Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù
DIREZIONE GENERALE
Gruppo di riflessione per l’Africa francofona
In obbedienza agli orientamenti del XVI Capitolo Generale (AC ’03, 61,2), i provinciali della Repubblica Centroafricana, del Congo, del Ciad e del Togo-Ghana-Benin, hanno invitato i padri David Arturo Esquivel Hernández, Giampaolo Pezzi, Norbert Rangu Mogoro e Ramón Eguiluz Eguiluz a formare il gruppo di riflessione teologica per la missione e la formazione permanente. Il primo incontro del gruppo è stato tenuto a Bangui, nella Repubblica Centroafricana, (RCA), con la presenza di P. Fernando Zolli (segretario generale per l’Evangelizzazione), nei giorni 27-30 gennaio 2004.
Il gruppo ha proposto una serie di temi e di iniziative per aiutare a promuovere la condivisione della realtà vissuta nel nostro quotidiano di missionari e a suscitare delle riflessioni per contestualizzare le nuove esigenze della missione nelle province francofone:
1) l’approfondimento del messaggio e degli Atti Capitolari, in vista della redazione della “Ratio Missionis”;
2) l’analisi della realtà e la lettura dei segni dei tempi; come parlare di Dio e annunciare Gesù Cristo in un contesto di guerra, di violenza, di transizione, di ritorno al paganesimo, di corruzione politica e di degrado delle condizioni basilari di vita, della perdita dell’identità e dei valori tradizionali;
3) missione e dialogo interreligioso;
4) la necessità di instaurare una nuova teologia e prassi dell’economia;
5) metodologia missionaria;
6) vita comunitaria come condizione per l’evangelizzazione;
7) carisma e spiritualità comboniana per la missione; il carisma comboniano arricchisce le Chiese locali e si lascia arricchire da esse.
Oltre alla preparazione di alcuni sussidi, il gruppo ha manifestato la propria disponibilità a coadiuvare nel compito dell’animazione e della formazione permanente delle comunità.
Prossimo appuntamento a Cotonou, per il 21-27 giugno 2004.
I mass-media comboniani d’Europa in assemblea
I direttori e gli amministratori dei “mass-media” comboniani d’Europa si sono riuniti a Verona dal 27 al 30 gennaio, per l’assemblea annuale del 2004: Além-mar e Audácia (Portogallo), Mundo Negro e Aguiluchos, (Spagna), Comboni Mission (London Province), Kontinente (DSP), Misjonarze Kombonianie (Polonia), Raggio, Nigrizia, PM-piemme, FATMO, Missionari Comboniani/Azione Missionaria (Italia), Comboni Press (Roma). Hanno coordinato i lavori, preparati dalla redazione di Nigrizia, P. Jaime Calvera Pi, segretario generale dell’animazione missionaria, P. Martin James Devenish, della LP, incaricato continentale dell’A.M. Il provinciale d’Italia, P. Francesco Antonini, ha portato il saluto della provincia Italiana.
Lo scambio di informazioni tra le redazioni delle varie riviste è stato seguito da una giornata di studio su “marketing e comunicazione”, che ha messo in luce l’importanza del fatto che ogni testata debba avere chiara la sua identità (la “mission”, come l’hanno chiamata gli esperti dell’Università di Verona che hanno diretto i lavori della giornata) ed esprimerla adeguatamente per coinvolgere i lettori e i naturali diffusori che sono i Comboniani e le Comboniane.
È stata ribadita la necessità di collaborazione tra le testate (scambio di materiale scritto e fotografico) e con i confratelli/consorelle che nel lavoro di animazione missionaria dovrebbero sentirsi coinvolti nella diffusione delle riviste. L’Assemblea ha di nuovo richiamato l’urgenza che in ogni redazione, con il direttore e l’amministratore, ci sia l’incaricato alla diffusione della rivista.
L’Assemblea 2005 si terrà l’ultima settimana di gennaio a Varsavia.
Assemblea MISNA
Il 30 gennaio si è svolta a Roma l’assemblea della MISNA. Erano presenti i rappresentanti delle direzioni generali dei 4 Istituti Missionari Italiani, delle province italiane della CIMI e della SERMIS.
Si è analizzato il bilancio consultivo 2003 (che è in pareggio) e del 2004. Ci si augura una sempre maggiore condivisione e partecipazione degli Istituti (anche con personale) al buon funzionamento della MISNA.
Secondo le ultime statistiche MISNA è visitata da 250/300.000 persone al mese e 8/10.000 al giorno.
Il 50% degli utenti sono in Italia, il 20% negli Usa e il 5% in Belgio. Il resto in Africa, America Latina (in particolare in Brasile). Ogni visitatore legge normalmente 8 notizie al giorno. MISNA è seguita e usata (anche se non sempre citata) attentamente dalle redazioni estere dei giornali e delle agenzie italiani e non (Ansa, Agi, AdnKronos, Reuters, Afp, Lusa, Associated Press, Times, Guardian, Le Figaro, La Croix, ecc.).
BACHECA
Nomine
P. Converset John il 22 gennaio 2004 è stato nominato consigliere provinciale della provincia del Sud Africa.
Voti perpetui
Sc. Raimundo Nonato Rocha dos Santos (BE) Elstree (LP) 30.01.2004
Sc. Tabaranza Raul Baluma (A) Elstree (LP) 30.01.2004
Sc. Vizcarra Edgardo Alfonso (A) Elstree (LP) 30.01.2004
Sc. Asfaha Yohannes Weldeghiorghis (ET) Innsbruck (DSP) 08.02.2004
Sc. Kambo Paul Kithuku (KE) Innsbruck (DSP) 08.02.2004
Sc. Radol Austine Odhiambo (KE) Innsbruck (DSP) 08.02.2004
Sc. Mayik Nyok Jervas Mawut (KH) Chicago (USA) 21.02.2004
Sc. Megnihoue Codjo Bernard (T) Chicago (USA) 21.02.2004
Pubblicazioni
P. Antonio Furioli, Ai piedi di Gesù (breve scuola di preghiera), Ancora 2004, pp. 160, € 10,00. Presentazione di Antonio Gentili. Indicazioni teorico-pratiche di grande utilità.
Versione francese della video Una vita per l’Africa. Chi desiderasse una o più copie, può rivolgersi a P. Franco Noventa a Issy-Les-Moulineaux (Parigi). € 15,00 per copia, più spese di spedizione.
P. Giuseppe Scattolin, Quattro saggi sull’Islam (L’Islam nella globalizzazione; Dio e uomo nell’Islam; Spiritualità nell’Islam; L’Islam e il dialogo), edizione EMI 2004. Si possono ordinare direttamente all’EMI.
BRASILE SUD
Sem Fronteiras: fine o inizio?
Il consiglio provinciale ha deciso di sospendere, alla fine di dicembre del 2003, la pubblicazione della rivista Sem Fronteiras. Vari i motivi: problemi economici, diminuzione drastica e progressiva del numero di abbonati; mancanza di personale preparato in questo settore; difficoltà di divulgazione; cambiamenti che stanno avvenendo nella società a causa delle nuove tecnologie e che mettono in crisi tutto il mercato editoriale; ritorno, nella Chiesa, di una religiosità tradizionale.
Per il consiglio provinciale si è trattato di una decisione difficile e sofferta. Ha deciso per la chiusura per poter cominciare a riflettere, con calma e serenità, su che tipo di risposte dare ai problemi che la rivista poneva. Si pensa che sarà necessario mantenere alcuni strumenti di comunicazione, specialmente per l’animazione missionaria e la pastorale vocazionale, ma dovrà essere qualcosa di più agile, di più popolare e forse di più chiaro nei suoi obiettivi.
La rivista Sem Fronteiras è stata pubblicata per 31 anni. La sua lunga storia gli ha dato tra l’altro un nome abbastanza conosciuto e rispettato in tutto il Brasile, sia dentro che fuori degli ambienti ecclesiali. Ha avuto anche due premi significativi: uno, di giornalismo, per la qualità del suo lavoro, e l’altro, di diritti umani, per il suo impegno nella difesa della vita e dei più piccoli della società. Per molti, i Comboniani sono oggi i “missionari della rivista Sem Fronteiras”.
Aperture e chiusure
Dopo aver chiuso due comunità nel 2003, nel mese di febbraio la provincia ha aperto due nuove comunità: la prima nella città di Indaial, vicina a Blumenau, stato di Santa Catarina, regione di forte influenza tedesca; l’altra a San Paolo, dove sarà fatto un lavoro specifico nel campo di Giustizia e Pace. Con queste due nuove comunità la provincia tenta di compiere un passo significativo nel tentativo di rivedere i propri impegni e riqualificare la propria presenza. La comunità di Indaial lavorerà sul fronte della pastorale, dell’animazione missionaria e della promozione vocazionale.
CURIA
Solo il dialogo porta l’Uganda alla pace
Roma, 17 febbraio 2004. L’Arcivescovo di Gulu (Uganda), Mons. John Baptist Odama, presidente dell’ARLPI (Acholi Religious Leaders’ Peace Iniciatives), accompagnato dal Rev. Macleod Baker Ochola, vescovo anglicano emerito di Kitgum, ha brevemente rivolto la parola ai Missionari Comboniani nell’aula capitolare della Curia Generalizia.
“Basta con la guerra. Dopo 18 anni di inutili tormenti, pensare di risolvere la crisi con operazioni belliche significa continuare a perdere tempo. Noi, capi religiosi della regione in guerra, abbiamo il compito di promuovere la pace, l’amore e la riconciliazione, consapevoli che ulteriori operazioni militari non sono la soluzione. Non si spegne il fuoco con la benzina!”.
Mons. Odama e il Rev. Ochola, a capo di una delegazione ugandese che includeva altre sei personalità della società civile, tra le quali alcuni capi Acholi, hanno compiuto un giro di visite per un lavoro di “advocacy” a favore del Nord Uganda. Hanno preso contatto con l’ONU e con i governi degli USA, Canada, Inghilterra, Germania, Unione Europea e Italia. Chiedono un maggior coinvolgimento dell’ONU e dei governi che hanno influenza sulle parti in guerra (LRA, Sudan, Uganda) per la scelta del dialogo e della mediazione come l’unica via verso la pace, un attivo monitoraggio internazionale nella difesa e protezione dei bambini e bambine (lotta contro gli abusi dei diritti umani e l’uso dei bambini-soldato), nella riduzione delle cause di attrito tra le parti e nella messa in opera delle condizioni per il processo di pace.
Al termine del suo intervento, il Rev. Odama ha ringraziato i Missionari e le Missionarie Comboniane per la loro fedeltà alla Chiesa d’Uganda. “Alcuni di voi sono stati uccisi. Noi preghiamo per i vostri morti e a voi presentiamo le nostre condoglianze… Chi entra a Pajule, trova sempre un momento per far visita alla tomba di P. Raffaele Di Bari, segno di amore e di stima per ognuno di voi”.
DSP
Formazione permanente per i superiori locali
Dal 9 al 11 febbraio 2004, i superiori locali della DSP si sono riuniti a Josefstal per un seminario di formazione permanente sul tema “Le comunità locali: come guidarle, animarle ed accompagnarle”, con il professor Dr. Scharer di Innsbruck come moderatore.
Abbiamo discusso della tensione tra la vita pastorale e la vita pratica. Nelle nostre comunità esiste ancora una scissione tra i principi teologici e il comportamento pratico, tra la vita personale e la cultura locale. Ci siamo chiesti come affrontare la sfida di saper offrire il proprio servizio sia alla Chiesa sia alla società senza creare tensioni. Riguardo alle comunità di confratelli anziani, abbiamo riflettuto sulla differenza tra una casa di comunità comboniana e un’istituzione per persone anziane.
Si deve tener conto di tre importanti punti quando si anima e si guida: camminare davanti, con e per gli altri. Camminare davanti agli altri significa, prima di tutto, essere ben informati e far circolare l’informazione; camminare con gli altri significa essere parte del processo; camminare per gli altri significa evitare di comportarci come fossimo gli unici protagonisti.
Infine abbiamo riflettuto sul significato di indirizzare gli altri “a passare attraverso la morte con gli occhi fissi sulla realtà della Pasqua”. Nel nostro dovere e servizio come guide, dobbiamo sempre imprimere in tutti la convinzione che l’opera di Dio non può fallire: così come Gesù non ha fallito, nonostante le apparenze, perché è giunto alla vittoria pasquale.
ECUADOR
Cappella dedicata a S. D. Comboni a Borbón, Esmeraldas.Sabato 24 gennaio, in un’incantevole località chiamata “El Picadero”, che si raggiunge risalendo il fiume Santiago, abbiamo inaugurato la nuova cappella dedicata a San Daniele Comboni, proclamato patrono del fiume Santiago e di tutti gli Afro, abitanti della zona. La cappella domina la riva del fiume ed è visibile da tutti quelli che lo percorrono in canoa.
Benefattori
Quito, domenica 1° febbraio. Incontro annuale con i familiari, gli amici e i benefattori delle nostre comunità presso il “Centro Giovanile Daniele Comboni” di Carcelén. Vi hanno partecipato 220 persone. Dopo la preghiera missionaria e la testimonianza di P. Fernando Eduardo Flores Avila, primo missionario ecuadoriano che ha lavorato in Uganda, abbiamo celebrato la Messa nella quale il provinciale, P. Enea Mauri, ha sottolineato il servizio dei laici alla missione e il loro impegno nel diffondere le nostre riviste. Inoltre, ha esortato ad assumere alcuni impegni affinché l’ideale missionario e comboniano si diffonda ed entusiasmi sempre più persone.
Altra missione consegnata alla diocesi: La Bramadora
Sabato 21 febbraio, alla presenza dell’Arcivescovo di Portoviejo, dei Comboniani della comunità di El Carmen e di La Catorce e di rappresentanti delle oltre 80 comunità cristiane dei villaggi che compongono la parrocchia, si è proceduto alla consegna della parrocchia di La Bramadora al clero diocesano. La nuova parocchia è stata ben organizzata dai Comboniani che vi hanno costruito cappelle, scuole, vi hanno creato nuove comunità cristiane con i loro leader e ministeri e organizzato le comunità in zone pastorali. Così, da una missione, “Nuestra Señora de El Carmen”, affidata ai Comboniani nel 1976, se ne sono formate tre: “Nuestra Señora de la Paz” del Paraíso – La Catorce, “San José” del chilometro 40, e questa della Bramadora. Le ultime due sono già state consegnate al clero diocesano.
EGITTO
Celebrazione Comboniana ad Alessandria
Venerdì 13 febbraio nella cattedrale di rito latino di Alessandria si è celebrata una solenne liturgia di ringraziamento per la Canonizzazione di S. Daniele Comboni.
La celebrazione si è tenuta in arabo con rito latino, presieduta dal Vicario Apostolico Mons. Giuseppe Bausardo, SDB, con l’assistenza del patriarca copto-cattolico, del Cardinale Stehanòs II Ghattàs e del Nunzio Apostolico Mons. Marco Dino Brogi, OFM, e circa 20 sacerdoti concelebranti: Comboniani, Francescani, Lazzaristi, Salesiani e Gesuiti.
I canti sono stati eseguiti in arabo, inglese e francese dalla corale della cattedrale e da quella dei sudanesi. L’intronizzazione del Vangelo e l’offertorio sono stati accompagnati da danzatori sudanesi e da un gruppetto di ragazzine egiziane che indossavano abiti faraonici.
Fr. Aldo Benetti, nell’introduzione storica, ha richiamato i rapporti tra Comboni e la città. Il nunzio apostolico ha avuto parole di apprezzamento e di ringraziamento per tutto il lavoro fatto dai Comboniani e dalle Comboniane in Egitto, in particolare ad Alessandria.
La Superiora Generale delle Comboniane, in visita ufficiale in Egitto con la vicaria generale, ha rivolto un saluto, un ringraziamento e un invito a vivere lo spirito di Daniele Comboni. I Comboniani e le Comboniane venute dal Cairo, prima di tornare a casa, hanno fatto visita alle suore anziane ed ammalate a Bacòs, nella casa dedicata a Sr. Giuseppa Scandola.
Animazione missionaria... per elettronica
P. Benito Giuseppe Cruciani ha preparato, in power-point, alcune belle rievocazioni audiovisive sul primo viaggio di Comboni, su Mons. Roveggio e su Sr. Giuseppa Scandola. La presentazione è già stata fatta in molte parrocchie ed Istituti e, recentemente, a tutti i sacerdoti copto-cattolici dell’Alto Egitto, radunatisi ad Assiout, e anche a suore e giovani di Alessandria.
Rappresentazione teatrale
I seminaristi del seminario maggiore interrituale di Meadi hanno preparato un’originale rappresentazione in arabo sulla vita e lo spirito di Comboni. È stata presentata due volte nel teatro del seminario, il 20 e il 22 febbraio, con grande successo.
ITALIA
Comboniani di via S. Pancrazio - Roma e l’Africa
La trasmissione televisiva “C’era una volta … Appunti Africani” (Rai3) del 6 gennaio 2004, ha avuto un impatto molto forte a livello di interrogativi. Chi telefonava (riceviamo ancora telefonate), avendo seguito non superficialmente le diverse situazioni e interventi della videocassetta - grazie al cielo sono moltissimi - si poneva il problema del perché di tali situazioni. La video è stata occasione di dibattiti in molte scuole superiori. Alcune università hanno chiesto il nostro intervento per discutere le problematiche dell’Africa che cambia, in relazione anche all’Italia e all’Europa. Con lettera agli offerenti accusiamo ricevuta dell’eventuale offerta e invitiamo a conoscere maggiormente l’Africa (e gli Istituti Comboniani) segnalando Nigrizia, Raggio, PM, MISNA e i vari nostri siti. Un piccolo contributo di una comunità a una animazione missionaria.
In concomitanza della suddetta trasmissione televisiva è nato l’appello “Una grande politica per l’Africa che vuole cambiare” (cfr. un commento sui generis di Zordan in Nigrizia di febbraio). Esso ha come promotori le associazioni ONG italiane, AMREF, Campagna Sdebitarsi, Chiama l’Africa, FOCSIV, Istituti Missionari, C’era una volta (Rai3), MISNA, ecc. e adesioni tra gente dello spettacolo, della politica, della società civile. Il 12 febbraio è stato presentato nella Sala Cenacolo della Camera dei deputati. Il 17 dello stesso mese, il comitato coordinatore, con P. Venanzio Milani e P. Carmine Curci, ha provveduto ad una puntualizzazione dell’appello e a definire alcuni obiettivi e attività a breve termine. Sembra per certi aspetti la continuazione di “Break the Silence”. (P. V. Milani)
Il comune di Roma e la “tre giorni sull’Africa”
Dal 15 al 17 aprile il Comune di Roma ha organizzato una “tre giorni”, con seminari e manifestazioni, presentando alla ribalta l’Africa. Le tematiche affrontate sono diverse. Tra le altre: Relazioni tra Europa e Africa, Diritti umani e democrazia, Promozione dello sviluppo sostenibile, Prevenzione dei conflitti per costruire la pace, ecc. Sono stati invitati organismi, sindacati, associazioni, ONG, ambasciate, ecc. Le adesioni sono molte. Anche gli Istituti Missionari italiani, nella persona di P. Venanzio Milani, figurano tra i promotori. Gli Istituti provvederanno a presentare una mostra sull’Africa e a tenere degli incontri in luoghi da definire prossimamente. Grazie agli Istituti Missionari sono state invitate delle personalità “politiche” e della società civile africana. Il programma della “tre giorni” sarà definito prossimamente. (P. V. Milani)
KHARTOUM
Un catechista martire a Kutum, Sudan
Tra i partecipanti del “Corso per traumi”, organizzato dalla parrocchia di Nyala nel febbraio 2003, c’era anche il giovane catechista Marko Makuec Shir, un dinka di Gogrial, padre di tre bambini. Il corso spiegava come superare situazioni traumatiche, casi molto comuni in Sudan dopo quasi 40 anni di guerra. Marko non sapeva che sei mesi più tardi avrebbe subito la sua ultima esperienza traumatica, colpito a morte da una pallottola proprio a Kutum, la cittadina dove esercitava il suo ministero dal 1998.
Kutum è un centro piacevole e fertile a circa 80 km. a nord di El Fasher, la capitale dello stato, ad un’altitudine di circa 800 m. sopra il livello del mare. La vita si svolgeva tranquilla nella cittadina e l’unica ragione per cui i catechisti non erano inclini ad andarvi era la sua posizione isolata.
Il 25 aprile 2003 la situazione mutò drammaticamente. El Fasher venne attaccata da un gruppo di ribelli che, quando si ritirarono con veicoli e mezzi blindati, lasciarono dietro di sé distruzione e morte. Marko spedì la moglie e i figli a Khartoum, mentre lui rimaneva a Kutum per assistere una dozzina di famiglie cristiane e una guarnigione di 500 soldati, per la maggior parte cristiani. Durante il giorno si occupava di due suoi negozi lungo una via del centro, uno chiamato “kushuk” in lingua locale e, l’altro, una cabina telefonica, dove la gente si recava per telefonare.
Il venerdì 12 agosto 2003 i ribelli attaccarono di sorpresa la cittadina di Kutum e dopo alcune ore di combattimento la presero. Quando il rumore della battaglia si spense, Marko si recò all’ospedale per visitare un amico che era rimasto ferito. Lì incontrò un ribelle che gli chiese la carta d’identità. Mentre si frugava nelle tasche, arrivò un secondo ribelle che, sospettandolo di essere un soldato, all’improvviso sparò e l’uccise sul colpo. Marko non è mai stato un soldato, ma nel suo centro riceveva molti soldati, per la preghiera. Forse per questo era stato sospettato di essere uno di loro.
“Non temete chi uccide il corpo” dice il Signore. Come un vero dinka, Marko non ha avuto paura di mettere a rischio la propria vita per i suoi fratelli e per il Vangelo.
MOZAMBICO
Settimana di discernimento vocazionale
Dal 15 al 21 dicembre 2003, nella parrocchia di Mangunde, si è tenuto l’incontro di discernimento vocazionale comboniano (pre-seminario) al quale hanno partecipato 3 giovani di Tete e 11 di Sofala, che avevano concluso il 10° anno di scuola. Sono stati ammessi al pre-postulato 8 giovani: 2 di Tete e 6 di Sofala. L’équipe che ha organizzato l’incontro era composta da Fr. Pietro Martin, P. Juan Ramírez Rubio e P. António López García.
Fra i temi approfonditi, la figura e il carisma del nostro Padre e Fondatore, S. Daniele Comboni, la storia della sua vocazione e la presenza della famiglia comboniana nel mondo e la sua missione. Uno dei momenti forti è stato il giorno di ritiro. Inoltre, è stata presentata la realtà della vita di tutti i giorni nel pre-postulato di Nampula. L’incontro si è concluso con il discernimento vocazionale e l’impegno individuale.
TOGO-GHANA-BENIN
Assemblea provinciale
Dal 12 al 15 gennaio 2004 si è tenuta l’assemblea provinciale annuale dei Comboniani che lavorano nella regione dell’Africa dell’ovest (Togo-Ghana-Benin) nel centro d’accoglienza delle Suore Canossiane di Lomé.
I primi due giorni di lavoro sono stati dedicati all’elaborazione del nuovo Direttorio Provinciale alla luce del XVI Capitolo Generale.
Il terzo giorno l’Assemblea si è impegnata nella riflessione sulla nostra vita nella provincia sotto tutti i suoi aspetti per prendere coscienza delle sfide missionarie che siamo chiamati ad affrontare ogni giorno e nel prossimo futuro. L’attiva partecipazione di tutti i confratelli ai lavori di gruppo e ai dibattiti in assemblea, ha manifestato il desiderio e la disponibilità di ognuno nell’interrogarsi e nel lasciarsi rinnovare, per ripartire con le idee chiare e pieni d’entusiasmo sul cammino della missione.
Dopo le relazioni dei segretariati e commissioni e l’approvazione delle mozioni ed emendamenti per la revisione del direttorio provinciale, i confratelli hanno proceduto a stabilire le priorità nelle attività della provincia: formazione di base (preparazione dei futuri formatori dei nostri postulati e animatori dei nostri centri d’animazione missionaria); formazione permanente dei confratelli; necessità di rafforzare la nostra presenza e impegni nelle capitali e le missioni del sud delle tre nazioni dove lavoriamo; estensione della nostra presenza verso il nord che diventerà possibile solo con la chiusura di qualche attività nel sud.
Nelle parole di chiusura e di saluto, il provinciale ha presentato a grandi tratti la storia della provincia che, pochi giorni prima dell’assemblea, aveva celebrato quarant’anni di attività nelle regioni del sud (19 gennaio 1964 – 19 gennaio 2004), invitandoci tutti a lodare il Signore per la sua fedeltà e a guardare all’avvenire con ottimismo, un ottimismo basato sulla speranza, l’amore fraterno e la passione per la missione.
UGANDA
Massacro nel campo di profughi di Barlonyo
I ribelli del sedicente “Esercito di Resistenza del Signore” (LRA) hanno compiuto nella serata di sabato, 21 febbraio 2004, un massacro in un campo di profughi denominato “Barlonyo Camp”, 25 chilometri a nord est di Lira, capoluogo dell’omonimo distretto, nel Nord Uganda. Il massacro di “Barlonyo Camp” è stato riferito alla MISNA da P. Sebhatleab Ayele Tesemma (P. Sebhat), missionario comboniano di nazionalità eritrea, impegnato da anni nel servizio pastorale nella parrocchia di Lira- Ngeta e nel centro catechistico diocesano.
Una quarantina di corpi sarebbero stati individuati nell’erba a tre chilometri di distanza dal campo profughi di Barlonyo. Questo ritrovamento farebbe lievitare il bilancio delle vittime a 213 persone, in prevalenza donne, bambini e anziani.
P. Sebhat ha raccontato di aver raggiunto il luogo del massacro, in località Ogur, il mattino seguente: “Ho visto un numero impressionante di morti, molti dei quali carbonizzati all’interno delle capanne ancora fumiganti. L’attacco è iniziato alle 17.00 di ieri. I ribelli dello LRA hanno bombardato il campo di Barlonyo per circa 15 minuti, costringendo la milizia civile a ripiegare. Successivamente i ribelli sono penetrati nel centro abitato da circa 5 mila persone, molte delle quali donne, vecchi e bambini. Purtroppo i civili, invece di fuggire, si sono rinchiusi nelle capanne, messe a ferro e fuoco per oltre tre ore dai crudeli aggressori. Al momento, i feriti risultano essere una settantina, alcuni dei quali ricoverati all’ospedale distrettuale di Lira, altri presso la clinica di Ogur. Non ho parole per descrivere quello che ho visto a Barlonyo”.
Dalle testimonianze raccolte, P. Sebhat ha raccontato che i ribelli erano circa un centinaio, molti dei quali ragazzi preadolescenti e adolescenti. “Oltre alle persone morte tra le fiamme vi sono decine di civili uccisi all’arma bianca”.
Due settimane prima i ribelli dello LRA avevano compiuto un altro massacro nella località di Abia, sempre nel distretto di Lira, uccidendo numerosi civili.
IN PACE CHRISTI
P. Nereo Farina (11.01.1927 – 17.02.2004)
P. Nereo Farina, quinto di 10 fratelli, proveniva da una famiglia profondamente cristiana e benestante di Pianezze San Lorenzo, Vicenza, dove era nato l’11 gennaio 1927. Il papà era collettore delle tasse e la madre una casalinga che seppe educare i figli nello spirito di solidarietà, di carità e di amore verso i più deboli.
Dopo le elementari, Nereo incontrò un missionario che periodicamente visitava le parrocchie del vicinato, e la scintilla missionaria alimentò un bel fuoco. Dal 1939 al 1943 frequentò le medie e il ginnasio nella casa comboniana di Padova.
Tra il 1945 e il 1946 frequentò il primo liceo al Barocchi di Bassano del Grappa ma, a causa del “greco” che non riusciva proprio a digerire, dovette interrompere gli studi. La sua vocazione missionaria, però, non venne meno. “Se non posso diventare sacerdote, mi accontento di essere Fratello”, disse e fece la sua domanda per entrare in noviziato. Però nel suo intimo continuava a sperare di diventare, un giorno, sacerdote.
Nel 1948, a 21 anni, entrò nel noviziato di Gozzano sotto la saggia guida di P. Giovanni Giordani, dal quale imparò – come ebbe a dire – la sapienza del cuore, cioè la capacità di leggere gli avvenimenti della vita alla luce di Dio. A Gozzano imparò la professione di tipografo. Fu durante un’esercitazione che riuscì a salvare la mano del confratello che stava maneggiando la taglierina.
Concluse il noviziato in Inghilterra, emise i primi voti l’8 dicembre 1950 e vi rimase per altri due anni. Nel 1952 andò in Uganda, ad Aduku e poi a Gulu tra gli Acholi. Fr. Nereo divenne un formidabile impastatore di mattoni, un abile costruttore di chiese e un ottimo maestro di arti e mestieri di un bel gruppo di giovani. Durante un lavoro di carpenteria, si tagliò quattro dita della mano. Senza scomporsi troppo, fasciò la ferita e percorse settanta chilometri in moto per tornare a casa. Il commento a questo fatto, rispecchia la semplicità e la serenità del suo cuore: “Questa è la mano salvata al mio confratello durante il periodo di noviziato”.
La divina Provvidenza arrivò con il Concilio Vaticano II che tolse l’ostacolo degli studi classici a coloro che volevano accedere al sacerdozio.
Dal 1971 al 1975 troviamo Fr. Nereo impegnato sui banchi di scuola, prima a Roma e poi a Lucca. Fu un lavoro impegnativo e difficile. Ma l’ideale del sacerdozio gli dava forza e gli accresceva la volontà. Nel 1974, ricevette il diaconato nella chiesa di Molino di Altissimo dove suo fratello era parroco. Alla cerimonia era presente anche la mamma che morirà nel novembre successivo. Il 15 marzo 1975 poté finalmente coronare il suo sogno celebrando la sua prima Santa Messa nella bella chiesa di Marostica.
Nel frattempo le porte dell’Uganda si chiusero, ma si aprirono subito quelle del Messico. P. Nereo fu a Ciudad de Mexico, Sahuayo, La Paz, a Bahia Tortuga, a Las Pocitas (e qui condivise la missione con il suo maestro di noviziato P. Giovanni Giordani) e a Ciudad Constitución (sempre in Bassa California).
Nel 2000 la salute cominciò a farlo tribolare. Rientrò in Italia e rimase con la sorella maggiore a Pianezze, poi andò a Thiene, ad Arco e finalmente a Verona. Anche nella convalescenza non smise mai di rendersi utile per i servizi sacerdotali. La rottura di un femore fu determinante nel condurlo alla tomba il 17 febbraio 2004. Dopo i funerali in Casa Madre, la salma è stata traslata al suo paese natale, Pianezze San Lorenzo.
Preghiamo per i nostri defunti
IL PADRE: dello Sc. Kouagou Kassa Aimé Noël (T); Alonso di Fr. José Nieto Parra (E).
LA MADRE: Mary di P. Brian Joseph Quigley (NAP).
LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. M. Egidia Figini; Sr. M. Secondina Chittò; Sr. Prudente Stefani; Sr. Gesuina Tremolada.
Familia Comboniana n. 607