Roma, venerdì 8 febbraio 2013
Monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti/Vasto (Italia), teologo di fama internazionale e molto vicino a Papa Benedetto XVI, ieri sera 7 febbraio ha visitato le comunità della Curia Generalizia dei Missionari Comboniani, a Roma. L’arcivescovo ha parlato a una cinquantina di missionari presenti sul tema “Dal Sinodo dei Vescovi un nuovo slancio per l’annuncio della buona novella”. Dopo la conferenza di mons. Forte, vi è stato un breve momento di domande e risposte.

Monsignor Bruno Forte ha partecipato al Sinodo dei Vescovi – svoltosi dal 7 al 28 ottobre 2012 in Vaticano – come delegato, eletto dai Vescovi italiani. Il Sinodo è stato dedicato al tema della nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. “Ho capito dal vivo – ha detto mons. Forte – perché Paolo VI ha istituito questa forma di collegialità al servizio della Chiesa intera: essa doveva far rivivere, a scadenze regolari, qualcosa della straordinaria esperienza che fu il Concilio Vaticano II, vera Pentecoste dei tempi moderni”. Secondo l’arcivescovo, “si è trattato di una straordinaria occasione per condividere esperienze e delineare vie affidabili per un annuncio della fede alle donne e agli uomini di oggi, annuncio ‘nuovo’, tanto a partire dal rinnovamento dei cuori nello Spirito Santo, che dalla novità delle sfide poste ai credenti dai diversi contesti in cui vivono”.

“Da tutti i partecipanti al Sinodo – ha detto il teologo napoletano – è stata rilevata nel mondo intero un'attesa – esplicita o celata – di un nuovo risuonare del Vangelo, che dia speranza, gioia e motivazione ai credenti, anche non praticanti, e si offra a chi non crede come proposta di vita e di speranza. Certamente, nella varietà delle situazioni presenti nel ‘villaggio globale’, la proposta cristiana incontra non poche difficoltà. A volte esse si manifestano sotto forma di una vera e propria persecuzione religiosa; altre volte in una diffusa indifferenza dovuta al rigetto, conseguente alla crisi delle ideologie, nei confronti di ogni visione del mondo totalitaria e violenta; a volte, infine, specialmente nel Nord del pianeta, nella sfida rappresentata dalla cosiddetta ‘modernità liquida’, in cui ciascuno si sente portatore della propria verità soggettiva, incapace di affidarsi a un progetto comune. Davanti a queste difficoltà si è voluto evidenziare come il Vangelo sia sì una visione totale della vita e del mondo, che però non ha nulla di violento, è anzi la buona novella dell’amore e della pace, che porta a compimento le attese più vere del cuore umano. Proprio questo messaggio di pace, di verità e di bellezza, può aiutare le donne e gli uomini del nostro tempo a uscire dalla folla delle solitudini in cui spesso li relega la condizione delle società post-moderne. In questa lettura dei segni del tempo, fatta con attenzione e rispetto, mi sembra che lo spirito del Vaticano II abbia aleggiato con dovizia sui lavori, con punte di creatività feconda”.

Dopo la breve introduzione al tema, l’arcivescovo si è fermato a evidenziare sette aspetti del Sinodo dei Vescovi che, secondo lui, “ hanno reso specialmente viva e attuale la memoria dei cinquant’anni trascorsi dall’apertura del Concilio”: 1. L’esperienza ricchissima delle diversità in comunione; 2. Il modo di proporre il Vangelo; 3. La dimensione contemplativa della nuova evangelizzazione; 4. Le attenzioni ai contesti culturali; 5. L’attenzione ai giovani; 6. L’uso dei mezzi di comunicazione sociale; e 7. In sintesi, tutta la Chiesa annuncia tutto il Vangelo a tutto l'uomo, ad ogni uomo.

Riportiamo in allegato (© Tutti i diritti riservati) l’intervento di mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, alle comunità della Curia Generalizia la sera del 7 febbraio a Roma.


Da sinistra: P. Claudio Lurati, mccj; Monsignor Bruno Forte; P. Luciano Verdoscia, mccj.