Incontro zonale dei comboniani del centro e sud della provincia italiana

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Venerdì 4 ottobre 2024
I superiori e gli economi delle comunità comboniane dell’Italia centrale e meridionale si sono incontrati dall’1° al 4 ottobre, presso la Casa Generalizia di Roma, per condividere, valutare e programmare le loro attività pastorali e missionarie in ciascuno dei contesti in cui operano. Stamattina, l’incontro si è concluso con l’Eucaristia assieme alla comunità della Curia. La celebrazione è stata presieduta da padre Gian Battista Moroni, consigliere provinciale, che ha sottolineato la testimonianza di povertà e umiltà di san Francesco di Assisi, che oggi si celebra.

I 15 partecipanti all’incontro zonale rappresentavano le comunità di Lucca, Firenze, Fano, Roma, Castel Volturno, Bari, Lecce e Palermo. I confratelli delle comunità di Troia e Casavatore-Napoli hanno giustificato la loro assenza.

Il primo giorno di lavoro, 2 ottobre, è stato dedicato alla formazione permanente sul tema dell’ecologia integrale e la sostenibilità del Pianeta alla luce dei nuovi percorsi profetici delineati dall’“Economia di Francesco”, per dare un volto umano alla gestione globale dei beni e dei servizi.

Oltre alla condivisione delle attività di ciascuna comunità, l’argomento trasversale dell’ordine del giorno è stato la riflessione sullo stato dell’economia delle singole comunità comboniane – e della provincia italiana – e sul loro impatto sociale sul territorio, tenendo in vista la programmazione del bilancio sociale comunitario per l’anno 2024/2025.

Per una seria revisione degli impegni e una valutazione della nostra presenza comboniana sul territorio nazionale bisogna coniugare con criteri evangelici e missionari, tra le altre cose, la sostenibilità economica e l’impatto sociale delle comunità.

In margine all’incontro, abbiamo chiesto a P. Filippo Ivardi una sua riflessione su quanto dibattuto nell’incontro.

“Profezia e sfide economiche globali”

È ormai risaputo che i consumi globali eccedono la biocapacità della Terra, cioè la capacità rigenerativa del Pianeta: la domanda di risorse naturali da parte dell’umanità supera la capacità della Terra di rigenerarle. In altre parole, l’umanità sta consumando – e inquinando – a un livello tale che ci vorrebbero 1,7 pianeti Terra per sostenere i consumi attuali e riassorbire le emissioni climalteranti.

Nel 2024, l’impronta ecologica globale per persona è stimata intorno a 2,6 ettari globali (gha),[1] mentre la biocapacità disponibile è di circa 1,6 gha per persona, portando a un deficit ecologico significativo.

Ma questi dati si riferiscono a dei valori “medi”. In realtà, sono in atto enormi disuguaglianze, che mettono in luce la questione della giustizia sociale e climatica. Per esempio, l’impronta ecologica dell’Italia – allineata con la media dell’UE – è stimata a 4,6 gha per persona. Ciò vuole dire, più concretamente, che, se tutta la popolazione mondiale avesse il nostro stile di vita, ci sarebbe bisogno di quasi 3 pianeti per sostenerlo. Stiamo, pertanto, consumando le risorse delle generazioni future, incrementando sempre il debito ecologico.

È cominciato con questo esercizio l’incontro dei missionari comboniani presenti al centro e sud Italia e desiderosi di affrontare le grandi sfide globali che interpellano oggi l’annuncio e la pratica del Vangelo. Prima tra tutte l’«economia che uccide», come la chiama papa Francesco, da tempo in balia della finanza che stritola i poveri e la Terra.

I conseguenti cambiamenti climatici sono ormai giunti a un punto di non ritorno, e anche le previsioni su quello che potrà accadere in futuro tirano i remi in barca. Nonostante le intelligenze (e a volte demenze) artificiali a nostra disposizione, non sappiamo come reagirà la Terra. Stiamo stressando sempre più gli ecosistemi e abbiamo passato la capacità rigenerativa del sistema, andando continuamente in debito. Lo stesso indicatore noto come Earth Overshoot Day,[2] che misura il giorno in cui ogni paese finisce la disponibilità di risorse per soddisfare le proprie esigenze in termini di beni e servizi in quell’anno, è sempre in discesa e quest’anno a livello planetario è stato il 1° agosto.

Per invertire la rotta, papa Francesco ha scritto una lettera ai giovani economisti, imprenditori e altri attori economici per trovare nuove piste umane e organizzare la gestione della “Casa Comune” in modo radicalmente altro, sullo stile di Francesco d’Assisi a cui il pontefice s’ispira. È nato così il Movimento dell’“Economia di Francesco”, ormai diffuso in circa 100 paesi e composto da aziende, start up e iniziative economiche che vogliono mettere al centro la persona e non il profitto. Si tratta di uno stile di produzione, distribuzione e consumo che, superando il classico ritmo lineare, con conseguente accumulo di rifiuti, è orientato invece a un processo circolare dove si riutilizza, ricicla, riusa e si minimizzano gli scarti: certamente una svolta importante, anche se sempre nella logica della crescita, idolo indiscusso di ogni teoria economica. La “R” del ridurre non entra nelle mentalità neppure delle comunità cristiane, e la sobrietà viene scartata a priori come via di rigenerazione di un’economia sostenibile dal volto umano. Francesco di Assisi, si sforzava proprio di far cogliere ai suoi compagni e alla gente che incontrava quello che lui viveva sulla pelle: «meno è più», come Francesco di Roma riprende proprio nella Laudato si’ (LS 222), visto che il costante accumulo di possibilità di consumo distrae il cuore e impedisce di apprezzare ogni cosa e ogni momento.

L’invito di Francesco è così diventato un processo che vuole tentare di cambiare rotta alla corsa verso il baratro dell’accaparramento sfrenato delle risorse, delle guerre in aumento, proprio per ragioni economiche, e delle evidenti conseguenze come diseguaglianze e migrazioni globali crescenti. Protagonisti di questo cammino sono i giovani! E alcuni di loro, insegnanti presso la Libera Università Maria Ss. Assunta (LUMSA) e imprenditori sociali, ci hanno testimoniato come stiano avanzando la riflessione, la formazione di tanti giovani, associazioni e istituzioni e le buone pratiche di economie al servizio dei più poveri. Molto significativa l’esperienza di Giandonato Salvia, insignito del premio “Cavaliere della Repubblica” dal Presidente Mattarella, ideatore dell’app “Tucum”, in grado di organizzare il circolo di donazioni per le persone e famiglie più fragili quanto a beni e servizi secondo il modello del “caffè sospeso”.

Sono esperienze creative, che ci hanno sicuramente colpito, anche se resta sullo sfondo la mancanza di una critica radicale a un sistema economico che schiavizza e discrimina, invece di essere a servizio di tutti.

Con gli occhi e il cuore nelle periferie del mondo, come missionari sentiamo il dovere di denunciare lo strapotere delle imprese transnazionali che tengono in pugno interi Stati e popoli, imponendo il loro dominio economico, ma anche l’idolatria del denaro che continua a comprare i cuori di tante persone e perfino di tanti fedeli e comunità cristiane. Tutto ciò sfocia nell’assopimento delle coscienze e nella conseguente indifferenza quasi totale da parte di ambienti ecclesiali verso la produzione crescente di armi, verso le transazioni in armi operate dalle banche con i nostri soldi, contrastata dalla faticosa campagna di pressione contro le Banche Armate (www.banchearmate.it) e verso le sponsorizzazioni, da parte di imprese di dubbia eticità, di eventi ecclesiali, come ad esempio il prossimo Giubileo.

La spinta profetica del Vangelo ci invita sempre a guardare lo scorrere dell’economia dal punto di vista delle sue vittime e a sognare per le comunità politiche locali e mondiali una giustizia economica e climatica redistributiva delle risorse, anche attraverso lo strumento della tassazione progressiva sui redditi (e salata sugli extraprofitti), l’azzeramento del debito dei paesi più poveri e lo stop all’accaparramento selvaggio e ingiusto di risorse da parte dei mondi più arricchiti che affama interi popoli, tenendoli in condizioni di mendicanti.

Solo una rinnovata spiritualità cosmica integrale può ridare fiato a un’etica e una politica, sia a livello locale che globale, in grado di implementare processi concreti di giustizia e solidarietà con i piccoli che ridanno sapore di Vangelo a quelle azioni – ancora troppo dissociate dalla Buona Notizia di Gesù – che tirano in ballo il portafoglio.

Roma, 4 ottobre 2024

Padre Filippo Ivardi Ganapini, mccj
[della comunità di Castel Volturno – Caserta]

 

[1] Un ettaro globale, dall’inglese Global Hectare (Gha), rappresenta il valore medio di produttività, in termini biologici, per ogni ettaro di superficie del pianeta.

[2] L’EarthOvershoot Day è un indicatore cruciale (ed efficace) dell'impatto ecologico globale, che consente di offrire una prospettiva concreta su quanto velocemente stiamo utilizzando le risorse del pianeta rispetto alla sua capacità di sostenerci.