovani hanno espresso i loro sentimenti sulla violenza del dopo-elezioni per mezzo di scenette, danze, acrobazie e musica. Vi sono stati dei gruppi tematici, impegnati in un lavoro di riflessione, guidati da coordinatori esperti nel fornire motivazioni ed orientare i giovani su come affrontare la dimensione negativa dell’etnicità, in che modo proporre una non-violenza attiva, avviare buone relazioni con i vicini ed essere strumento di pace. Ci sono stati momenti di preghiera particolarmente simbolici, un campo medico per donazioni di sangue volontarie e altre iniziative, come ad esempio piantare un alberello o accendere una candela, tutti simboli che sottolineavano l’importanza di uno sforzo congiunto in vista di un rinnovato impegno per la pace.
Giovani da contesti culturali e orientamenti religiosi diversi si sono riuniti per provare al mondo che il Kenya vuole essere contro ogni forma di violenza. Siamo stati creati per vivere assieme e tutto ciò che è contrario a questo progetto deve essere emarginato. In occasione del raduno c’è stata anche la possibilità di sottoporsi a consulenze terapeutiche per chi ne sentiva il bisogno e di scambiarsi informazioni sulle varie iniziative per la pace intraprese nel paese.
L’evento è stato una fonte di speranza per la gioventù del Kenya, poiché la pace della nazione dipende anche dalla loro unità e desiderio di vivere in armonia. Speriamo che quest’anno, iniziato nella violenza, possa concludersi nella pace.

KHARTOUM

La battaglia di Omdurman

L’attenzione della popolazione in Sudan era ancora rivolta al censimento, quando la situazione è cambiata improvvisamente.
Nel pomeriggio di sabato 10 maggio 2008, un gruppo di circa mille soldati affiliati al Movimento di Giustizia ed Equità (MGE) nel Darfur, provenienti da ovest, cioè dalla zona di Qaria, su circa 150 veicoli (pick-up e land cruiser), si erano già inoltrati nella città di Omdurman prima di scontrarsi con le forze armate nazionali nei pressi del municipio della città, di Banat e di Umbedda. Cercavano di raggiungere Republican Place, il quartiere generale delle forze armate, la stazione della radio e della televisione. Un altro obiettivo era la base aerea di Wadi Sayidna, da dove partono gli aerei per bombardare il Darfur.
L’attacco è iniziato verso le tre del pomeriggio. Due ore dopo veniva imposto il coprifuoco fino alle sei del mattino seguente. L’aeroporto è stato chiuso, come pure i ponti che collegano Khartoum, Khartoum North e Omdurman.
Le forze armate nazionali sono riuscite a respingere gli attaccanti e a riprendere il controllo della situazione a caro prezzo. Secondo il ministro degli interni, alla fine dell’operazione, ci sono stati 25 morti e 85 feriti tra i poliziotti; 30 morti e 32 feriti tra i nazionali; 4 morti e 3 feriti tra gli ufficiali; 93 morti tra gli attaccanti e infine 85 morti fra i civili, tra cui 2 egiziani e un senegalese.
Gli ospedali hanno curato 225 feriti, il 90% appartenenti alle forze regolari. Circa 400 attaccanti sono stati uccisi. La televisione governativa ha mostrato dei prigionieri che avrebbero confessato di essere stati addestrati in Ciad. Secondo il ministro degli interni, 75 veicoli degli attaccanti sono stati distrutti e 68 confiscati, mentre l’esercito regolare avrebbe perso un solo veicolo e 29 fucili kalashnikov.
La popolazione ha scoperto cosa significa la guerra che non aveva mai visto così da vicino. Forse questo era l’obiettivo degli attaccanti. Il leader del MGE, Khalil Ibrahim, ha enfaticamente dichiarato che non ci sarà sicurezza a Khartoum fino a quando non ci sarà sicurezza nel Darfur.
Il MGE è uno dei gruppi principali che operano in Darfur contro il governo centrale. La sua zona di influenza è nell’ovest del Darfur, al confine con il Ciad, nei paraggi della città di Zalinji. I suoi affiliati principali sono gli Zagara, lo stesso gruppo etnico al quale appartiene Idriss Deby, presidente del Ciad.
Alcuni telecronisti hanno sottolineato il fatto che l’attacco si sia svolto sulla falsariga di ciò che era accaduto a febbraio in Ciad, quando dei ribelli avevano attaccato la capitale N’Djamena e per poco non la conquistavano. In quell’occasione si diceva che l’operazione era stata condotta con l’aiuto del regime di Khartoum. Ora è il governo di Khartoum a puntare il dito contro il Ciad. La prima reazione del presidente Bashir è stata quella di rompere le relazioni diplomatiche con il Ciad e di considerare il presidente Idriss Deby responsabile dell’attacco e delle sue possibili conseguenze.
L’atmosfera a Khartoum è stata molto tesa fino a lunedì sera. Martedì la normalità è ritornata quasi dovunque, fatta eccezione per alcune zone di Omdurman dove le forze nazionali stanno ancora cercando dei ribelli che potrebbero essersi nascosti.
Anche i ponti che collegano Khartoum, Khartoum North e Omdurman sono stati riaperti al traffico. A Khartoum il coprifuoco è stato tolto da domenica, mentre a Omdurman si è protratto per qualche altro giorno. Comunque, anche dopo il cessato coprifuoco, poche le macchine e la gente in giro per le strade, soprattutto di sera.
A causa di questo attacco, alcuni uomini politici sono stati arrestati, tra cui, il più importante, Hassan Turabi, segretario generale del Popular Congress Party (PCP). Sono stati tutti però rilasciati 12 ore più tardi. Corrono voci di persone uccise a caso dalle forze di sicurezza. I giornali di mercoledì 14 maggio parlano di 17 morti a Umbedda, 5 a Suq Libia e 2 nello stadio di Khartoum.
L’organizzazione per i diritti umani riferisce che le forze di sicurezza hanno arrestato più di 100 persone, mentre il Movimento di Liberazione Sudanese (MLS), altro gruppo di ribelli che lotta nel Darfur, ha lamentato il fatto che la popolazione sia stata presa di mira solo perché originaria del Darfur e di Zagara. La maggior parte della gente ha condannato l’attacco, sottolineando che non vuole la guerra. Molti sperano che quest’ultimo evento possa fare pressione sul governo affinché prenda più seriamente in considerazione il problema del Darfur e dia inizio ai negoziati in vista di una soluzione.
Il MGE è stato chiaro nelle sue richieste: sicurezza in Darfur quale condizione preliminare per dare il via ai negoziati; il governo di Khartoum deve smettere di bombardare la gente e attaccare i villaggi del Darfur; solo così si potrà avere la convinzione che il governo è seriamente interessato ai negoziati e vuole veramente trovare una soluzione al conflitto.
Lo scontro di Omdurman sarà stato sufficiente a convincere il governo? Lo speriamo di tutto cuore.
Il personale della Chiesa non è stato direttamente toccato da questo attacco. I confratelli di Omdurman, P. Davide Ferraboschi e P. Martin Lako, sono dovuti rimanere in casa, come la maggior parte della popolazione. Però, tutte le mattine sono andati, senza problemi, in due conventi di suore per la S. Messa.
A Umbedda Janub le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nella casa del clero alla ricerca di guerriglieri, perché avevano visto un veicolo dei ribelli nei paraggi. Ma la cosa è finita lì. Un proiettile è penetrato nella casa delle Suore Elisabettine di Banat. Il Cardinale è stato fermato per un controllo mentre si recava alla cattedrale per la S. Messa di Pentecoste. Il giorno di Pentecoste molta gente è rimasta chiusa in casa: il Cardinale ha disposto che la celebrazione eucaristica fosse posticipata al venerdì 16 maggio.

NAP

Anniversario dell’AGPN

La celebrazione del 25° anniversario dell’Africa Giustizia e Pace Network (AGPN) e il raduno annuale sul tema Celebrando l’Africa: un’analisi per l’azione, si è svolto in aprile a Washington, D.C.
P. Luigi Zanotto, rappresentante comboniano all’AGPN a New York, vi ha partecipato assieme a P. Pietro Ciuciulla del Comboni Mission Office di Cincinnati e Cindy Browne del Comboni JPIC Office, ambedue come rappresentanti dell’Ufficio Missionario dell’arcidiocesi di Cincinnati, assieme anche ad alcune Suore Comboniane. Hanno potuto ascoltare il Dr. Jeffrey Sachs, personaggio di fama mondiale e instancabile crociato nel venire in aiuto alla povertà in Africa e nel raggiungere gli scopi prefissati dallo Sviluppo del Millennio. Il Dr. Sachs è sempre stato uno dei paladini della cancellazione del debito estero in Africa e di un massiccio aumento degli aiuti esteri.
Un altro relatore è stato Ishmael Beah che ha raccontato la sua storia di bambino soldato in Sierra Leone, presentata nel suo libro Ricordi di un bambino soldato. Il fine settimana è stato pieno di informazioni, idee e sfide rivolte ai partecipanti, tutte focalizzate sul tema della giustizia per i poveri dell’Africa, il continente amato dal Comboni.

Due ben meritati riconoscimenti per P. Maurizio Binaghi
P. Maurizio Binaghi ha recentemente ricevuto il premio Caritas et Veritas dall’Università dei Domenicani di River Forest (Chicago). Con questo riconoscimento, la comunità dei Domenicani rende omaggio a coloro che hanno svolto un servizio di aiuto sociale e di impegno verso la Caritas et Veritas con la loro assistenza alla comunità. P. Maurizio lavora assieme all’Università dei Domenicani, che provvede insegnanti per il programma di insegnamento al Peace Corner, in qualità di membro del consiglio di consulenza per questo particolare servizio e tiene due seminari settimanali all’Università sulla delinquenza giovanile e la prevenzione della violenza nella comunità afro-americana, indicando come modello il Peace Corner.
In maggio P. Maurizio si recherà in Italia per ricevere dalla sua città natale un secondo premio che ogni anno viene dato a un concittadino che si è distinto nel servizio sociale e caritatevole in Italia e/o all’estero. A P. Maurizio il premio è stato assegnato, naturalmente, per il suo ministero al Peace Corner di Chicago. Lo accompagnerà Daniele, da tempo membro del Peace Corner, divenuto attivo collaboratore nelle responsabilità connesse con l’organizzazione. Daniele è un bell’esempio del successo del Peace Corner nel piantare e nell’aiutare i “semi” a crescere. Possa lo spirito di S. Daniele Comboni, espresso con forza nel motto “Salvare l’Africa con l’Africa”, riecheggiare con lo stesso ardore nelle parole “Salvare Chicago con Chicago”.

PERU-CHILE

Professione religiosa a Huánuco

Sabato 3 maggio, festa della Santa Croce, sei novizi comboniani hanno fatto la prima professione religiosa. La cerimonia si è svolta nella chiesa di S. Pietro a Huánuco.
La professione è avvenuta durante la celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Jaime Rodríguez Salazar, vescovo di Huánuco. Hanno concelebrato P. Rogelio Bustos Juárez, provinciale del Perù, P. Antonio Villarino Rodríguez, delegato della Colombia, il vice provinciale Gustavo Covarrubias Rodríguez del Brasile Nordest e P. Vanderlei Bervian del Brasile Sud.
Tre dei neo professi sono originari del Brasile: Rafael Gemelli Vigolo, José Alves Morais e Humberto Cley Santos de Oliveira. Due sono colombiani: Jaider Hernán Pinzón Robayo e Jorge Alberto Benavides Orjuela, mentre Oscar Elías Bernachea Romero è nato a Lima ed è l’unico peruviano del gruppo. I neo professi, dopo un periodo di vacanza con la loro famiglia, inizieranno lo studio della teologia a Lima o a San Paolo in Brasile.
Intervistati dopo la cerimonia, i neo professi hanno espresso la loro gioia per questo importante passo sulla via che li porterà un giorno al sacerdozio e alla missione ad gentes. Tre di loro desiderano lavorare in Africa, due vorrebbero svolgere il loro servizio missionario in Asia e uno si è mostrato favorevole a lavorare come formatore in una casa di formazione comboniana.
Hanno partecipato alla professione anche vari sacerdoti diocesani e i comboniani della comunità di Huánuco, Lima, Arequipa e Cerro de Pasco.
Erano presenti anche un gruppo di Laici Missionari Comboniani assieme a varie religiose e persone della comunità parrocchiale. In serata c’è stato un momento di intrattenimento in teatro, con danze e canti, organizzato dal gruppo carismatico giovanile della parrocchia.
Congratulazioni a questi giovani che hanno scelto di seguire il Signore nel cammino della vita religiosa e missionaria.

Tarma: anniversario di fondazione della diocesi
Il 6 marzo di quest’anno è iniziato l’anno giubilare nella diocesi di Tarma, situata nella zona centrale del Perù, in occasione del 50° della fondazione di questa giurisdizione ecclesiastica, affidata ai Missionari Comboniani (allora del ramo tedesco) nel 1958.
Mons. Richard Daniel Alarcón Urrutia, l’attuale vescovo della diocesi, ha preparato un programma delle celebrazioni per aiutare la comunità cristiana a vivere con riconoscenza e gratitudine a Dio per tutti i doni che sono stati concessi a questa diocesi peruviana in questi anni.
Con anticipo i rappresentanti di tutti gli Istituti religiosi che hanno lavorato per questa Chiesa locale, sono stati convocati a una solenne celebrazione il 17 maggio, alla quale hanno partecipato dieci vescovi, incluso Mons. Héctor Miguel Cabrejos OFM, Presidente della Conferenza Episcopale Peruviana, e una cinquantina di sacerdoti tra religiosi e diocesani. Il “Colosseo Manuel Odría” di Tarma si è riempito di rappresentanti dei vari movimenti ecclesiali e delle autorità religiose e civili, di alunni delle scuole e di una grande folla, tutti riuniti in una celebrazione ben preparata e animata per ringraziare Dio del cammino fatto.
Durante la Messa è stato riconosciuto il lavoro dei Missionari Comboniani, specialmente dei nostri vescovi Mons. Anton Kühner (RIP) e Mons. Lorenz Unfried (RIP) che sono stati a capo della diocesi e dei Comboniani che lavoravano a Tarma. Ci è stata consegnata una medaglia commemorativa, un diploma e un piccolo dono, segno di gratitudine per il lavoro svolto nella diocesi da tanti confratelli. Al momento vi lavorano cinque confratelli, nelle due comunità di Cerro de Pasco e Palca, continuando a testimoniare il nostro carisma tra questa gente della sierra centrale.
Il vescovo ha proposto due linee di azione durante l’anno giubilare: la prima consiste nel rispondere all’invito dell’incontro del CELAM ad Aparecida ad essere discepoli missionari e, la seconda, nel convocare il primo sinodo diocesano sui laici e la loro missione evangelizzatrice, sempre da una prospettiva missionaria.
Ci ha fatto molto piacere scoprire che il seme piantato da molti dei nostri confratelli stia portando frutti per la vita di tanta gente che ricorda e ringrazia il Signore per la nostra testimonianza missionaria, spesso in condizioni avverse, come la povertà, l’emarginazione o la violenza dei terroristi degli anni ottanta. Per questo imploriamo benedizioni copiose per la diocesi di Tarma e ringraziamo i Comboniani che vi hanno lavorato per la loro testimonianza di donazione e fedeltà alla missione.

PORTUGAL

Cinquantesimo della comunità di Maia

Per commemorare i suoi 50 anni di vita, la comunità comboniana di Maia, nella diocesi di Oporto, ha organizzato assieme alla Giunta comunale, un programma di attività che si sono svolte dal 24 aprile al 4 maggio.
Le commemorazioni sono iniziate con un incontro sul tema "La missione cristiana in un mondo globalizzato", al quale hanno partecipato, fra gli altri, il Vescovo di Oporto, Mons. Manuel Clemente, e il Direttore delle riviste Além-Mar e Audácia, P. Manuel Augusto Lopes Ferreira. Le celebrazioni sono proseguite il 26 aprile con uno spettacolo musicale nel grande auditorio del Forum di Maia. Il programma celebrativo si è concluso con una mostra fotografica missionaria che è rimasta aperta al pubblico, nella galleria del Forum, fino al 4 maggio.
La comunità comboniana di Maia fu inaugurata il 15 ottobre 1958, come seminario. Subito dopo, cominciò a dedicarsi anche all’animazione missionaria nella diocesi di Oporto. Nel 1982 divenne Postulato per candidati fratelli ai quali, dieci anni dopo, si unirono i candidati al sacerdozio. A gennaio del 2008, si è trasferito a Maia anche il Centro Giovanile Comboniano.
Attualmente, la comunità è composta da sei missionari che si dedicano alla formazione dei seminaristi e all’animazione missionaria e giovanile. Nel Postulato ci sono 3 postulanti: un candidato fratello e due candidati al sacerdozio.

Primo incontro nazionale dei cenacoli di preghiera missionaria
“Mi sono piaciute molto le testimonianze dei gruppi, vedere i giovani partecipare ai Cenacoli di Preghiera Missionaria”. Così hanno detto molte persone riferendosi all’Incontro dei Cenacoli di Preghiera Missionaria (C.O.M.) che si è tenuto a Viseu, il 1 maggio 2008.
Più di duecento persone hanno partecipato all’incontro, guidato da P. Ivo Martins do Vale, il quale ha presentato la seguente riflessione “Come leggere, meditare, condividere, pregare in gruppo la Parola di Dio". Vi erano persone legate alla Preghiera Missionaria delle diocesi di Viseu, Oporto, Aveiro, Coimbra e Lisbona. Da sottolineare anche la partecipazione dei responsabili dell’animazione missionaria delle comunità dei Missionari Comboniani, delle Suore Comboniane, di un gruppo di Laici Missionari Comboniani e delle Missionarie Comboniane Secolari, rappresentate da Ascensão Pereira.
In questo incontro, il primo a livello nazionale, si è voluto rendere omaggio al C.O.M. di Viseu che quest’anno festeggia i suoi 20 anni.
I Cenacoli di Preghiera Missionaria, sorti dalla spiritualità comboniana nel 1987, ad Aveiro, furono raccomandati da Papa Giovanni Paolo II alla famiglia comboniana in occasione della beatificazione di Comboni. Sono presenti in Europa, nell’Africa francofona, in Brasile e in altri paesi dell’America Latina.

SOUTH AFRICA

Voti perpetui e rinnovo dei voti

Domenica 27 aprile 2008, nella chiesa parrocchiale di St. Joan of Arc, sulla cui proprietà sorge anche lo scolasticato di Pietermaritzburg, lo scolastico Clément Kazaku Bosh Bébé (Congo) ha fatto la professione perpetua. La celebrazione eucaristica ha potuto contare sulla vivace e gioiosa partecipazione dei parrocchiani di St. Joan of Arc e St. Martin de Porres di Woodlands, entrambe affidate ad un unico parroco comboniano.
Il celebrante principale è stato P. Giuseppe (Joe) Sandri, provinciale del Sudafrica. Hanno concelebrato, in inglese e zulu, P. Jeremias dos Santos Martins, formatore e superiore dello scolasticato, P. Bernard Josef Riegel, parroco delle due chiese, e alcuni sacerdoti di altri Istituti religiosi, venuti con i loro studenti che frequentano gli studi teologici assieme ai nostri scolastici. Il coro della parrocchia ha contribuito alla festosa e attiva partecipazione alla celebrazione.
Nell’omelia, P. Joe ha usato la similitudine della sedia: come questa è ben stabile se ha quattro gambe, così un vero Missionario Comboniano deve essere saldamente sostenuto da quattro caratteristiche. Un rapporto equilibrato con la famiglia e gli amici (castità), una dedizione totale al popolo che serve (povertà), l’amore per i confratelli della sua comunità e per tutti quelli dell’Istituto in uno spirito di rispetto per la Regola di Vita (obbedienza); infine, il Comboniano deve quotidianamente alimentarsi all’Eucaristia dove trova la Parola di Dio nel Corpo e nel Sangue di Cristo.
Dopo l’omelia, si è svolto il rito della professione perpetua di Clément e il rinnovo dei voti dello scolastico Casimiro Lokwang Kortang del Karamoja (Uganda). Subito dopo, si è pregato per loro, per i loro formatori, per le loro province d’origine, per il Sudafrica (il 27 aprile ricorre il Freedom Day che ricorda la fine dell’aparheid, 14 anni fa), per tutti gli scolastici comboniani e per le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa e missionaria. Al termine, Clément ha condiviso con i presenti il suo interessante cammino vocazionale. La giornata si è conclusa con un’agape fraterna preparata dagli scolastici e dalle generose signore delle due parrocchie.
Il 1 maggio anche gli altri undici scolastici hanno rinnovato i voti durante la celebrazione eucaristica della comunità, alla presenza di alcuni amici. Anche questa volta il celebrante principale è stato P. Joe che ha ricevuto le professioni. Questa seconda celebrazione è stata più semplice e meditativa, ma sempre molto significativa. Si è pregato San Daniele Comboni perché continui ad ispirare questi giovani che così generosamente offrono la loro vita al Signore e alla missione.

UGANDA

Anniversario dell’arrivo della fede in Karamoja

Il 19 aprile i rappresentanti di quasi tutte le parrocchie delle due diocesi del Karamoja, Moroto e Kotido, hanno partecipato alla celebrazione del 75° anniversario dell’arrivo della fede in Karamoja. Una grande pietra commemorativa, preparata dal Sig. Roberto e dal team tecnico dell’ospedale di Matany, è stata collocata proprio sul posto dove 75 anni fa P. Luigi Molinaro celebrò la prima Messa, avendo accanto a lui come unico fedele Fr. Enrico Lorandi. Innanzitutto, Mons. Henry Ssentongo ha benedetto la pietra alla presenza di Suor Rita Maffi, provinciale delle Comboniane, P. Giuseppe Filippi, provinciale dei Comboniani, Mons. Bernard Philan, amministratore diocesano della diocesi di Kotido, rappresentanti di tutti gli Istituti religiosi presenti in Karamoja, tutti i sacerdoti diocesani e molti ospiti, inclusi i due fratelli sacerdoti del defunto P. Bernardo Grigiante.
Dopo la benedizione, alcune migliaia di persone (una folla enorme per il Karamoja!) si sono recate nello spazio antistante la chiesa di Kangole per una solenne celebrazione eucaristica. Una croce, con incise le parole “75 – Ekapolon kiytak anupit Kosi” (75° anniversario – Signore aumenta la nostra fede), nei prossimi mesi farà il giro di tutte le parrocchie delle due diocesi. Sarà un’occasione per risvegliare la fede in Karamoja, con la grazia dello Spirito Santo. I visitatori hanno potuto conoscere la storia della presenza della Chiesa in Karamoja, dal 19 aprile 1933 ad oggi, attraverso una serie di foto con didascalie. La preparazione della celebrazione dell’anniversario è stata curata da una commissione diocesana, presieduta da P. Mike Lubega e Sr. Bruna Barolo, dalle comunità parrocchiali di Kangole, da suore, sacerdoti e fratelli. A tutti va il nostro apprezzamento e ringraziamento.

Prime professioni
Il santuario di Namugongo, costruito sul luogo dove Charles Lwanga è stato ucciso, dando un esempio agli altri che furono bruciati vivi pochi chilometri più avanti, è da due mesi in fase di ristrutturazione in preparazione della festa dei Martiri d’Uganda, il prossimo 3 giugno. Il santuario sarebbe il luogo più idoneo per la prima professione dei novizi che abitualmente in questo luogo sacro fanno voto a Dio di consacrarsi al loro impegno missionario e religioso. Quest’anno però le impalcature riempivano il santuario, per cui la professione è stata fatta nell’ampio salone della vicina scuola secondaria di Namugongo. Il luogo induceva al raccoglimento ed era sufficiente a contenere le circa 300 persone presenti alla celebrazione, la maggior parte membri della Famiglia comboniana.
Sedici giovani candidati, provenienti dall’Africa di lingua inglese (Etiopia, Kenya, Khartoum, Malawi/Zambia, Sud Sudan e Uganda), sono stati offerti a Dio, alla Chiesa e all’Istituto dai loro genitori o rappresentanti. Uno alla volta, si sono presentati davanti al loro rispettivo superiore provinciale per pronunciare la loro prima consacrazione alla missione come discepoli di San Daniele Comboni e membri dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù. P. Salvatore Pacifico è stato il celebrante principale e ha invitato i candidati a non fare affidamento su se stessi ma solo su Cristo, poiché i tralci dipendono totalmente dalla vite: la missione appartiene a Dio e il missionario o rimane ancorato a Dio o non sarà ancorato a nulla.
Al termine della celebrazione ci sono state parole di ringraziamento e varie persone hanno sottolineato come il successo di una vocazione dipenda da tutta la comunità in cui ognuno dà il proprio contributo alla formazione e preparazione del candidato. P. Pierpaolo Monella ha poi comunicato ai presenti lo scolasticato al quale i neo professi erano stati assegnati. L’occasione è servita anche come momento formale per passare il compito di formatore da P. Pierpaolo, padre maestro uscente, a P. John Peter Alenyo, nuovo padre maestro.

IN PACE CHRISTI

P. Peter Taschler
(16.11.1921 – 04.05.2008)
P. Thomas Ibrahim Riad (30.04.1933 – 17.05.2008)
P. Carlo Pasquali (25.01.1925 – 18.05.2008)
P. Luigi Denicolò (16.12.1925 – 23.05.2008)

Preghiamo per i nostri defunti
IL PADRE
: Damaso, di P. Franco Nascimbene (CO).
LA MADRE: di P. Oscar Gámez De La Cruz (M); Mercedes, di P. Navarro Catalán Ramón (E).
IL FRATELLO: Saturnin, di P. Casimir Odjo (FCM); Roberto, di P. Giuseppe Garavello (I).
LA SORELLA: Kuivé, di Fr. Simon Tsoklo Zissou (CN).
LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Piermaria Targato; Sr. Luigia Margherita Dal Sacco.

ANNUNCIO IMPORTANTE

Casa Generalizia di Via Lilio, Roma

A causa dei lavori di ristrutturazione dell’ala nord-est (sezione biblioteca), che inizieranno nel mese di giugno e dureranno fino alla fine dell’anno, non sarà possibile offrire ospitalità ai confratelli di passaggio. Se qualcuno avesse assoluto bisogno di pernottare in Via Luigi Lilio durante questo periodo è pregato di rivolgersi direttamente al nuovo superiore della casa, P. Livio Tagliaferri.
Ci scusiamo per questa temporanea limitazione. Stiamo cercando di rendere la casa più accogliente per coloro che parteciperanno al prossimo Capitolo Generale.
Familia Comboniana n. 654