Martedì 22 aprile 2025
Raggiunto dalla notizia della morte del Pontefice, il vescovo di Bentiu, monsignor Christian Carlassare, ha sottolineato che il Papa “ha aperto un cammino meraviglioso verso quella terra nuova e quei cieli nuovi che ci sono promessi da Gesù” che ci chiamano ad essere “una Chiesa rinnovata, riconciliata”. [Vatican News]
“Cristo Risorto, nostra speranza, conceda pace e conforto alle popolazioni africane vittime di violenze e conflitti, soprattutto in Sudan e Sud Sudan”. Anche nell’Urbi et Orbi di ieri, il Papa ha espresso la sua vicinanza a quelle popolazioni, ferite dai conflitti, dalla violenza, da una guerra intestina che sembrava tramontata proprio a Santa Marta quando l’11 aprile 2019, Francesco ricevette in Vaticano i nuovi vertici politici sud sudanesi, all’indomani dell’accordo mediato dalla Chiesa per porre fine al conflitto che aveva causato 400mila vittime tra il 2013 e il 2018. A colpire fu il gesto del Papa che si chinò a baciare i piedi dei due politici rivali, come a segnare ancora una volta l’urgenza della pace, del venirsi incontro, del confrontarsi nonostante tutto.
In Sud Sudan c’è un vescovo comboniano, monsignor Christian Carlassare, che proprio Francesco nel 2024 ha voluto nominare a capo di una nuova diocesi, quella di Bentiu, racchiusa in due territori: quello dello Stato dell’Unità, del quale la città di Bentiu è la capitale, e quello di un’area amministrativa autonoma dei Rouen, una popolazione appartenente alla tribù Dinka.
“Un grande dolore”
“Un testimone della fede vissuta, incarnata nelle Galilea della nostra storia”: è il ricordo del vescovo ai media vaticani. Nel 2021 il presule originario di Schio, poco dopo la sua nomina episcopale, fu vittima di un agguato e fu ferito gravemente alle gambe. “E’ un grande dolore – racconta – ricevere questo messaggio misto anche alla gioia della Pasqua e la gioia che abbia almeno potuto vivere la Pasqua con noi”. La sua morte, sottolinea, è legata “a questo momento della Risurrezione, che è quello a cui davvero crediamo. Sentiamo la sua figura così forte per noi, nella Chiesa che ha avuto bisogno e che continua ad aver bisogno di testimoni”.
“Non c’è morte che tenga”
Monsignor Carlassare ricorda la vicinanza del Papa al Sud Sudan, “in molti modi, con la preghiera, con la sua paternità e il suo richiamo alla pace, all’armonia fra le persone”. Per questo motivo “questo è un giorno anche di preghiera e di ringraziamento al Signore per la sua missione che ha svolto con fedeltà ma anche di preghiera per la Chiesa perchè siamo chiamati a testimoniare l’amore misericordioso di Dio che Papa Francesco ha a sua volta testimoniato così fortemente”. “Papa Francesco, – aggiunge il vescovo di Bentiu – lasciandoci proprio questo lunedì di Pasqua, sembra dirci ‘coraggio, coraggio’. La Risurrezione di Gesù ci dice che di fronte a chi ama di vero cuore non c’è morte che tenga. E questo è quello che è accaduto con la vita di Papa Francesco”. “Ci ha aperto un cammino meraviglioso verso quella terra nuova e quei cieli nuovi che ci sono promessi da Gesù e questo ci chiama ad essere una Chiesa rinnovata, riconciliata, che sa vivere nella comunione, in tempi così divisivi infatti la fede ci può far riconoscere fratelli”.
Francesca Sabatinelli e Benedetta Capelli
Per gentile concessione di Vatican News – a 21 aprile 2025