Venerdì 20 maggio 2022
I missionari comboniani della Curia Generalizia a Roma hanno celebrato questo mercoledì, 18 maggio, il 25° anniversario della prima professione religiosa dei confratelli Fr. Alberto Lamana, spagnolo di Saragozza, e Fr. Alberto Parise, italiano di Padova. Nella stessa celebrazione eucaristica, presieduta da P. Tesfaye Tadesse, superiore generale, abbiamo ringraziato Dio per i 70 anni di Fr. Daniele Giusti, attuale segretario generale.
“Tre fratelli comboniani in festa – ha sottolineato P. Tesfaye – proprio nel giorno in cui il Santo Padre ha concesso alla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica la facoltà di autorizzare il conferimento dell’ufficio di Superiore maggiore ai membri non chierici degli Istituti religiosi clericali di diritto pontificio”.
Fr. Alberto Lamana, 51 anni, dopo gli studi al CIF di Nairobi (1997-2001), è stato destinato alla missione nel Sud Sudan, dove è rimasto fino al 2011. È stato poi destinato alla Spagna. Nel Capitolo Generale del 2015 è stato eletto assistente generale. Durante la Messa, ha condiviso i nomi dei confratelli e i momenti più significativi della sua vita di missionario: “la mia prima esperienza missionaria, subito dopo il CIF, è stata a Mapuordit, in Sud Sudan. Ho avuto la grazia di avere una comunità che mi ha accettato e mi ha dato responsabilità e fiducia. Qui ho fatto i primi passi in una missione pienamente inserita e vicina agli esclusi nel cuore del popolo Dinka. Attraverso le difficoltà della lingua, la malaria, il caldo, le contraddizioni della cultura e anche della Chiesa ho capito che la missione deve essere radicata in un’esperienza di fede, alimentata giorno per giorno nella preghiera. Ho imparato lungo questi anni che è più importante dare priorità alle relazioni umane che all’efficienza nel lavoro”.
Il lavoro di particolare rilievo svolto da Fr. Lamana in Sud Sudan è stato l’impianto tecnico della Rete di Radio Cattoliche (CRN nella sigla inglese). La CRN è stata fondata dalla famiglia comboniana per segnare la canonizzazione di Daniele Comboni – fondatore della Chiesa in Sudan – il 5 ottobre 2003. Radio Bakhita è stata la prima stazione a trasmettere l’8 febbraio del 2007 a Juba. La CRN ha nove stazioni radio, otto in Sud Sudan e una sui Monti Nuba, in territorio sudanese. Le stazioni appartengono alle rispettive diocesi e la rete in sé alla conferenza episcopale.
“La missione è sempre diversa da quella che abbiamo idealizzato. Il mio impegno nella CRN – ha detto Fr. Lamana – mi ha dato l’opportunità di conoscere le diverse diocesi del paese e di lavorare nella formazione di tanti giovani per metterli in grado di continuare a portare avanti il progetto della Rete”.
Fr. Alberto Parise, nato nel febbraio del 1967, ha lavorato circa 16 anni in Kenya e, dal 2019, è membro del Segretariato generale della missione e coordinatore del settore di Giustizia Pace e Integrità del Creato, a Roma. A lui, dice, sembra di essere all’inizio del cammino: “Pensare che ho già vissuto 25 anni di vita missionaria comboniana mi pare strano, perché mi sembra di essere all’inizio del cammino, mi sento sempre un principiante. Ma quando guardo al vissuto di questi anni, non posso che sentire una profonda meraviglia per ciò che il Risorto ha operato nella mia vita: gli incontri con l’umanità, l’accoglienza della gente del Kenya, il sostegno dei confratelli e il toccare con mano quella rigenerazione dell’Africa con l’Africa che Comboni aveva profeticamente intuito”.
Fr. Daniele Giovanni Giusti, medico, nato a Somma Lombardo, nel nord Italia, ha lavorato in Uganda dal 1986 al 2009. Nel Capitolo Generale del 2009, è stato eletto assistente generale per sei anni. Dal 2016 al 2020, è stato responsabile del CAA (Centro confratelli ammalati/anziani) a Milano. Dal 2021, è stato nominato segretario generale e rappresentante legale dell’Istituto comboniano. Fr. Daniele ha fatto i primi voti nel 1986 e la professione perpetua nel 1989.
Nella Messa, riferendosi ai suoi 70 anni, Fr. Daniele ha espresso la sua gratitudine per gli anni che gli sono stati donati e per la grazia della fedeltà che, pur nella sua fragilità, il Signore gli ha permesso di vivere. “Niente può essere dato per scontato – ha detto – e quando se ne diventa consapevoli, come nel giorno del proprio anniversario, tutto quello che è accaduto e accade può essere accolto come segno della presenza del Signore nella concretezza della vita, che così, a dispetto di tutto, diventa lieta”.