Il patrimonio culturale sudanese come vittima della guerra e base per la riconciliazione

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Venerdì 8 novembre 2024
“Il patrimonio culturale sudanese come vittima della guerra e base per la riconciliazione” è stato il tema presentato dai relatori P. Jorge Carlos Naranjo, missionario comboniano, e Dott.ssa Sabrina Greco al VI Forum Internazionale del Gran Sasso, tenutasi presso l’Università degli Studi di Teramo, dal 28 al 30 settembre 2023. Il testo della conferenza è stato pubblicato negli Atti del Congresso: Conoscere per costruire. Il ruolo dei centri accademici, di ricerca e della formazione, VI Forum Internazionale del Gran Sasso, pagine 225-249. [Foto
Wikimedia: cattedrale cattolica di Karthoum. Per leggere il testo completo dell’intervento, clicca qui]

VI Forum Internazionale del Gran Sasso

Il patrimonio culturale sudanese
come vittima della guerra e base per la riconciliazione

P. Jorge Carlos Naranjo Alcaide1 e Dott.ssa Sabrina Greco2

La storia del Sudan si può paragonare a quella di un carrefour des civilisations ossia, non una sola civiltà, ma civiltà sovrapposte. Se vi era un filo rosso che legava tutte le diversità culturali del Sudan, purtroppo, quel filo rosso si è spezzato, travolto dal conflitto del 15 aprile 2023. Gli scontri tra le Sudanese Armed Forces (SAF) e le Rapid Support Forces (RSF) avviati a Khartoum, si sono successivamente diffusi nelle regioni del Darfur, Al-Jazeera e Kordofan. Secondo le recenti stime dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) la popolazione spostata dal conflitto, tra sfollati interni e rifugiati, ha raggiunto i 7.76 milioni di persone.3

Si può appieno comprendere che si è innescata una “tragedia umanitaria” catastrofica ed almeno, per il momento, senza fine. Oltre all’impennata del numero di nuovi sfollati in tutto il Sudan, la situazione è aggravata dai danni alle infrastrutture, dal crollo dei servizi bancari e finanziari, dalle frequenti interruzioni di internet, delle telecomunicazioni e dell’elettricità e dalla distruzione degli impianti sanitari.

In primis, la guerra ha rilanciato la spirale delle tensioni etniche ed ha altresì, conquistato in Sudan alcuni siti del patrimonio mondiale Unesco come ad esempio, il sito archeologico dell’isola di Meroe.

Il caso del Sudan è di indiscutibile interesse laddove la guerra in corso, la realtà multiculturale, l’estrema fragilità dell’ambiente socio-economico e le acute tensioni demografiche, sono i principali elementi che caratterizzano in termini di rischi le prospettive del paese.4

Nel presente lavoro si tentano di delineare le relazioni tra la popolazione, la diversità culturale e la politica d’imposizione di una identità al fine di aprire un nuovo orizzonte di riflessione sul futuro del patrimonio culturale sudanese come vittima della guerra e strumento di base per la riconciliazione.

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1) Ph.D. Professore in pianificazione e gestione della qualità educativa, Direttore Generale del Comboni College of Science and Technology (CCST) Khartoum-Sudan, e membro fondatore di ICOMOS Sudan. L’impostazione del lavoro è dovuta alla stretta collaborazione fra i due Autori: tuttavia per quel che riguarda la stesura del testo, alla Dott.ssa Sabrina Greco vanno attribuiti i paragrafi 1 e 2 mentre, al Dott. Jorge Carlos Naranjo Alcaide i paragrafi 3, 4 e 5.
2) Ph.D. Ricercatore, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (CNR-ISPC) Lecce.
3) OCHA (2024). Sudan. Situation Report Last updated: 12 Feb 2024. https://reports.unocha.org/en/country/sudan/
4) Sabrina Greco, Migrazioni e globalizzazione: il caso del Sudan, «I diritti dell’uomo. Cronache e battaglie», Roma, XXIII, n. 2, 2012, pp. 20-23.