Martedì 25 marzo 2025
Cinque mesi e mezzo. Tanti ne sono passati da quel fatidico 9 ottobre 2024, data delle ultime elezioni del Mozambico e della più che probabile vittoria del candidato dell’opposizione di Venâncio Mondlane. Nonostante un conteggio parallelo e le valutazione sostanzialmente concordanti di osservatori nazionali e stranieri, gli organi di giustizia elettorale, e in ultima istanza il Consiglio Costituzionale, hanno però assegnato la vittoria a Daniel Chapo, candidato del partito Frelimo che guida il paese dal 1975. [Nella foto: Chapo (a destra) e Mondlane. Dal profilo Facebook di Mondlane]
La decisione della giustizia di Maputo ha fatto esplodere la furia popolare: la reazione violenta delle forze di polizia ha lasciato fino a oggi un numero imprecisato di vittime, oltre 350 secondo una delle più affidabili organizzazione della società civile mozambicana. Adesso però si è a un almeno apparente punto di svolta. Nella notte di domenica 23 marzo Daniel Chapo e Mondlane si sono incontrati di persona per la prima volta dalle elezioni presso il centro conferenze Joaquim Chissano di Maputo. La riunione è servita a raggiungere una sorta di armistizio e a tracciarne alcune possibile linee di sviluppo futuro.
I punti dell’incontro
Come lo stesso Mondlane ha sottolineato in una seguitissima live su Facebook, il punto principale dell’incontro è stato il reciproco impegno nel far cessare le violenze, da entrambi i lati. Così, Chapo avrebbe concordato di porre fine ai crimini di stato da parte della polizia e dei suoi vari corpi, in primo luogo la UIR (Unità di intervento rapido), contro vari sostenitori di Mondlane. Quest’ultimo, dal canto suo, ha promesso di garantire altrettanto nei riguardi dei rappresentanti delle forze dell’ordine e di membri del partito Frelimo che a volte sono stati oggetto di aggressioni durante le proteste.
Inoltre, i due avrebbero concordato nel dare priorità all’assistenza medica gratuita di feriti ancora in gravi condizioni, molti dei quali si trovano nelle proprie abitazioni perché non hanno risorse economiche sufficienti per affrontare le cure necessarie, nonché offrire assistenza sociale e psicologica a quelle famiglie che hanno perso i propri cari negli scontri degli ultimi mesi.
Se questi punti verranno rispettati, Mondlane si è detto pronto a entrare nel processo di riforma dello stato mozambicano che il presidente della repubblica ha concordato con gli altri leader dell’opposizione poche settimane fa. Il candidato delle opposizioni vuole così dare il proprio contributo all’importante passaggio politico-istituzionale, possibile premessa di processi giusti e trasparenti in futuro. Tutto questo pur non dimenticando, ha sottolineato Mondlane, la ragioni alla base delle manifestazioni e degli scontri, ovvero la frode elettorale dello scorso ottobre. Un’ingiustizia, questo è certo, a cui il benessere dei mozambicani deve però prevalere.
I rischi
A questo punto, sia Chapo che Mondlane hanno assunto un impegno d’onore di fronte al paese: il primo ha sostanzialmente ammesso che vi sono stati veri e propri omicidi politici di stato, promettendo che la polizia e i suoi corpi speciali cesseranno di cacciare i dissidenti politici fedeli a Mondlane. Se ciò non accadrà, questo potrebbe significare che Chapo non controlla completamente le forze dell’ordine, e ciò rappresenterebbe un problema enorme per tutto il Mozambico.
D’altra parte, se i manifestanti vicino a Mondlane non dovessero interrompere l’opera di distruzione di molte infrastrutture pubbliche o di sedi del Frelimo, come anche l’uccisione di agenti della polizia che si erano resi protagonisti dii abusi omicidi, vorrà dire che il principale leader dell’opposizione non ha il controllo completo dei suoi seguaci, con conseguenze assai gravi rispetto a tutto l’ordine pubblico nazionale. L’armistizio appena firmato dirà, infine, quanto credibili siano i due principali leader politici dell’attuale Mozambico, e se riusciranno a tener testa ai molti oppositori interni di ciascuna delle due parti, fortemente tentati da soluzioni di certo meno diplomatiche.
Luca Bussotti - Nigrizia