P. Mario Balzarini nacque a Sesto Calende, una cittadina sulle sponde del Lago Maggiore, nella provincia di Varese, l’8 marzo 1931. Come egli stesso raccontava, da piccolo mangiava molto poco, nonostante il cibo fosse sempre stato abbondante nella fattoria Balzarini, anche durante la guerra. L’unica cosa che gli piaceva, erano i pesciolini che lui stesso pescava con il fratello in un lago vicino casa. Un piccolo pescatore di pesci chiamato a diventare pescatore di uomini! Mario fece la prima professione religiosa il 9 settembre 1952; studiò filosofia a Verona e teologia a Venegono Superiore. Fu ordinato sacerdote il 14 marzo 1959 a Milano.
Durante il noviziato a Firenze conobbe la Signora Giuseppina Camagna che lo sosterrà economicamente in molti dei suoi progetti missionari, fino a lasciargli in eredità una notevole somma di denaro. Una parte di questa somma servirà per la costruzione della chiesa parrocchiale di Bala, iniziata di recente. È la terza chiesa parrocchiale voluta da P. Mario, dopo quelle di Ngeta ed Alenga, segno della sua dedizione alle comunità cristiane tra i Lango. Una dedizione durata tutta la vita attraverso la preghiera, la formazione di catechisti e adulti e il ministero.
Salvo per miracolo
Dopo l’ordinazione collaborò per un breve periodo nella redazione della rivista “Nigrizia” a Verona, e poi, per quasi tre anni, fu promotore vocazionale dei Fratelli a Thiene. Risale a quel periodo un incidente stradale che avrebbe potuto costargli la vita. Raccontò, infatti, che mentre guidava per una stretta strada di montagna, costeggiata da burroni, un furgone, spuntato improvvisamente da una curva, lo buttò nel vuoto. Ma la macchina, miracolosamente, atterrò tra i rami di un grande albero, dove si mantenne in bilico. Resosi conto della situazione, P. Mario si raccomandò alla Madonna di cui era molto devoto e pian piano riuscì ad uscire dalla macchina, a scendere dall’albero, e ad inerpicarsi su per la china scoscesa fino a raggiungere la strada. Quando i primi soccorritori, chiamati dall’autista del furgone, arrivarono, rimasero a bocca aperta nel vedere completamente illeso colui che si aspettavano di trovare già morto. Tanto che l’autista si lasciò sfuggire un’imprecazione contro i “preti che se la cavano sempre”. P. Mario attribuì lo scampato pericolo alla Madonna che aveva invocato.
Parroco in Uganda
Arrivato in Uganda nel 1962, fu inviato nella missione di Ngeta (Lira), tra la popolazione Lango del Nord Uganda, per imparare la lingua. Qui, il 22 novembre 1962, amministrò il suo primo battesimo. P. Mario, però, rimase a Ngeta solo pochi mesi. Nel gennaio 1963 fu inviato ad Alito, dove le Suore Missionarie Comboniane portavano avanti una clinica e un villaggio per lebbrosi. Ad Alito P. Mario svolse il suo ministero fino all’ottobre 1965, quando fu trasferito nuovamente a Ngeta come parroco. Qui rimase per diciannove anni, fino al febbraio del 1984. Dal 1984 al 1988 fu nuovamente parroco di Alito. Dal 1988 al 2001 fu parroco ad Alenga. Infine, agli inizi del 2001, fu trasferito a Bala come superiore della comunità.
Durante il suo ministero come parroco a Ngeta, Alito e Alenga, dette il meglio di sé e del suo cuore di pastore. Costruì la chiesa parrocchiale di Ngeta con l’aiuto dei Fratelli Comboniani e dei benefattori che lo stimavano e lo seguivano con grande affetto.
Costruttore di chiese
Dovunque andò, lavorò sempre con il suo stile di missionario impegnato, uomo di poche parole, ma di molto impegno. Così fece, per esempio, nel suo ministero di parroco nella parrocchia di Alenga, che sorge sulla sponda orientale del Nilo, con visite pastorali ben pianificate nelle decine di cappelle e nelle varie scuole, con la cura dei catechisti e delle famiglie, con la preparazione accurata della predicazione, contribuendo ad edificare quella porzione del popolo di Dio. Come segno concreto di quello che voleva costruire, anche qui lasciò una nuova chiesa parrocchiale.
Quando, all’inizio del 2001, fu trasferito a Bala, aveva un serio problema di salute: una difficoltà crescente a tradurre in parole i concetti che aveva in testa. Questo fatto gli procurava una grande frustrazione nell’esercizio del ministero, al quale, tuttavia, non venne meno, cercando di svolgerlo in maniera diversa, impegnandosi soprattutto nelle confessioni. Inoltre, facendosi aiutare dai catechisti, continuava, anche se con grande sforzo, a celebrare l’Eucaristia e i vari sacramenti nelle cappelle in cui le celebrazioni si svolgevano nelle ore pomeridiane, che erano quelle in cui riusciva ad esprimersi meglio. Cercava di tenere viva la lingua Lango con quotidiani esercizi di lettura che duravano parecchie ore.
Fino a 75 anni, P. Mario aveva sempre usato la moto per recarsi nei safari e oppose una certa resistenza quando, negli ultimi mesi, i superiori gli imposero di usare la macchina. Ebbe la gioia di assistere alla posa della prima pietra da parte del vescovo di Lira, Mons. Giuseppe Franzelli, della nuova chiesa parrocchiale per la cui costruzione i suoi benefattori gli procurarono i fondi necessari.
Dopo l’ultimo attacco di “malaria” che sembrava non volesse passare, cedette alle pressioni dei confratelli e, sebbene con riluttanza, si ricoverò presso l’ospedale di Lacor (Gulu). Qui gli fu riscontrata una grave broncopolmonite bilaterale. Nonostante le assidue cure dei medici, delle Suore Comboniane e delle infermiere, sorsero complicazioni dovute anche alla precedente malattia e le sue condizioni peggiorarono improvvisamente. Si è spento mercoledì 4 ottobre 2006, festa di San Francesco d’Assisi, alle 7 del mattino.
Il funerale
Il corpo è stato trasferito il giorno stesso a Bala, dove lo attendeva una folla di fedeli che gli si è stretta intorno fino a tarda notte, pregando, cantando e piangendolo come un padre. La mattina seguente si è svolta una prima Messa di suffragio a Bala. Nel pomeriggio, nella chiesa di Ngeta (Lira), ha avuto luogo la Messa funebre celebrata da Mons. Franzelli. Erano presenti Mons. Malanda, precedente amministratore apostolico, P. John Peter Alenyo, vice-provinciale dei Missionari Comboniani in Uganda, numerosi Comboniani e sacerdoti diocesani, assieme ad un gran numero di fedeli. P. Mario è stato sepolto nel cimitero di Ngeta, a fianco di altri Comboniani che l’hanno preceduto nella casa del Padre. A Bala sentiremo tutti la sua mancanza, non solo perchè era una persona squisita, un uomo integerrimo, un religioso esemplare e un missionario zelante, ma anche perchè, nel suo silenzio, lavorava veramente sodo.
P. Alberto Anichini, mccj
Da Mccj Bulletin n. 234 suppl. In Memoriam, aprile 2007, pp.28-32.