Roma, martedì 21 febbraio 2012
Padre Roberto Turyamurreeba, missionario comboniano ugandese, lavora ad Ellwangen (Germania). “Per anni l’Africa ha ricevuto molto dall’Europa ed ora è venuto il momento di ricambiare,” dice P. Roberto al settimanale di Pesaro “il nuovo”.
Comboniani della DSP: P. Josef Altenburger,
P. Friedbert Tremmel, e P. Robert Turyamurreeba.
Non passa inosservata la storia di Padre Roberto Turyamurreeba, trentasettenne missionario comboniano ugandese. Da otto anni ha lasciato l’Africa equatoriale per andare ad evangelizzare l’Europa. Può sembrare paradossale eppure nel racconto della sua esperienza la logica non fa una piega. «Oggi la sfida – dice con un entusiasmo contagioso – è proprio nel vecchio continente che sta attraversando una grave povertà di fede. Per anni l’Africa ha ricevuto molto dall’Europa ed ora è venuto il momento di ricambiare».
E così dal sole caldo di Bushenyi, nella diocesi di Mbarara, si è trasferito prima a Innsbruck, dove per cinque anni ha studiato teologia nel cuore della Mitteleuropa austriaca, poi è giunto in missione ad Ellwangen, una piccola cittadina situata nel land del Baden-Württemberg, nella diocesi di Stoccarda. «La mia – spiega Padre Roberto - è la cosiddetta generazione di ritorno». E’ l’Africa che dà la sua ricchezza all’occidente scristianizzato. E’ il segno più evidente che non esiste più un preciso luogo di missione ma che il carisma comboniano ha assunto una dimensione universale.
«Anzi - aggiunge - è molto più difficile essere testimoni di Cristo in una società secolarizzata come la Germania, un Paese tanto ricco di beni materiali, quanto povero di spiritualità. Qui bisogna fare i conti con l’indifferenza della gente che considera la Chiesa come una delle tante agenzie sociali. Quando sono arrivato – prosegue - ho trovato una situazione quasi a livelli di pre-evangelizzazione».
Oggi grazie alla sua testimonianza di fede, questo tedesco dell’Africa è riuscito a raccogliere intorno alla missione comboniana oltre cinquecento giovani con i quali organizza ritiri spirituali, campi estivi e varie attività legate alla pastorale della Chiesa locale.
Roberto Mazzoli
(Settimanale di Pesaro “il nuovo”)