Roma, martedì 9 ottobre 2012
Otto missionari laici polacchi hanno visitato, con P. Maciej Zielinski, il centro “In my Father’s house” [Nella casa del Padre], ad Abor, nel Sudest del Ghana. Il centro è stato costruito da un Comboniano italiano, P. Giuseppe Rabbiosi. Si sono fermati in Africa per trenta giorni. La visita aveva anche uno scopo spirituale e vocazionale, rispondere a una domanda importante: “Voglio dedicare la mia vita al continente nero?”.

 

Per la maggior parte dei membri della spedizione, questo viaggio in Ghana è stato il primo contatto con il continente africano. Ciascuno di loro sognava di andarvi e rimanervi, anche se brevemente, e vedere se poteva essere una destinazione permanente. P. Maciej Zielinski ha fatto una seria selezione dei partecipanti, scegliendo solo persone spiritualmente mature e professionalmente qualificate. Così, i membri del gruppo “chiamati” a visitare il Ghana appartenevano a tre professioni: medicina, educazione e agricoltura.

“In my Father’s house” è un centro costruito nel 2000, dove sono ospitati più di 100 bambini, per la maggior parte orfani o provenienti da situazioni familiari difficili. Il centro ha anche una scuola, dove oltre 500 bambini ricevono un’educazione. Dalla sua fondazione, dodici anni fa, l’istituzione è cresciuta in modo eccezionale. Comprende un vasto terreno con molti fabbricati. È provvista di elettricità e acqua corrente. Il progetto è sponsorizzato principalmente dalla controparte italiana di “In my Father’s house” che ne condivide lo scopo.

I visitatori LMC hanno passato il tempo raccogliendo dati, ma soprattutto partecipando attivamente alla vita del Centro e ad altre attività ad Abor.

Il gruppo medico ha lavorato nell’ospedale locale, occupandosi in particolare dei pazienti con maggiori necessità mediche ed economiche.

Gli insegnanti si sono offerti di dare un numero supplementare di lezioni su diversi temi, suscitando molto interesse e partecipazione.

Gli esperti di agricoltura hanno dato il loro contributo nella coltivazione di ortaggi, in particolare pomodori, cipolle e cavoli. In futuro, questo progetto riuscirà a fornire cibo sostanzioso per gli abitanti del centro.

Ecco il commento di Maddalena, una fisioterapista di 23 anni, di Poznan: “Per me, il viaggio in Ghana è stata un’esperienza di grande valore. In ospedale, ho visto molta sofferenza ma questa situazione non mi ha scoraggiato dal partecipare alle attività ospedaliere. Vorrei tornare un giorno, perché ho visto che c’è molto lavoro da fare”.

P. Maciej Zielinski, da parte sua, ha detto: “L’Africa ha qualcosa di speciale. Se mi venisse offerto di lavorare in Africa permanentemente, non esiterei un istante: è il posto in cui vorrei predicare la Parola di Dio”.

Il gruppo ha visitato anche la capitale del Ghana, Accra, oltre che Cape Coast e Mafi-Kumase, dove ha potuto conoscere le attività dei comboniani locali e sperimentare la vita delle loro comunità. Molto probabilmente, nel prossimo futuro, alcuni membri del gruppo andranno ad offrire il loro aiuto permanente nei centri africani che hanno visitato.
Artur Wisniewski