Voti perpetui e ordinazione diaconale del comboniano Benoȋt Azameti Komi

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Venerdì 16 ottobre 2020
La comunità dei comboniani di Cracovia ha vissuto un evento molto importante in questi giorni: i voti perpetui (9 ottobre) e il diaconato (10 ottobre) di Benoȋt Azameti, uno dei suoi membri. Alla cerimonia erano presenti i suoi amici e i Comboniani che lavorano in Polonia, oltre al Segretario generale della formazione, p. Elias Sindjalim.

Voti perpetui di Benoȋt Azameti Komi

Benoȋt è nato in Togo e la sua vocazione è nata grazie alla sua famiglia. I suoi genitori hanno educato i loro figli nello spirito dell’amore di Dio. Ogni giorno alle cinque del mattino si riunivano per la preghiera che finiva con la lettura della Parola di Dio del giorno, seguita dalla condivisione della Parola. Da adolescente Benoȋt frequentava gli incontri del gruppo vocazionale della sua parrocchia. Un giorno, dalla Comboniana responsabile del gruppo, ha ricevuto un libro sulla vita di Daniele Comboni. Dopo averlo letto, è rimasto affascinato da quanto Comboni aveva fatto per l’Africa e per gli Africani, nonostante le difficoltà. L’incontro con la figura di Comboni, che si era consacrato totalmente alla missione fidandosi incondizionatamente di Dio, ha motivato Benoȋt a conoscere meglio i missionari che lavoravano nella sua parrocchia.

Con il passare del tempo, ha deciso di entrare nel postulato comboniano. Ha passato i primi tre anni di formazione in patria, i due successivi in Benin e ha fatto poi gli studi di teologia in Italia. Ora, dopo dieci anni di formazione, Benoȋt fa parte della comunità di Cracovia dove studia la lingua e la cultura polacca.

Il 9 ottobre Benoȋt ha professato i suoi voti perpetui. Alla cerimonia erano presenti i suoi amici e i Comboniani che lavorano in Polonia, oltre al Segretario generale della formazione, p. Elias Sindjalim. Nella sua omelia, p. Elias ha sottolineato che “fare un'esperienza concreta e personale di Gesù Cristo è l’elemento fondante della vita cristiana di ciascuno di noi e diventare amico di Gesù è un'esperienza della sua misericordia, del suo amore”. “Sei molto intelligente, molto giovane e molto bello – ha detto p. Elias rivolgendosi a Benoit – ma il Signore forse non ti chiama per questo. Se ti ha chiamato, è perché ha visto la tua miseria e ti chiama per salvarti e fare di te uno strumento della salvezza per gli altri.

Facendo i voti, ricorda che il voto di castità vuol dire il dono totale di sé agli altri. Diventiamo sacerdoti, religiosi e missionari perché vogliamo amare in modo diverso, amare liberamente. Non c'è amore più grande che dare la vita per gli altri. (...) Ricorda che il senso del voto di obbedienza è la ricerca quotidiana della volontà di Dio. I superiori sono solo Suoi strumenti. C’è poi il voto di povertà: Cerca sempre di rifiutare di attaccarti alle cose, alle persone e alle idee. Cerca sempre di avere un cuore libero per amare e amare Gesù Cristo. Ci saranno i momenti difficili, ma quando arriveranno, ricordati sempre che Dio è fedele. Questa è la fonte della tua felicità”.

Il giorno successivo, festa di San Daniele Comboni, Benoȋt è stato ordinato diacono per l’imposizione delle mani del vescovo Jan Zając. Nell’omelia abbiamo ascoltato che “Gesù Cristo chiama continuamente al suo ministero. Oggi, ancora una volta, si compie la Parola del Signore sognata dal profeta Isaia. Il mondo ha bisogno di persone che portino ai poveri il lieto annuncio, che fascino le piaghe dei cuori spezzati e proclamino la libertà agli schiavi e ai prigionieri. Ed ecco che abbiamo qui tra di noi uno che vuole compiere questa Parola. Il nostro fratello Benoȋt riceverà oggi l’ordinazione diaconale. Rafforzato con il dono dello Spirito, aiuterà nel ministero della parola, dell’altare e dell’amore, facendosi servo di tutti”.

Durante la Messa, celebrata a Cracovia nella chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna Regina della Polonia, uno dei doni portati all’altare è stato un tamburo, simbolo dell’allegria, che è una delle caratteristiche del nostro Benoȋt. Auguriamo al neo-ordinato diacono questa costante e profonda allegria, perché – come dice Papa Francesco – la gioia è un segno caratteristico di un vero evangelizzatore.