Grazie sorella, riposa in pace! Testimonianze in morte di suor Maria Vidale

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Martedì 15 ottobre 2024
Sr. Maria Vidale, missionaria comboniana, è deceduta lo scorso 8 ottobre a Cesiolo (Verona, Italia), all’età di 85 anni. «Per molti di noi comboniani, suor Maria è stata davvero “nostra sorella” nel senso più autentico del termine, con la quale abbiamo condiviso l’amore per Cristo e per la missione», scrive padre Alberto Silva, coordinatore del Centro di Formazione Permanente dei Missionari Comboniani a Roma. «Le siamo tutti riconoscenti, per sempre!», aggiunge P. Manuel Augusto Lopes Ferreira, presidente dello Studium Combonianum. Di seguito pubblichiamo le loro testimonianze.

Grazie, sorella! Riposa in pace!

Siamo rimasti molto addolorati alla notizia della morte di suor Maria Vidale, missionaria comboniana. Per molti di noi comboniani, suor Maria è stata davvero “nostra sorella” nel senso più autentico del termine: con lei abbiamo condiviso l’amore per Cristo e per la missione.

In particolare, l’équipe responsabile dei corsi di formazione permanente, offerti nella nostra Curia di Roma a molti confratelli, sente di aver un immenso debito verso di lei per i molti anni in cui ha collaborato con noi nei corsi di formazione e di rinnovamento, o negli “Anni Comboniani”.

Non ha mai rifiutato il nostro invito a venire a parlarci della storia delle Pie Madri della Nigrizia, soprattutto del drammatico e doloroso fenomeno, verificatosi nella storia islamica moderna e passato alla storia come “Mahdia sudanese”, che dal 1881 al 1898 sconvolse l’Egitto e il Sudan. Quel movimento fu una vera e propria persecuzione dei cristiani presenti in quei paesi e portò alla chiusura di ogni missione nell’allora Vicariato dell’Africa Centrale. Missionari e suore furono fatti prigionieri del Mahdi e dovettero patire inenarrabili sofferenze, sia fisiche che morali.

Suor Maria si trasfigurava nel raccontare le sofferenze e l’eroico coraggio delle otto “consorelle” cadute nelle mani dei mahdisti. Per lei, erano «autentiche martiri, appese alla croce», ma «granitiche nella loro incrollabile fede», e non aveva il benché minimo dubbio sul fatto che «oggi vivono nello splendore della Gloria di Dio».

Raccontava, sì, eventi tragici, dolorosi e funesti, ma sempre con un tono di voce pacato e uno spirito pieno di rispetto e “venerazione” per quella «storia travagliata e santa», e i partecipanti al corso “pendevano letteralmente” dalle sue labbra, ascoltandola con grande attenzione e interesse.

Difficile dimenticare come sapeva rispondere alle numerose domande di chiarimento che i corsisti le ponevano. A noi – c’ero anch’io, immancabilmente – accadeva qualcosa di simile a ciò che era accaduto ai due “viandanti di Emmaus”: “ci ardeva il cuore nel petto”!

Suor Maria aveva sempre risposte “creative” su ciò che deve essere la “fedeltà alla missione”, soprattutto nei momenti più difficili e più “sfidanti”, e attingeva la sua “saggezza” alla sua profonda conoscenza di simili momenti difficili e sfidanti nella storia dei due Istituti comboniani.

Ci sentiamo tutti solidali e in profonda comunione di preghiera con le nostre sorelle comboniane in questo momento di dolore, ma che ci apre alla speranza.

Uniti a tutti i confratelli che l’hanno conosciuta e ascoltata, rimanendo infiammati dallo spirito di Gesù missionario che lei sapeva trasmettere, vogliamo dire a suor Maria un grande grazie per la lunga e preziosa presenza e collaborazione nei nostri corsi di formazione permanente, e chiediamo al Padre del cielo che l’accolga tra le sue braccia paterne e le doni il premio della gioia eterna.

A nome di tutti i nostri confratelli e dei membri delle équipe coordinatrici di ieri e di oggi, sussurro a suor Maria Vidale: «Grazie, sorella! Riposa in pace!».
Padre Alberto Silva, mccj
(Coordinatore del Centro di Formazione Permanente a Roma)

La migliore raccontatrice di storie comboniane

Nel suo lavoro allo Studium “Madri Nigrizia”, delle Suore Missionarie Comboniane, Suor Maria Vidale è riuscita ad unire, da una parte, la ricerca storica seria, esigente e professionale e, dall’altra, la bellezza del racconto, arricchente perché in grado di rendere attuale un passato che rimane riferimento vitale.

Si imponeva per la sua ricerca esauriente e per la bellezza del suo racconto, scritto e soprattutto orale; perciò, la ricorderemo come la migliore “raccontatrice” di storie comboniane: lei lo troverà esagerato, ma non rinuncerà a sorridere dal Cielo!

Inoltre, Suor Maria è riuscita a costruire la sua via e il suo metodo in un ambito (quello della ricerca storica comboniana) in cui i maschi dominavano e dettavano i criteri dello “storicamente corretto”. Si è imposta per quello che ha fatto, senza abbracciare femminismi alla moda, ma rimanendo quello che era: una donna consacrata, missionaria comboniana, senza rinunciare a essere donna e ad offrire il suo contributo alla memoria storica comboniana. In questo senso le siamo tutti riconoscenti, per sempre!
P. Manuel Augusto Lopes Ferreira, mccj
Presidente dello Studium Combonianum a Roma