Martedì 18 luglio 2017
Il laico missionario comboniano italiano, Simone Parimbelli [nella foto], lavora da qualche settimana nella missione di Mongoumba, nella Repubblica Centrafricana. Ogni giorno scrive ciò che vive e ciò che vede su quello che chiama “Diario di Bordo”. Oggi ci manda un pezzo di questo Diario. “Durante il viaggio di ritorno dal piccolo stage a Mongoumba (quattro ore e mezzo di auto dalla capitale, Bangui, con attraversamento del fiume Lobaye sul battello) per cominciare a vedere, osservare e guardare; mentre pensavo a come raccontarvi tutta l’immensità vissuta, condensata in 25 giorni, il mio mp3 mi ha fatto ascoltare la canzone MONDO di Cesare Cremonini”.
"Josephine pesa solo 23 kg...
è uno scheletro che cammina".
DIARIO DI BORDO
Venticinque giorni a Mongoumba... o solo uno?... ho perso il conto!
Durante il viaggio di ritorno dal piccolo stage a Mongoumba (quattro ore e mezzo di auto dalla capitale, Bangui, con attraversamento del fiume Lobaye sul battello) per cominciare a vedere, osservare e guardare; mentre pensavo a come raccontarvi tutta l’immensità vissuta, condensata in 25 giorni, il mio mp3 mi ha fatto ascoltare la canzone MONDO di Cesare Cremonini.
HO VISTO UN POSTO CHE MI PIACE, SI CHIAMA MON...goumba. CI CAMMINO, LO RESPIRO LA MIA VITA È SEMPRE INTORNO. Chiesa, casa dei padri comboniani, anfiteatro (la vecchia chiesa), scuola, biblioteca, campo spelacchiato in erba e terra (più terra che erba), piccolo campetto in cemento con due canestri arrugginiti, “Da ti Ndoyé” (Casa della Carità), ospedale... come diceva la pubblicità della Vodafone “tutto il mondo intorno a me”, a portata di mano e di passi.
PIÙ LA GUARDO, PIÙ LA CANTO, PIÙ LA INCONTRO, PIÙ LEI MI SPINGE A CAMMINARE COME UN GATTO VAGABONDO. Rimanere anonimo questa volta non è stato possibile. Domenica 4 giugno a Mongoumba abbiamo celebrato battesimi e prime comunioni, e il parroco P. Jesús Ruiz Molina ha colto l’occasione per presentarmi a tutta la comunità. Così, quando esco per camminare e guardare, tutti mi chiamano, mi fermano, i bambini mi vengono incontro, mi chiedono, fanno domande, solo che io ancora non parlo il Sango e loro parlano poco il francese. Per il momento è un incontro di sorrisi, sguardi e di “grimaces” (le mie espressioni facciali).
UOMINI PERSI PER LE STRADE. È il primo villaggio che si incontra venendo dal Congo, l’ultimo villaggio della Repubblica Centrafricana, siamo un villaggio di frontiera costruito intorno alla strada principale, non ci sono fabbriche o aziende, si vive alla giornata, chi pesca, chi coltiva il suo piccolo orto, chi macina manioca, a volte ho pensato che la missione sia una multinazionale, diamo "lavoro" a molte persone. Olga e Margherite le nostre cuoche e lavandaie, Janvier la sentinella, Bernard il tuttofare, Zepherin fidato collaboratore da anni, tutti i maestri della scuola gestita da Maria Augusta, gli aiutanti di Anna nel progetto Sanità, i lavoratori occasionali ingaggiati per tagliare l’erba o lavori di riparazione. Donne e uomini persi che hanno noi come punto di riferimento.
DONNE VENDUTE A BASSO COSTO. Alla “Da ti Ndoyé” (Casa della Carità) accogliamo le persone che hanno bisogno di cure prolungate, quelle che l'ospedale (chiamarlo ospedale è fargli un complimento) invia a Bangui con un foglio timbrato (già arrivare a Bangui è un’impresa megagalattica se sei malato). In questo momento abbiamo quattro donne mamme di etnia pigmea (i pigmei sono gli ultimi degli ultimi e se sei donna pigmea ancora più ultima): Pelagi ha un problema a un piede, Georgine ha bisogno di fisioterapia, Lidie ha qualche costola fratturata perché ha avuto un incidente all’accampamento e Josephine non sappiamo qual è la sua malattia... Anna ha fatto il test AIDS e tubercolosi che sono risultati negativi, ma pesa solo 23 kg... è uno scheletro che cammina.
FIGLI CRESCIUTI IN UNA NOTTE COME LE FRAGOLE IN UN BOSCO. Pauline, Paul, Angella, Tibaut, Melchi, Riber, Petula, Fabrice, Adorá, Sauverá, Marius, Sará, Blondel... bambini, ragazzi, giovani ovunque. Quando usciamo per camminare tutta la tribù viene con noi. I figli delle mamme accolte alla Da ti Ndoyé sono con noi tutto il giorno, da colazione a cena. Sono già diventato Simon Balon cioè Simone prendi il pallone per giocare, Simon MO YO MBI, che non so bene cosa significa, penso Simone tu altalena per me. Già si capisce la richiesta, oppure Simone SUSU, Simone pesce, cioè Simone fai le “grimaces”, fai le facce divertenti.
VIVIAMO IN PICCOLE CITTÀ NASCOSTI DALLA NEBBIA. Kpetene: accampamento pigmeo nascosto dalla foresta: un'ora di cammino con Hylair (fidato collaboratore della missione da molti anni) ad andatura tranquilla, percorrendo un sentiero, poi la foresta si allarga e nel piccolo spazio sorge una piccola città di bambù: l'accampamento pigmeo in cui c'è anche la scuola, 6 bambù come struttura, foglie come copertura, senza banchi ne sedie, solo con la lavagna. Siamo venuti per l'esame finale dell'anno scolastico: dettato, lettura, scrittura, operazioni di matematica. Josephine, Elise e Susanne si dimostrano abili in tutto: sanno leggere, scrivere e contare: promosse alla classe successiva. Ma come possono 3 bambine piccole fare tutti i giorni la strada fino a Mongoumba, che io e Hylair abbiamo fatto in un’ora?
DOVE VIVO NON C'È PACE MA LA VITA È SEMPRE INTORNO. È difficile trovare nella giornata un momento di pace, c’è sempre gente nella nostra casa. Chi viene per venderci il pesce, la carne, la frutta... chi viene perché a bisogno di medicine... chi viene a chiedere soldi... i bambini vengono per giocare, chi viene per gli esercizi di matematica, chi viene semplicemente per chiacchierare... Abbiamo la vita sempre intorno.
PIÙ MI GUARDO, PIÙ MI SBAGLIO, PIÙ MI ACCORGO CHE DOVE FINISCONO LE STRADE È PROPRIO LÌ CHE NASCE IL GIORNO. Giovedì 29 giugno battesimi, prime comunioni e inaugurazione della nuova chiesetta a Ikoumba. Partenza alle ore 6.00 in macchina con P. Jesús Ruiz, direzione sud verso il Congo, arrivati a Gouga. FINISCONO LE STRADE, MI SBAGLIO non è così, si restringe ma non finisce, diventa un sentiero fino a un altro piccolo villaggio, LE STRADE NON FINISCONO neanche qui, prendiamo la STRADA del fiume, viaggio in piroga. Non so quanto è durato il viaggio sulla piroga, il sole che sorge, il fiume tranquillo, intorno, il silenzio. Stavolta le STRADE SONO FINITE, È NATO IL GIORNO, arriviamo a Ikoumba. P. Jesús Ruiz mi dice che qui non viene nessuno tranne noi.
E GIRA E GIRA E NON SI FERMA MAI AD ASPETTARE, SORGE E POI TRAMONTA COME UN DELFINO DAL MARE, MUOVE LA SUA ORBITA LEGGERO E IRREGOLARE, DISTRIBUISCE SOGNI E RITMO BUONO DA DANZARE. Giorni intensi, a volte a RITMO di tamburo sentito in lontananza, 25 giorni che sono sembrati uno solo, non ho capito se il tempo GIRA GIRA veloce E NON SI FERMA MAI AD ASPETTARE e i giorni passano velocemente oppure se il tempo a Mongoumba è FERMO e 25 giorni da calendario sono un giorno solo. Devo rifare il conteggio? ho perso il conto!
QUESTO È IL POSTO CHE MI PIACE ALDIQUÁ e ALDILÁ DEL MURO. La canzone mi ha fatto ricordare che noi a Mongoumba siamo ALDIQUA DEL MURO che si chiama Mar Mediterraneo.
HO VISTO UN POSTO CHE MI PIACE, SI CHIAMA MON...goumba. Ora è tempo di imparare la lingua Sango. Sono di nuovo a Bangui nella parrocchia di Fatima con P. Otii Alir Moses, P. Adom Essosolam Jean Michel e P. Ngonda Tollet Romain Rodolphe, mi aspettano a Mongoumba verso metà settembre pronto (speriamo) per iniziare il nuovo anno pastorale e scolastico.
Un saluto, un abbraccio, un bacio, una preghiera, un grazie... Buona estate a tutti...ciao.
Simone Parimbelli
Anna, laica missionaria comboniana italiana a Mongoumba. Nella foto sopra: Anna, Simone e Maria Augusta.