In Pace Christi

Zoia Tarcisio

Zoia Tarcisio
Data urodzenia : 19/02/1914
Miejsce urodzenia : Lozzo Atestino PD/I
Śluby tymczasowe : 24/06/1949
Śluby wieczyste : 24/06/1952
Data święceń : 04/07/1937
Data śmierci : 27/09/1975
Miejsce śmierci : Verona/I

Il giorno 27 settembre è partito verso la casa del Padre il Padre Tarcisio Zoia. Dal luglio scorso. era partito dal Portogallo per un regolare periodo di vacanze in famiglia. Il suo stato di salute già da anni era sempre più precario a causa del cuore che lo faceva stare sotto stretto controllo medico.

Nato il 19.2.1914 da una famiglia di contadini a Lozzo Atestino, diocesi di Padova, seppe cogliere il meglio che i suoi genitori possedevano - una fede viva e profonda. Nono di 11 fratelli, entrò nel Seminario di Padova per es­sere poi ordinato sacerdote nel 1937. Obbediente al vescovo, ha dedicato il suo zelo apostolico in alcune parrocchie prima di cambiare strada.

Tutti quei parrocchiani lo ricordano con affetto e gratitudine, colpiti dalla carità cristiana e dalla pietà che lo distinguevano in maniera non comune.

Verso il 1942 moriva un suo nipote di ventun'anni, allievo missionario comboniano che dava buone speranze per la vigna missionaria del Signore. Quest’avvenimento doloroso è stato per P. Tarcisio la chiave della sua chiamata ­a procedere oltre nella sua donazione al Signore. Chiarita e maturata la sua vocazione, nel 1947 entrava nel Noviziato dei comboniani a Venegono Superiore.

La sua prima destinazione è stata il Mozambico. Per imparare la lingua e preparare i documenti si è recato in Portogallo. Si era agli inizi della prima fondazione in Viseu e le difficoltà e le strettezze erano piuttosto abbondanti. Egli generosamente si è offerto per ogni genere di ministero in ogni angolo della diocesi che, mancante di altri religiosi, batteva con insistenza alle porte dei missionari.

Partito nel gennaio del 1951 per il Mozambico, lavorò con molto zelo per quasi sei anni, a Mossuril e Mueria.

Quando ormai la pianta comboniana in Portogallo cominciava a dare i pri­mi frutti, ecco il sorgere del problema del Noviziato. P. Tarcisio è la persona più indicata per questa fondazione a Vila Nova de Famalicão nel 1957. Anche se i metodi educativi di allora erano molto differenti da quelli attuali, tutti i novizi conservano un grato ricordo di quella convivenza. P. Tarcisio più che un tecnico di metodi o strutture formative, era uno che viveva con fonda convinzione ed identificazione l'amore umile e grandioso a Dio e alle Missioni. Più che col ricorso alle leggi era con il suo esempio che trascinava tutta la comunità.

Man mano che passavano gli anni, il suo amore al Mozambico, invece di diminuire, si rendeva più acuto. Vi ritorna dopo 9 anni, nel 1965. Là non si risparmia nel lavoro apostolico sia in missione che nelle cappelle, nelle le missioni dove aveva già lavorato e a Carapira.

La salute però va sempre peggiorando. Il cuore non regge a tanta volontà di donazione.

Per consiglio dei medici alla fine del 1969 lascia con grande dolore la mis­sione e ritorna in patria. Preoccupato di rendersi utile, di buona volontà ac­cetta di recarsi di nuovo in Portogallo e dedicarsi al ministero delle confes­sioni nella cappella del nostro seminario di Viseu.

Il suo confessionale si rende sempre più ricercato da anime impegnate nel­la vita cristiana. Paziente e accogliente con tutti, sapeva trasfondere negli altri l'amore di Dio che inondava il suo cuore. Alle 5 del mattino era già in chiesa a pregare. Non ne usciva che verso le 8,30 o le 9,00. Quando non era fuori per confessioni nelle comunità religiose o nell'ospedale, era lì in stanza a pregare con la Bibbia, con il rosario, o qualche altro libro di pietà. Non aveva tempo per i giornali e la TV. Aveva la stanza sempre ordinata e pronta perché ­diceva - doveva morire da un giorno all'altro.

Parlava poco; umile e discreto, era pieno di attenzioni con tutti. Compren­sivo e tollerante, non amava giudicare nessuno, anche se tante volte gli toc­cava di soffrire immensamente nel vedere nelle persone consacrate atteggia­menti poco conformi alle esigenze di una vita impegnata con Cristo.

Questa era infatti la sua croce più grande; davanti ai cambiamenti operati nelle forme di vivere e di pregare, egli era contento quando vedeva che le ri­forme non intaccavano le esigenze evangeliche ma le favorivano. Al riscon­trare, però, che alcuni interpretavano i cambiamenti come opportunità di ri­lassamento nell'impegno di fedeltà alla propria consacrazione, egli ne soffriva e si rammaricava con umiltà presso chi di dovere.

Tutti noi che l'abbiamo conosciuto, sentiamo il dovere di ringraziare Iddio per l'esempio che ci ha dato. Grande è stata la pena anche per il Vescovo di Viseu e per tutti i sacerdoti della diocesi che a lui accorrevano di continuo per confessione e direzione spirituale. Era diventato per loro tale confidente, che ultimamente andavano direttamente in stanza sua, senza preavviso.

Tra noi lo chiamavamo familiarmente «il parafulmine della Provincia». Davvero ci sentiamo umanamente più poveri e meno sorretti, ora che non lo troviamo più nei nostri incontri. Riflettendoci un po', però, subito la fede ci sorregge e ce lo ricorda ben presente nella casa del Padre ad intercedere per tutti coloro che in terra si sforzano di continuare a portare avanti lo zelo e lo spirito del Comboni nel servizio delle Missioni.                       P. Ramiro Loureiro da Cruz

Dal Bollettino n. 111, novembre 1975, pp. 71-72

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Il 27 settembre è deceduto a Verona il P. Tarcisio Zoia, a 61 anni.

P. Zoia era nato a Lozzo Atestino (Padova) il 19.2.1914.

Ordinato sacerdote nella diocesi di Padova il 4.7.1937, vi lavorò per 10 anni e nel 1947 entrò nel nostro noviziato di Venegono, dove fece la prima professione il 24.6.1949. Su­bito dopo andò in Portogallo per lo studio del portoghese e per ministero e nel 1951 andò in Mozambico dove per sei anni lavorò a Mossuril e Mueria. Tornato in Portogallo alla fine del 1956, vi restò per 9 anni quale P. Maestro e Superiore di Famalicão. Dopo altri quattro anni di ministero in Mozambico, ritornò definitivamente in Portogallo (1969), dove, nella Scuola Apostolica di Viseu, prestava una collaborazione preziosissima e molto apprezzata, sia all’interno del Seminario che nel ministero pastorale.

Ultimamente, gravemente affetto al cuore, era tornato in Italia per cure e riposo; ma il Signore giudicava compiuta la sua missione e lo chiamava a Sé.

P. Zoia lascia un chiaro esempio di zelo missionario e di uno spirito di preghiera veramente straordinario. Dal cielo assista la Congregazione ed, in particolare, le nostre case del Portogallo e la missione del Mozambico. R.I.P.

Da FamiliaComboniana, n. 293 (1° ottbre 1975), pp. 7-8