Santo Natale 2023
Carissimi amici, da qualche anno Papa Francesco ci ricorda che stiamo vivendo la “Terza guerra mondiale a pezzi”. Se dapprima ci sembrava qualcosa di esagerato o lontano dalla nostra realtà ora ci siamo decisamente ricreduti. Basta guardarsi attorno per confermare le che le parole profetiche di Francesco hanno un riscontro con la nostra realtà. [Foto diocesi di Perugia]
Si contano oggigiorno ben 59 guerre in diversi paesi e a parte quella in Ucraina e la recente scoppiata in Medio Oriente ce ne sono tante altre anche in Africa puntualmente dimenticate. In Sudan è in corso da mesi una guerra che ha causato parecchi morti civili e militari e che ha messo in ginocchio un paese che aveva raggiunto stabilità. La guerra fra palestinesi e israeliani ci ricorda che la superiorità economica e militare di una parte non è sufficiente a superare il conflitto ma che è fondamentale continuare a lavorare e pregare per la pace senza smettere di sperare perché la speranza impedisce al mondo di essere un fallimento o di bloccarsi. La speranza spinge con vigore ad andare oltre, ad attendere, ad avere fiducia in un mattino diverso, in un obiettivo, in un traguardo. Natale è attendere con fiducia Dio che ci manda il Salvatore in mezzo a noi, un nato da donna per illuminarci e aiutarci a costruire la pace insieme a lui. “La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rom. 5,5).
Nella nostra diocesi di Moroto abbiamo vissuto un anno tra alti e bassi con momenti di insicurezza e razzie di bestiame che hanno provocato non pochi problemi. Le scarse piogge di quest’anno hanno ulteriormente contribuito all’instabilità perché si è avuto un magro raccolto e la fame è il problema di molte famiglie. Il governo ugandese da anni ha ormai smilitarizzato il Karamoja ma il vicino Kenya ha più volte promesso di fare lo stesso in vano e così è facilissimo ritrovarsi con guerrieri armati da noi. L’esteso confine della savana disabitata e con assenza di strade percorribili rende impossibile controllare ogni azione criminale. Nessuno sa quanti hanno perso la vita per le razzie e quanto bestiame sia andato perso e trafugato in Kenya. Ciò che può cambiare la situazione a lungo termine è il potenziamento dell’educazione. Per questo come diocesi ci siamo impegnati quest’anno a iniziare la costruzione di una scuola secondaria essendo strutture simili in forte carenza da noi. Il Karamoja rimane ancora la regione con il più alto indice di analfabetismo dell’intera nazione.
Il progetto di arginare il fenomeno dei bambini della nostra terra portati a Kampala per l’accattonaggio ai semafori della capitale sta continuando bene. Quest’anno dei bambini hanno iniziato ad andare a scuola e altri sono stati reinseriti nei loro villaggi in Karamoja. Si può ormai parlare di tratta perché si è costituita una vera e propria organizzazione criminale che con vane promesse riesce a strappare i piccoli dalle loro famiglie e a portarli a Kampala. L’estrema povertà e molte volte la mancanza di generi di prima necessità costringono i genitori ad accettare il losco affare. Dei guadagni giornalieri di questi piccoli fatti sotto il sole cocente dell’equatore ai semafori della capitale solo una piccola parte arriverà alle famiglie di origine.
Il luglio scorso per la prima volta nella storia della diocesi quattro nostri giovani sono diventati diaconi e due sacerdoti. Uno di loro è già partito per la missione in Mauritania. Il sogno di S. Daniele Comboni si sta attuando. La nuova cattedrale ancora in costruzione preparata a puntino e addobbata per l’evento era colma all’inverosimile. Speriamo di poterla inaugurare il prossimo anno e renderla finalmente utilizzabile dopo tanti anni di attesa.
Per il costante aumento di cristiani il settembre scorso abbiamo aperto una nuova parrocchia: Apeitolim, la dodicesima realtà parrocchiale può ora prendersi cura dell’enorme fetta di fedeli alla periferia della diocesi. Nella celebrazione di inaugurazione tutti hanno contribuito alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale da farsi ma un bambino ha commosso tutti perché ostinatamente si è fatto spazio tra i fedeli verso i cestini di fronte all’altare per portare il suo piccolo contributo frutto delle sue rinunce personali.
A voi carissimi amici, voglio rinnovare il mio grazie di cuore per il vostro continuo sostegno e apprezzamento nei nostri confronti. Sono grato per il vostro aiuto che ci permette di portare avanti i vari progetti che abbiamo in corso. Vi assicuro la nostra preghiera invocando la divina benedizione su tutti voi. Il Natale alle porte ci ricolmi della Speranza, della Pace e della Gioia di continuare a lavorare per un mondo migliore.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo,
Mons. Damiano Guzzetti
Moroto Karamoja (Uganda)