Un’Oasi per la conversione ecologica presso la casa dei missionari comboniani a Firenze

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Sabato 15 giugno 2024
Quest’anno la ricorrenza del Sacro Cuore di Gesù è stata celebrata dai Missionari Comboniani e da tutta la famiglia comboniana di Firenze assieme al futuro Arcivescovo Don Gherardo Gambelli con un grande evento aperto a laici e laiche di diverse parrocchie, a religiosi, volontari e attivisti provenienti dal mondo del volontariato, dell’associazionismo ambientale e pacifista, riuniti in spirito di comunione fraterna nel rispetto reciproco delle diversità culturali e confessionali.

Nella casa comboniana di Firenze, la celebrazione della Messa per la festa del Sacro Cuore di Gesù
è stata presieduta dal futuro arcivescovo di Firenze don Gherardo Gambelli.

Per l’occasione, la comunità comboniana ha festeggiato i suoi primi cinquant’anni di vita a “Villa Piazza”, in via Giovanni Aldini 2, ricordando la collaborazione con il Centro Missionario Diocesano e con la Fondazione Migrantes, l’accoglienza di persone con disagio sociale, di sacerdoti, di studenti e fidei donum di altri continenti, gli impegni assunti in carcere, nei centri di accoglienza per i migranti, nel campo della formazione con l’Elimu Summer School e dell’ambiente con la fondazione dell’Oasi Laudato Sì.

A partire dal 7 aprile scorso, infatti, la casa di via Aldini si è costituita come polo associativo ambientalista per rispondere alla missione invocata da Papa Francesco nella sua enciclica e ispirata al primo comandamento della Bibbia: la cura e la custodia del Creato (Gen. 2, 15).

L’Oasi è stata concepita come spazio libero, di accoglienza, di pace, di progettazione, di spiritualità e di convivialità, un “hub”, nella sua etimologia più calzante di “perno”, su cui le forze dinamiche della creatività, della collaborazione e della resilienza si innestano come i raggi di una ruota proiettata a tutta velocità verso una sempre più urgente rivoluzione ambientale.

La conversione ecologica rappresenta difatti una questione dirimente per il nostro tempo, segnato da profonde diseguaglianze economiche e sociali, sulle quali da sempre la Chiesa è chiamata a intervenire e che trovano tra le prime cause lo sfruttamento selvaggio della terra, il saccheggio dei beni comuni e la distruzione delle risorse naturali a vantaggio di pochi e a danno di intere popolazioni ridotte in schiavitù e condannate alla fame, alla miseria e all’esilio.

Il programma della giornata del 7 giugno ha previsto un mercato delle idee in cui tutti i presenti, assieme ai diversi soggetti pubblici e privati coinvolti, hanno condiviso le proprie esperienze ed espresso proposte finalizzate alla creazione di una rete d’intervento locale.

L’invito, esteso a tutte le realtà operanti sul territorio, ha richiamato alla responsabilità di ciascuno nel fare fronte comune per la salvaguardia del Creato, inteso nella sua totalità, dalla piccola aiuola vicina alle grandi foreste lontane, per trovare insieme strategie, soluzioni e risposte alle domande e alle sfide che ci riserva il presente.

All’appello hanno risposto l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT) e l’Associazione Italia Nostra, per l’instaurazione di un rapporto di cooperazione e dialogo tra i movimenti che nascono dal basso e le istituzioni, l’Associazione Restarters Firenze, la Cooperativa Sociale Flo Concept e il gruppo di Olivoterapia, per il sostegno all’economia circolare, le associazioni Sant’Ignazio, Chemin Neuf, la Comunità di Famiglie in Cammino di San Martino a Montughi, i Circoli Laudato Sì, l’AGESCI e il MEAN, per la promozione dell’ecologia integrale.

L’incontro tra generazioni ed esperienze diverse rappresenta un’importante opportunità per la condivisione di esempi virtuosi e buone pratiche da diffondere a livello sociale ed ecclesiale per la tutela dei beni culturali, ambientali e paesaggistici, la rigenerazione di immobili e spazi per i più bisognosi, il recupero dei suoli agricoli e la creazione di comunità energetiche, in conformità con le più recenti linee guida della CEI in materia di energie rinnovabili.

Per l’occasione è stato presentato il manifesto dell’Oasi (vedi allegato), risultato dalla scrittura collettiva di tutti i partecipanti all’inaugurazione del 7 aprile scorso e che sviluppa il tema della conversione ecologica in cinque punti di azione, ispirati all’enciclica “Laudato Sì”: 1. Ecologia integrale; 2. Stili di vita; 3. Ripensare la città; 4. Generazione futura; 5. Spiritualità.

Come spiega Papa Francesco, infatti, non è possibile parlare di pace e giustizia sociale se non si interviene sulla cura della “Casa comune” a livello globale, attraverso la riformulazione dei propri stili di vita, la partecipazione al dibattito democratico e la ricostruzione di una nuova dimensione sociale e spirituale.

Il progetto appena avviato ha riscontrato l’approvazione del nostro futuro Arcivescovo, che nella sua omelia ha citato la Lettera ai Romani di San Paolo: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12, 2). Don Gherardo Gambelli ha esortato quindi a perseguire il bene e le virtù senza cedere alla lusinga dell’abitudine ma guardando al futuro con gli occhi dell’immaginazione, intesa come creatività e capacità di rompere gli schemi secondo l’insegnamento di Tommaso D’Aquino, e riconoscendo nel coraggio di essere creativi quel sentimento di amore che non può dimenticare il Creato e le sue creature.

La giornata, animata dall’Ubuntu choir della famiglia Comboniana e dal coro gospel River Voices, si è conclusa con un’agape condivisa, vissuta in un clima di gioia e sincera amicizia, che ha testimoniato il desiderio di una comunità di ritrovarsi e lavorare insieme per unico grande obiettivo: rispondere al grido della terra e al grido dei poveri per la salvaguardia della “Casa comune”.

Nella casa comboniana di Firenze, la celebrazione della Messa per la festa del Sacro Cuore di Gesù
è stata presieduta dal futuro arcivescovo di Firenze don Gherardo Gambelli.

Valentina Filice e Fernando Zolli