Lunedì 5 ottobre 2015
Il XVIII Capitolo Generale dei Missionari Comboniani sul tema “Discepoli missionari comboniani chiamati a vivere la gioia del Vangelo nel mondo di oggi” si è svolto dal 31 agosto al 3 ottobre 2015 presso la Casa Generalizia a Roma. Si è concluso sabato 3 ottobre con la celebrazione eucaristica presieduta da P. Enrique Sánchez González. Durante l’omelia, P. Enrique ha sottolineato alcune delle parole già prese in considerazione nei giorni scorsi come ad esempio coraggio, gioia e speranza. Ha invitato ciascun comboniano a rinnovare l’esperienza dell’amore di Dio, fonte del nostro impegno missionario, per portare con gioia ancora più grande l’annuncio del Vangelo ai più poveri e alle periferie della sofferenza. “Il Signore non si è stancato di noi – ha detto – è ancora con noi… e il meglio deve ancora venire”. Pubblichiamo qui una sintesi dell’omelia di P. Enrique.

Un mese fa ci siamo dati appuntamento qui per iniziare il nostro XVIII Capitolo Generale. Ognuno arrivava dalle nostre missioni e portava nel cuore il desiderio di vivere un Capitolo che non fosse una parentesi della vita, ma un momento forte di missione. Nel saluto di apertura vi ho ricordato che eravamo in Missione, una missione particolare e speciale perché si trattava di ascoltare Dio, di ascoltarlo attraverso la voce della realtà che condividiamo con tante persone nelle nostre circoscrizioni e che sono per noi il volto di Dio.

Oggi ci ritroviamo qui con il cuore pieno di gratitudine e di riconoscenza perché il Signore è stato ancora una volta fedele all’appuntamento.


"Potete dire a tutti che il meglio deve ancora venire",
ha detto P. Enrique Sánchez [nella foto].

 

Il Capitolo a Roma si conclude oggi, ma la missione ricevuta inizia già nel riprendere la strada per tornare alle tante missioni che ci aspettano come testimoni di una grazia e di un dono che ci è stato dato in queste settimane.

Che cosa avete visto, che cosa avete vissuto, in quale modo il Signore ha toccato i vostri cuori? Queste saranno alcune delle domande che ci faranno i nostri confratelli nei prossimi giorni. Come i 72 discepoli del Vangelo, possiamo rispondere a queste domande non con grandi discorsi o lunghe spiegazioni… sarà sufficiente che percepiscano la gioia che portiamo nel cuore, perché ci sentiamo riconfermati nel dono della nostra vocazione missionaria e comboniana. Tornando a casa possiamo dire che il Signore, in questi giorni, ci ha guidati facendoci capire che la Missione è sua, che è felice di averci come suoi collaboratori e vuole continuare a servirsi di noi per manifestare il suo grande amore attraverso la nostra piccolezza e povertà.

Che cosa abbiamo visto?
Che la Missione che ci tocca vivere è ancora piena di sfide e che è diventata un’urgenza che esige una donazione ancora più gioiosa e radicale. Di fronte all’immensità della Missione, il Signore ci rinnova la sua promessa di vicinanza e fedeltà: abbiate coraggio. Abbiamo visto che la missione si fonda sulla persona e ci siamo sentiti interpellati, riconoscendo che siamo in cammino e che non finiremo mai il nostro lavoro di crescita per diventare le persone di cui ha bisogno la missione.

Siamo persone che vivono il mistero di Dio nella propria carne facendo esperienza dell’infinito che ci abita e dei limiti che ci ricordano l’appartenenza a questa umanità che è la nostra, con i suoi drammi, ma anche con le sue meraviglie. Siamo persone chiamate a vivere con lo sguardo fisso nel Signore, come ci ha detto Papa Francesco, contemplativi per poter riconoscere il suo volto nel volto del fratello e della sorella che incontriamo nella nostra missione.

Abbiamo visto che la missione non è questione solo di strategie e programmazioni, perché la realtà e le sfide del mondo di oggi ci chiamano a una responsabilità che si vive nell’organizzare meglio le nostre forze, le nostre risorse e le nostre capacità.

Riorganizzare non sarà l’abilità che avremo per dare una nuova composizione a quello che siamo e possediamo, ma capacità di vivere la creatività che suscita in noi la forza dello Spirito.

Ci chiederanno: qual è stata la novità di questo Capitolo?
Potrete dire a tutti che il Signore non si è stancato di noi, è ancora con noi… e ci ha guardato con misericordia. Poi, dite a tutti che abbiamo vissuto un tempo bello e gioioso di fraternità, di comunione, di riconoscenza e di apprezzamento della nostra diversità. Dite che ci siamo sentiti famiglia, dove si sente con forza la presenza santa e paterna di san Daniele Comboni. Potete dire a tutti che il meglio deve ancora venire.


Da sinistra: P. Jeremias dos Santos Martins, P. Pietro Ciuciulla, P. Enrique Sánchez,
P. Tesfaye Tadesse, P. Rogelio Bustos, P. Alberto Pelucchi.