NOTIZIARIO MENSILE DEI MISSIONARI COMBONIANI DEL CUORE DI GESÙ

DIREZIONE GENERALE

Ordinazioni

Chávez Ixchacchal Mynor Rolando

Mixco (GUA)

18.01.2025

Vázquez Hernández Felipe de Jesús

La Guásima (M)

18.01.2025


Opera del Redentore

Febbraio:       01 – 15 C             16 – 28 EGSD
Marzo:            01 – 07 CO          08 – 15 E                16 – 31 DSP

Intenzioni di preghiera

Febbraio – Ti preghiamo, Signore, affinché, di fronte all’incombente e spaventosa minaccia della tratta di persone, possiamo sempre di più essere, insieme con te, difensori della vita, promotori di dignità e facilitatori di libertà. Preghiamo.

Marzo – Perché san Giuseppe, custode della Sacra Famiglia, aiuti ciascun membro dei nostri Istituti a condividere tutto quanto è e ha, anche se apparentemente insignificante, e faccia sì che, seguendo il suo esempio, possiamo dare il meglio di noi stessi, la nostra propria vita, il nostro lavoro a servizio del piano di salvezz\a di Dio Padre per la rigenerazione di tutti i popoli. Preghiamo.

Calendario liturgico comboniano

FEBBRAIO

8

Santa Giuseppina Bakhita, vergine

Memoria


Ricorrenze significative

FEBBRAIO

4

San Giovanni de Brito, martire

Portogallo

6

Santi Martiri Giapponesi

Asia

23

Kidane Mehret, Corredentrice

Eritrea


Ricorrenze significative

MARZO

17

San Patrizio, vescovo

London Province

19

San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria

Centrafrica


Specializzazioni

Dottorato di padre Abraham Hailu Woldu

Il 15 novembre 2024, padre Abraham Hailu Woldu ha conseguito il dottorato di ricerca in “Trasformazione Sociale”, con specializzazione in “Pace e sicurezza sostenibili”, presso l’Università di Tangaza, Nairobi, Kenya, presentando e difendendo la tesi intitolata Dialogo tra cristiani e musulmani per la pace e lo sviluppo sostenibili nella regione di Oromia in Etiopia dal 1991 al 2022. Padre Abraham ringrazia la sua provincia di origine, l’Etiopia, e il Consiglio Generale per aver finanziato i suoi studi. Attualmente, padre Abraham è membro della provincia del Sud Sudan e lavora nel nord dell’Uganda, con i rifugiati sudsudanesi nell’insediamento di Palorinya.

ETHIOPIA

Celebrazione del Timket ad Hawassa

La solennità del Battesimo (timket in amarico) di Gesù è una delle feste più importanti della Chiesa ortodossa etiopica. È celebrata ogni anno il 19 gennaio (o il 20, negli anni bisestili), che corrisponde all’undicesimo giorno del mese di terr nel calendario ge’ez. In questo giorno solenne, migliaia di fedeli ortodossi si riuniscono nelle loro chiese per commemorare questo grande momento della vita di Gesù.

Anche numerosi cattolici vi partecipano, non solo per la solenne cerimonia domenicale, sempre oltremodo ricca di colore, ma anche alla grande processione della vigilia, per pregare con i fratelli e le sorelle ortodossi ed esprimere la loro comunione con loro.

Il Timket è uno degli eventi a cui padre Juan Antonio González Núñez, amministratore apostolico del cattolico Vicariato di Hawassa, ha sempre partecipato con profonda devozione. Quest’anno non ha fatto eccezione, e sono convinto che ci abbia tenuto in modo particolare, perché il 15 novembre scorso papa Francesco ha nominato mons. Gobezayehu Getachew Yilma come Vicario apostolico del Vicariato di Hawassa, e nelle prossime settimane subentrerà a padre Núñez, che ha già dato le dimissioni dall’incarico per raggiunti limiti di età.

Come aveva già fatto l’anno scorso, anche questa volta mi ha invitato ad accompagnarlo. Non mi sono fatto ripetere l’invito due volte. La data, inoltre, era molto significativa: quel giorno, per la Chiesa cattolica iniziava la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Giunti alla cattedrale ortodossa, il vescovo e alcuni sacerdoti ci hanno accolto calorosamente, chiamandoci per nome, a dimostrazione della fraternità e dell’amicizia che esiste tra di noi e tra le due Chiese.

All’inizio della cerimonia di sabato, il tabot (una replica dell’Arca dell’Alleanza che conteneva i dieci comandamenti) è stato coperto con un panno colorato e poi è stato portato dai sacerdoti a una vicina fonte d’acqua. Ad accompagnare il tabot c’erano diverse migliaia di persone, tutte vestite con abiti bianchi, che cantavano inni e canti spirituali, ritmati dal rullo dei tamburi, dal suono delle arpe e da battimani.

Giunti davanti a una grande vasca d’acqua vicina alla cattedrale, il cerimoniere ha presentato me e padre Juan a tutta l’assemblea e ha ringraziato Dio per aver voluto impreziosire il rito con una presenza ecumenica. Anche il vescovo ha iniziato il suo discorso sottolineando il significato della presenza cattolica. Poi ha congedato tutti, invitandoli a non mancare il giorno dopo quando l’acqua sarebbe stata benedetta e aspersa abbondantemente – letteralmente a secchiate! – sulle persone.

Lo scopo di questo rito è chiaro: i cristiani devono non solo celebrare il battesimo di Gesù, ma anche fare memoria del loro battesimo, attraverso il quale sono rinati nello Spirito Santo. Questa celebrazione è talmente unica che l’UNESCO l’ha riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

Mentre tornavamo a casa, padre Juan m’ha detto: «Nonostante la crescente influenza dell’Islam e delle chiese evangeliche in Etiopia, la Chiesa ortodossa rimane forte come presenza cristiana. Dobbiamo riconoscerle questo merito. Prego che gli ortodossi di questo paese sappiano rimanere sempre fedeli alla loro fede, testimoniando a tutti il loro grande amore per Dio».
(Padre Pedro Pablo Hernández, mccj).

ITALIA

La comunità di Brescia prepara l’adesione alla Piattaforma Laudato Si’

Lunedì 20 gennaio 2025, ci siamo ritrovati come comunità per una “giornata ecologica” di riflessione e di condivisione, accompagnati da padre Fernando Zolli, responsabile provinciale della commissione giustizia, pace e integrità del creato della provincia italiana.

In mattinata, dopo una breve introduzione, è stato proposto un momento di riflessione personale alla luce del Salmo 104: inno alla grandezza e alla bellezza della creazione. In seguito, è stato organizzato un lavoro di gruppo per un cammino di conversione ecologica, attorno a queste cinque aree: crisi climatica, il bene prezioso dell’acqua, il consumo del cibo, i nostri consumi, il nostro futuro condiviso.

Nel pomeriggio, dopo la presentazione delle sintesi dei lavori della mattinata, padre Fernando ci ha offerto alcune tracce di spiritualità ecologica. La conversione ecologica non è una questione tecnica ma etica: ci vuole uno sguardo di fede di fronte alla creazione.

La fede ci motiva: le motivazioni si attingono dalla Parola. Fin dal racconto della creazione, la Parola ci dice che Dio vide che tutto era cosa buona. Si scopre, da sempre, la bellezza della creazione. C’è, dunque, bisogno di un occhio contemplativo.

La comunità di Brescia è disposta a lasciarsi trasportare da uno spirito di rinnovamento. Le sfide, infatti, non sono ostacoli, ma momenti di crescita che richiedono coraggio e buona volontà.

In quest’anno 2025, nel quale si celebra il decimo anniversario della Laudato si’ come pellegrini di speranza, la comunità assume l’impegno di aderire alla Piattaforma di Iniziative Laudato Si’, proposta da Papa Francesco, con un progetto ecologico, attento al grido della terra e dei poveri.

Si impegna a formulare il progetto comunitario di ecologia integrale, valorizzando quello che già si fa; contattando altri movimenti e associazioni sul territorio per un cammino articolato, fatto in sinergia; prendendosi cura del Giardino Laudato Si’, nell’area verde della nostra casa; diventando animatori di spiritualità ecologica, invitando amici e benefattori a momenti d’incontro e di preghiera, di informazione e formazione.

È stata creata un’équipe di lavoro – padre Mario Fugazza, padre Eugenio Nordjoe, padre Tiziano Laurenti – che preparerà una bozza del progetto ecologico entro il 20 aprile 2025, giorno di Pasqua.
(Padre Girolamo Miante, mccj, e Padre Fernando Zolli, mccj)

MEXICO

È morto a 103 anni fratel Arsenio Ferrari

Il nostro caro fratel Arsenio Ferrari – un grande missionario comboniano, pioniere della Bassa California, in Messico – ci ha lasciato per la Casa del Padre. Aveva da poco compiuto 103 anni e si trovava nella comunità comboniana dell’Oasis San Daniel Comboni a Zapopan, Guadalajara, dove ha ricevuto, fino alla fine, tutte le attenzioni che un missionario veterano come lui meritava. Era l’unico sopravvissuto dei primi comboniani arrivati in Messico, precisamente in Bassa California, nel 1948. Con la sua morte si chiude una tappa della storia del nostro Istituto e, soprattutto, una tappa della storia dei missionari comboniani in Messico.

Di origine italiana, fratel Arsenio ha dedicato la sua vita all’evangelizzazione di queste terre, soprattutto di bambini e giovani, usando lo sport come principale mezzo di attrazione. Come ha detto padre Enrique Sánchez nella messa di ringraziamento per i suoi cento anni, il 18 dicembre 2021, «Fratel Arsenio è stato – e continua ad essere – una benedizione per la missione e per l’Istituto. La sola sua presenza fra noi è un motivo di ringraziamento e una testimonianza per i molti anni vissuti dedicandosi agli altri». Ed è una benedizione anche ora che ci ha lasciato. Non è più fra noi, ma dal cielo continuerà a intercedere per questo popolo che ha tanto amato.

Ordinazione sacerdotale di Felipe de Jesús

Il 18 gennaio 2025, Felipe de Jesús Vázquez Hernández ha celebrato la sua ordinazione sacerdotale, circondato da familiari e amici, a La Guásima, località di Papantla, nello stato di Veracruz, di dove è originario. La celebrazione, presieduta da Mons. José Trinidad Zapata Ortiz, vescovo della diocesi di Papantla, e con la partecipazione della famiglia comboniana, ha rappresentato un momento che tutti conserveremo nella memoria e nel cuore, senza dimenticare l’importanza che la giornata ha avuto per Felipe.

Sapendo che la destinazione del neo-sacerdote è il Sudafrica, il vescovo gli ha detto: «Devi avere una visione ampia. Essendo un missionario comboniano, in qualsiasi parte del mondo devi essere un servitore del gregge di Gesù e te ne devi prendere cura». Ho poi sottolineato: «Non devi dimenticare di prenderti cura anche di te stesso».

La gente ha voluto fare sua questa ordinazione e lo ha dimostrato introducendo tutti gli elementi culturali e spirituali della regione, con l’orgoglio delle sue radici totonacas (il popolo indigeno), con la sua lingua, le sue danze, i suoi costumi e i suoi rituali. La gente di “La Guásima”, con fierezza, consegna uno dei suoi figli alla missione e ne è grata a Dio.

È stata una festa per tutti: per i genitori, per i suoi fratelli, per la diocesi e per i comboniani. Felipe è molto grato, sapendo che dietro di lui ha tante persone che lo sostengono nella sua vocazione missionaria.
(Fratel Raúl Cervantes)

Padre Manuel Casillas Hernández ha celebrato 50 anni di sacerdozio

Lo scorso 25 gennaio, padre Manuel Casillas Hernández ha celebrato nella sua parrocchia di Cristo de la Salud a León, Guanajuato, una messa di ringraziamento per i suoi 50 anni di sacerdozio, circondato da familiari, amici, sacerdoti diocesani e un gruppo di confratelli che hanno voluto essergli accanto in un giorno così speciale.

Padre Manuel è nato a León il 29 maggio 1945. Ha fatto i primi voti il 9 settembre 1968 ed è stato ordinato sacerdote il 14 luglio 1974. Ha vissuto i primi sette anni di ministero missionario in Messico, seguendo i giovani seminaristi. Nel 1981 è stato destinato al Sudafrica, dove ha trascorso vent’anni, in periodi diversi. Dal 1987 al 1991 è stato superiore provinciale in Messico; dal 1991 al 1998 è stato assistente generale dell’Istituto a Roma.

Attualmente lavora in Irlanda, dove si dedica all’animazione missionaria. A causa di problemi con i documenti relativi al permesso di soggiorno, ha dovuto rimandare la celebrazione dell’anniversario sacerdotale fino ad ora. Tuttavia, la cerimonia è stata segnata da gioia e gratitudine a Dio e alle tante persone che lo hanno sostenuto e che hanno collaborato perché la festa fosse davvero la condivisione di un sentimento di riconoscenza per i molti doni ricevuti in questi 50 anni.

Ora padre Manuel, con i documenti in regola, può godersi il meritato riposo, mentre si prepara a tornare in Irlanda, dove continuerà ad annunciare il vangelo e a far conoscere il lavoro missionario al popolo irlandese.

PCA

Ordinazione sacerdotale in Guatemala

Sabato 18 gennaio 2025, i comboniani della Provincia del Centro America hanno celebrato con gioia l’ordinazione sacerdotale del nostro confratello guatemalteco Mynor Rolando Chávez Ixchacchal. La liturgia è stata presieduta da mons. Vittorino Girardi, comboniano, vescovo emerito di Tilarán-Liberia (Costa Rica), nella bella chiesa della parrocchia di Jesús Obrero Buen Pastor, nella Colonia El Milagro della Zona 6 di Mixco, vicino a Città del Guatemala. Erano presenti tutte le comunità comboniane della provincia, il parroco e i fedeli della parrocchia, vari amici di padre Mynor venuti dal Costa Rica, dove ha svolto il suo ministero diaconale, i Laici Missionari Comboniani e molti suoi familiari.

Nella sua omelia, mons. Girardi ha ricordato a Mynor il suo dovere di configurarsi a Cristo in ogni momento e di fare causa comune con quei popoli ai quali sarà inviato. Ha insistito sulla necessità di affidarsi pienamente al Signore che lo ha scelto e inviato, e di accettare serenamente le debolezze che, secondo la sua promessa, saranno colmate dall’azione misericordiosa di Dio, soprattutto nella celebrazione dell’Eucaristia e della Riconciliazione. Durante la settimana che ha preceduto l’ordinazione, abbiamo celebrato l’Eucaristia in quasi tutte le comunità della parrocchia, dove abbiamo avuto l’opportunità di tenere momenti di animazione missionaria e di promozione vocazionale.

Domenica 19 gennaio, nella stessa chiesa in cui è stato ordinato, padre Mynor ha celebrato la sua prima messa. Anche a questa celebrazione hanno partecipato i parrocchiani, i suoi familiari e i comboniani della provincia. Padre Mynor ha voluto affidare l’omelia a padre Byron Valverde, che, partendo dal vangelo delle nozze di Cana, lo ha esortato a vivere il suo sacerdozio con la stessa disponibilità della Vergine Maria, facendo ciò che il Maestro gli chiederà, in ogni momento e in tutte le circostanze della sua consacrazione missionaria.

Padre Mynor è stato destinato alla provincia comboniana dell’Etiopia, dove andrà non appena avrà preparato i documenti necessari. San Daniele Comboni e i santi comboniani di tutti i tempi intercedano per lui davanti al Signore della Messe, affinché gli conceda saggezza e fedeltà. La sua ordinazione rinnovi il nostro impegno missionario come provincia comboniana e la testimonianza del suo donarsi susciti vocazioni numerose per tutta la Chiesa guatemalteca, come lui stesso ha chiesto alla sua comunità parrocchiale.
(Padre Carlos Humberto Rodríguez, mccj)

PORTUGAL

Domenica delle Nazioni

La prima “Domenica delle Nazioni” si è tenuta il 19 gennaio presso la sede dei comboniani a Jardim de Cima/Santarém. L’area cittadina della diocesi di Santarém ha deciso di organizzare una Domenica delle Nazioni ogni terza domenica dei mesi dell’Anno giubilare 2025. Il programma di ognuna di queste domeniche consisterà nella celebrazione di un’Eucaristia con gli immigrati che vivono nella regione, seguita da un incontro fraterno con la condivisione delle specialità gastronomiche dei diversi Paesi.

La valutazione della prima celebrazione di questa Domenica delle Nazioni è molto positiva e promettente. C’è stato interesse, disponibilità e spirito di servizio fraterno nelle varie famiglie che hanno partecipato all’evento. Si tratta di una buona iniziativa di animazione missionaria che aiuterà i cristiani della diocesi a vivere più profondamente lo spirito dell’anno giubilare, che ci invita a essere “pellegrini della speranza”, guidati dalla luce che è Gesù.

Per il comitato organizzatore – afferma padre Carlos Alberto Nunes – «questa attività mira anche a facilitare l’integrazione dei diversi popoli e delle diverse culture che vivono nel territorio di Santarém. Iniziamo apprezzando e condividendo i molti doni che tutti noi possediamo. Questo è senza dubbio un nuovo modo di fare missione in questa diocesi, ma anche nel nuovo contesto che si sta vivendo in tutta Europa».

«Solo così – commenta padre Carlos Nunes – saremo seguaci di Gesù, testimoniando e proclamando che siamo parte di un’unica famiglia di Dio e di un’unica società umana, basata sulla buona convivenza, sulla pace, sulla giustizia e sull’amore. A tal fine, abbiamo già un coro interculturale, che si sta consolidando, e molte persone disposte a servire con gioia e a collaborare al rinnovamento delle comunità e della Chiesa».

La prossima Domenica delle Nazioni sarà il 16 febbraio. «Venite a vedere! Unitevi a noi», conclude padre Carlos Nunes, per il quale questa è la missione che tutti noi dobbiamo compiere oggi.

TCHAD

Assemblea della Delegazione

Come da tradizione, nella prima settimana di gennaio, i missionari comboniani del Ciad si sono riuniti in assemblea a N’Djamena. Nella stessa settimana, fratel Kakule Wasingya Bienfait, della comunità di N’Djamena, ha portato a termine i suoi studi presso il CEFOD, discutendo una tesi sulla microfinanza. Alf mabrouk (congratulazioni), Bienfait!

L’assemblea è un evento importante e significativo nella vita della delegazione. Il tema “Identità missionaria” ha fatto da sfondo ai lavori.

Hanno partecipato i confratelli di tutte le comunità, contribuendo alla condivisione di idee, esperienze e difficoltà. La cosa bella – e che fa ben sperare – è la presenza di nuovi confratelli: uno, “vecchio” della missione in Ciad; altri, giovani.

Padre Renzo Piazza, nella sessione di formazione permanente, ha sviluppato il tema dell’identità missionaria. È stata una presentazione interessante e arricchente che ci ha permesso di riflettere, personalmente e in gruppi di lavoro, su questo tema così significativo per la vita di ciascuno di noi. Nei giorni successivi, varie attività ci hanno aiutato ad ascoltarci e condividere le varie situazioni delle nostre missioni. Ne è emerso un quadro interessante, con il problema attuale del sovraccarico di lavoro e dei troppi impegni in rapporto al personale.

La missione comboniana in Ciad risponde in pieno a quanto l’Istituto e la Chiesa locale si attendono da noi nei vari ministeri (animazione missionaria, formazione di base e permanente, evangelizzazione, formazione delle comunità e dei leader, dialogo interreligioso, JPIC…).

Mi sembra che, dall’ascolto reciproco delle varie realtà in cui siamo presenti, siano emersi in modo chiaro l’impegno, la passione, la vicinanza di ciascuno di noi alla gente, ai giovani; in una parola, il nostro farci prossimo e donare speranza, anche se il quadro sociopolitico del paese è difficile.

Dandoci appuntamento alla prossima assemblea, siamo rientrati alle nostre comunità arricchiti di tante belle e suggestive idee, rinforzati spiritualmente (quest’anno parteciperemo tutti al ritiro annuale), pronti e deside-rosi di servire il Signore della Vita al meglio delle capacità umane e spirituali di ciascuno di noi.
(Fratel Enrico Gonzales, mccj)

SOUTH SUDAN

Il Centenario della fede a Ngboko

Nel 1924, il missionario comboniano Giacomo Gübert (nato a Fiera di Primiero-TN nel 1886, ordinato sacerdote nel 1904 e morto al Cairo il 14 gennaio 1959), fondò una missione a Ngboko, nella contea di Ri Yubu, al confine con la Repubblica Centrafricana, non lontano dalla Repubblica Democratica del Congo, presso la linea di demarcazione tra francesi e britannici durante l’era coloniale. Curioso è il modo in cui la parrocchia nacque.

Nel 1923, i francesi presenti in Centrafrica assoldarono alcuni soldati azande che vivevano in territorio sotto il dominio britannico, perché andassero nella loro zona e li aiutassero a sedare alcune ribellioni locali. Al loro ritorno, questi soldati cominciarono a mostrare evidenti sintomi della malattia del sonno contratta durante la loro spedizione, e i colonialisti britannici pensarono bene di tenerli in un prolungato isolamento forzato in una località vicina al confine.

Per garantire che i malati ricevessero cure adeguate, i comboniani inviarono padre Gübert. Questi si fermò per un po’ di tempo come “infermiere”, poi però cominciò anche a operare come evangelizzatore. Nacque pertanto un catecumenato e l’8 dicembre 1924 furono amministrati i primi battesimi. La parrocchia fu chiamata “Ave Maria”, e ricadde dentro quella che allora era la Circoscrizione comboniana del Bahr el Ghazal. La missione di “Ave Maria” oggi è gestita dalla Comunità dei Missionari di San Paolo (MCSPA).

Il 5 dicembre 2023, sono iniziate le celebrazioni per il Centenario della fede nella parrocchia di Ngboko. L’8 dicembre, è stata riconsacrata la chiesa parrocchiale “Ave Maria”, da poco radicalmente ristrutturata. A presiedere la cerimonia è stato invitato mons. Edward Hiiboro Kussala, vescovo della diocesi di Tombura-Yambio. Presenti anche il parroco della parrocchia di Obbo (Repubblica Centrafricana), il parroco della missione di Lobur, padre Joseph, superiore dei MCSPA, numerosi missionari e preti diocesani, religiosi e suore, e moltissimi cristiani venuti da ogni parte della diocesi.

Le varie celebrazione del Centenario si sono concluse l’8 dicembre 2024, Solennità dell’Immacolata Concezione, con la partecipazione del supe­riore provinciale dei comboniani, padre Gregor Schmidt, alla presenza di oltre diecimila persone provenienti dai vari villaggi della regione.

La spensieratezza e la gioia esuberante di simili celebrazioni sono oggi purtroppo un’eccezione in Sud Sudan. Anche nella contea di Ri Yubu sono tuttora in corso scontri armati. Ma, superando la paura, si è deciso di non rimandare la celebrazione di chiusura, ma di offrire alla popolazione locale un nuovo segno evidente che il Vangelo porta riconciliazione e pace. Molti sono stati i discorsi tenuti, e in tutti è risuonato, come un ritornello, il riconoscimento che Gesù è davvero il messaggero di pace per i sudsudanesi.

Con il tempo, i missionari comboniani hanno ceduto tutte le missioni da loro fondate nelle zone oggi include nella diocesi di Tombura-Yambio (nello Stato di Equatoria Occidentale), ma sono ancora ricordati con gratitudine per avervi portato la fede cristiana in quel lontano 1923.
(Padre Schmidt Gregor Bog-Dong, mccj)

TOGO-GHANA-BENIN

Un anno che si chiude in bellezza

Alla fine del 2024, i comboniani della provincia, così come le Chiese locali delle arcidiocesi di Cotonou e Lomé e della diocesi di Keta-Akatsi, sono stati testimoni gioiosi di tre grandi eventi.

1. Ordinazione sacerdotale a Lomé – Il 21 dicembre 2024, nella chiesa parrocchiale di Cristo Risorto a Hedranawoe (Togo), davanti a una enor-me folla di parenti, amici, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli di diverse parrocchie, 26 diaconi sono stati ordinati sacerdoti mediante l’imposizione delle mani di Mons. Isaac-Jogues Agbemenya Gaglo, amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Lomé. Di questi 26, 22 erano dell’arcidiocesi e 4 comboniani.

Nella sua omelia, l’arcivescovo Gaglo ha richiamato l’attenzione degli ordinandi su tre dimensioni essenziali della vita del sacerdote: ciò che egli è, ciò che fa, e ciò che vive. L’essere del sacerdote è un mistero poiché egli porta in sé colui che rappresenta, Cristo. L’amministratore ha citato la frase del santo Curato d’Ars: «Il sacerdote è qualcosa di grande, perché può dare Dio agli uomini e gli uomini a Dio». Il sacerdote – ha continuato – «vive momenti di solitudine, gioia e tristezza. Con umiltà e grande spirito di apertura, egli può imparare dai fedeli che, in alcuni ambiti, potrebbero essere molto più ferventi e impegnati di lui. Egli non comanda come un padrone, ma lavora e guida il popolo di Dio a lui affidato».

2. Voti perpetui a Fidjrossè – domenica 22 dicembre 2024, nella chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi a Fidjrossè, nell’arcidiocesi di Cotonou (Benin), si è svolta la professione perpetua dello scolastico Constantin Dangninou. La cerimonia è stata presieduta dal superiore provin-ciale, padre Timothée Hounaké Kouassi, che, dopo aver espresso apprezzamento per gli sforzi compiuti da Constantin per rispondere alla chiamata ricevuta da Dio, ha messo in luce la gratuità dell’amore di Dio che viene all’uomo, dandogli fiducia. Ha poi invitato fedeli e parenti a pregare per Constantin e a sostenerlo perché possa fare della sua vita un dono totale al Signore per sempre.

3. Ordinazioni diaconali e sacerdotali ad Akatsi – Sabato 28 dicembre 2024, tutte le strade portavano alla cattedrale di Cristo Re, ad Akatsi (Ghana), nella diocesi di Keta-Akatsi, per l’ordinazione diaconale di due accoliti, uno diocesano e uno comboniano, e l’ordinazione sacerdotale del diacono comboniano Augustine Awudi.

Riunendo fedeli, sacerdoti, religiosi e religiose provenienti da Ghana, Togo e Benin, la celebrazione è iniziata con l’apertura solenne della porta della cattedrale, segnando così l’inizio dell’Anno Giubilare nella Chiesa locale, rispondendo all’invito di papa Francesco, che ha posto l’Anno Giubilare sotto il tema “Pellegrini di speranza”. Il vescovo della diocesi, mons. Gabriel Edoe Kumordji, SVD, durante l’omelia, ha insistito sull’importanza della celebrazione dell’Anno Giubilare, invitando ogni fedele a fare lo sforzo di andare in pellegrinaggio nei “luoghi scelti” dalla diocesi, aggiungendo: «Quelli che possono andare a Roma, lo facciano».

Rivolgendosi poi agli ordinandi, li ha invitati a esercitare con assiduità il loro ruolo nella Chiesa e a imitare Cristo, con diligenza, in tutti gli aspetti della vita. La celebrazione ha visto la partecipazione, molto apprezzata, del vescovo emerito della diocesi, mons. Anthony Kwame Adanuty.

PREGHIAMO PER I NOSTRI DEFUNTI

IL FRATELLO: Carlos, di padre Francisco Gómez Uribe (M); Giusto, di padre Luciano Benetazzo (I) e padre Stelvio Benetazzo (†).

LA SORELLA: Zulmira, di fratel António Martins da Costa (†).