Martedì 14 giugno 2022
I lavori della prima settimana del XIX Capitolo Generale dei Missionari Comboniani, che si svolgerà fino al 30 giugno a Roma, si sono conclusi con l’ascolto delle relazioni del Segretariato dell’Economia e delle relazioni continentali (Africa francofona, Africa anglofona più Mozambico, America/Asia ed Europa). [Da sinistra nella foto, capitolari dell’Africa anglofona più Mozambico (APDESAM): P. José Joaquim Luis Pedro, P. Achilles Kasozi, P. Simon Mwara Mbuthia, Fr. Gédeon Ngunza Mboma, e P. Anthony Kibira]
La liturgia di venerdì 10 giugno è stata affidata ai capitolari di Ecuador e Colombia. Nella Messa, P. Ottorino Poletto, superiore provinciale dell’Ecuador, commentando la prima lettura (1 Re 19), ha detto: «Elia, perseguitato per la sua fedeltà al Signore, fugge al monte di Dio, l’Oreb. Ma il Signore, che si presenta nel mormorio di una brezza leggera, gli chiede: “Elia, cosa fai qui?”. Ed Elia risponde: “Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita”. E il Signore risponde: “Torna sui tuoi passi e va dove ti mando”. Ecco, anche noi siamo chiamati a vivere la missione, tante volte in situazioni di grande avversità, con passione, fedeltà e radicalità sull’esempio di Elia e del nostro fondatore san Daniele Comboni. Per noi comboniani è la missione che dà senso alla nostra vita».
Nella mattinata, P. Angelo Giorgetti, economo generale, ha presentato la relazione del Segretariato dell’Economia, partendo da tre parole chiave: condivisione, consolidamento e trasparenza. Riguardo alla condivisione, P. Angelo ha detto che “il Fondo Comune Totale (FCT) è certamente lo strumento che più di tutti ha prodotto negli ultimi anni un cambiamento epocale nel modo di vivere l’economia e la condivisione all’interno dell’Istituto. Al presente, praticamente tutte le Circoscrizioni lo hanno adottato con convinzione”. Inoltre, ha precisato che “il FCT rappresenta uno strumento concreto per aiutarci a vivere il nostro voto di povertà in comunione con i fratelli, appoggiandoci ai cardini della fiducia reciproca, del discernimento comune su ciò che si vuole realizzare e sull’impegno di tutti nel cercare le risorse necessarie. Quando questi elementi sono presenti, il FCT non è solo uno strumento per condividere le risorse ma soprattutto per sentire come realtà comune la missione specifica della comunità e della Circoscrizione, al di là dell’incarico specifico di ciascuno”.
Sul consolidamento ha detto: “sotto la parola consolidamento abbiamo inteso raccogliere quel gruppo di strumenti che hanno l’obiettivo di creare stabilità, continuità e quindi una certa serenità nella vita economica dell’Istituto, evitandoci di conseguenza l’affanno di correre dietro a continue emergenze”.
Mentre sulla trasparenza ha chiarito che “in un’istituzione trasparente, le decisioni vengono prese seguendo un processo di discernimento condiviso in cui chi è incaricato di decidere ha l’obbligo di consultare e ascoltare il parere di chi è preposto a ciò. Chi poi esegue e gestisce quanto deciso deve rendere conto del suo operato a colui che controlla. Il primo livello di trasparenza è quindi interno all’istituzione: avviene quando questi meccanismi vengono rispettati, ne rimane traccia e se ne può dare ragionevolmente conto a tutti i membri dell’Istituto. Altro livello di trasparenza è quello verso l’esterno dell’Istituto: qui si deve verificare che le norme e i regolamenti imposti dall’autorità pubblica verso l’istituzione in virtù della sua persona giuridica pubblicamente riconosciuta siano rispettati”.
P. Angelo ha concluso la sua relazione lasciando qualche sfida ai capitolari, tra cui quella della sostenibilità. “Il grande tema da mettere al centro ci pare essere quello della sostenibilità in un Istituto che sta cambiando velocemente. L’atteggiamento di fede nella Provvidenza del Signore che mai ci ha abbandonati deve sicuramente continuare ad accompagnarci e darci tanta serenità anche nell’affrontare queste tematiche”.
Nel pomeriggio, terminate le relazioni della Direzione Generale, si è dato inizio all’ascolto delle relazioni continentali, incominciando da quella dalle province dell’Africa francofona (ASCAF), presentata da P. Fidèle Katsan e P. Léonard Ndjadi, seguita dall’Africa anglofona più Mozambico (APDESAM), presentata dai capitolari P. Simon Mwara Mbuthia, Fr. Gédeon Ngunza Mboma, P. Anthony Kibira e P. José Joaquim Luis Pedro. Entrambe le relazioni hanno cercato di dare una visione della realtà delle circoscrizioni comboniane e del continente africano in generale, a livello socioeconomico, politico, religioso, ecclesiale, giovanile e missionario.
Ci sono tanti segni di vita nell’evangelizzazione, nella dedizione e nell’impegno pastorale comboniano, nella crescita vocazionale, in un contesto di grande ricchezza di diversità culturale e religiosa, ma anche di tante realtà particolarmente preoccupanti come, ad esempio, i conflitti armati e l’insicurezza, i migranti e gli sfollati, l’iniqua distribuzione della ricchezza e la disuguaglianza sociale, la povertà, la corruzione e gli abusi dei diritti umani.
La mattina di sabato 11 giugno è iniziata con la celebrazione della Messa, presieduta da P. Daniele Moschetti e animata dai capitolari dell’Italia. Durante l’omelia P. Fabio Baldan, superiore provinciale, ha detto che, leggendo il Vangelo del giorno alla luce delle condivisioni di questa settimana, tre parole lo hanno colpito in maniera particolare. Nella prima frase del mandato di Gesù – “strada facendo, predicate, dicendo...” – ha sottolineato l’importanza del primo verbo “strada facendo”, “camminando”, che evidenzia come il mandato dell’annuncio è qualcosa che ci accompagna in ogni momento della nostra vita e non solo in alcune esperienze speciali. “Il mondo in cui viviamo – ha detto – sta ponendo molte sfide alla dimensione ‘ad vitam’ della nostra vocazione”. Poi si è riferito alla parola “gratuitamente”, ripetuta da Gesù due volte nella stessa frase: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. E conclude: “Nel mondo di oggi, dominato dal potere economico, la dimensione della gratuità assume un’importanza particolarmente profetica. Infine, ha sottolineato la dimensione del rimanere “ospiti”, collegato alla frase del vangelo “rimanetevi finché non sarete partiti”, per contrastare le varie dinamiche di potere legato spesso – ha detto – “alla maniera in cui viviamo ed esercitiamo i nostri ministeri. Vederci come ospiti presso le genti a cui siamo mandati, ci aiuta a cambiare la nostra prospettiva interiore e ad aprirci anche alla dimensione antitetica dell’essere ospiti, che è la dimensione dell’accoglienza”.
I lavori sono iniziati con l’ascolto della relazione delle circoscrizioni di America/Asia. I capitolari P. Enrique Sánchez, P. Juan Diego, P. Francisco José Martín Vargas e P. David Domingues (delegato dall’Asia) hanno presentato la realtà a livello di continente, ma anche di ciascuno dei paesi dove i comboniani sono presenti: Filippine, Taiwan, Macao, Vietnam e Cina, in Asia; Stati Uniti America, Canada, Messico, Guatemala, Costa Rica, El Salvador, Colombia, Ecuador, Perù e Brasile, in America. Anche qui la relazione ha cercato di presentare le luci e le ombre che si vivono in queste realtà così estese e variegate.
Dopo il riposo di domenica 12 giugno, la giornata di lunedì è iniziata con la preghiera delle Lodi e la Messa, guidate dai confratelli che lavorano in Eritrea, P. Habtu Teklay Tiluq, e in Etiopia, P. Sisto Agostini e P. Asfaha Yohannes Weldeghiorghis.
In sala capitolare sono poi ripresi i lavori con l’ascolto della relazione delle circoscrizioni dell’Europa, seguita come al solito da un breve dibattito per chiarimenti. P. Fabio Baldan ha aggiunto alcune informazioni più dettagliate sulla realtà della provincia italiana, che al 1º gennaio 2022 contava 23 comunità e un totale di 273 comboniani.
Nel pomeriggio di ieri, 13 giugno, Mons. Menghesteab Tesfamariam, arcieparca di Asmara, è intervenuto per via telematica, parlando dall’Eritrea a nome dei 21 vescovi comboniani sparsi per il mondo. Mons. Tesfamariam ha detto: “La situazione attuale nella quale viviamo e operiamo è complicata. Da una parte vediamo grandi segni di speranza. Le Chiese sono in crescita sia come numero di fedeli e di agenti pastorali che come numero di missionari laici. C’è la promozione umana e l’uso dei mezzi di comunicazione sociale. La parola di Dio è annunciata dappertutto e in tutti i modi. Ci sono giovani entusiasti di conoscere e approfondire la loro fede, pronti ad aiutare e servire quanti sono nel bisogno, come pure famiglie cattoliche dedite alla preghiera e a gesti di carità. D’altra parte, si osserva che le situazioni sono molteplici come lo sono le nazioni e le Chiese locali. Le situazioni sociopolitiche, religiose ed economiche hanno un grande influsso anche sulla situazione delle nostre Chiese. Le nazioni sviluppate hanno problemi economici e di immigrazioni di massa. Le politiche di sinistra e di destra influiscono anche sulle Chiese che si trovano in quei contesti. Ci sono poi alcune nazioni in via di sviluppo, dove godono di una relativa pace”.
Rivolgendosi ai capitolari ha detto: “Papa Francesco ha chiamato tutta la Chiesa a iniziare un cammino sinodale. È molto significativo che il vostro Capitolo Generale sia celebrato durante questa esperienza di sinodalità universale. I tre temi scelti dal Santo Padre, la comunione, la partecipazione e la missione, aprono un campo di lavoro molto esteso e profondo davanti a voi”.
In seguito, è intervenuta, in presenza, la Superiora Generale delle Suore Missionarie Comboniane, Madre Luigia Coccia, che ha ricordato l’Anno Giubilare dei 150 anni della fondazione del loro Istituto, che stanno celebrando. “L’anno giubilare – ha detto – ci offre l’opportunità di vivere un tempo di profonda gratitudine per questa ricca storia”. A proposito del loro XXI Capitolo Generale, che si terrà dal 1 al 25 ottobre 2022, sul tema “150 anni trasformate dal nostro carisma, discepole missionarie verso le periferie esistenziali”, ha detto che uno degli obbiettivi principali del processo capitolare è fare una “rilettura del carisma e una riorganizzazione delle presenze” e ha sottolineato il bisogno di cambiamento e di trasformazione dell’Istituto.
Le Suore Comboniane sono passate da 2.218 (nel 1973) alle attuali 1023, tra cui circa 400 sorelle anziane o ammalate. Ciò significa che “nei prossimi dieci anni il numero delle sorelle con più di 75 anni sarà superiore a quello delle sorelle al di sotto dei 75”. Oggi le Comboniane sono presenti in 31 paesi, in 19 circoscrizioni. Le comunità sono 143.
Infine, riguardo alla collaborazione a livello di Famiglia comboniana, ha concluso: “è nostra intenzione promuovere una sempre maggiore collaborazione per costruire quel cenacolo di apostoli, sognato da Comboni… Abbiamo camminato molto insieme durante questo sessennio. Abbiamo condiviso momenti non facili e la vostra presenza ci è stata di grande sostegno. Abbiamo condiviso le fatiche del momento… riconosciuto le nostre mediocrità. Abbiamo sognato insieme un futuro più carismatico per i nostri Istituti. Ora ci resta di sognare un prossimo Capitolo insieme!”.