Lunedì 3 novembre 2014
Il gruppo di missionari ultrasettantenni provenienti dalle missioni di Europa, Africa e Americhe, dopo due mesi – settembre e ottobre – di corso di rinnovamento spirituale a Roma, chiamato Corso Comboniano di Anzianità (CCA), dal 21 al 30 ottobre si sono recati in pellegrinaggio a Limone sul Garda, nella casa del fondatore, san Daniele Comboni, per un corso di Esercizi spirituali. La prima esperienza comunitaria di formazione permanente di comboniani ultrasettantenni si è infatti conclusa sabato 1 novembre a Roma con la celebrazione dell’Eucaristia, presieduta da P. Enrique Sánchez G., Superiore Generale dei missionari comboniani. Nella foto da sinistra: P. Pezzei Fidelis, P. Enrique Sánchez e P. Antonio Ino.
Partecipanti al CCA
(Corso Comboniano di Anzianità)
a Limone sul Garda,
casa di san Daniele Comboni
alla fine degli Esercizi spirituali.
Lo scopo di questo corso è stato, soprattutto, come ha scritto un corsista, quello di “dare uno sguardo retrospettivo alla nostra missione vissuta, per redimerla e purificarla” e ricevere nuove energie e motivazioni per continuare a vivere il Vangelo e testimoniarlo.
Il Salmo 102(103),5: “Egli rinnova come aquila la tua giovinezza”, è stato, per molti di noi, l’esempio della concretizzazione di un rinnovamento dell’ideale missionario. Anche le parole del profeta Isaia (40,31) “Quelli che confidano nel Signore rinnoveranno le forze, saliranno come aquile, correranno e non si stancheranno, cammineranno e non si affanneranno” ci insegnano “un rituale per ringiovanire”.
P. Vincenzo Santangelo, raccontando le esperienze di questi giorni, riprende l’immagine dell’aquila. “La favola dell’aquila che ringiovanisce è una delle più conosciute come modello di resistenza e di cambiamento durante il ciclo dell’essere umano. L’aquila, infatti, è l’uccello che possiede la maggiore longevità della specie, giungendo fino a settant’anni. Ma, per raggiungere quest’età, a quarant’anni deve volare su un’alta montagna e, lì, cercare un nido vicino ad una sporgenza della roccia per iniziare il doloroso processo di trasformazione, battendo il suo becco contro la roccia fino a strapparlo, sopportando coraggiosamente il dolore. Poi aspetta pazientemente che nasca un nuovo becco col quale può strappare le sue vecchie unghie. Con le nuove unghie riesce a strappare le sue vecchie penne. Cinque mesi dopo, l’aquila è rinata ed è pronta a volare per altri trent’anni”.
Fr. Bernardino da Silva Ferreira,
comboniano portoghese.
Molte volte, nella nostra vita, dobbiamo fermarci a riflettere per un periodo di tempo, per poter cominciare un processo di trasformazione. Come l’aquila, anche noi missionari anziani, abbiamo sentito il bisogno di ringiovanirci spititualmente per continuare il nostro “volo” missionario nel mondo. Come l’aquila, siamo venuti su questo monte, nella casa del nostro fondatore, innanzitutto, per rinnovare il “becco”, cioè, il nostro modo di parlare di Dio al popolo, per staccarci le “unghie” dei pregiudizi, delle cattive abitudini e di tutto ciò che non è più utile per continuare a “volare”. Papa Francesco, più volte, nell’Enciclica “Evangelii gaudium” (la gioia di evangelizzare) ha raccomandato a tutti i ministri della Parola di essere veramente dei “buoni pastori”, che sappiano dare la propria vita per il loro gregge.
Il rinnovamento dell’aquila è un’esperienza che può servire alla nostra realtà. Bisogna volare alto, dilatare gli orizzonti e non aver paura di cambiare quello che è necessario e urgente, perchè credere nella possibilità di cambiare può essere l’inizio di un “volo” rinnovato nella fede e nella gioia.
Ringraziamo cordialmente i promotori del CCA, P. Siro Stocchetti, P. Danilo Cimitan e Fr. Guillermo Casas Rosell. Ringraziamo il superiore, P. Danilo Castello, e tutti i comboniani della Casa Comboni che ci hanno accolti e accompagnati in questa “necessaria e urgente” trasformazione per rinnovarci e rendere ancora giovane, come l’aquila, il nostro carisma comboniano.
P. Antonio Ino
comboniano italiano.
Chiusura del Corso comboniano di anzianità
a Roma
Sabato mattina 1 novembre, solennità di Tutti i Santi, P. Enrique Sánchez G., Superiore Generale dei missionari comboniani, ha presieduto l’Eucaristia di chiusura del primo corso di formazione permanente per comboniani ultrasettantenni. P. Enrique ha ricordato loro ancora una volta che “siamo missionari non per quello che facciamo ma per quello che siamo”. L’occasione per concludere il CCA non poteva essere migliore: la solennità di Tutti i Santi. Il gruppo, assieme all’equipe formativa, era appena rientrato a Roma, dopo gli Esercizi spirituali nella casa natale di san Daniele Comboni.
Il Superiore Generale, nella sua omelia, riprendendo il testo delle beatitudini nella versione di Matteo, ha ricordato ai corsisti che “siamo tutti chiamati a essere piccoli e in cammino verso la santità perché non possiamo mai, nemmeno a 70-80 anni, smettere di crescere”. Al momento della conclusione, il più anziano del gruppo, P. Antonio Ino, ha ringraziato a nome di tutti Dio, il Superiore Generale, l’equipe formativa e tutto l’Istituto per questa occasione provvidenziale che li aiuterà a “tornare alla missione con più entusiasmo”.