Mons. Aguirre Muños: “Vi sono interessi enormi dietro alla strage di Alindao”

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Martedì 27 novembre 2018
“Non fermatevi a denunciare il massacro dei cristiani. Chiedetevi perché è avvenuto”, dice all’Agenzia Fides Mons. Juan José Aguirre Muños (nella foto), Vescovo di Bangassou, diocesi nel sud-est della Repubblica Centrafricana, limitrofa a quella di Alindao, dove il 15 novembre i ribelli ex Seleka dell’UPS (Unité pour la Paix en Centrafrique), agli ordini del generale Ali Darassa, hanno ucciso più di 40 persone, tra cui il Vicario Generale della diocesi, Mons. Blaise Mada, e don Celestine Ngoumbango, parroco di Mingala.

Dopo il massacro commesso ad Alindao il 15 novembre 2018.

“L’evento che ha scatenato il massacro è stato l’uccisione di un mercenario nigerino dell’UPC, qualche giorno fa” ricorda Mons. Aguirre. “I membri dell’UPC sono Peuls provenienti in maggioranza da Paesi vicini come il Niger. L’UPC, nato da una scissione della Seleka, si è installato ad Alindao da 5 anni, nella parte ovest della città. La missione cattolica sta in quella est, dove è collocato il campo di sfollati per i non musulmani, che accoglie circa 26.000 persone”.

“La rappresaglia è stato terribile” dice il Vescovo. “Gli uomini di Ali Darassa hanno assalito, saccheggiato e incendiato il campo di sfollati e ucciso donne e bambini; hanno dato alle fiamme la cattedrale dove hanno ucciso i due sacerdoti. Subito dopo i mercenari dell’UPC hanno lasciato entrare nella parte est di Alindao, gruppi di giovani musulmani della parte ovest, che hanno saccheggiato la casa episcopale ed hanno dato alle fiamme il presbiterio e il centro della Caritas. Ho visto alcune fotografie. Di queste strutture rimangono solo i muri calcinati”.

Ieri il personale delle Ong che lavorava ad Alindao è stato evacuato con un aereo venuto appositamente. “Tutti sono partiti tranne Mons. Cyr-Nestor Yapaupa, Vescovo di Alindao, e tre preti che hanno voluto restare accanto alla popolazione” sottolinea Mons. Aguirre. “Ho parlato con loro, sono fortemente provati, ma hanno avuto la forza di seppellire i due preti martiri e le 42 persone massacrate nel campo d’accoglienza. Credo che domani, il Cardinale Dieudonné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui, intenda recarsi ad Alindao”.

Mons. Aguirre conferma che i Caschi Blu della MINUSCA non sono intervenuti per difendere i civili dall’assalto dell’UPC. “Appena è iniziato l’attacco, i Caschi Blu mauritani della MINUSCA si sono ritirati nella loro base” afferma. “Si tenga presente che le regole d’ingaggio di alcuni contingenti come quello della Mauritania, dell’Egitto e del Pakistan, hanno un accordo con l’ONU in base al quale si impegnano a rispondere ad assalti armati solo se attaccati direttamente. Quindi ad Alindao i Caschi Blu sono stati del tutto inefficaci”. “Altri contingenti come quello del Rwanda hanno regole d’ingaggio in base alle quali intervengono per difendere la popolazione fatta segno di un attacco” precisa il Vescovo.

Mons. Aguirre sottolinea che “non possiamo limitarci a denunciare questi massacri. Occorre andare a fondo a quello che sta accadendo in Centrafrica. Gruppi come l’UPC sono formati da mercenari stranieri che da 5 anni occupano parti del nostro territorio. Sono pagati da alcuni Paesi del Golfo e guidati da alcuni Stati africani limitrofi. Entrano dal Ciad attraverso Birao con armi vendute all’Arabia Saudita dagli Stati Uniti. Vogliono dividere il Centrafrica alimentando l’odio tra musulmani e non musulmani. In questo modo ne approfittano per saccheggiare le ricchezze centrafricane, oro, diamanti, e il bestiame. Ma soprattutto alcuni Paesi stranieri e non africani vogliono usare il Centrafrica come porta per entrare nella Repubblica Democratica del Congo e nel resto del continente, manipolando l’Islam radicale. È questo il gioco che sta dietro alla strage di Alindao” conclude Mons. Aguirre.
[L.M. – Agenzia Fides]