Martedì 28 aprile 2020
Lo scolastico mozambicano Mponda João Mponda, di 34 anni, ha pronunciato il suo sì definitivo a Dio emettendo la professione perpetua il 26 aprile, terza domenica di Pasqua, nella cappella della comunità comboniana di Beira, sua città natale, in Mozambico.
A causa della pandemia del coronavirus, che ha portato il governo mozambicano a decretare lo stato di emergenza nazionale, che include norme severe di confinamento e distanziamento sociale, la cerimonia si è svolta in un clima molto sobrio: erano presenti solo i confratelli delle comunità di Beira e Muxúngwè, dove Mponda sta svolgendo il suo servizio missionario, e i familiari stretti.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta da P. Leonello Bettini, in qualità di delegato del superiore provinciale, P. António Manuel Bogaio Constantino, che si trova a Maputo, la capitale del Paese. È stato lo stesso João Mponda, musicalmente dotato, ad animare la liturgia, suonando la chitarra e intonando i canti della Messa.
Dopo aver pronunciato la formula dei voti, per consacrarsi per sempre al servizio della Chiesa e della missione nell’Istituto, Mponda ha ricevuto dalle mani di P. Leonello i doni-simbolo, la Bibbia e la Croce. Simboli che ci ricordano, ha detto P. Leonello, che lungo il cammino della vita missionaria non potranno mai mancare la Parola di Dio e la teologia della Croce, cioè l’annuncio e la testimonianza di un Gesù che è morto, che ha dato la propria vita ma che è risorto. Sì, Gesù è vivo per darci la Vita. È questo l’insegnamento che possiamo trarre dalla storia dei discepoli di Emmaus che abbiamo ascoltato nel Vangelo di oggi (Lc 24,13-35). Il nostro cammino sarà sicuro e gioioso se cammineremo nella direzione giusta e avendo come compagno principale Gesù. È quello che ci insegna l’esperienza raccontata dai due discepoli che si dicevano: “Non ci ardeva forse il cuore quando Lui ci parlava lungo la strada e ci spiegava le Scritture?”. Per concludere, possiamo affermare che sarai, Mponda, e saremo tutti più forti con Gesù che si fa presente e riconoscibile “attraverso il pane”.
Alla fine, P. Leonello ha ringraziato Dio per il dono della vita e della vocazione di questo giovane che si aggiunge e dà maggiore vigore all’azione missionaria della Chiesa e dell’istituto, nella loro missione di “testimoniare e annunciare Gesù Cristo a tutti coloro che ancora non lo conoscono”. Sono le parole che noi comboniani ripetiamo quasi ogni giorno, nella preghiera per le missioni e le vocazioni. Inoltre, P. Leonello ha ricordato che fare i voti perpetui in un momento di grande paura e sofferenza, come quello che si sta vivendo in Mozambico e nel mondo intero, è provvidenziale, perché ci fa percepire e vivere meglio il carisma del nostro santo fondatore san Daniele Comboni, che comprese i segni del suo tempo e si impegnò fino alla fine con i più sofferenti, i più poveri e abbandonati.
Da parte sua, Mponda ha ringraziato per tutto quanto ha ricevuto finora da Dio, dalla sua famiglia e dai Comboniani e, in questo momento particolare, per la fiducia che l’Istituto ripone in lui.
“Malgrado le difficoltà e la crisi del momento attuale – ha detto P. Sénou Isaac Gbegnon, uno dei confratelli della comunità – è seguito un momento di condivisione fraterna, breve ma molto familaire.