Mercoledì 24 luglio 2024
La comunità dei Missionari Comboniani, in collaborazione con don Roberto Tempestini, direttore del Centro Missionario Diocesano, don Giovanni Martini, direttore di Migrantes, e mons. Giancarlo Corti, ha promosso un incontro di approfondimento e di condivisione sull’impegno di cooperazione missionaria tra le Chiese, promossa dall’arcidiocesi di Firenze.
La giornata del 22 luglio 2014 ha avuto tre momenti significativi, animati dalla presenza del nuovo Arcivescovo, mons. Gherardo Gambelli, con la partecipazione di numerosi sacerdoti studenti e fidei donum di altre Chiese dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa, insieme ad altri missionari.
Il primo momento è stato quello del discernimento e della condivisione. Alla luce di un brano della seconda lettera di Paolo ai Corinti, capitolo 8, l’arcivescovo ha messo in evidenza le motivazioni che sostengono la cooperazione tra le Chiese, sottolineando 4 parole-chiave da tener presente nella cooperazione missionaria. Prima di tutto la grazia, come legame con la Chiesa che invia. In secondo luogo, la ricchezza, con il legame con Gesù che invia. La terza parola-chiave è l’uguaglianza con il legame con la Chiesa che accoglie; l’ultima parola è la prudenza, che deve sostenere il legame con coloro che fanno da ponte e promuovono la cooperazione tra le Chiese.
La Chiesa fiorentina ha fatto un gran lavoro in questo ambito, soprattutto inviando sacerdoti e laici in altre Chiese, ma anche accogliendo numerosi sacerdoti di altre Chiese per un servizio di sostegno per studi biblici e teologici e di cooperazione pastorale. Dal 2009 la comunità dei Comboniani ha accolto in Via Giovanni Aldini oltre 110 sacerdoti per una prima acculturazione: studio della lingua e immersione nella realtà socioculturale ed ecclesiale della Chiesa fiorentina. Non mancano tuttavia le criticità, rispetto alle quali bisogna migliorare; soprattutto per quanto riguarda un discernimento sulle motivazioni delle Chiese che inviano; è necessario anche migliorare l’accoglienza di chi accoglie, non solo chiedendo servizi, ma anche valorizzando l’esperienza delle giovani Chiese per una evangelizzazione che privilegia le relazioni vere e autentiche, piuttosto che la questione amministrativa. Da migliorare è anche l’accompagnamento non solo all’arrivo, ma al momento della partenza di questi giovani preti, per un vero e reciproco scambio di doni tra la Chiese. Spinoso rimane il problema dell’iter legale per ottenere riconoscimento di cittadinanza e di altri servizi essenziali, come succede per la maggior parte dei migranti nel sistema Italia.
Il secondo momento è stato quello celebrativo e di azione di grazia per la scelta di papa Francesco nell’indicare un padre per la Chiesa fiorentina, arricchito dalla vita missionaria in Ciad, a servizio degli ultimi e degli abbandonati. La cooperazione missionaria sempre più dovrà modellarsi sul cammino sinodale e fraterno tra le Chiese e tra i popoli di ogni cultura. Ecco perché in questo momento è stato donato a Mons. Gherardo l’Albero della vita, un’opera artistica di uno scultore del Senegal. Un segno di grande valore simbolico per l’inizio del suo ministero episcopale con l’augurio di una vera a propria rinascita, alla scoperta delle radici spirituali e del suo impegno pastorale nel rendere la chioma di questo albero fiorentino uno spazio libero e promotore di relazioni autenticamente umane, per una convivenza fraterna e pacifica, crocevia di relazioni interculturali, aspettando cieli nuovi e terre nuove.
L’ultimo momento è stato quello dell’agape. I presenti hanno condiviso pietanze e bevande secondo la propria tradizione culinaria, una mescolanza di profumi sapori, che ha concluso la giornata in perfetta letizia.
Nel saluto finale è stata anche sottolineata l’importanza di promuovere un approfondimento a livello diocesano, coinvolgendo le comunità parrocchiali e gli altri organismi diocesani, per migliorare sempre di più la cooperazione missionaria tra le Chiese.
P. Fernando Zolli, mccj