Domenica 29 settembre 2024
La provincia dei missionari comboniani di Egitto-Sudan ha una comunità di formazione nei dintorni di Beirut, in Libano. Padre Diego Dalle Carbonare [al centro nella foto], superiore provinciale, si è recato in visita alla comunità – composta da quattro scolastici e un formatore – per rendersi conto di persona della situazione in cui si trovano i confratelli. Secondo le Nazioni Unite, sono già oltre 720 i morti in Libano e 211.000 gli sfollati dallo scorso lunedì, quando si è registrata la nuova escalation del conflitto in Medio Oriente con i raid israeliani in territorio libanese. Sabato 28 settembre, dal Libano, padre Diego ci ha inviato il messaggio che pubblichiamo di seguito.
«Stavolta il “bollettino di guerra” non ve lo mando dal Sudan (dove, comunque, la guerra continua, nonostante i media se ne siano dimenticati), ma dal Libano, dove sono venuto, la settimana scorsa, per visitare i nostri scolastici e il loro formatore. Nel frattempo, ho approfittato per fare gli esercizi spirituali in una casa dei gesuiti ai confini con la Siria, nella zona di Zahle.
Nonostante il silenzio degli esercizi, abbiamo sentito più di una volta di notte – e oggi anche in pieno giorno – qualche esplosione, ma tutte distanti da noi.
Per ciò che ci è dato di capire, gli attacchi in corso accadono soltanto in posti strategici di Hesb. Il Libano è un paese piccolo, ma diviso in zone, per cui chi non vive nella zona degli sciiti la vita sembra andare avanti normalmente. Noi ci troviamo a nord di Beirut, in una zona cristiana, e siamo lontani dalle deflagrazioni dei missili e dalle colonne di fumo che si alzano a sud della città.
Anche oggi, tuttavia, mentre tornavamo a casa percorrendo l’autostrada principale del paese che costeggia il mare da sud a nord, abbiamo visto con i nostri occhi che per ogni 4 o 5 macchine dirette a nord una era una di sciiti che fuggivano dalla zona di guerra: automobili e camion stipati di donne, bambini, valige e materassi, in fuga verso nord. Dove di preciso? Ogni famiglia ha una sua direzione in questi viaggi della speranza.
Come sempre, di fronte a ogni tipo di guerra, la domanda è: «Perché? Per quale scopo? Per chi?».
Il Libano è una perla di rara bellezza, ma la crudeltà dei potenti non conosce ragione.
Come sempre, vi chiedo preghiere.
Padre Diego Dalle Carbonare, mccj»
La notte scorsa un’ampia serie di esplosioni e bombardamenti ha colpito aree densamente popolate a sud di Beirut in Libano. La situazione è caotica con migliaia di persone, inclusi i team di Medici senza frontiere (Msf), costrette ad abbandonare le proprie abitazioni nel cuore della notte senza riuscire a portare nulla con sé. Alcuni sono fuggiti a piedi e molti sono ancora bloccati in auto. A Beirut la situazione è disperata e i team di Msf stanno lavorando senza sosta fornendo acqua, kit igienici e coperte. Migliaia di persone sono in fuga, oltre 500 scuole sono piene di persone. La gente ha dormito in auto per strada e gli ospedali sono sopraffatti dal numero di feriti.
Finora, le équipe di Msf hanno consegnato nei rifugi per sfollati 400 kit di beni di prima necessità, inclusi kit igienici e materassi. Msf sta anche provvedendo alla fornitura di acqua e offrendo primo soccorso psicologico a chi ne ha bisogno, continuando a valutare i bisogni e a fornire aiuto. Mentre continua la campagna di bombardamenti israeliani sul Libano, Msf ribadisce l’appello “alla protezione dei civili e degli operatori sanitari”.
[P.C. – SIR – 28 settembre 2024]