P. Venanzio Milani: “La pandemia ha colpito particolarmente rifugiati e migranti”

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Martedì 18 maggio 2021
“In Italia, ciascuno di noi ha costatato che rifugiati e migranti insieme a tante categorie fragili stanno subendo le conseguenze più dure di questo tempo faticoso che a partire dalla crisi sanitaria ha innescato una profonda crisi economica e sociale”. È quanto ha detto Padre Venanzio Milani, Presidente dell’Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi (Acse), nel corso dell’assemblea straordinaria dell’organismo fondato negli anni Sessanta da Padre Renato Bresciani, un missionario che prestò servizio nel Sud Sudan e dal quale fu espulso per aver fatto “causa comune con la gente”.

“Il 2020 è stato l’anno che tutti, anche in futuro, ricorderemo come quello del Covid 19. Una enorme e imprevedibile tragedia che ha coinvolto tutte le persone del mondo con dolorose conseguenze a livello di salute, economia e relazioni. Naturalmente coloro che più hanno patito in questa pandemia sono stati i poveri” ha sottolineato il sacerdote, aggiungendo che “anche nella pandemia, o a maggior ragione per la pandemia, è stato molto alto e sempre crescente il numero di persone fuggite dalla propria casa e dal proprio paese a causa di guerre, violenze, fame, sopraffazioni”.

Nel report presentato all’assemblea, il presidente di Acse ha rilevato che nel 2020 gli arrivi dei migranti in Italia sono stati 34 mila, di cui 13 mila, dalla Libia. “L’onda lunga dei decreti di sicurezza e le politiche migratorie di chiusura hanno caratterizzato la normativa su immigrazione e asilo fino alla fine del 2020, acuendo precarietà di vita, esclusione e irregolarità” ha indicato Padre Milani.

Nonostante il periodo di difficoltà, all’Acse le attività non si sono mai fermate grazie alla dedizione generosa e coraggiosa dei responsabili dei servizi, soci e volontari. Quanto alle attività svolte, il comboniano ha elencato una lunga serie di interventi promossi dai volontari. A cominciare dal “servizio dentisti” con una media di 20 interventi la settimana, lo screening con interventi di 50/60 persone al mese, la distribuzione viveri con circa 80 pacchi la settimana tra singoli e famiglie: “Ma oggi siamo a 100” ha ripreso il Presidente. A questo si aggiungono due classi di italiano, il corso di informatica, il taglio e cucito svolti in presenza, mentre i corsi di italiano (un centinaio di studenti) e di inglese, lo sportello del lavoro, l’assistenza legale e l’accompagnamento degli studenti universitari aventi borsa di studio si sono tenuti online. Non sono mancate, infine, le iniziative in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, Migrantes diocesana e nazionale, gli Scalabriniani, il Centro Astalli e la Giovanni XIII.
[Vatican News]