Sabato 8 marzo 2025
Si è svolto a fine febbraio ad Addis Abeba, in Etiopia, presso il Kuriftu Resort African Village e la Commissione dell’Unione Africana, un seminario sul tema: Ruolo delle comunità di fede e delle organizzazioni etiche nel promuovere la giustizia per gli africani e le persone di discendenza africana attraverso le riparazioni agli abusi perpetrati lungo la storia. [Nigrizia]

Il seminario è stato organizzato da SECAM (Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar), leader religiosi, studiosi e difensori dei diritti umani e con la collaborazione della Direzione Cittadini e Diaspora (CIDO) della Commissione dell’Unione Africana (UA).

Gli oltre cento partecipanti al simposio hanno sottolineato l’obbligo morale delle istituzioni religiose e dei movimenti per i diritti umani di promuovere e sostenere il diritto a risarcimenti e riforme politiche che operino per una vera giustizia sociale ed economica, e collaborino in particolare per garantire che la giustizia per gli africani e le popolazioni di origine africana all’estero diventi una priorità globale.

Le discussioni e le proposte concrete dell’assise sono state raccolte in un comunicato finale sottoscritto e firmato nella capitale etiopica. “Questa dichiarazione intende sottolineare il ruolo delle comunità di fede nel promuovere la pace, la riconciliazione e la giustizia riparativa, in linea con l’Agenda 2063 dell’Africa per un continente prospero e unito”, si legge nel comunicato che ha messo in evidenza numerosi imperativi legali e morali a sostegno delle riparazioni, chiedendo inoltre l’assunzione di azioni concrete.

Si tratta di un passo molto significativo per l’Africa, in quanto rappresenta un impegno formale nel dare risposta concreta alle ingiustizie storiche e all’impatto profondo della tratta transatlantica degli schiavi, della schiavitù, della colonizzazione e delle disuguaglianze sistemiche che continuano, peraltro, a influenzare lo sviluppo del continente africano.

Tra i principali risultati dell’incontro la proposta di istituire un comitato di esperti che lavori in coordinamento con la Commissione dell’Unione Africana sul progetto delle riparazioni e la nomina di un inviato speciale della stessa UA per sostenere l’attuazione della giustizia riparativa a favore dell’Africa e della diaspora africana a livello globale.

Attuando la dichiarazione del documento finale che sollecita “il riconoscimento del debito ecologico come parte del discorso sulle riparazioni, il riconoscimento del danno ambientale causato dallo sfruttamento dell’era coloniale”.

E avanza una proposta concreta “affinché l’Unione Africana prenda in seria considerazione l’impegno per un decennio di riparazioni, sostenendo lo slancio a favore di questa causa”.

Nigrizia