Roma, lunedì 10 settembre 2012
La mattina del 6 settembre, quinta giornata dei lavori dell’Intercapitolare, si è iniziata con la celebrazione eucaristica per gruppi continentali: una bella occasione per portare all’altare del Signore la realtà geografica e umana di ognuno dei luoghi dove i Comboniani sono presenti. (Nella foto da sinistra: P. Tesfamariam G. Woldeghebriel e P. Jeremias dos Santos Martins).
Tutta la giornata del 6 settembre è stata dedicata alla relazione dei subcontinenti Africa anglofona-Mozambico, Africa francofona e dei continenti America-Asia ed Europa. La relazione, anche se voleva essere completa, ha dovuto necessariamente essere succinta perché molti dei dati sono già stati presentati durante il Capitolo e nei diversi incontri dei provinciali.
In ogni relazione si è notato uno sforzo di presentare la realtà del mondo, della Chiesa e dell’Istituto fondati su una seria analisi della realtà. In esse si è cercato di interpretare tutto a partire della nostra fragilità umana, i limiti propri della nostra situazione reale come Istituto (luci e ombre) e l’azione di Dio nella nostra storia comboniana.
Alcune situazioni di sofferenza dei popoli dove siamo presenti hanno colpito a tutti i partecipanti, specialmente in Eritrea dove la gente e i missionari soffrono in condizioni disumane dovute alla mancanza di tutto, anche i beni di prima necessità e, soprattutto, l’assenza di libertà.
Un interessante dibattito si è sviluppato dovuto a un’iniziativa presentata dalla delegazione dell’Asia: avere una presenza in Vietnam per un impegno nella pastorale vocazionale. Un processo di discernimento è in atto perché la decisione (positiva o negativa) sia in sintonia con il nostro carisma e le nostre possibilità.
Anche se le relazioni sono uno degli esercizi più difficili in incontri come questo, sono un’occasione provvidenziale per creare una comunione che in buona parte dipende dall’ascolto dell’altro e dalla conoscenza della sua storia.