In Pace Christi

Spagnolo Olindo Natale

Spagnolo Olindo Natale
Data di nascita : 25/12/1925
Luogo di nascita : Santa Giustina in Colle (I)
Voti temporanei : 15/08/1946
Voti perpetui : 20/09/1951
Data ordinazione : 29/03/1952
Data consacrazione : 03/03/1990
Data decesso : 23/07/2008
Luogo decesso : Guayaquil/Ecuador

Mons. Olindo Natale Spagnolo era nato a S. Giustina in Colle (Padova) il 25 dicembre 1925. Frequentò la scuola apostolica di Padova fino al 1944, anno in cui andò a Venegono Superiore per il noviziato (prima professione il 15 agosto 1946) e i primi due anni di teologia. Completò gli studi teologici a Roma, all’Università Urbaniana, e fu ordinato sacerdote il 29 marzo 1952 nella basilica di San Giovanni in Laterano. Le sue molteplici attività si potrebbero raggruppare in tre capitoli ben definiti, tutti attraversati dalla nota comune della missionarietà: Mons. Olindo è stato un animatore missionario, un parroco missionario e un vescovo missionario.

Animatore missionario: formatore e promotore vocazionale
Sono gli anni della presenza nel seminario comboniano di Crema e, più tardi, a Trento, a Verona (dove, per un triennio, fu anche superiore di Casa Madre) e a Roma (segretario generale dell’Animazione Missionaria) dal 1969 al 1979. Risalgono a questo periodo i 4 anni in Spagna (1958-1962) per fondare la prima casa dei Comboniani e curare l'animazione missionaria nei seminari diocesani spagnoli, anni rigogliosi di vocazioni e fecondi di frutti anche per le vocazioni comboniane. Erano gli stessi anni in cui P. Enrico Farè, superiore della Spagna dal 1959 al 1975, fondò, con l’aiuto di redattori e amministratori, la rivista Mundo Negro e diede un intelligente, enorme e coraggioso impulso su tutti i fronti all’animazione missionaria e vocazionale. P. Olindo si inserì bene in questo contesto, con la sua personalità marcata e le sue buone qualità di sacerdote convinto e oratore suadente, gradito ai giovani.

Parroco missionario in Ecuador
In Ecuador, sono soprattutto due le parrocchie in cui P. Olindo lavorò: la Merced di Esmeraldas e il Guasmo di Guayaquil. La sua prima missione fu nel vicariato apostolico di Esmeraldas, dove giunse nel 1963. Poco tempo dopo divenne parroco della Merced, la parrocchia principale nel centro di Esmeraldas, alla quale diede un grande impulso di evangelizzazione missionaria e di organizzazione. Da lì ritornò in Italia come delegato al Capitolo Generale del 1969.

Favorevole ad una presenza dei Comboniani anche fuori dal vicariato di Esmeraldas, fu contento, tornando in Ecuador, di essere assegnato a Guayaquil, la seconda città del Paese per importanza politica, ma la prima per l’economia; è infatti uno dei tre grandi porti navali sul Pacifico, assieme a Callao-Lima (Perù) e a Valparaiso (Cile). A Guayaquil, la zona prescelta era il Guasmo, vera zona missionaria: periferia povera, abbandonata, abitata soprattutto da afroecuadoriani. Qui fu grande merito di P. Olindo la costruzione di una nuova parrocchia, dedicata a Maria Estrella del Mar, con vari locali per la catechesi, la formazione e l’intrattenimento della gente. Nel 1985, giunse fino al Guasmo anche Papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita in Ecuador, e P. Olindo seppe fare molto bene gli onori di casa.

El Guasmo
Era il 15 aprile 1980, “il sole picchiava, mentre un caldo umido ci faceva sudare a più non posso. La macchina avanzava a stento su una strada da poco tracciata mentre migliaia di mosche e zanzare ponevano la nostra pazienza a dura prova. Tutta la zona era circondata da acquitrini, che emanavano un forte odore di putrefazione. Gli abitanti vivevano in un luogo malsano, in capanne di paglia spesso senza tetto o senza pareti… Questo era il campo di lavoro che ci attendeva”. Così scriveva P. Olindo, due anni dopo, ricordando il suo arrivo nel Guasmo. E ancora: “Il Guasmo è stato diviso in nove parrocchie, immense. È un vero e proprio campo missionario. Il popolo di Guayaquil ha due caratteristiche: profondo senso religioso e grande generosità. La notizia che i Missionari Comboniani avevano accettato di lavorare nel Guasmo venne accolta da tutti con grande gioia”.

Sempre attraverso le parole di P. Olindo, diamo uno sguardo ai cambiamenti avvenuti in quegli anni in questa enorme e popolosa periferia di Guayaquil. “Da quando il Ministro delle Finanze, visitando il Guasmo, esclamò ‘È la cosa più crudele che ho visto: sono tornato con lo spirito e il cuore sconvolto’, molte cose sono state fatte. Il governo si è impegnato nelle opere di bonifica… e anche noi Comboniani siamo riusciti a realizzare qualcosa. All’inizio non avevamo nemmeno una casa… Il 10 luglio 1981 iniziavamo la costruzione della casa parrocchiale. Il 20 dicembre 1981 la casa era pronta: il piano superiore è per la comunità e il piano terra comprende ufficio parrocchiale salone per le riunioni e dispensario. La casa è stata benedetta dall’arcivescovo Mons. Bernardino Echeverria: in occasione della benedizione, si è benedetta anche la prima pietra della futura chiesa della ‘Stella Maris’. I 12 sacerdoti che lavorano nel Guasmo mi hanno nominato coordinatore delle riunioni pastorali di tutto il Guasmo… abbiamo ormai numerosi catechisti e gruppi parrocchiali”.

Vescovo missionario: 1990-2008
Già vicario episcopale del Guasmo dal 1985, il 3 marzo 1990 P. Olindo fu nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Guayaquil, divenendone ausiliare emerito nel 2001. Scelse comunque di continuare a risiedere nella sua parrocchia del Guasmo, inserito nella vita pastorale. Il giorno della sua consacrazione si espresse così: “Debole e peccatore, assolutamente indegno del ministero a me affidato, sperimento in questo momento la profonda verità espressa nelle parole del Signore ‘senza di me non potete fare nulla’ (Gv 15,6)… Poiché confido pienamente nel Signore, ho scelto come motto della mia missione episcopale la frase biblica: ‘Il Buon Pastore dà la sua vita per le pecore’ (Gv 10,11)”.

Come vescovo seppe trasmettere la sua carica missionaria e comboniana anche in seno alla Conferenza episcopale del Paese. E in particolare diede vita a due Istituti religiosi e missionari ad gentes: i Missionari e le Missionarie di Maria Stella Maris (Maria Estrella del Mar). Negli ultimi anni della sua vita, soprattutto dopo il ritiro dalle responsabilità diocesane, si dedicò con totale impegno alla formazione e alla guida dei membri dei due Istituti, investendovi energie personali e mezzi economici. Prevedendo prossima la sua fine, raccomandò caldamente i suoi Istituti al nuovo arcivescovo di Guayaquil, Mons. Antonio Arregui Yarza, presidente della Conferenza Episcopale Ecuadoriana.

La morte
Mons. Olindo è morto dopo un difficile intervento al cuore, nella clinica “Kennedy” di Guayaquil. Aveva accettato di sottoporsi all’intervento sia perché i medici gli avevano dato sufficienti garanzie di riuscita sia perché l’avanzare della malattia gli causava continue crisi e complicazioni. Alla notizia della morte, l’impatto sulla gente del Guasmo è stato forte e grande la commozione. La stessa sera, una grande moltitudine di persone ha accolto il feretro nella chiesa di Maria Stella Maris per vegliare il corpo. La veglia è durata fino al mattino del 25 luglio, in un intercalare di preghiere e di messe di suffragio, con un flusso continuo di gente che veniva a rendere omaggio alla salma. Nelle omelie, i celebranti hanno messo in luce le numerose virtù personali di Mons. Olindo, il suo amore per i poveri e per la preghiera, il coraggio davanti alle ingiustizie e alla prepotenza dei potenti. Il 25 luglio, festa di S. Giacomo, patrono della città di Guayaquil, nella cattedrale arcidiocesana, è stata celebrata la Messa di esequie presieduta da Mons. Arregui, accompagnato da otto vescovi, una sessantina di sacerdoti, alcuni confratelli e una folla di religiose e fedeli.

L’ultimo saluto si è svolto proprio nella chiesa Maria Stella Maris, dove Mons. Eugenio Arellano Fernández, nella sua commossa omelia, ha sottolineato il mandato che la vita di Mons. Olindo lascia a tutti noi: una missione ardua da continuare, a favore dei più poveri e abbandonati, alimentata da un grande amore a Cristo. Il corpo riposa nella tomba all’entrata della stessa chiesa.

Una personalità profondamente umana e ricca di doti
Ecco alcune delle annotazioni sul carattere e la personalità di Mons. Olindo, scritte dalla Direzione Generale dei Missionari Comboniani (1 gennaio 1990) in risposta al questionario che la Congregazione per i Vescovi aveva inviato, proprio in vista di una sua probabile nomina a vescovo. “Ha un buon carattere, disponibilità al dialogo, senso di responsabilità, è uomo di comunione e sa crearsi collaboratori. Ha delle buone doti umane che lo portano a trovarsi a suo agio con chiunque... È un animatore missionario molto efficace nei seminari maggiori d’Italia e di Spagna. Ha visitato molte missioni e guidato tanti incontri. Ha grande esperienza pastorale ed è una persona ‘affidabile’ dal punto di vista dottrinale ed ecclesiale. È un ottimo oratore che trasmette in maniera comprensibile ‘sana e soda dottrina’. Ha buone doti di organizzatore ed ha avuto riuscite esperienze come superiore di grandi comunità e come parroco. È attento ai problemi della gente a lui affidata… È una persona stimata a tutti i livelli e i superiori gli hanno sempre affidato incarichi e uffici di importanza e di grande responsabilità”.

Mons. Olindo è stato un missionario generoso, secondo il carisma di San Daniele Comboni che ha alimentato la sua vita personale e che egli ha saputo comunicare agli altri, ovunque abbia svolto la sua attività di animatore, di parroco e di vescovo.
Da Mccj Bulletin n. 239 suppl. In Memoriam, ottobre 2008, pp. 37-42.