Venerdì 24 settembre 2021
Un gruppo di persone legate alla vecchia squadra del Futebol Clube di Maia, in Portogallo, si è riunito nel pomeriggio del 22 settembre nel Seminario comboniano di Maia per rendere omaggio a p. Carlos Bascarán nel primo aniversario della morte. P. Carlos aveva giocato nel Futebol Clube di Maia durante il periodo in cui studiava Teologia a Oporto e svolgeva il compito di prefetto nel Seminario, dal 1966 al 1970. Il comboniano spagnolo, nativo di Oviedo, è morto vittima del Covid-19 il 22 settembre 2020, a Santa Rita, nello stato di Paraíba, nel Nordest del Brasile. Aveva 79 anni, la maggior parte dei quali passati in quel Paese. [Per vedere il video dell'Eucaristia, clicc qui]
Un gruppo di persone legate alla vecchia squadra del Futebol Clube di Maia, in Portogallo, si è riunito nel pomeriggio del 22 settembre nel Seminario comboniano di Maia per rendere omaggio a p. Carlos Bascarán nel primo aniversario della morte. P. Carlos aveva giocato nel Futebol Clube di Maia durante il periodo in cui studiava Teologia a Oporto e svolgeva il compito di prefetto nel Seminario, dal 1966 al 1970. Il comboniano spagnolo, nativo di Oviedo, è morto vittima del Covid-19 il 22 settembre 2020, a Santa Rita, nello stato di Paraíba, nel Nordest del Brasile. Aveva 79 anni, la maggior parte dei quali passati in quel Paese.
Dopo la celebrazione eucaristica, il gruppo ha voluto ricordare l’ex calciatore con una cerimonia semplice: ha piantato un olivo e scoperto una targa commemorativa nello spazio attiguo al campo di calcio del seminario: “Padre calciatore del F. C. Maia Carlos Bascarán Collantes (1941-2020) amico che i tifosi del Maia custodiscono nel cuore”.
Durante la commemorazione è stato presentato il “Projeto Legal” (http://projetolegal.org.br/), una delle opere sociali che p. Carlos più amava. Il Projeto Legal si occupa, dall’aprile 2014, di oltre 160 bambini e adolescenti di Marcos Moura, Comune di Santa Rita, offrendo cibo e istruzione a questi bambini di strada.
P. Carlos, oltre ad essere un eccellente calciatore era anche un bravo musicista. Usava il pallone e la musica come metodo missionario per stare con la sua gente. Uomo umile e gioioso, dalla lunga barba bianca, si separava dagli infradito brasiliane solo quando metteva gli scarpini da calcio.
Aveva cominciato a studiare chimica all’Università di Oviedo quando scelse il servizio missionario come comboniano, svolto in Portogallo, Spagna e, soprattutto, in Brasile.
[P. José da Silva Vieira, MCCJ – Jirenna]