Mercoledì 28 luglio 2021
Nata in Eritrea 64 anni fa, la missionaria comboniana dirige dal 1° luglio il Centro diocesano impegnato nella cooperazione tra le Chiese. «Il mio desiderio? La buona notizia del Vangelo raggiunga tutti». Giornalista, scrittrice, poetessa, «cittadina del mondo per scelta», si definisce. [Roberta Pumpo – ROMA Sette]
Suor Elisa Kidané, appartenente all’Istituto delle Missionarie Comboniane, è la prima donna a dirigere il Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma. Nominata il 18 giugno scorso dal cardinale vicario Angelo De Donatis, dal 1° luglio è ufficialmente alla guida dell’ufficio preposto alla cooperazione missionaria, fondato nel 1971 da padre Giuseppe Caffaratto dell’Istituto Missioni Consolata.
Giornalista, scrittrice, poetessa, suor Elisa in questi giorni sta conoscendo le sue collaboratrici e non nasconde di avere «molti progetti e sogni nel cassetto» da realizzare nel centro pastorale, ma al momento fa tesoro di quanto le è stato insegnato durante gli anni del noviziato, ossia che «in ogni luogo nuovo dove si arriva bisogna prima tacere e osservare. Le idee da attuare non mancano – dice – ma al momento il mio dovere è osservare e ascoltare quanto è già stato fatto, anche nel rispetto del cammino già percorso e del lavoro svolto da chi ha guidato l’ufficio per tanti anni. Solo dopo sapremo da dove continuare».
È però convinta che nel nuovo lavoro in Vicariato porterà «tutta l’esperienza acquisita, soprattutto la passione missionaria» che negli ultimi 44 anni, da quando cioè nel 1977 è entrata tra le Suore Missionarie Comboniane, «non è minimamente mutata. È la stessa dal giorno in cui ho sentito la chiamata a diventare missionaria. Il mio più grande desiderio è che la buona notizia del Vangelo possa raggiungere tutti per realizzare il Regno dei cieli e un mondo uguale a quello che Dio sogna per l’umanità. In questa nuova missione che mi è stata affidata porterò la volontà di ravvivare il fuoco della fede. Sono certa che basterà soffiare sulle ceneri sotto le quali c’è una brace d’amore insita nel cuore dell’umanità che aspetta solo un piccolo alito per prendere fuoco».
Quando le è stata comunicata la nomina a direttrice del Centro missionario, il suo primo pensiero è stato che «avessero sbagliato persona. Roma è la diocesi del Papa – prosegue -. Inevitabilmente si avverte un senso di timore e di grande responsabilità». Apprensioni che suor Elisa affronta affidandosi al Padre e ricordando il testamento spirituale di don Daniele Comboni, che tra il 1867 e il 1872 fondò l’Istituto maschile e l’Istituto femminile dei missionari comboniani.
Nel “Piano per la rigenerazione per l’Africa”, scritto nel 1864, mise ben in evidenza che lo stesso poteva realizzarsi solo con l’apporto delle donne. «Voleva che le sue suore fossero donne capaci di stare nel mondo, di assumersi tutte le responsabilità richieste», spiega suor Elisa, che a una delle prime ragazze entrate nell’Istituto ha dedicato il libro “Giusy degli zoccoli – Suor Maria Giuseppa Scandola. Missionaria comboniana innamorata di Dio e dell’umanità”.
Don Comboni «ha avuto per la donna un occhio innovativo e lungimirante – aggiunge –. Il fondatore chiede a ogni “sua” suora di portare il proprio contributo femminile, che deve essere lo stesso sia che la suora stia svolgendo una missione in un villaggio sperduto della terra sia che si ritrovi alla guida di uno “degli uffici della Chiesa”».
Suor Elisa Kidané è nata a Segheneiti, in Eritrea, il 24 dicembre 1956. Cresciuta in una famiglia cattolica, ha frequentato gli studi ad Asmara in un istituto delle suore comboniane, lo stesso in cui, giovane ventenne, è tornata e dove ha fatto il postulato, il noviziato e ha emesso la professione religiosa nel 1980. Nel 1986, dopo aver confermato i voti perpetui a Verona, è partita per l’America Latina e fino al 1993 è stata missionaria in Ecuador, Perù e Costa Rica. «Ora sono missionaria in Italia», afferma, definendosi «eritrea per nascita, missionaria comboniana per vocazione, cittadina del mondo per scelta».
È cittadina italiana dal 2008. Iscritta all’ordine dei giornalisti pubblicisti del Veneto, dal 1996 al 2004 suor Elisa ha lavorato nella redazione della rivista “Raggio”, oggi “Combonifem”, mensile delle suore missionarie comboniane, che ha anche diretto dal 2011 al 2015. Dal 2000 al 2003 è stata responsabile del notiziario della rivista online “Femmis”.
Dal 2004 al 2010 consigliera generale dell’Istituto nella casa generalizia di Roma, nel 2009 ha partecipato al II Sinodo per l’Africa indetto da Papa Benedetto XVI, svoltosi a Roma dal 4 al 25 ottobre. Dal 2016 al 2018 ha vissuto a Brescia, dove ha collaborato con il Centro missionario diocesano per l’organizzazione di “Mission is possible”, il primo festival della missione in Italia, un’esperienza che spera «si possa replicare presto». Tra le sue pubblicazioni anche cinque raccolte di poesie: “Ho visto la speranza danzare”, “Orme nel cuore del mondo”, “Fotocopia a colori”, “Parole clandestine” e “Africa nostra Madre Terra”.
[Roberta Pumpo – ROMA Sette]