“Saran trascorsi dei secoli e si parlerò ancora di lui, perché è lui che ha trovato la chiave di sciogliere il grande problema di cristianizzare l’Africa Centrale”. Colonia, Germania, 15 agosto 1869. Chi parla così è monsignor Leo Meurin, gesuita, missionario e vescovo di Bombay, in India, tornato in patria a raccogliere fondi per la sua missione. In viaggio ha avuto modo, al Cairo, di incontrare e vedere all’opera un giovane missionario italiano, e ora invita i suoi ascoltatori e benefattori a dirottare le loro offerte in favore di quella missione, molto più bisognosa, affidata a colui che egli chiama il “Francesco Saverio dell’Africa”, Daniele Comboni.
L’esperto gesuita aveva visto giusto. Oggi, non solo si parla ancora di lui, ma, dichiarandolo santo il 5 ottobre 2003, papa Giovanni Paolo II propone a tutta la Chiesa Daniele Comboni come un autentico discepolo e apostolo di Cristo, un modello valido e da seguire anche oggi. Perché i santi, quelli veri, non sono mai “datati” e, come scrisse Jean Guitton riferendosi proprio a Comboni, “sono contemporanei dell’avvenire”.
Queste pagine sono un invito e un aiuto a conoscere Daniele Comboni, missionario dell’Africa Centrale, un santo per oggi e per ogni tempo.
Padre Venanzio Milani
In allegato una breve biografia di San Daniele Comboni, scritta da Mons. Giuseppe Franzelli, nel 2003.