Roma, venerdì 3 giugno 2011
In occasione dei 90 anni di Fr. Libero e dei suoi 63 di vita missionaria, ieri 2 giugno, si è tenuta nella cappella della casa generalizia a Roma una significativa concelebrazione eucaristica.
La vita di Fr. Libero sembra contraddire il Salmo 89 che recita: “Gli anni della nostra vita sono settanta e ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore; passano presto e noi ci dileguiamo”. Libero invece non solo porta bene i suoi novant’anni, ma anche li vive bene. Forse sono stati proprio questi suoi lunghi anni di vita consacrata, trascorsi in molte comunità di varie province (Italia, Londra, Uganda, Nord America e Sud Sudan) e con varie mansioni, a mantenerlo in forma.
Dal 1993 è stato assegnato alla Curia generalizia e la sua figura è divenuta familiare e vorremmo dire quasi istituzionale in quello spazio che dalla Cappella si estende alla sagrestia. Dedizione, puntualità, precisione, ordine e grande cura per ogni dettaglio indicano il suo amore vero per la Chiesa e per la missione. Non è raro cogliere nelle sue parole la nostalgia dei bei tempi della missione quando faceva parte di quel gruppo «volante» di fratelli, pronti per ogni emergenza.
Sembra proprio che la parola «pensione» non esista nel suo vocabolario. Anche se certi acciacchi si fanno sentire, gli auguriamo che conservi sempre lo spirito, che lo ha portato fuori dalle «sacche del Don» e si alimenti di quelle energie interiori che poi hanno fatto del suo servizio missionario annuncio del Vangelo col sudore della fronte, con i calli delle mani e con la partecipe sensibilità umana e spirituale.
Caro Libero, puoi davvero mettere a suggello di tutti questi anni il motto che tante volte hai pronunciato nell’intimità della coscienza: «Soli Deo gloria»!