Roma, lunedì 10 settembre 2012
I lavori dell’Assemblea Intercapitolare della giornata di venerdì 7 settembre sono stati dedicati alla riflessione sul tema della “continentalità”. Fr. Daniele Giusti (nella foto) ha fatto un breve percorso storico del come si è arrivati a questo tema e un riassunto dei risultati del “questionario sulla continentalità”. Nel pomeriggio si è lavorato in gruppi suddivisi per continenti e in seguito sono state riportate in aula le conclusioni. Alla fine della giornata, un gruppo di partecipanti all’Assemblea si è recato nella basilica di Santa Maria in Trastevere, per la preghiera dei vespri con la Comunità di Sant’Egidio.


Segretari dell’Assemblea Intercapitolare (da sinistra):
P. Domenico Guarino e P. Giovambattista Antonini.

Fr. Daniele Giusti, assistente generale, ha presentato, nella prima sessione dei lavori del 7 settembre, un’esaustiva esposizione del tema della “continentalità”, cioè delle esperienze di sussidiarietà a livello continentale, e un riassunto dei risultati del “questionario sulla continentalità”, inviato alle circoscrizioni. La questione della continentalità era già emersa durante il Capitolo del 1997, al nº 168.4, dove si chiedeva al Consiglio Generale (CG) di tener presente forme di coordinazione continentale e di promuovere nuove iniziative quali la scelta di un provinciale coordinatore, il discernimento su emergenze continentali e solidarietà, assemblee continentali e settoriali, forme di collaborazione come, ad esempio, scambio di personale e mezzi, progetti comuni.

Il XVI Capitolo era andato più in là, dando forma più strutturata alla questione, parlando di Coordinamento Continentale (AC ’03 137-138), Assemblea Continentale dei Provinciali (AC ’03, 139), Provinciali Accompagnatori di settore e Consigli Continentali di settore. Il tema è stato ripreso dalla Commissione Precapitolare del XVII Capitolo (cap. 3, 23-24).

Secondo Fr. Daniele, “Il XVII Capitolo sembra aver recepito con una certa moderazione l’intera questione della continentalità, confermando il cammino fatto ma non spingendolo più avanti e non insistendo su un ‘brassage’ troppo intenso tra CG e Assemblea dei Provinciali, neppure con l’assistente incaricato. E chiede una valutazione del cammino del triennio”.

A questo riguardo, il XVII Capitolo (AC ’09 - 132.2) dice: “Il CG, in dialogo con i Superiori Provinciali, avvii uno studio sulla continentalità per chiarirne forma, funzionalità e sussidiarietà strutturale, da presentare alla prossima Intercapitolare”.

Andando ai risultati del questionario, Fr. Daniele ha presentato, in forma sintetica, le risposte continente per continente (America/Asia, Europa, Africa anglofona/Mozambico, e Africa francofona) e alla fine ha fatto una sintesi degli argomenti (Coordinazione, Collaborazione a livello continentale dei Segretari di settore delle provincie, Assemblee, Progetti e iniziative comuni, Scambio di personale, Condivisione di fondi, Gestione delle emergenze, Piani Sessennali e Opere) e qualche commento.

Nella sintesi, ha sottolineato il fatto che: “La pratica di una coordinazione tra provinciali e una regolarità d’incontro, condivisione e comune discernimento sono un fatto acquisito. Così si dica anche per la formulazione di piani per guidare la pratica della continentalità, a prescindere dall’effettiva implementazione. Lo stesso si dica delle assemblee di settore che appaiono come uno degli aspetti della continentalità più apprezzati. Anche la coordinazione di settore si sta strutturando abbastanza bene e mostrando la sua utilità con una certa asimmetria di velocità tra i continenti ma comunque anche questo come un dato acquisito. Peraltro la provata efficacia e durabilità di questa esperienza di coordinamento di settore sarebbe la condizione più adatta a favorire un ‘alleggerimento’ del centro. Per quanto riguarda i progetti e le iniziative comuni, bisogna rilevare che, salvo l’esperienza positiva dell’Europa e dell’Africa Anglofona, negli altri due continenti prevale una certa ambiguità di percezione e di pratica”.

Concludendo, Fr. Daniele ha affermato: “In generale come ultimo commento un po’ su tutti, è più facile mettere insieme la riflessione, il dialogo, la pianificazione e tutto quanto si possa definire ‘soft’, che realizzare un qualsiasi progetto o iniziativa che tocchi la propria tasca e il proprio personale”.

Nel pomeriggio si sono svolti i lavori di gruppo, le cui conclusioni sono state successivamente presentate in aula. Alla fine della giornata, un gruppo di partecipanti all’Assemblea si è recato nella basilica di Santa Maria in Trastevere, per la preghiera dei vespri con la Comunità di Sant’Egidio. È seguito un breve incontro con alcuni membri della Comunità e la cena assieme.
(In allegato la sintesi presentata da Fr. Daniele Giusti, in italiano).


Alla fine della giornata, un gruppo di partecipanti all’Assemblea si è recato nella basilica di Santa Maria
in Trastevere, per la preghiera dei vespri con la Comunità di Sant’Egidio.
È seguito un breve incontro con alcuni membri della Comunità e la cena assieme.


Fratelli comboniani invitati a partecipare all’Assemblea Intercapitolare:
Fr. Simone Bauce e Fr. Jean Marie Mwamba Kabaya (a destra).


Quanto è grande l’Africa?