Giovedì 15 febbraio 2024
La mattina dello scorso venerdì 9 febbraio, poco prima di mezzogiorno, due uomini, che accompagnano un terzo apparentemente “malato”, si presentano al cancello dell’ospedale di Saint-Michel di Dono Manga, nella provincia ciadiana di Tandjilé, gestito dall’organizzazione internazionale cattolica Caritas, a più di 400 chilometri a sud-est dalla capitale N’Djaména. [Nella foto da sinistra, fratel Carlos e la dottoressa Aleksandra Kuligowska già all’ospedale, con un altro volontario, dopo essere stati liberati]
I soldati, che di solito fanno la guardia alla struttura medica, sono momentaneamente assenti, perché andati alla vicina moschea per la preghiera del venerdì. Il guardiano dell’ospedale vorrebbe fermarli, ma i tre estraggono le armi e lo costringono ad aprire il cancello. Ai tre si unisce subito un quarto uomo, anche lui armato, e assieme fanno irruzione negli ambulatori dove stanno lavorando il fratello missionario comboniano, dottor Carlos Salgado Ortiz, e la dottoressa Aleksandra Kuligowska, una volontaria polacca giunta a Dono Manga a metà dicembre 2023.
I quattro intimano ai due medici di seguirli, dicendo: «Non abbiamo intenzione di farvi del male. Vogliamo solo portarvi via per chiedere soldi come riscatto». Fuggono in motocicletta, con la dottoressa Aleksandra e fratel Carlos sul sedile posteriore.
Le autorità della provincia di Tandjilé, immediatamente informate del fatto, si attivano nella ricerca dei sequestratori. Le forze di sicurezza inseguono i rapitori. Li raggiungono poco dopo. Inspiegabilmente, i rapitori si sono fermati e hanno consentito al dottor Carlos di scendere dalla motocicletta. Alla vista delle forze di sicurezza, fratel Carlos si butta per terra. I sequestratori riprendono la fuga, portandosi dietro la dottoressa. Anche se molto scosso, fratel Carlos può tornare subito a Dono Manga e riprendere il suo servizio.
Occorrono invece alcuni giorni perché lo sforzo congiunto degli apparati di sicurezza, aiutati da un contingente di truppe francesi, riesca a liberare anche la dottoressa Kuligowska. Cosa che avviene lunedì 13 febbraio, alle 17.35, a Kimri. Localizzata la casa in cui è trattenuta la dottoressa, viene inviato un elicottero che sorvola a bassa quota l’edificio. I rapitori escono all’aperto e cercano di abbattere il velivolo con le loro armi. Nel frattempo, i soldati entrano nella casa e riescono a mettere in salvo l’ostaggio, poi escono e uccidono tre dei rapitori. La dottoressa Kuligowska viene quindi portata in elicottero a N’Djaména.
Nei giorni scorsi si è scelto di osservare un prudente silenzio per non interferire nella fase delicata delle investigazioni e degli interventi che hanno poi portato alla liberazione dei due rapiti.
I Comboniani hanno pregato per il buon esito delle operazioni di ricerca e ringraziano il Signore per l’incolumità del confratello e della volontaria.
Ringraziano anche tutti coloro che si sono mobilitati per raggiungere il risultato di cui oggi si è grati. Esprimono tutta la loro solidarietà ai confratelli e al personale dell’Ospedale, a tutti i confratelli e sorelle della Delegazione del Tchad e alle famiglie del dott. Carlos e dei volontari che vi operano. Pregano perché quanto è accaduto rimanga un episodio isolato e non si ripeta mai più.