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N° scritto
Destinatario
Segn. (*)
Provenienza
Data
591
Card. Alessandro Franchi
0
Khartum
25. 3.1875
AL CARD. ALESSANDRO FRANCHI

AP SC Afr. C., v. 8, ff. 313-318



J.M.J. Nº. 2

Khartum, 25 marzo 1875

E.mo e R.mo Principe,
[3766]
E' legge costante della Provvidenza che le Opere di Dio sieno contrassegnate dalla Croce. Perciò non è piccolo conforto al mio spirito, benché debolissimo, il vedermi sotto il peso di gravissime croci: queste ci fortificano immensamente al pensiero che G. C. colla Croce salvò il mondo, e l'adorato nostro S. Padre Pio IX colla Croce portò a tanta altezza la gloria del Pontificato, da far dire ad un gravissimo Ministro d'Inghilterra che la Chiesa Cattolica oggi, benché inerme, é la potenza piú formidabile e colossale dell'universo, mentre il ciarlatano Barabba di Villa Severini ha soltamente osato di predicare che il Papato ha fatto il suo tempo. Siano sempre adunque benedette le Croci: le opere di Dio sono solidissime, perché nate appiè del Calvario.


[3767]
La carovana guidata dal P. Carcereri è giunta a Khartum ai 3 del p.p. febbraio, dopo 103 giorni dacché era partita dal Cairo, ma è giunto solo il personale della carovana (meno l'ottimo Giuseppe Avesani agricoltore Veronese, che perì annegato nel Nilo dinanzi a Scellal), e giunse con 19 cammelli per la via di Dongola. Tutto il resto di casse e provvigioni del carico di sessanta cammelli fu lasciato dal P. Carcereri a Wadi Halfa, cioè, più di 40 giorni lontano da Khartum. Gran parte di provvigioni, tutti i paramenti sacri speditimi da ogni parte d'Europa si perdettero o si guastarono nelle cateratte di Assuan; e se il resto delle provvigioni continua a rimanere in Wady Halfa, finirà per guastarsi.


[3768]
Una barca della carovana investita dall'urto dell'onde al passaggio delle cateratte ruppe negli scogli e colò a fondo: si potè tuttavia ripescare alcuni effetti guastati. Il danno venuto alla Missione, oltre a molti altri inconvenienti, è di più di ventimila Franchi, e forse più di trentamila; il che mi porta non piccolo sconcerto. Ma nella barba di S. Giuseppe si trovano celati non solo trentamila Franchi, ma migliaia e milioni di Ghinee; per cui non dubito che il caro santo Protettore della Chiesa cattolica e della Nigrizia non faccia il suo dovere, di riparare, cioè, all'opera africana del suo divino Figliuolo. A tale scopo specialmente sono rivolte le nostre preghiere in questo mese a lui consacrato.


[3769]
Simile disgrazia non è mai toccata a nessuna carovana della missione dell'Africa Centrale dal 1846, in cui venne eretto il Vicariato, fino ad oggi. Tanto i missionari che tutti i negozianti giunti in Assuan, hanno sempre sbarcato le provvigioni e mercanzie a terra e trasportaronsi sempre a Scellal per mezzo dei cammelli: si è sempre fatto così, perché facendo passare le barche per le cateratte, si corre pericolo di perdere e personale e mercanzie. Così pure tutti i Missionari e negozianti giunti in barca a Corosco, hanno sempre preso la via del Deserto dell'Atmur fino a Berber, e non mai i Missionari hanno preso la via di Wady-Halfa e Dongola, specialmente quando vi son molte casse, poiché a Wady Halfa è difficile trovar cammelli; ed anche qualora ci sieno cammelli, quella via è sempre più lunga, dispendiosa, e faticosa.


[3770]
Noi tutti qui non abbiamo potuto ancora capire il perché il P. Carcereri abbia pensato di far passare le barche dalle perigliose cateratte di Assuan, ed abbia voluto pigliare la via incerta di Wady-Halfa, che egli stesso non avea mai veduta, allontanandosi in tal guisa dal sistema e dalla via, che hanno sempre seguita e missionari e negozianti. Intanto io mi veggo costretto a far nuove spese di parecchi migliaia di franchi per far trasportare a Khartum le casse di Wady-Halfa; e forse dovrò seguire il consiglio dell'I. R. Console Austro-Ungarico, e del Governatore di Khartum, cioè, di ordinare al mio bravo Augusto Wisnewscky (che ho spedito ad Wadi-Halfa, ove non trova cammelli) di imbarcare di nuovo tutte le casse, e condurle indietro a Corosco, e pigliare l'antica via del Deserto dell'Atmur e di Berber. Sia sempre fatta la volontà divina.


[3771]
Appena giunti i Missionari a Khartum, ho subito spedito per Cordofan una nuova carovana, per dar principio alla Missione di Gebel Nuba. Il gran capo si affrettò, appena ricevuto il mio avviso, di spedire la sua gente in El-Obeid, per prendere, e condurre i Missionari a Delen. La piccola carovana composta di due sacerdoti, e due bravi e pii artigiani con un mio alunno interprete della tribù dei Nuba, è già partita per la sua destinazione da El-Obeid. Essa deve coll'aiuto del capo preparare due stabilimenti nel villaggio di Delen, l'uno pei Missionari, l'altro per le Suore, ed una cappella. Fino ad oggi non ho avuta nessuna notizia né del viaggio né dell'arrivo della carovana Nubana a Delen.


[3772]
Avendo l'ottima Madre Generale delle Suore di S. Giuseppe spedita da Marsiglia al Cairo la implorata Madre Provinciale nella persona della Suora Emilienne Naubonnet, forse ben conosciuta alla Propaganda perché stette 30 anni Superiora in Siria, ho dato ordine per telegrafo al Superiore dei miei Istituti di Cairo di spedirla subito in Khartum per la via di Suez, Mar Rosso, e Suakin. Contemporaneamente ho spedito in quest'ultima città un Missionario per riceverla e condurla pel Deserto dei Bisciarin a Berber. Tanto la suddetta Madre Provinciale, quanto il missionario spedito, sono non solamente arrivati a Suakin, ma si trovano già sul dorso del cammello alla volta di Berber.


[3773]
Il P. Carcereri avendomi dichiarato che è volere della Propaganda e del suo Generale che egli si fermi per un anno a Berber, ed avendo capito bene essere questo il progetto del P. Carcereri, ho creduto bene di acconsentirvi; per cui egli partì con tutti i suoi Religiosi per Berber, ove già è arrivato da tempo; sicché tutti i Camilliani sono già installati nella nuova casa di Berber.


[3774]
Ai 22 di gennaio moriva in Khartum la Superiora delle Suore di S. Giuseppe Sr. Genoveffa Nivelet. Fra le nuove arrivate, una (che è la più forte), cioè, Sr. Vittoria Maillé, è gravemente ammalata: anzi arrivò già ammalata in Khartum, e temo che abbia anche questa a pigliare la via del Paradiso. Del resto il clima dell'Africa Centrale è migliore del clima di tante altre missioni. Bisogna molto faticare e patire; ma si può vivere: basta sapersi bene regolare.


[3775]
Giunse in Khartum il prigioniero Sultano di Darfur con molti figli. A Darfur avea più di 200 fra mogli e concubine. Il Governatore militare di Khartum condusse il Sultano ed i suoi figli, tutti neri più del carbone, a farmi visita qui nella Missione. Restò colpito da stupore a vedere il nostro giardino e soprattutto lo stabilimento nuovo che ho fabbricato per le Suore. Il Sultano parlandomi della sua prigionia, oltre alle altre cose mi disse in lingua arabo-sudanese, che parla abbastanza bene, che "Dio è il padrone di tutti i regni e di tutte le cose: oggi egli crea i re, e loro ingiunge di comandare, e domani li fa servire e loro ingiunge di obbedire. Ieri io era re; e i miei antenati comandarono al Darfur padroni della vita e della morte di tutti i mortali: la mia dinastia regnò in Darfur 467 anni. Oggi invece sono tutto in un tratto divenuto servo, e devo servire lontano dal mio paese. Dio è padrone di me: Dio ha ragione, perché vuole così: si deve fare quello che Dio vuole".


[3776]
I suoi imperiali figliuoli rimasero storditi quando loro mostrai la grande fotografia di S. E. Ismaïl Ayub Pascià Governatore Generale del Sudan e Generalissimo dell'Esercito egiziano del Darfur. Questi negri principi riconobbero perfettamente in quella grande fotografia colui che li ha fatti prigionieri e che s'impossessò della loro capitale e del loro paese. Dapprima rimasero stupiti dicendo: "E proprio lui Ismaïl Pascià". Poi si misero a ridere sgangheratamente ripetendo: "hua zato, hua bardo". Poi tutto ad un tratto si dileguarono dal mio salone insalutato ospite, e fuggirono dalla Missione. Dicono alcuni avere i figli del Sultano creduto di trovarsi alla presenza di Ismaïl Pascià loro nemico e di essere fuggiti dalla sua presenza.


[3777]
Durante l'assenza di S. E. Ismaïl Pascià, tutti i negozianti di Khartum sono assai malcontenti dell'attuale facente funzione di Governatore Generale che è Tuak Pascià, e sospirano il ritorno di S. Ecc. Ismaïl Pascià, il quale tarderà molto a ritornare in Khartum, poiché ora fu incaricato da S. A. il Kedive di sistemare il Governo regolare del conquistato impero di Darfur, il quale si dividerà in cinque grandi province, o Mudirie, e si aprirà al commercio ed alla comunicazione degli stranieri ed europei. spero che non tarderemo molto a piantare la Croce nella sua capitale.


[3778]
Le chieggo perdono di essermi alquanto dilungato. Sarei felice se l'esimia bontà di V. E. mi facesse dare dal Santo Padre una benedizione per sopportare allegramente le croci che mi affliggono, e soprattutto per la buona riuscita dell'impianto della nuova Missione di Gebel Nuba. Prima di partire per Nuba pubblicherò in un Circolare il Giubileo o Anno Santo.

Offerendole umilmente i sensi della mia profonda devozione, ho l'onore di baciarle la Sacra porpora, e di segnarmi nei SS. Cuori di Gesù e di Maria



Di V. Em.za R.ma u.mo e d.mo osseq. figlio

Daniele Comboni

Provic.o Ap.co dell'Africa C.le


[3779]
Nell'ultima mia mi dimenticai d'inserirle la qui acclusa copia sulla casa di Berber fatta col permesso dello scrivente P. Franceschini, che informava il suo generale sulla nuova Casa Camilliana di Berber.






592
Nota
1
Khartum
25. 3.1875
NOTA

AP SC Afr. C., v. 8, ff. 319-320



25/3/1875



Breve nota su di una lettera.



593
Nota
1
Khartum
3.1875
NOTA A UNA LETTERA DI DON LOSI

ACR, A, c. 27/11, n. 4



Khartum, marzo 1875



594
Decreto erezione Berber
0
Khartum
I. 4.1875
DECRETO DI EREZIONE DELLA CASA DI BERBER

AP SC Afr. C., v. 8, f. 329



Khartum, 1/4/1875



Allegato A. Decreto di erezione Canonica

della Casa di Missione a Berber.

Decreto

[3780]
Il S.S. Signore nostro Pio IX, Papa per Divina Provvidenza, avendo dato a noi, benché indegni, la suprema autorità del Vicariato Apostolico dell'Africa Centrale, e inoltre dovendo noi avere somma cura di provvedere con grande impegno al gravissimo compito del nostro apostolato e con tutte le nostre forze attendere diligentemente alla salvezza eterna di queste genti, avendo ardentemente innalzate quotidiane preghiere e suppliche a Cristo Gesù, Eterno e Sommo Pastore, abbiamo ritenuto che dovessimo far sì che sotto la nostra potestà e autorità, anche le inclite Famiglie dei Regolari venissero in aiuto ai diletti Sacerdoti del nostro Istituto veronese delle Missioni pro Nigris, ai quali Sacerdoti è stata affidata e raccomandata dalla S. Sede Apostolica l'amministrazione e la cura di tutto il Vicariato dell'Africa Centrale.


[3781]
Tra queste Famiglie abbiamo preferito la Congregazione dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, fondata da S. Camillo de Lellis, perché abbiamo pensato che particolarmente questa, investita dal duplice carisma del servizio ecclesiastico e della esimia carità, avrebbe potuto grandissimamente rispondere alle necessità delle regioni africane.


[3782]
Pertanto, proposta al Rev.mo P. Camillo Guardi, Superiore Generale del medesimo Ordine, una particolare Convenzione per tale scopo valida per un quinquennio, abbiamo pensato di affidare a questi Religiosi, scelti e approvati dalla S. Congregazione di Propaganda Fide per mezzo di una lettera patente, la cura spirituale con l'ordinaria giurisdizione parrocchiale, soltanto sotto la nostra autorità e dipendenza e dei Nostri Successori, sopra tutti i fedeli dell'uno e dell'altro sesso, di qualsivoglia nazionalità e rito, che si trovano nella provincia di Berber nella Nubia Superiore, da Suakin al Mar Rosso, da Taka al confine settentrionale dell'Abissinia e dell'antico regno di Dongola, come sono civilmente costituite e unite al nostro Vicariato.


[3783]
Pertanto poiché il suddetto Rev.mo P. Camillo Guardi e la S. Congregazione di Propaganda Fide si è benignamente degnata di approvare queste cose, e poiché già si trovano nel nostro Vicariato gli eletti e approvati dell'anzidetto Ordine Religioso, noi fatta matura e diligente ricerca su tutti questi, ascoltato il parere di alcuni del nostro Istituto veronese per le Missioni, dei più venerati e più tenuti in considerazione per esperienza, abbiamo stabilito di consegnare la casa della Missione di Berber, da noi fondata, ai diletti Figli di S. Camillo de Lellis, e di procedere alla canonica erezione della medesima casa per la Famiglia dei Camilliani.


[3784]
Per la qual cosa abbiamo deciso nel Signore di erigere canonicamente l'anzidetta casa della Missione di Chierici Regolari dei Ministri degli Infermi nella città di Berber. Da oggi con la nostra presente Lettera, solennemente la dichiariamo eretta, secondo la forma e le condizioni infrascritte nella sopraddetta Convenzione da Noi proposta, accettata dal Rev.mo P. Camillo Guardi e benignamente approvata dalla S. Congregazione di Propaganda Fide.

Data a Khartum dalla nostra principale residenza, il 1º aprile 1875.



(L.S.)

Daniele Comboni

Pro-Vicario Apostolico dell'Africa Centrale

Paolo Rossi Segretario.



Traduzione dal latino.
595
P. Stanislao Carcereri
0
Khartum
11. 4.1875
AL P. STANISLAO CARCERERI
APCV, 1458/458, (Cronaca..., p. 35)

Khartum, 11 aprile 1875
[3785]
"Secondando la vostra intenzione espressami verbalmente a Khartum nel p.p. febbraio, e comunicatami in iscritto in parecchie vostre lettere dal Cairo e da Wadi-Halfa, nelle quali mi dichiaraste di voler rinunciare all'ufficio di mio Vicario G.le: considerando che questo incarico hic et nunc è incompatibile colla novella vostra posizione di Prefetto della Casa Camilliana di Berber, vi dichiaro con questo mio foglio che io ho accettato definitivamente la vostra rinunzia alla predetta carica: in forza di che cessano da questo punto in voi tutte le facoltà ordinarie e straordinarie annesse al surriferito ufficio, e che io vi ho comunicato col mio Documento rilasciatovi nel maggio 1873 ed in altre epoche sia verbalmente sia in iscritto.


[3786]
Con questa lettera parimenti vi dichiaro essere d'ora innanzi nulle e di nessun valore tutte le facoltà, che, come mio Vic. Gen.le, avete accordato ai vostri Confratelli Camilliani, riservando io a me stesso di comunicar lor per l'avvenire con apposito Documento quei poteri e facoltà che crederò opportune etc...."



Daniele Comboni






596
P. Camillo Guardi
0
Khartum
14. 4.1875
AL P. CAMILLO GUARDI

AGCR, 1700/35



N º. 1.

Khartum, 14 aprile 1875

R.mo Padre,
[3787]
Tardi sì, ma fedelmente mi fu ricapitata la pregiatissima Sua del 14 settembre p.p. anno. V. S. R.ma non solo è stata galantuomo, ma si comportò come il re dei galantuomini. Ma sono lieto anch'io di non essere stato punto inferiore a V. S. R.ma in fatto di galantomenismo; poiché, quantunque io versassi nell'assoluta impossibilità di provvedere subito a Berber una casa degna di accogliere un Ordine Religioso, sì per le Opere che avea tra mano, e sì perché quasi tutte le risorse del Vicariato stavano in mano del P. Stanislao e del Superiore de' miei piccoli Istituti di Cairo destinate per le spese della gran carovana, che il P. Stanislao dovea condurre nell'Africa Centrale; pure ho fatto sacrifizii superiori alle mie forze, al grande scopo di veder subito allestita ed eretta materialmente e canonicamente la Casa Camilliana secondo i venerati di Lei desideri, ripetutamente espressimi in iscritto dal P. Stanislao Carcereri.


[3788]
Per secondare la volontà di V. P. R.ma parimenti espressami dal suddetto Padre, ho consentito che tutti i Religiosi rimangano riuniti in Berber per quel tempo, in cui non ne avrò assoluto bisogno. Solo chiamerò forse in Khartum per un po' di tempo il P. Franceschini; il quale anche, essendo stato autorizzato da V. P. R.ma a fare una visita a Verona, bramerei che mi accompagnasse dall'Africa Centrale in Europa, quando fondata la Missione dei Nuba, dovrò venire a Roma; il che non andrà a lungo, essendo già arrivati i miei Missionari in quelle tribù, ed essendo stati già ben ricevuti dal capo e dalla popolazione di Delen.


[3789]
Intanto dietro preghiera di P. Stanislao, ho emanato al 1º del corr.te il Decreto di erezione canonica della Casa di Missione a Berber, di cui mandai copia in Propaganda; e benché, attese le gravi perdite sofferte pel naufragio di una barca nelle cateratte di Assuan, e pel ritardo delle superstiti provvigioni, che stanno ancora, oggi che scrivo, in Wady-Hhalfa a più di 40 giorni da Khartum, mi trovi sprovvisto di cassa, pure il suo cuore paterno non dubiti punto che la sua Religiosa Famiglia di Berber possa non essere provveduta del necessario. La Provvidenza Divina mi aiuterà, spero, ad assistere questa primogenita delle Regolari Congregazioni del Vicariato.


[3790]
Quando avrò il bene di venire nella città eterna, se Dio mi darà vita, spero di potere a lungo conferire colla P. V. R.ma su moltissime cose d'importanza, riguardanti gli interessi e il maggior bene de' suoi Figli africani e dell'opera loro. Mi piacque assai il R. P. Alfonso Chiarelli.


[3791]
In esecuzione dell'Articolo IX della nostra Convenzione, io ho posto l'occhio sul R. P. G. Batta Carcereri per la scelta del futuro Parroco di Berber; al quale oggetto con lettera 11 corr.te ho annunziato al P. Stanislao, che io nominerò provvisoriamente Vicario Parrocchiale il suo fratello Gio. Batta. Per ciò io prego V. P. R.ma a degnarsi di significarmi se aggradisca che il suddetto Padre (che io conosco da più di 30 anni, e che col M. R. P. Tomelleri e P. Ragazzini fu meco educato nel medesimo Istituto Mazza in Verona) venga eletto definitivamente Parroco; nel qual caso io gli comunicherò la necessaria patente. Per molti buoni motivi, che certo non sfuggiranno alla saviezza di V. P. R.ma, mi sembra opportuna questa elezione.


[3792]
Finalmente in seguito a replicate lettere del P. Stanislao da Verona, Cairo e Wadi-Hhalfa, ed alla sua intenzione manifestatami in Khartum di rinunciare alla carica di mio Vicario G.le per dedicarsi con maggior cura a stabilire la casa Religiosa di Berber, ho accettata la chiesta dimissione, essendo realmente incompatibile un così grave ufficio colla sua novella posizione e lunga residenza in Berber.


[3793]
Assicurandola di tutta la mia premura e amorevolezza per la diletta sua Religiosa Famiglia di Berber, col desiderio ardentissimo di presto rivederla in Roma, Le offro i sensi della mia venerazione e gratitudine, coi quali ho il piacere di segnarmi con tutto il cuore



di V. P. R.ma u.mo e d.mo servitor vero

Daniele Comboni

Pro-Vicario Ap.lico dell'Africa C.le






597
Card. Alessandro Franchi
0
Khartum
14. 4.1875
AL CARD. ALESSANDRO FRANCHI

AP SC Afr. C., v. 8, ff. 323-324



J.M.J. Nº. 3.

Khartum, 14 aprile 1875

E.mo e R.mo Principe,
[3794]
Nulla ostando all'erezione canonica della Casa di Missione in Berber, ove già si trovano riuniti ben cinque Sacerdoti Religiosi di S. Camillo muniti della Patente di Propaganda, e due laici, nel 1º. del corr.te aprile ho emanato il Decreto per la canonica erezione della suddetta casa di Missione, di cui mi fo un dovere di rimettere copia all'E. V. R.ma sotto l'Allegato A.


[3795]
Parimenti avendomi dichiarato il P. Carcereri con lettera 16 marzo p.p. che l'E. V. R.ma (avendogli rilasciato la Patente di Miss.o Ap.co in favore del P. Giuseppe Franceschini, ch'egli mi ha esibita) m'incarica di esaminare il detto P. Franceschini sulla sua scienza e attitudine al ministero ap.lico; trovandosi il candidato in Berber, ho deputato lo stesso P. Carcereri a fargli il richiesto esame. Il che avendo egli eseguito il 2 corr.te aprile, me ne mandò l'inclusa dichiarazione, la quale, conoscendo nel suddetto giovane religioso buone qualità per la Missione dell'Africa Centrale, ho creduto bene di confermare, rimettendola all'E. V. R.ma sotto l'Allegato B.


[3796]
Tutte le casse e provvigioni della spedizione del P. Carcereri, che sono avanzate al disastro delle cateratte di Assuan, si trovano ancora in Wadi-Hhalfa a più di 40 giorni da Khartum. Seguendo il parere dell'I. R. Console Austro-Ungarico e del Governo locale e di alcuni sperimentati negozianti, ho dato ordine al mio inviato Augusto Wisnewscki di ricondurre indietro tutte le suddette provvigioni ed effetti fino a Corosco, e di pigliare il Deserto dell'Atmur per Abuh-hammed e Berber. Spero che in un mese e mezzo potrò tutto ricevere in Khartum.


[3797]
La R. Madre Provinciale Suora Emilienne Naubonnet, benché vecchia e con trent'anni di missione in Siria, ha passato felicemente il Deserto dei Bisciarin da Suakin sul Mar Rosso fino a Berber (15 giorni di cammello), e partì già da questa città il 7 corr.te, e spero che fra una settimana potrà giungere in Khartum. Avrà il dolore di non più trovarvi l'ottima Suora Victoire Maillé, la quale passò agli eterni riposi il 2 corr.te.


[3798]
La scorsa domenica ebbi lettere da Gebel Nuba, ove sono felicemente arrivati i miei Missionari e cordialmente ricevuti da quel capo e dalla popolazione di Delen. Spero che il Cuore Sacratissimo di Gesù benedirà questa novella Missione.


[3799]
Anche S. E. Ismail Pascià Governatore Generale del Sudan e Generalissimo dell'esercito egiziano nell'Impero del Darfur, mi scrisse da quella capitale in data dei 10 Safar (17 marzo), dandomi ottime notizie di quella nuova conquista, chiedendo mie nuove, e mostrando ottime disposizioni. Egli sta organizzando quel vasto regno conquistato in cinque grandi Muderìe, o province, e poi tornerà a Khartum.


[3800]
Il Colonnello Gordon, creato ora Ferik Pascià, ha abbandonato Gondokoro, e ha fissato la sua principale residenza a Ladò a tre ore più verso il Nord. E' abbandonato da quasi tutti i suoi coadiutori, che se ne ritornano in Europa, si dice, pel suo grande rigore. Ma la ragione potissima è perché è soldato, e vuole l'ordine e la puntualità, e sotto di lui non si può rubare. Di più, egli è terribile ed inesorabile contro la tratta dei neri, la quale sparì completamente dai luoghi circonvicini alla sua residenza: ma ha pieno vigore a qualche distanza da Ladò e dalle sponde del Fiume Bianco, dove non giungono le scarse sue truppe.

Ho l'onore di offrirle i sensi della mia profonda venerazione, e baciandole ossequioso la S. Porpora, passo a segnarmi nei SS. Cuori di G. e di M.



di V. E. R.ma u.mo, d.mo, osseq.mo figlio

D. Daniele Comboni

Prov.o Ap.lico dell'Africa C.le






598
P. Arnold Janssen
0
Khartum
14. 4.1875
AL P. ARNOLDO JANSSEN

AVR, 1626-1633



J.M.J. Nº. 1

Khartum, 14 aprile 1875

Ill.o e Spett.mo Signore,
[3801]
ieri ho ricevuto la tua lettera del 18 febbraio di quest'anno, insieme coi tre fogli del tuo piissimo periodico, il cui titolo dolcissimo è Kleiner Herz-Jesu-Bote (Piccolo messaggero del Cuore di Gesù).


[3802]
Porgo moltissime grazie alla tua attenzione e carità e ai miei piissimi benefattori, i quali per tuo mezzo, hanno avuto pietà di questa faticosissima Missione dell'Africa Centrale e dei bambini negri.


[3803]
Noi ogni giorno in pubblico e in privato preghiamo il Cuore di Gesù, al Quale ho consacrato tutto il Vicariato con l'autorità del Sommo Pontefice Pio IX PP. e della S. Sede Apostolica, per voi e per i benefattori della Germania cattolica, per gli intrepidi Vescovi, Sacerdoti e fedeli della Prussia Renana e Germanica, la cui fede, fermezza ed eroismo sono spettacolo al mondo, agli Angeli e agli uomini. Noi Missionari dell'Africa Centrale benché indeboliti da un grandissimo lavoro, non ci stimiamo degni di essere chiamati discepoli dei coraggiosissimi uomini, sia ecclesiastici che laici cattolici della Germania. Il vostro esempio fortifica il nostro spirito e ci anima a sostenere sofferenze maggiori per la salvezza e la redenzione dei negri dell'Africa Interna. Coraggio, dunque! Il prossimo trionfo consolerà voi e la Chiesa di Cristo. Il Cuore di Gesù è con voi.


[3804]
Il Rev.mo signor Parroco Nöcker dalla Colonia Agrippina in 30 mesi, cioè da settembre dell'anno 1872, diede al mio Vicariato 40.000 (quarantamila) franchi e anche l'incarico di comperare dei bambini.


[3805]
Ma non mi è pervenuto lo scritto in lingua francese, di cui ti sei degnato di parlare nella tua lettera; pertanto non conosco affatto fino ad oggi le condizioni e le intenzioni speciali dei piissimi miei benefattori: l'ill.mo e rev.mo Parroco Nöcker, insieme con i soci della pia Società di Colonia per il riscatto e l'educazione dei bambini neri (con i quali sono in relazione da quindici anni), è ed è sempre stato esattissimo e fedelissimo nel trasmettere il denaro e le intenzioni dei benefattori dei neri dell'Africa Centrale. Prego la tua carità affinché, raccogliendo denaro per me e per l'Africa Centrale, ti degni di mandarlo al rev.mo Parroco Nöcker Presidente della suddetta Società, perché così certamente e puntualmente mi arriveranno le sue offerte.


[3806]
I motivi per cui non mi è giunta quella lettera in francese possono essere parecchi:

1º la posta da Alessandria o dal Cairo o, in una sola parola, da più parti dell'Egitto o della Nubia non è come quella europea. Pertanto, molte lettere speditemi in Africa Centrale o da me scritte in Europa, andarono perdute. Né giovarono le lamentele fatte da me o dall'imperiale e regio Console austro-ungarico per questo presso il Governo egiziano. Le lettere e gli scritti sono trasportati a dorso di cammelli, e l'arabo è molto lontano dalla civiltà ed è ancora primiivo.

2º Il rev.do P. carcereri, una volta mio Vicario generale, è un valentissimo scrittore e redattore e molto istruito, ma (per dirle confidenzialmente e segretamente la verità) è un pessimo amministratore ed è molto inesperto negli affari. Egli, mentre io rimasi per due anni a El-Obeid nel Cordofan, ricevette a Khartum tutte le lettere inviate a me dall'Europa ed è stato molto negligente nel trasmettermele.


[3807]
Il P. Carcereri, partito il 10 dicembre 1873 da Khartum per l'Europa, percorse l'Italia, la Francia, la Germania e l'Austria per utili affari della Missione. Ritornato in Egitto, raggiunse a Khartum. Ora è Superiore della casa della Missione di Berber. Egli stesso ricevette in Europa, prima del mese di luglio dello scorso anno, per me molte lettere da molti miei benefattori d'Italia, di Germania e d'Austria e con queste ricevette denaro, vestiti, libri, paramenti e vasi sacri, ma non mi disse né scrisse specificamente delle singole cose e dei benefattori, eccetto qualche cosa.


[3808]
Egli da Berber mi ha ora mandato molte lettere con la data dei mesi di aprile, maggio e giugno dell'anno scorso. Mi mandò pure alcune lettere di vecchia data dal Cairo, alcune da Wadi-Halfa, da Assuan e Dongola e altre ancora nei bauli contenenti generi alimentari e altre cose che portò dal Cairo e che da cinque mesi sono a Wadi-Halfa perché non aveva potuto portarli a Khartum per mancanza di sessanta cammelli.


[3809]
P. Carcereri fu a Colonia il mese di giugno dell'anno passato, dove ricevette dal rev.mo Nöcker 20.000 franchi; certamente la Società dei neri o il rev.mo Parroco Nöcker gli consegnò tutte le note necessarie secondo le intenzioni dei benefattori, come è solito fare sempre.


[3810]
Ciò premesso, volentieri adempirò le condizioni e i desideri espressi nella tua lettera da poco ricevuta; riscatterò i dieci neri nella Missione del Cordofan. La tua Signoria sarà tanto gentile di scrivermi i nomi dei fanciulli, dai benefattori o da te desiderati. Già molti fanciulli abbiamo riscattato ad El-Obeid con il denaro della Società di Colonia, e il prossimo mese, quando andrò dai Nubani per fondare una Missione per mandato della S. Sede Apostolica, amministrerò ad El-Obeid 25 o 30 fanciulli riscattati lo scorso anno. Mi fai dunque cosa grata, onoratissimo signore, se mi mandi, appena ricevuta la mia lettera, i nomi dei fanculli neri riscattati dai benefattori della Westfalia.


[3811]
Perdonami se ti scrivo in latino; non dormo per i troppi affari e sono spossato. Per questo motivo non le scrivo in tedesco perché abbisognerei di maggior tempo e dovrei usare il dizionario. Tu però mi puoi scrivere in tedesco, perché lo capisco abbastanza bene. Se vuoi puoi anche scrivermi in francese, in inglese, in spagnolo, in portoghese, in italiano, in latino lingue parlate dagli occidentali.


[3812]
I miei cooperatori, cioè il Superiore di Khartum e mio Vicario Generale D. Pasquale Fiore, il mio Segretario D. Paolo Rossi e D. Losi Rettore della Missione del Cordofan mi trasmetteranno fedelmente tutti i tuoi scritti. Così pure D. Bartolomeo Rolleri Superiore del Collegio dei neri al Cairo in Egitto.

Ti prego di mandarmi il tuo bellissimo periodico Kleiner Herz-Jesu Bote di marzo, di aprile e dei mesi successivi, perché è un felice compendio della storia delle Missioni Apostoliche. Di questo ti ringrazio.


[3813]
Quando avrò un po' di tempo a mia disposizione, ti scriverò del mio Vicariato che è molto esteso ed è il più popolato di tutto il mondo, e le cui genti e popoli siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte.


[3814]
Ringrazia quanto più puoi i miei benefattori e, se è possibile, trasmettimi i nomi delle persone più venerande, perché abbiano parte delle nostre preghiere. Per quanto riguarda il denaro, se puoi raccogliere qualche cosa, abbi la cortesia di mandarlo sempre al signor Nöcker.

Nel Sacratissimo Cuore di Gesù umilmente mi sottoscrivo



Tuissimo servo in Xsto

Daniele Comboni

Pro-Vicario Apostolico dell'Africa Centrale.



Traduzione dal latino.






599
Don Goffredo Noecker
0
Khartum
20. 4.1875
A DON GOFFREDO NOECKER

"Jahresbericht..." 22 (1875), pp. 52-55



Khartoum, 20 aprile 1875

Onoratissimo e Rev.mo Signore!
[3815]
Impedito da lavori importanti ed urgenti e pressato da visite di ogni genere, finora fui impossibilitato a inviare notizie sulla situazione e sulle condizioni della nostra missione. La prego di scusarmi molto. Il buon Dio in questo tempo mi ha dato un eccellente segretario, ripieno di spirito apostolico, nella persona del pio Don Paolo Rossi, un allievo del nostro Istituto africano di Verona, per cui presto potrò mandare relazioni particolareggiate sulle benedizioni riservate dal Cuore di Gesù su questo nostro Vicariato dell'Africa Centrale, alla Società di Colonia, alle cui fatiche questo immenso Vicariato deve la sua risurrezione e la sua esistenza.


[3816]
Con questa lettera faccio pervenire loro in anticipo gli accordi che io ho concluso da una parte con il Superiore Generale dei "Chierici regolari dei Ministri degli infermi" e dall'altra con la Superiora Generale della Congregazione delle "Suore di S. Giuseppe dell'Apparizione", e che sono stati approvati da Propaganda a Roma. Vi aggiungo il recentissimo "Decreto" sull'erezione canonica di una casa missionaria in Berber. Tutti i Padri della Congregazione di S. Camillo de Lellis, detti anche "Chierici regolari Ministri degli infermi", per desiderio del loro Prefetto, il Rev.mo P. Stanislao Carcereri, devono rimanere a Berber per un anno; ne sono eccettuati i Padri Franceschini e Chiarelli, che assieme a un veterano della missione, il Rev. Sign. Wischnewsky della diocesi di Ermeland in Prussia, si tengono preparati a visitare, sotto la mia guida personale, i popoli Nuba. Sotto la direzione di Don Luigi Bonomi, del nostro Istituto di Verona, vi mandai già anche quattro fratelli coadiutori, che, arrivati due mesi or sono al primo villaggio, chiamato Delen, vi sono stati accolti con molta benevolenza dal capo. Così costruiranno là due case, una per accogliere i Missionari, l'altra per le Suore di S. Giuseppe.


[3817]
Recentemente giunse a Khartoum, per la via del Mar Rosso e di Suakin, anche la reverenda Madre Provinciale, Sr. Emilienne Naubonnet, la quale era già da 30 anni Superiora delle missioni in Siria e che si recò per la prima volta in Oriente con il Rev.mo Massimiliano Ryllo, sacerdote della Compagnia di Gesù, il quale morì nel 1848, come primo Provicario Apostolico dell'Africa Centrale e la cui salma è sepolta nel giardino della casa delle suore da me recentemente edificata. Già da due anni prima con ripetute suppliche al defunto Cardinal Barnabò avevo domandato per l'Africa Centrale la Madre provinciale per la direzione religiosa degli Istituti delle suore, ed ora questo favore me l'hanno concesso sia il nuovo Prefetto di Propaganda, sua Em. il Card. Franchi, come pure la Superiora Generale. Una donna forte, dotata di animo virile, di 56 anni, di singolare esperienza e abilità, se Dio vuole sarà di grandissima utilità al Vicariato.


[3818]
I Missionari partiti dal Cairo il 24 ottobre 1874 sono arrivati a Khartoum il 3 febbraio di quest'anno; ma non arrivò invece quello che portavano con sé in provviste e in altri oggetti per la missione. Ciò fu trattenuto per 4 mesi a Wadi-Halfa e d'allora fino ad oggi nella capitale di Dongola ed è andato perduto quasi tutto. Questo danno, che ammonta quasi a 30 mila franchi, trova la sua ragione in due sbagli da parte del conduttore della carovana. Infatti invece di tentare la solita strada, che i missionari dal 1847 e i mercanti seguirono tra Korosko e Berber, prese la via di Wadi-Halfa e Dongola, che è troppo lunga, pericolosa e dispendiosa; e, invece di attraversare le cateratte di Assuan, con le barche vuote, mentre i bagagli, come avevano fatto i missionari dal Knoblecher in poi, venivano trasportati al di là di queste cateratte per via di terra sui cammelli e le persone sugli asini, egli passò questi luoghi pericolosi con le barche cariche, e quindi senza le dovute regole di prudenza, sicché avvenne che missionari e Suore furono esposti al grande pericolo di annegare e solo per miracolo furono strappati ad un naufragio certo.


[3819]
Ma purtroppo una barca con le provviste e i paramenti di chiesa, spezzandosi, andò a fondo, ove trovò la morte nei flutti il nostro carissimo confratello Giuseppe Avesani. Per questa ragione e per queste gravi perdite, io al momento non sono in grado di recarmi nel Cordofan e a Gebel-Nuba. Benché per ora questo fatto mi riempia di grande dolore, non voglio però perdermi di coraggio. Piuttosto potrò dire col patriarca Giobbe: "Il Signore ha dato, il Signore ha tolto; ciò che il Signore ha voluto, così è accaduto. Sia benedetto il nome del Signore!"

Il Cuore divino di Gesù ci animi e ci fortifichi. I miei cordiali saluti e si ricordi amabilmente del suo



obbl.mo amico

Daniele Comboni Provicario.



Traduzione dal tedesco.






600
Augusto De Villeneuve
0
Khartum
25. 4.1875
A AUGUSTO DE VILLENEUVE

AFV, Versailles



J.M.J.

Khartum, 25 aprile 1875

Mio carissimo Augusto,
[3820]
Mi trovo alla testa della più vasta Missione dell'universo intero, circondato dalle più grandi e pesanti croci. Nel mezzo delle mie pene e dei miei lavori e infiammato da un immenso calore, è venuta a portarmi una grande e ineffabile consolazione la novità che Madre Emilia Julien mi ha dato del suo felice matrimonio con un carissimo angelo, cioè con la signorina di Tanquerelle des Planches, nipote del card. di Cheverus che è oggi sua sposa molto cara. Oh, mio carissimo amico, questa notizia mi ha colmato di vera consolazione e mi ha portato un sollievo al cuore, sia per la sua felicità, sia per i desideri esauditi della sua incomparabile madre. Per questo abbiamo cantato una Messa solenne nella mia piccola cattedrale, per rendere grazie al buon Dio di questa grande fortuna.


[3821]
E' il frutto, mio caro Augusto, delle grandi preghiere che la sua ammirevole madre ha fatto e ha fatto elevare al cielo nell'universo intero. Sì, anche nelle lontane regioni dell'Africa Centrale non ho mai mancato io pure un solo giorno di pregare Dio che le doni una compagna sulla terra e sia sicuro che si è pregato nell'Asia, nell'America, nell'Australia, a Roma e dappertutto per ciò, poiché la sua incomparabile mamma, con una fede eroica e una perseveranza senza uguale, è ben degna di essere esaudita. Da molti anni ella ha versato tante lacrime e sospiri e ha fatto pregare per questa fortuna anche l'augusta Maestà di Pio IX. Ecco che l'incomparabile Dio è stato obbligato per la sua potente preghiera materna ad esaudirla.


[3822]
Ringrazi, mio caro Augusto, il buon Dio prima di tutto, la Santa Vergine e Pio IX e poi la fede di questa madre incomparabile che le ha procurato questa fortuna e faccia, mio caro amico, che lei e la sua degna sposa abbiate cura di ben servire Dio e rendere felici i giorni della sua buona madre sulla terra che le ha meritato per la sua fede, la sua perseveranza, il suo amore materno.

La prego, caro Augusto, di porgere i miei affettuosi ossequi alla sua sposa, che spero vedere prima di morire e la prego di mandarmi la sua fotografia per posta. Ecco il mio indirizzo:

A Mons. Daniele Comboni

Pro-vicario Apostolico dell'Africa Centrale

Via Egitto Khartum nel Sudan

Il 16 luglio dirò la Messa al Cordofan per lei, la sua sposa e mamma.



Suo amico Daniele Comboni



Traduzione dal francese.