Martedì 17 dicembre 2024
Nell’ultimo rapporto Caritas il conflitto in Sudan, iniziato nell’aprile del 2013, viene definito come guerra ad altissima intensità (oltre 10.000 morti). Il conflitto ha determinato una crisi umanitaria con pochi precedenti. Dal 15 aprile, stando a dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite (Unhcr) per i rifugiati aggiornati a fine novembre, oltre 8,6 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, portando a circa 12 milioni il numero complessivo di persone sfollate che vive nel paese, il più alto al mondo.

Oltre 3 milioni di persone hanno lasciato il Sudan invece, per la maggioranza come richiedenti asilo e rifugiati. Più di 700mila profughi sudanesi si sono recati in Ciad e oltre 200mila in Sud Sudan, paesi che sono a loro volta alle prese con crisi umanitarie e instabilità politica. In Sud Sudan hanno poi fatto ritorno circa 660mila rifugiati. Circa la metà dei 50 milioni di abitanti del Sudan necessita di aiuti umanitari mentre, stando alle valutazioni dell’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc) oltre 25 milioni di persone vivono una condizione di insicurezza alimentare acuta, di cui 8,5 milioni a livelli “emergenziali” e oltre 750mila a livelli “catastrofici”. Nei mesi scorsi, condizioni di carestia sono state confermate dall’Ipc nel Nord Darfur e in particolare nel campo per persone sfollate di Zamzam, dove si sono rifugiati a centinaia di migliaia. Per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), almeno il 60% delle strutture sanitarie del paese non è più funzionante. Sebbene non esistano stime esatte delle vittime causate dal conflitto, almeno due diversi studi universitari indicano in oltre 60mila morti il bilancio della guerra finora. Fonti del governo degli Stati Uniti hanno parlato di circa 150mila vittime. La maggioranza degli analisti e degli esperti teme che qualsiasi ipotesi fatta a oggi sia conservativa. Il Sudan deve poi fare i conti con il ciclico emergere di disturbi epidemici come il colera, che solo fra luglio e ottobre di quest’anno ha fatto registrare 28mila casi e con le conseguenze della crisi climatica globale, come testimoniano le inondazioni che hanno recentemente colpito decine di migliaia di persone in più parti del paese.

Questa è attualmente la situazione del paese e di questo si è discusso in due diversi momenti nei giorni scorsi a Verona.

Un primo momento si è svolto il 3 dicembre presso il Polo Zanotto dell’università scaligera inserito negli ormai tradizionali “Martedì del Mondo”. Presenti nell’aula universitaria Sara de Simone ricercatrice dell’università di Trento (ed una dei massimi esperti nazionali per quanto riguarda la storia e l’attualità del paese Africano) che ha aiutato i presenti (circa un’ottantina di persone) a capire le radici e la situazione attuale del conflitto. Adam Nor Mohammed, rappresentante della comunità sudanese in Italia che ha raccontato il dramma personale e di tutte le persone della diaspora sudanese in Italia. In collegamento da Port Sudan un rappresentante dell’ONG Medici Senza Frontiere ed i padri Jorge Naranjo e Diego Delle Carbonare, missionari comboniani che hanno raccontato che cosa si sta facendo adesso come missionari comboniani in questa situazione di conflitto. Se sei interessato ad ascoltare l’intero incontro lo puoi fare attraverso il seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=YmPt5Ky5pn8.

Il 10 dicembre, anniversario della dichiarazione dei diritti umani due appuntamenti con di nuovo al centro il conflitto sudanese e la situazione del paese africano.

Un primo momento di ascolto, presso i missionari comboniani, con la testimonianza da Karthoum del responsabile di Emergency e da Port Sudan di padre Jorge Naranjo. Da Roma invece interventi di Maurizio Simoncelli dell’archivio disarmo e Adam Nor Mohammed, rappresentante della diaspora sudanese in Italia. A questo primo momento di testimonianza ne è seguito un secondo, un atto pubblico in piazza Isolo con vari interventi. Anche in questo caso chi è interessato all’incontro testimonianza svoltosi presso i missionari comboniani lo può seguire attraverso il seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=72BOUBFh7ps&t=234s

Le organizzazioni aderenti all’iniziativa (promossa in primis dalla famiglia comboniana in Italia) hanno anche redatto un documento con richieste umanitarie che nei prossimi giorni verrà consegnato al prefetto di Verona. In previsione anche un incontro a Roma da svolgersi presso il parlamento o il senato della Repubblica.

Fr. Antonio Soffientini, MCCJ

Rapporto Caritas:
IL RITORNO ALLE ARMI. GUERRE DEL NOSTRO RTEMPO. Ottavo rapporto sui conflitti dimenticati, Caritas Italiana, Ed. San Paolo, 2024.