Mercoledì 1 luglio 2020
Il 28 giugno, nella celebrazione liturgica dei santi Pietro e Paolo, la Chiesa diocesana di Bressanone si è stretta attorno alla famiglia comboniana per l’ordinazione sacerdotale di Stefano Trevisan, 36 anni, di San Vigilio di Marebbe (Bolzano). Rispettando le norme di sicurezza del coronavirus, una cinquantina di sacerdoti si sono stretti attorno al vescovo Ivo Muser che ha presieduto la celebrazione. Da parte comboniana, erano presenti la comunità di Casavatore (NA), dove Stefano ha fatto lo scolasticato, e le comunità di Castel Volturno, Bologna, Padova, Verona (Casa Madre e San Tomio), Brescia, Venegono, Trento e Limone, oltre alle comunità della DSP. Erano presenti anche i due provinciali, d’Italia e Germania. Padre Trevisan celebrerà la sua prima Messa domenica 5 luglio alle 10 nella chiesa di San Vigilio di Marebbe.
Considerato il contingentamento dei posti, nel duomo a Bressanone sono stati ammessi solo gli invitati del candidato alla cerimonia. La celebrazione è stata trasmessa anche nella vicina parrocchia di San Michele, in streaming video su YouTube e sul sito web della Diocesi.
Il ladino Stefano Trevisan ordinato sacerdote
Nel duomo di Bressanone il vescovo Ivo Muser ha presieduto il 28 giugno l’ordinazione sacerdotale del ladino Stefano Trevisan, 36 anni, missionario comboniano. L’augurio del vescovo al neosacerdote: “Che il tuo servizio in missione sia segnato dall‘impegno per la giustizia, la pace e la cura del pianeta Terra come nostra casa comune. E che la vicinanza alle persone, specialmente ai poveri, sia sempre fonte importante del tuo agire.“
L’ordinazione sacerdotale di Stefano era prevista il Lunedì di Pasqua, ma il divieto di celebrazioni pubbliche ha fatto slittare l’appuntamento. Il 28 giugno in duomo a Bressanone, davanti a familiari, amici, compagni di studio e formatori, il vescovo Ivo Muser e il clero altoatesino hanno accolto il nuovo sacerdote nella comunità presbiterale e nel momento centrale della liturgia di ordinazione hanno imposto le mani sul capo del candidato.
Nella sua omelia monsignor Muser gli ha ricordato “la domanda decisiva che Gesù ti pone in questo momento particolare: mi ami tu? Questa domanda – ha detto il vescovo – non ti dovrà più abbandonare per tutta la vita. Lungo questa domanda dovrai maturare e operare come sacerdote e missionario comboniano. E se tra cinque, dieci, venti o forse anche quarant’anni ti chiederanno cosa ne è stato di ciò che hai voluto con più passione e desiderato profondamente, allora la tua risposta dovrà orientarsi proprio alla domanda di Gesù: mi ami tu?“ E partendo da una frase del vescovo Daniele Comboni – “tutte le opere di Dio nascono ai piedi della croce“ – monsignor Muser ha ricordato al candidato che “nel suo servizio Comboni ha dovuto sperimentare che la diffusione del Vangelo incontra sempre resistenza e difficoltà. Oggi ti invito a porre la tua vita sotto il mistero della croce.“
Il vescovo ha poi ripreso un altro famoso detto del fondatore dei Comboniani, grande uomo di missione nel continente africano: “Salvare l’Africa con l’Africa“. Da qui l‘augurio di Muser al missionario padre Stefano “di fare sempre tutto non solo per le persone ma con le persone, in modo che diventino esse stesse protagoniste della loro vita, capaci di impegnarsi per i loro diritti e la loro dignità.“
Comboni era convinto che l’annuncio del Vangelo deve abbracciare tutta la persona, ha aggiunto il vescovo rivolto al candidato: “Ti auguro che anche la tua opera missionaria sia segnata dallo sforzo per la giustizia, la pace e la cura del pianeta Terra come nostra casa comune. E che la vicinanza alle persone, specialmente ai poveri, sia sempre fonte importante del tuo servizio missionario.“
Infine, in questo giorno importante per il neosacerdote, il vescovo ha ringraziato tutti coloro che loh anno sostenuto: la famiglia, la parrocchia natale di San Vigilio, la comunità, i formatori e chi ha accompagnato Stefano in questi anni. “Per questo caro Stefano – ha concluso Muser – nel cammino che inizi oggi siamo certi che non sarai mai solo e che ti sarà vicino anche san Giuseppe Frinademetz, il grande missionario della tua valle ladina. “A fine celebrazione il neosacerdote ha ringraziato – in italiano, tedesco, ladino e inglese – tutti i compagni di viaggio di questi anni. Padre Trevisan celebrerà la sua prima Messa domenica 5 luglio alle 10 nella chiesa di San Vigilio di Marebbe.
Il neosacerdote
Stefano Trevisan si avvia sulla strada della missione nella comunità dei padri comboniani. Tutto è cominciato nel 2009, quando il giovane ladino decise di fare un’esperienza di volontariato in Africa, nel Sud Sudan al confine con l’Uganda dove lavorava Erich Fischnaller, missionario comboniano di Rio di Pusteria. I tre mesi in Africa hanno maturato in Trevisan, già maestro di sci, la volontà di diventare missionario.
Rientrato in Italia, per un anno ha seguito il percorso GIM (Giovani Impegno Missionario) dei comboniani a Padova, un cammino di sensibilizzazione ai temi della missione, della vocazione e dell’impegno a favore degli ultimi. Dopo le tappe nel Postulato a Padova (due anni di studio) e del noviziato in Portogallo, nel 2014 Trevisan ha emesso la sua prima professione religiosa nella famiglia comboniana ed è stato destinato allo Scolasticato di Napoli per gli studi di teologia. Nel fine settimana ha svolto il suo lavoro pastorale a Castel Volturno, dove i Comboniani gestiscono una parrocchia per gli immigrati. Il candidato è rimasto in Campania cinque anni e il 28 luglio 2019 è stato ordinato diacono a Pescopagano. Ordinato sacerdote, ora il comboniano Stefano Trevisan prenderà la strada della missione per tornare in Sud Sudan.
[Diocesi Bolsano/Bressanone]