L’associazione «Laudato si’» a Pesaro accoglie oltre 40 persone in situazione di fragilità

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Lunedì 10 febbraio 2025
Stefano Pasquale è il fondatore dell’associazione «Laudato si’» che accoglie oggi oltre 40 persone a Villa Baratoff a Pesaro: adolescenti in stato di necessità, madri vittime di violenza con figli, detenuti con una pena alternativa, mamme con bambini dall’Ucraina, migranti dell’Africa. Ma anche malati di Sla, persone sole, anziani e musicisti di strada. [Nella foto: il taglio del nastro a Villa Baratoff il giorno dellinaugurazione, il 26 maggio 2024]

La sfida di Stefano:
accogliere sulle orme di don Beppe Gobbo

La casa Villa Baratoff, a Pesaro (PU), in Italia.

Calvene è un piccolo Comune di circa mille abitanti ai piedi dell’altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza. Qui nel 1983 don Giuseppe Gobbo (Beppe) fonda una comunità di accoglienza per bambini e adolescenti in situazione di fragilità, che dal 2003 prende il nome di “Cooperativa Radicà”. In quarant'anni don Beppe ha aiutato oltre 500 ragazzi a riprendere in mano il proprio futuro bruscamente interrotto. È il caso di Stefano Pasquale Lanna, tra i primi ad arrivare qui a soli 13 anni. Nato da una famiglia molto povera di Napoli, viene separato dai suoi cari dopo l’arresto del padre. «Mio fratello era uno dei bambini cavia usati dalla malavita per testare la droga – spiega – così dopo anni di dipendenza, mio padre finì in carcere, autoaccusatosi nel tentativo di salvarlo». 

Nel primo anno di comunità non parla mai e si mostra diffidente e ribelle. Col tempo inizia a riconoscere in quel sacerdote la figura di un padre. Con la maggiore età arriva anche il momento di uscire dalla struttura per proseguire la sua vita. Stefano Pasquale si ricongiunge alla madre e al fratello nel frattempo accolti da Vincenzo Muccioli a San Patrignano. Prosegue gli studi all’alberghiero e conosce la sua futura moglie Sara. Vanno a vivere insieme a Coriano ed hanno due figlie: Angelica ed Aurora. Trova lavoro presso un albergo di Riccione e la sua vita sembra ripartire.

Non riesce però a dimenticare la comunità di don Beppe. Sente che per lui è giunto il momento di restituire tutto il bene ricevuto. Decide così di aderire al progetto “Operazione cuore” della Caritas di Rimini, accogliendo in casa i bambini cardiopatici dello Zimbabwe che devono essere operati in Italia. La sua conversione si manifesta con una forza inarrestabile quando incontra padre Giorgio Busni, un minore cappuccino oggi suo confessore. Insieme alla moglie diventa terziario francescano. 

«Un giorno – racconta – mentre rientravo a casa mi chiamano perché c’è una persona che ha bisogno di ospitalità». È un malato terminale di nome Giovanni che ha la stessa malattia del padre, morto nel 1997 nel carcere di Pesaro. Stefano Pasquale lo porta a casa e lo cura con l’amore di un figlio. Trascorre un anno e prima di morire Giovanni, fino a quel momento ateo, chiede la comunione. «Per me fu un grande segno», racconta oggi.

Ormai è chiaro che sta ripercorrendo le orme di don Beppe. La sua casa si riempie di gente diventando ogni giorno più piccola. Serve un’altra sistemazione anche perché ora ha altri due figli: Chiara e Francesco. La svolta arriva con don Marco Pozza, suo amico d’infanzia a Calvene, oggi volto noto della TV, che lo porta da papa Francesco favorendo una bella amicizia tra i due. 

Su sua ispirazione fonda l’associazione «Laudato si’» e nel 2023 viene a sapere che padre Giorgio Padovan, dei missionari comboniani, sta cercando di affittare villa Baratoff a Pesaro, proprio la città dove era morto il padre. Si tratta di un altro segno. Il caseggiato è enorme circondato da ettari di terra. Così dal maggio scorso Stefano Pasquale si trasferisce qui e pian piano trovano accoglienza oltre 40 persone. Adolescenti in stato di necessità, madri vittime di violenza con figli, detenuti con una pena alternativa, mamme con bambini dall’Ucraina, migranti dell’Africa. Ma anche malati di Sla, persone sole, anziani e musicisti di strada. «Per loro abbiamo avviato anche un orto e stiamo pensando ad una fattoria con animali».

Ad aiutarlo ci sono dei volontari che mettono a disposizione le loro competenze. Ciascuno fa la sua parte come in una grande famiglia. «Per le spese ci affidiamo alla provvidenza – dice – per mangiare possiamo contare sulla generosità del Banco Alimentare di Pesaro». Le persone sono di ogni confessione religiosa ma tutte accolte secondo l’insegnamento del Vangelo. «Abbiamo anche la messa domenicale in collaborazione con alcuni preti di Pesaro e di Fano». Oggi Stefano Pasquale ha 48 anni e quando può torna ancora a Calvene, «per ringraziare don Beppe – conclude – perché senza di lui la mia vita non sarebbe tanto bella».

Inaugurazione il 26 maggio 2024. Da sinistra, p. Giorgio Padovan, missionario comboniano,
vescovo di Fano don Andrea Andreozzi, Sara moglie di Stefano Pasquale Lanna, Angela la mamma di Pasquale
e don Marco Pozza cappellano carcere Due Palazzi di Padova.

Roberto Mazzoli
Avvenire, domenica 9 gennaio 2025, p. 11