Roma, martedì 30 agosto 2011
P. Saverio Paolillo, missionario comboniano che lavora nella “Pastoral do Menor da Arquidiocese de Vitória do Espírito Santo – REDE AICA: Atendimento Integrado à Criança e ao Adolescente” (Pastorale dei Minori dell´Arcidiocesi di Vitória, Espírito Santo – RETE AICA: Servizio di Assistenza Integrata ai Bambini e agli Adolescenti), ci scrive per raccontare come è andato a finire il processo a favore degli adolescenti rinchiusi nel carcere minorile di Vitória, Espírito Santo (Brasile). Segue il testo.
Nella foto, da sinistra a destra: Parte della delegazione brasiliana alla Corte Interamericana dei Diritti Umani: Sandra Carvalho, di Justiça Global di Rio de Janeiro; P. Saverio Paolillo, missionario comboniano, della Pastorale dei Minori dell’Arcidiocesi di Vitória; Marta Falqueto, del Centro di Difesa dei Diritti Umani di Serra – Espírito Santo.
Il 25 agosto 2011 sono stato a Bogotá, in Colombia, su invito della Corte Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), per descrivere la situazione attuale delle carceri minorili di Vitória, Espírito Santo (Brasile) a seguito di un processo aperto da noi e culminato il 25 febbraio scorso con l´imposizione al Brasile da parte della Corte di adottare misure cautelari per garantire l´integrità fisica e psicologica degli adolescenti rinchiusi nel carcere minorile di Vitória.
Il Brasile e lo Stato dello Espírito Santo chiedevano alla Corte la revoca delle misure cautelari sostenendo di aver risolto tutti i problemi, ma la Corte non ha accolto la richiesta e, dopo aver ascoltato con attenzione i nostri argomenti, ha deciso di stabilire un termine di 30 giorni per esaminare le prove presentate dalle due parti e prendere una decisione.
Così, dopo aver ascoltato le due parti, i Giudici della Corte hanno avuto l´impressione che non si stesse parlando della stessa cosa. Lo Stato ha occupato buona parte del tempo a sua disposizione nella prima fase del dibattito mostrando un documentario in cui voleva far credere che tutti i problemi erano stati risolti. D´altra parte, noi (Centro di Difesa dei Diritti Umani di Serra, Justiça Global di Rio de Janeiro e Pastorale dei Minori dell´Arcidiocesi di Vitória), a nome dei ragazzi beneficiari delle misure cautelari, abbiamo sostenuto che, nonostante la costruzione di nuovi riformatori e la riduzione del sovraffollamento nel carcere minorile di Vitória, le violazioni dei diritti umani continuano non solo nel carcere minorile sotto inchiesta, ma in tutte le carceri inaugurate recentemente.
Lo Stato, per liberarsi del processo alla Corte Interamericana, ha adottato la tecnica del trasferimento in massa, passando dagli oltre 200 adolescenti all´inizio dell´anno agli attuali 37. Ma, sia nel vecchio carcere, sia nelle nuove carceri, sono decine le denunce di violenza fisica e psicologica ai danni dei ragazzi. Per questo abbiamo chiesto non solo il mantenimento delle misure cautelari, ma la loro estensione a tutte le carceri minorili dello stato dello Espírito Santo, soprattutto a quelle in cui sono stati trasferiti i ragazzi che erano rinchiusi nel carcere di Vitória.
Nel nostro rapporto abbiamo presentato 84 casi di violazioni dei diritti umani avvenute nel carcere minorile di Vitória soltanto nel periodo di vigenza delle misure cautelari. Le denunce più gravi sono quelle riguardanti adolescenti ammanettati alle grate delle celle in posizione di crocifissione e il caso di Jefferson, un ragazzo di 13 anni che, durante tutto il periodo della sua permanenza nel carcere minorile, è stato sottoposto a sevizie e altre forme di tortura da parte dei suoi compagni di cella senza che la direzione prendesse provvedimenti.
Il dibattito è stato intenso e nervoso. La sessione è durata circa tre ore. Molto importanti sono state le domande degli stessi giudici. Alla fine siamo stati salutati cordialmente da alcuni di loro e abbiamo ricevuto il sostegno del grande pubblico che assisteva.
La preparazione è stata dura. Per tre giorni ci siamo rinchiusi nella sede di un’istituzione colombiana che difende i diritti umani per analizzare tutti i documenti e preparare i testi che sono stati letti durante la sessione. è stato decisivo l´apporto di due avvocati e degli alunni della Clinica dei Diritti Umani di Harward negli Stati Uniti che volontariamente ci hanno aiutati a organizzare tutte le prove e a dare una veste giuridica alle nostre testimonianze.
Nel rimandare la sua decisone, la Corte ha rivelato di avere seri dubbi. Questa per noi è una grande vittoria. Lo Stato era entrato in aula convinto di riuscire ad archiviare il processo. Per noi era importante mantenere le misure cautelari ancora per un certo tempo in modo da obbligare tutte le istituzioni ad impegnarsi seriamente per risolvere i problemi e sconfiggere definitivamente la pratica della tortura.
Questo risultato ci spinge a lavorare ancora di più. Siamo pronti a portare avanti il nostro impegno di fiscalizzazione e di collaborazione con l´obiettivo di costruire un sistema socio-educativo che aiuti questi ragazzi a superare il loro coinvolgimento nella criminalità e a inserirsi nella società come cittadini che esercitano i loro diritti in armonia con quelli degli altri.
Personalmente ringrazio Dio per questa bellissima esperienza. È qualcosa di indimenticabile. Ringrazio tutti coloro che hanno pregato per il buon esito del processo e che continuano a stare con noi in questo lavoro arduo di garantire vita e dignità a tutti, soprattutto ai più poveri e abbandonati.
Continuate a pregare per noi perché non è facile prendere la difesa di ragazzi che sono emarginati dalla società perché ‘delinquenti’. Con questo lavoro non vogliamo sminuire la responsabilità dei ragazzi né disprezzare la sofferenza da loro causata alle vittime, ma vogliamo che siano chiamati alla responsabilità attraverso un lavoro che provochi in loro una profonda e positiva trasformazione.
P. Saverio Paolillo, saverio.comboniano@gmail.com