Colombia

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Sede: Santafè de Bogotà

All’inizio si tratta di puntate sporadiche, incursioni di breve durata, quasi un sopralluogo. Ma è chiaro che, una volta decisi ad aprirsi all’animazione missionaria e promozione vocazionale, i comboniani dell’Ecuador si sentono stretti dentro i confini del paese. E così, arrivano anche in Colombia. Dopo le prime visite saltuarie, nel 1980 inizia una vera e propria campagna di animazione missionaria a Cali e dintorni, che vede impegnati veterani della missione come i P. Enrico Faré (protagonista dell’espansione missionaria in Spagna, Portogallo e Messico), Natale Basso e Giuseppe Forlani, assieme a confratelli più giovani (Bruno Bordonali, Enea Mauri, Eladio Camporro e Claudio Zendron). Il 1982 segna l’apertura del CAM (Centro Animazione Missionaria) di Cali. Non è solo una casa in più. Il campo è vasto e le attività si moltiplicano. Dopo un po' si pensa bene portare da Quito a Cali la redazione della rivista e la casa editrice Sin Fronteras.

Nel frattempo, scendono in campo anche Secolari Missionarie Comboniane. Presenti nel paese dal 1983, nonostante l’esiguità delle forze, esse vivono il loro impegno e vocazione di essere fermento di missionarietà nella Chiesa e società colombiana.

A Roma intanto la Direzione Generale dell’istituto comboniano maschile pensa alla Colombia come sede di uno dei Centri Internazionali di Formazione per Fratelli (abbreviato in spagnolo con CIFH) insiste perché vi si affianchi una comunità complementare e di appoggio, in breve, un Centro di Animazione Missionaria. Sorgono così nel giro di poco tempo a Santa Fé de Bogotá il CAM (marzo 1988) ed il CIFH (inaugurato all’inizio del 1989).

Nel 1992 P. Alcides Costa iniziò in maniera sistematica la promozione vocazionale. I primi postulanti andavano a Quito ma già nel 1996 si aprì un postulato, prima a Bogotà e poi (1 gennaio 1997) a Medellin, con P. Giovanni Bressani e P. Leonardo Battaglia come primi formatori.

Il lavoro di animazione missionaria sfocia naturalmente in quello della promozione vocazionale. Si arriva cosi nel 1995 all’apertura in Bogotá di un pre-prostulato e l’anno seguente di un vero e proprio postulato, che nel gennaio del 1997 viene spostato a Medellin. Nello stesso anno anche la rivista e la casa editrice Iglesia sin Fronteras si sposta da Cali a Bogotá. Tanto impegno nel campo dell’animazione missionaria e promozione vocazionale non spegne, anzi acuisce il desiderio dei comboniani di impegnarsi direttamente in alcune situazioni di evangelizzazione diretta nel paese. Proprio in vista di tale possibilità, per incarico del Consiglio Provinciale, P. Mauri si muove fin dal 1992 alla ricerca di eventuali situazioni e luoghi adatti. Un primo passo verso un coinvolgimento più direttamente pastorale è l’assunzione della rettoria del Santuario di Nostra Signora a Cali nel 1996. È un luogo di culto che offre la possibilità di animare missionariamente ed apostolicamente la devozione delle folle che lo frequentano. Finalmente, nel febbraio del 1997, si apre la comunità di evangelizzazione di Aguachica, nella diocesi di Ocaña, in una zona povera abitata da neri.

Nel frattempo, a dieci anni dall’inizio della loro presenza, le Secolari Missionarie Comboniane inaugurano nel 1993 a Bogotá il Centro Comunicaciones Sin Fronteras.

Ciò permette loro di allargare il raggio dell’animazione e di raggiungere diverse zone del paese. Il Centro, che si impegna anche nella produzione di mezzi di comunicazione, diventa un punto di riferimento ed un mezzo che facilita la presenza ed accoglienza del messaggio missionario anche in ambiti diversi ed “extraecclesiali”.

Il 1998 vede apparire sulla scena del paese nuove forze comboniane: le suore e i laici missionari comboniani.

Le prime aprono il 7 aprile a Medellin una comunità la cui finalità è l’animazione missionaria, l’orientamento vocazionale e un impegno nella pastorale sociale. La casa serve anche alle sorelle che devono compiere studi per completare la loro formazione o specializzazione in vista della missione. La comunità resta legata ed appartiene all’unica provincia dell’Ecuador, Perù, Colombia (EPC). Dal canto loro, i laici missionari comboniani vivono la loro missione specifica impegnandosi nei due gruppi di Cali e Bogotá. Una coppia di medici parte in missione in Ecuador. Un avvenimento che vede coinvolta tutta la famiglia comboniana è il primo congresso giovanile missionario a Cali, nel 1999, a cui fa seguito un secondo ad Aguachica nel 2001. I tempi intanto sono maturi per il lancio della rivista per ragazzi Aguiluchos, che con le sue 6.500 copie inizia a circolare nel 2000. Per i comboniani, giunge anche il momento di concretizzare quello che da tempo viene avvertita come una esigenza per un lavoro locale più capillare ed efficace: staccare il gruppo che lavora in Colombia da quello dell’Ecuador, con cui forma finora un’unica provincia. Approvata dalla Direzione Generale nell’aprile del 2001, l’erezione della nuova Delegazione autonoma della Colombia diventa effettiva dal 1 Gennaio 2002.

Nel 2008 la Delegazione decise di vendere la casa di Cali e trasferire la comunità a “Charco azul”, un quartiere ai margini della città. Da quel momento la delegazione si focalizzò maggiormente sulla popolazione afro: accanto alle presenze afro di Tumaco e Cali, il CIF centrò la sua attività pastorale nei quartieri afro di Bogotà, P. Raffaello Savoia diede l’avvio al CAEDI (Centro Afro di Spiritualità e Sviluppo Integrale) e la rivista Iglesia sinfronteras cominciò a pubblicare l’inserto di pastorale afro Palenque.

Nel contesto colombiano, la presenza di tutte le componenti della famiglia comboniana rappresenta una sfida ed una preziosa possibilità. La sfida ad essere stimolo e fermento che apra la Chiesa e la società del paese alla missione ad gentes, sia all’interno della Colombia che in tutto il mondo. E la possibilità di continuare a dare oggi la stessa testimonianza in favore degli ultimi e degli oppressi che San Pietro Claver (voluto da Comboni come uno dei patroni dei suoi istituti), ha saputo offrire proprio in questa terra quattro secoli fa, dando la sua vita per la liberazione e la salvezza degli schiavi neri di Cartagena.