Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

Buon Anno Nuovo


DIREZIONE GENERALE


Lettera di P. Teresino Serra ai confratelli del Brasile in occasione della nomina di P. Enemésio Ângelo Lazzaris a vescovo di Balsas.

Carissimi confratelli,
“Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo”

Con gioia riceviamo la notizia della nomina del nuovo vescovo di Balsas nella persona di P. Enemésio Ângelo Lazzaris, vicario generale dell’Istituto di Don Orione. In comunione con il Santo Padre per la scelta fatta, ringraziamo P. Enemésio per aver accettato questa diaconia episcopale. Sono sicuro che Dom Franco Masserdotti gioisce per questa nomina. Anche lui sognava già un vescovo brasiliano per la Diocesi di Balsas.
Noi Comboniani, tutti, siamo chiamati alla perfetta comunione col nuovo vescovo. Mi auguro quindi che ogni comboniano che lavora in Brasile, e particolarmente a Balsas, si trasformi in buon cireneo per Mons. Enemésio. Mentre un figlio di Don Orione succede a un figlio di Mons. Comboni, penso alle parole di Paolo: “Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. Non c'è differenza tra chi pianta e chi irriga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio” (I Cor 3, 6-9).
Continuiamo il nostro lavoro in comunione col nuovo vescovo con la passione missionaria trasmessaci da Comboni. Un grazie di cuore a P. Antonio Guglielmi per il suo impegno nell’amministrare la Diocesi in questo tempo di sede vacante.
12 dicembre 2007
Festa di Nostra Signora di Guadalupe
Vostro

P. Teresino Serra, Superiore Generale
e Consiglio


Nomine
Superiori Provinciali nominati

BNE P. Codianni Luigi Fernando
BS P. Alcides Costa
CA P. Zaffanelli Giovanni
CN P. Tacchella Eliseo
DSP P. Altenburger Josef
E P. Cerezo Ruiz Daniel
EC P. Zendron Claudio
ET P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie
I P. Pelucchi Alberto
KE P. Tibaldo Mariano
KH P. Pacifico Salvatore
LP P. Paul Neri Augustine Felix
M P. González Ponce Rafael
MO P. Robol Massimo
MZ P. Dário Balula Chaves
NAP P. Gasparini Luigi
P P. Alberto de Oliveira Silva
PE P. Bustos Juárez Rogelio
RSA P. Sandri Giuseppe
SS ------------------
T P. Manuel João Pereira Correia
TC P. Navarrete Arceo Miguel
U P. Filippi Giuseppe

Superiori Delegati nominati
A P. Glenday David Kinnear
CO P. Villarino Rodríguez Antonio
DCA P. Sánchez González Enrique
EG P. Spadavecchia Cosmo Vittorio
ER P. Sebhatleab Ayele Tesemma

Ai Provinciali e Delegati
La pace di Cristo e la sapienza del Suo Spirito siano fonte di benedizione per voi, l’Istituto, la sua missione e i confratelli che siete chiamati a servire.
Vi ringrazio per aver accolto la responsabilità di guidare, coordinare e animare la vostra circoscrizione. Insieme, poi, continuiamo il cammino verso il Capitolo Generale del 2009.

Ringraziamo Dio
Con tutta la Direzione Generale, e gli Assistenti generali in particolare, ringraziamo Dio per i Provinciali e Delegati che hanno terminato il loro mandato. Mentre ritornano alla “terra della libertà”, auguriamo a tutti un tempo di meritato riposo e un tempo per ossigenare cuore, spirito e fisico. Avete lavorato con generosità, spirito di sacrificio e amore verso i confratelli. Tutti avete seminato con speranza e Dio benedirà e farà portar frutto alle vostre fatiche.

Continuiamo il Cammino
La Chiesa, nel Tertio Millennio, ci consegna una spiritualità di comunione. L’obbedienza alla missione mantiene l’Istituto unito e i confratelli in armonia col carisma Comboniano. In ogni tempo il servizio dell’obbedienza e quello dell’autorità vivono sfide comuni, che sono portate avanti con i doni e i limiti di ciascuno. Ci vengono in mente le parole del Centurione nel vangelo: “Anch'io, infatti, sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Va' ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa” (Lc 7,8).
Andare e venire, due verbi che impegnano l’obbedienza e la fedeltà alla propria vocazione e la comunione tra chi manda e chi è mandato. Chi obbedisce alla propria vocazione imita la fede e la disponibilità del Centurione, e va quando deve andare e viene quando deve venire.
Purtroppo, in tanti casi, la realtà della vita religiosa sembra essere un’altra. Eppure, proprio per questo, vi esorto a credere sempre nella comunione che è dono di Dio, sapendo che le persone, la comunità, la Provincia o Delegazione, l’Istituto sono opera di Dio, cose sante da custodire con fede. E “chi custodisce le cose sante sarà santificato” (Sap 6,10).
Auguro a tutti un cuore umile, che cerca la comunione nella verità, un animo paziente che sa ascoltare, una volontà coraggiosa che sa prendere decisioni anche spiacevoli e, soprattutto, un cuore capace di vedere e servire Cristo in ogni confratello.
Ricordiamo, poi, che i nostri rapporti con gli altri, dipendono dai rapporti con Dio. Se Dio non anima e vivifica le nostre relazioni comunitarie e di lavoro, tutto rischia di ridursi a un parlare tra sordi, in cui belle parole e discorsi brillanti coprono divisioni e interessi personali.

Ascoltiamo Comboni
Stimati confratelli, come discepoli di Comboni, fate amare la missione, investite nella missione. Fate in modo che la missione sia sempre l’unico amore, l’unica passione. Non esitate ad invitare ed insistere perché i confratelli abbiano lo sguardo fisso in Cristo Signore. Non stancatevi di predicare che la nostra vita ha senso solamente in Dio. Proponete, senza mezzi termini, quella radicalità evangelica che riporta ad apprezzare la nostra vocazione e a dire con Comboni: con la mia vocazione e la mia missione, sono il più felice del mondo. Mantenete la vostra Provincia o Delegazione come un cenacolo attorno a Cristo, che vivifica i rapporti umani e rende l’Istituto espressione di amore e di grazia.
12 dicembre 2007
Festa di Nostra Signora di Guadalupe

Il Superiore Generale e il suo Consiglio

La MISNA ha compiuto 10 anni e parla una nuova lingua
La Misna, agenzia di notizie dal Sud del mondo, ha compiuto 10 anni di attività e il 4 dicembre, per festeggiare l’anniversario, ha aperto una nuova pagina in lingua araba. L’agenzia che quotidianamente, avvalendosi anche di una rete intercontinentale di migliaia di missionari e volontari, produce notizie e approfondimenti dal Sud del mondo, aggiunge quindi una nuova lingua alle sue pagine in italiano, inglese, francese e spagnolo. Con un archivio poliglotta di oltre 250.000 titoli, essa costituisce già oggi – anche grazie al suo ‘taglio’ integrativo e correttivo – un prezioso strumento di consultazione per molti addetti ai lavori del mondo dell’informazione non soltanto in Italia, in Europa e in Nordamerica ma soprattutto in diversi paesi africani e latinoamericani.
“La pagina araba – sottolinea il direttore della MISNA, Pietro Mariano Benni – intende costituire un’ulteriore strumento per rafforzare la volontà di dialogo interculturale e interreligioso e per favorire quella Alleanza di civiltà di cui il Mediterraneo è stato spesso impareggiabile crogiuolo. Curata da redattori e traduttori di lingua araba o con significative esperienze di lavoro giornalistico in paesi arabi, la pagina spera anche di essere utile ai tanti immigrati originari del mondo arabo presenti nel nord del mondo per motivi di lavoro e di studio”.
A parere del presidente della MISNA srl, P. Venanzio Milani, “la costante crescita dell’agenzia e del numero di coloro che regolarmente la consultano e se ne servono costituisce la prova non solo della bontà dell’intuizione che ne volle la nascita, ma anche della necessità di uno strumento d’informazione agile e privo dei tradizionali condizionamenti del potere pubblicitario, politico o finanziario”.

Decennale della MISNA
Il 4 dicembre nella solenne sala consigliare Giulio Cesare in Campidoglio si è celebrato il decennale della Misna. Erano presenti alla tavola rotonda coordinata da Piero Badaloni, il presidente e il direttore della Misna, il direttore dell’Ansa, il rappresentante della Associazione Stampa Estera, P. Rafic, prossimo coordinatore dell’edizione araba, Paolo Masini vicepresidente della commissione cultura del comune in rappresentanza di Veltroni. Anche P. Giulio Albanese ha preso la parola. Più che buona, la partecipazione della gente. È stata un’occasione per discutere sulle problematiche dell’informazione soprattutto del sud del mondo e lanciare la prossima edizione (2008) della Misna in arabo, che ha già avuto notevoli consensi da personalità ecclesiali e non del mondo arabo.

Una fiction in due puntate sul Comboni?
Verso la fine del 2004, Laurentina Guidotti, responsabile dell’Iterfilm e produttrice di apprezzati filmati trasmessi anche dalla RAI, incontra il sindaco di Roma Veltroni e gli esprime il desiderio di produrre un film sull’Africa. Veltroni le propone la figura di Comboni. Seguono vari incontri con P. Venanzio Milani, con il Superiore Generale P. Teresino Serra e con qualche altro confratello e consorella. Il 23 giugno 2005 l’Iterfilm stipula un contratto con la RAI per l’attivazione del soggetto e della sceneggiatura.
Si arriva ad una prima stesura, poi ad una seconda che fa tesoro delle indicazioni della RAI e delle osservazioni di alcuni confratelli. A metà maggio del 2006 viene presentata alla RAI la sceneggiatura definitiva. I giudizi sono favorevoli. Alla fine del 2006 tutto è pronto. L’onere finanziario è tutto a carico della RAI. Manca solo il contratto di produzione.
Si pensa che questo possa essere stipulato agli inizi del 2007. Invece viene rimandato. La RAI, infatti, ha in produzione per il 2007 la storia di Santa Bakhita.
Si spera quindi che, nonostante i cambiamenti nel settore Fiction della Rai, il contratto venga stipulato nel 2008.
Il filmato è una miniserie in due puntate “ispirata” alla figura di Daniele Comboni e alla Missione dell’Africa. La sceneggiatura è di Angelo Pasquini e Francesco Martinotti. Produzione di Iterfilm.

Professioni perpetue
Sc. Aguirre Charre Rubén Simeón (PE) Lima 10.11.2007
Sc. Castro Sánchez Jhon Jani (EC) Lima 10.11.2007
Sc. Mambueni Makiadi Yves (CN) Lima 10.11.2007
Sc. Serafim A. Rodrigues da Costa (BS) Lima 10.11.2007
Sc. Sito Atambise Ferdinand (CN) Lima 10.11.2007
Sc. Akpako Théotime Parfait (T) Lomé 17.11.2007
Sc. Bwalya Andrew (MZ) Lusaka 07.12.2007

Opera del Redentore
Gennaio 01 – 07 A 08 – 15 C 16 – 31 BNE
Febbraio 01 – 15 BS 16 – 28 CA

Intenzioni di preghiera
Gennaio
- Perché nelle nostre comunità accogliamo il dono degli altri e siamo segno visibile di unità, di giustizia e di pace. Preghiamo.
Febbraio - Perché la famiglia comboniana sia benedetta con vocazioni generose e disposte a lasciarsi consumare nel servizio alla Missione di Dio. Preghiamo.

CURIA

Studium Combonianum e Archivio Comboniano

Importante scoperta: nel numero 86 di Archivio Comboniano (pp. 15-16 nota 1) si spiegano le circostanze della sparizione dell’archivio del Marienverein di Vienna, che dal 1880 diventa, prima, inaccessibile e poi irrintracciabile. Così già nel 1884 Dichtl non poté consultare l’archivio all’atto della stesura del suo Der Sudan. Nel 2007 siamo finalmente riusciti a rintracciare una piccolissima parte di questo archivio (134 lettere e minute e altri documenti di carattere amministrativo), che copre soprattutto l’arco di tempo che va dall’aprile 1862 al giugno 1864 (109 lettere e minute) e contiene anche singoli documenti del periodo precedente (1852-1860) e posteriore (1877-1881). Vi si trovano documenti firmati da Casolani, Knoblehar, Kirchner e Comboni (due brevi lettere), ma anche da Mitterrutzner (13 lettere), Mardrus (4 lettere), dal superiore di Khartoum, p. Pfeifer (19 lettere), dal superiore di Shellal, p. Abondio da Smarano (17 lettere) ecc. Molto interessanti anche, per la loro rarità, le lettere dei laici missionari Heintz, Klein, Pohl, Schweighofer, Sonnweber, Wischnewski, Zipfelmair e una lettera del console Hansal al console generale austro-ungarico ad Alessandria, cavaliere von Boleslawski, sulla successione di Comboni, scritta nel pomeriggio dell’11 ottobre 1881, a poche ore dal suo funerale.
In Archivio Comboniano abbiamo iniziato la pubblicazione della storia dei MFSC, dalla separazione del 1923 alla riunificazione del 1979. Si tratta di una versione ridotta di un più vasto lavoro del nostro confratello, p. Reinhold Baumann, che parte dalla collaborazione di sudditi dell’impero austro-ungarico e degli stati germanici con Comboni (una specie di preistoria dei MFSC) per poi raccontare le vicende di una storia che oggi, con la riunificazione, è divenuta patrimonio comune di tutti i MCCJ. Abbiamo scelto di pubblicare questo lavoro in inglese, perché molti confratelli ci hanno fatto conoscere la difficoltà di leggere testi in italiano in molte comunità (soprattutto case di formazione in Africa). In futuro, cercheremo di estendere questa scelta il più possibile anche ad altri articoli, in modo da rendere i contenuti accessibili ad un numero sempre maggiore di confratelli.
Parecchie province ci hanno fatto sapere di non aver ricevuto alcuni numeri di Archivio Comboniano. Chiediamo ai provinciali e delegati che ancora non l’hanno fatto, di mandarci una lista dei numeri che non hanno ricevuto (l’ultimo pubblicato è stato il numero 87).

DSP

Brixen-Millan: in cerca di una soluzione

La nostra proprietà di Brixen-Milland oltre alla casa della comunità, restaurata di recente, comprende lo Xaverianum (il nostro ex-seminario minore) e i fabbricati della fattoria che da molti anni non vengono più utilizzati per il loro scopo originario. Si sta quindi cercando una soluzione soddisfacente anche dal punto di vista economico, nonostante diverse difficoltà: la legislazione locale, le normative sulla tutela degli edifici storici, le decisioni del consiglio comunale riguardanti aree residenziali situate nel territorio del comune e, infine, l’Organizzazione Mondo Unico che vorrebbe mantenere la propria sede nell’edificio dello Xaverianum.
I cittadini di Brixen-Milland sono al corrente delle intenzioni dei Missionari Comboniani che, a tale scopo, hanno organizzato un bando di concorso dal titolo “Il villaggio nel villaggio”. Al concorso partecipano dodici architetti cui è stato affidato l’incarico di preparare un progetto per la soluzione di questo problema. Il 21 dicembre i lavori saranno valutati da una giuria che sceglierà il progetto migliore.

KENYA

“Siate cittadini di pace, rifiutate la violenza, costruite l’unità”

Sabato 1 dicembre, il nuovo arcivescovo di Nairobi, il Cardinale John Njue, in visita alla parrocchia di Kariobangi, retta dai Comboniani, ha rivolto un fortissimo appello alla concordia, all’unità e alla pace durante questo tempo di elezioni. Elevato alla porpora nel concistoro del 24 novembre a Roma, il neo cardinale è tornato a Nairobi il 29 novembre.
Cogliendo l’occasione della sua prima visita ad una delle più vaste parrocchie della capitale, ha invitato tutti i cittadini del Kenya a rifuggire dal settarismo, dal tribalismo e dall’odio politico che incitano al ricorso alla violenza, minacciano la struttura stessa della nazione e causano distruzione e morte. Portando come esempio il coro parrocchiale, il Cardinale Njue ha incoraggiato all’unità e alla collaborazione: “guardate il coro – ha affermato – sono uomini e donne che provengono dalle più disparate zone del Kenya. Cantano senza chiedersi se uno viene dall’est o dall’ovest, dal nord o dal sud. Formano un coro e cantano in armonia. Prendete esempio da loro. Vivete, lavorate e crescete insieme come popolo e nazione, senza distinzione di etnia, e resistete ad ogni tentativo di mettere un keniano contro l’altro”.
Il Kenya è in piena campagna elettorale per l’elezione del presidente della repubblica e per il rinnovo del parlamento. Il ricorso alla violenza causata dal tribalismo ancora forte, alimentato dai politici e sfruttato da poteri più o meno occulti che lottano per la difesa dei propri interessi, è un pericolo attuale che fa paura a tutti i cittadini onesti.
Durante l’Eucaristia, il Cardinale ha benedetto vari matrimoni, si è incontrato con i catechisti e i catecumeni, con i ministri straordinari dell’Eucaristia e con una rappresentanza delle organizzazioni di Kariobangi e Korogocho impegnate nella lotta contro l’AIDS.

“Premio di Solidarietà” per P. Daniele Moschetti
Nel pomeriggio del 28 novembre, P. Daniele Moschetti ha ricevuto una lettera dall’ambasciata italiana. La sua prima reazione è stata quasi di fastidio, pensando si trattasse di un altro invito. Era invece un riconoscimento per il suo importante lavoro missionario nelle baraccopoli di Korogocho.
P. Daniele si è impegnato per dare ai poveri una voce e un posto nella società. Fin da quando era studente di teologia al Tangaza College, negli anni novanta, spendeva il suo tempo libero nelle baraccopoli di Korogocho. Anche l’argomento della sua tesi è stato l’apostolato urbanistico.
Negli ultimi sette anni P. Daniele ha aiutato la gente di Korogocho, e spesso anche quella di altre baraccopoli, a conoscere i propri diritti e ad applicarli alla propria situazione. Ha dovuto lavorare intensamente per fermare le varie espulsioni programmate dal municipio e da altri potenti personaggi interessati all’area di terreno occupata da questi poveri. È stato all’avanguardia del piano per il miglioramento, a livello nazionale, delle baraccopoli e per la lotta contro la discarica di Dandora che aveva causato malattie e centinaia di morti. È grazie ai suoi sforzi che è stato aperto il Centro di Riabilitazione di Napenda Kuishi, dove quelli che prima erano bambini di strada, nati accanto alla discarica, drogati e alcolizzati, ora frequentano la scuola, sono adeguatamente assistiti e viene offerta loro una nuova prospettiva di vita.
Il Piano per più Sicurezza nelle Città e il World Social Forum di Nairobi quest’anno devono una parte consistente del loro successo a P. Daniele. Il Kutoka network, la Cancellazione del Debito Internazionale, le iniziative di Giustizia e Pace e il Forum di Giustizia Economica fanno parte dei suoi impegni quotidiani. Per lui, la missione è mettere in pratica il progetto chiave del Signore che leggiamo in Luca 4,16-20: “Mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione… e per proclamare un anno di grazia del Signore”.
P. Daniele è rimasto sorpreso dall’inaspettato riconoscimento. Quando, nella serata del 14 dicembre, l’ambasciatore italiano in Kenya, a nome del presidente della repubblica italiana, gli ha consegnato il premio, P. Daniele ha commentato che il Premio di Solidarietà non era per lui ma per la povera gente di Nairobi in generale e per gli abitanti della baraccopoli di Korogocho in particolare.
Il premio è anche un incoraggiamento a tutti i Missionari Comboniani perché non rinuncino a fare del mondo un posto migliore per tutti e a mettersi dalla parte degli emarginati. Le congratulazioni vanno in modo particolare a P. Daniele per il suo coraggio e il modo concreto di diffondere la buona novella.

MEXICO

XII Congresso Missionario Comboniano

“Passione per Cristo e passione per la missione” è stato il tema del XII Congresso Missionario Comboniano dei candidati in formazione. Hanno partecipato gli aspiranti e i seminaristi del propedeutico, postulato e noviziato, in totale 50 seminaristi e cinque candidati che stanno facendo il processo vocazionale. Erano presenti anche i formatori e promotori vocazionali. Il congresso si è svolto nel postulato, a Città del Messico, dal 17 al 19 novembre.
Una sola idea è stata al centro della riflessione nel corso di tutto il congresso: una passione per la missione che non è fondata su un innamoramento per Gesù Cristo è destinata a fallire e presto o tardi crollerà. Daniele Comboni fu un innamorato di Gesù Cristo e per questo ebbe passione per la missione. Nel contesto della Quinta Conferenza dell’Episcopato Latinoamericano si è detto che la formazione deve essere, innanzitutto, un processo che porti il formando ad essere discepolo missionario di Gesù Cristo e lo aiuti ad avere un incontro personale con Gesù che lo chiama a stare con lui per poi inviarlo (Mc 3,13-14). Tutto questo, a partire dall’ottica e nel contesto del nostro carisma comboniano.
Il congresso si è concluso con la celebrazione eucaristica durante la quale il novizio messicano Pablo Gabriel Torres ha fatto la prima professione religiosa. Il congresso è stato caratterizzato da impegno, fraternità, gioia e cordialità. Il prossimo sarà realizzato a Sahuayo, nel noviziato, nel 2009.

NAP

Los Angeles: la comunità cattolica “oaxacana”

Nella periferia attorno alla parrocchia di Santa Cecilia, a Los Angeles (California), vivono molte persone originarie di Oaxaca, Messico. Col passare degli anni, per non lasciarsi fagocitare dalla gigantesca città di Los Angeles, hanno sentito il bisogno di trovare un modo per conservare la propria cultura e le proprie tradizioni. Sono diventate quindi una comunità che ha dato un grande impulso a formare compagnie di danze folcloristiche e gruppi musicali e ad aprire ristoranti e negozi per la vendita dei prodotti artigianali di Oaxaca.
Da parte sua, P. Luigi Canotto è stato provvidenziale nell’aiutare queste persone a diventare un gruppo parrocchiale di Santa Cecilia. Da questo nucleo iniziale è sorta la comunità cattolica “oaxacana” di Los Angeles. La testimonianza di questa comunità e le sue attività hanno contributo alla formazione di altri gruppi etnici che, seguendone l’esempio, sono rimasti fedeli alla loro cultura originaria, come le comunità Señor de Esquipulas, Igbo, Salvadorana e Guadalupana. In questo modo la parrocchia ha potuto veramente realizzare l’ideale di una comunione fra diverse comunità.
A Los Angeles, città della diversità e della secolarizzazione, la comunità oaxacana fa della dimensione religiosa l’elemento necessario per l’identità, l’unità e il progresso. I Missionari Comboniani non solo hanno avuto una parte importante nell’offrire ad una comunità l’opportunità di espandersi, ma continuano a dare un supporto vitale e un decisivo incoraggiamento a questo gruppo che testimonia al mondo lo spirito cattolico di giustizia e pace vissuto in comunione con gli altri.
La comunità oaxacana, durante la recente festa della sua patrona, Nostra Signora della Solidarietà, ha presentato a P. Luigi Gasparini, provinciale, un attestato di gratitudine e apprezzamento verso i Missionari Comboniani per il loro costante sostegno di questi anni.

Missionarie e Missionari Comboniani nel libro di Kathy Cook
I Missionari Comboniani hanno un ruolo di primo piano nel nuovo libro che è stato premiato della giornalista canadese Kathy Cook. “Angeli rapiti: le ragazze sequestrate in Uganda” racconta la storia di trenta studentesse rapite dalla St. Mary’s Aboke School, gestita dalle Suore Missionarie Comboniane nel Nord Uganda, e l’eroico sforzo per liberarle. “Il libro parla dettagliatamente della tragedia del Nord Uganda e si concentra sull’incredibile coraggio dei Missionari Comboniani che vivono in quel luogo” dice la Cook.
Nel ringraziare le persone che l’hanno aiutata a scriverlo, Kathy Cook ha aggiunto: “Non avevo mai sentito parlare dei Missionari Comboniani prima di iniziare questo lavoro. Per me sono una testimonianza dell’incredibile nel cattolicesimo. Sono protestante per nascita e non vado in chiesa regolarmente, ma conoscendo la storia dei Comboniani come la conosco ora, ne sono rimasta affascinata. Non potrei raccontarvi qui tutte le loro avventure, ma l’eroismo che è emerso quando ho descritto Sr. Rachele Fassera, Sr. Alba Burlo, P. John Fraser e P. José Carlos Rodríguez Soto è condiviso dai circa cento Comboniani che vivono attualmente nel Nord Uganda e dagli oltre mille che vivono nelle aree più povere del mondo. I Comboniani sono speciali. Non avevo mai incontrato prima un Istituto di eroi così altruistici e il mondo dovrebbe saperne di più sul loro conto”.

Una Missionaria Laica Comboniana evangelizza il nord
Nata in Messico ed educata sia nella sua terra di origine che negli Stati Uniti, Dina Bello y Bello ha trascorso gli ultimi sei anni lavorando negli USA come Missionaria Laica Comboniana. È arrivata in Ohio dopo un incontro con P. William Jansen. Ha iniziato a lavorare con la comunità ispanica di Hamilton, coordinando il lavoro di venti volontari. In Dina possiamo vedere un grande esempio di una missionaria del sud dell’America che evangelizza qui, negli USA. È un aiuto inestimabile, come lo è quello dei Missionari Laici Comboniani che dagli USA sono andati a prestare il loro servizio in altre nazioni.

Preghiamo per i nostri defunti
IL PADRE
: Raymundo, di P. Andrés García Chávez.
IL FRATELLO: Giovanni, di Fr. Giuseppe Dalle Mulle (U); Antonio (sacerdote), di P. Fidel González Fernández (I).
LA SORELLA: Maria da Conceição, di P. Manuel António da Silva Machado (P); Giovanna, di P. Enrico Cordioli (DCA); Brigitte, dello Sc. Eric Zadji (T).
LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Malvina Bertazzi, Sr. M. Silvana Filippini, Sr. Emiliangela Rigo, Sr. Illidia Pisciarelli, Sr. M. Redenta Moraschetti.



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Familia Comboniana n. 649