Mercoledì 14 dicembre 2022
I coordinatori dei Laici Missionari Comboniani (LMC) dell’Africa hanno celebrato la loro Assemblea continentale, dal 3 all’11 dicembre 2022, presso la casa del noviziato comboniano di Sèdégbé, a Cotonou, in Benin. Lo scopo dell’incontro è stato di condividere le loro esperienze, gioie e difficoltà, di riflettere sulla loro vocazione e missione nel contesto africano, di identificare le sfide e definire proposte di lavoro per i prossimi anni. L’assemblea precedente era stata tenuta nel 2017 ad Anchilo, in Mozambico.
I partecipanti LMC rappresentavano i seguenti paesi dell’Africa: Ciad (1), Togo-Ghana-Benin–TGB (4), RD Congo (2), Egitto (1), Kenya (2), Uganda (1). Dei comboniani che li seguono nelle varie circoscrizioni c’era soltanto P. Léopold Adanle Abouke della provincia TGB. Del Comitato Centrale erano presenti Alberto de la Portilla (Spagna), coordinatore dei LMC, e P. Arlindo Pinto (Roma), referente per l’Istituto comboniano. I coordinatori del Mozambico e Centrafrica, non potendo essere presenti, hanno inviato le loro relazioni per scritto.
P. Timothée Hounaké Kouassi, superiore provinciale della Provincia TGB, ha dato inizio all’assemblea con la celebrazione dell’Eucarestia. Nell’omelia ha ribadito l’importanza che ogni LMC debba avvertire il bisogno di «tenere lo sguardo fisso in Cristo» (Comboni), che è il centro della missione, e di perseverare nella vocazione e nella missione, per non lasciarsi scoraggiare davanti alle difficoltà che non mancano mai. Altre due celebrazioni eucaristiche sono state presiedute dai formatori del noviziato: P. Akpako Théotime Parfait, padre maestro, e P. José Francisco de Matos Dias, superiore della comunità.
P. Léonard Ndjadi Ndjate, superiore della Provincia dell’RD Congo, in visita ai novizi della sua provincia, ha presieduto la messa di martedì 6 dicembre, durante la quale ha ringraziato il lavoro e la testimonianza dei LMC nella sua provincia e nelle altre circoscrizioni africane. Ha insistito sul fatto che i LMC e i loro coordinatori sono chiamati a evangelizzare con la testimonianza di vita e con la gioia, imitando Cristo Buon Pastore, e cercando di creare sempre comunione, senza disperdere nulla o perdere qualcuno, nello spirito di una vera famiglia cristiana e missionaria.
I primi tre giorni (3-5 dicembre) sono stati dedicati alla presentazione delle relazioni di ciascuno gruppo, seguiti da quelle del Comitato Africano e del Comitato Centrale. Alberto de la Portilla, dopo avere offerto una visione globale della realtà dei LMC a livello internazionale, ha presentato alcune sfide concrete che dovranno essere affrontare se si vuole arrivare a una maggiore omogeneità dei LMC in Africa. Innanzitutto, ha sottolineato l’importanza di conoscere i documenti che hanno marcato la storia dei LMC: tra questi, le decisioni prese nelle precedenti assemblee africane (Layibi/Uganda, nel 2011; Kinshasa/RD. Congo, nel 2014; e Anchilo/Mozambico, nel 2017) e assemblee generali, in particolare nell’Assemblea di Roma di 2017. Ha ricordato, inoltre, che esistono numerosi documenti, tradotti nelle diverse lingue e disponibili online sul sito https://lmcomboni.org/, che designano le linee guide per tutti i LMC, in particolare per quanto riguarda la promozione vocazionale, la formazione, la comunicazione, l’economia, e le comunità internazionali.
I giorni successivi sono stati dedicati all’approfondimento di temi specifici riguardanti a vita del movimento dei LMC. Per ognuno di questi temi, si è iniziato con una presentazione teorica, seguita da lavoro di gruppo. I temi sono stati: la comunicazione e la promozione vocazionale (6 dicembre); la missione (ad gentes e inter gentes), la collaborazione a livello di Famiglia comboniana, e il ruolo della famiglia di ogni LMC nel servizio missionario (7 dicembre); la formazione, l’autonomia economica, l’organizzazione e la leadership dei LMC (8 dicembre).
La giornata del 9 dicembre è stata lasciata libera per poter visitare le altre due comunità comboniane presenti a Cotonou: la comunità dei fratelli a Pahou, una casa dedicata alla formazione all’imprenditorialità ed ecologia integrale, alla produzione animali e all’agricoltura biologia, in vista della trasformazione sociale; e la comunità di Fidjrossé, aperta nel 1989, che si prende cura della parrocchia di San Francesco di Assise e si dedica anche alla promozione vocazionale e all’animazione missionaria.
Nella seconda parte della giornata, si è fatto visita al Seminario Maggiore di Saint-Gall di Ouihad e al cimitero attiguo, dove sono sepolti due comboniani beninesi: P. Jacob Sodokin e il postulante Janvier Agossou. Ci si è poi recati alla basilica dell’Immacolata Concezione di Ouidah e al “Tempio dei Pitoni”, un centro dedicato alla religione africana del Vodù e alla cultura locale, situato proprio davanti alla basilica. Infine, c’è stata la visita alla cattedrale “Notre Dame de Misericorde”, il principale santuario cattolico della città di Cotonou, e al monumento detto all’“Amazzone”, una gigantesca statua (alta 30 metri) raffigurante una giovane guerriera beninese, simbolo dell’amore, dell’impegno e della bravura delle donne del Benin nel difendere il loro gruppo etnico nel sud del Paese.
Ogni giorno, dopo cena, si sono vissuti momenti di condivisione culturale e di sperienze missionarie. Il 5 dicembre, Justin Nougnui, coordinatore dei LMC della TGB, ha mostrato alcuni video sulla cultura del Ghana; il giorno 6, Linda Micheletti, laica italiana, ha raccontato la vita e le attività pastorali nella comunità internazionale recentemente aperta a Kacheliba, tra i Pokot, in Kenya; e il giorno 7, i coordinatori hanno raccontato ciò che ogni gruppo sta facendo a livello di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC).
Durante il sabato 10 dicembre, i partecipanti hanno ripreso le sfide più significative emerse e affrontate durante l’assemblea, e poi elaborato e approvato precise proposte per il cammino da fare fino alla prossima assemblea. Nel pomeriggio, sono stati eletti per il Comitato Africano i seguenti nuovi membri: Hani Chafik Khalil (Egitto), Martin Juma Onyango (Kenya), e Justin Nougnui (Ghana – TGB). La messa del giorno è stata presieduta da P. Arlindo Pinto, referente dei LMC per l’Istituto comboniano dal 2011.
Domenica 11 dicembre – Giornata internazionale dei Laici Missionari Comboniani –, per concludere l’Assemblea, il gruppo si è recato alla Parrocchia di Santa Giovanna d’Arco, a Lobozounkpa, dove si è partecipato alla messa della comunità parrocchiale, offrendo così una testimonianza ‘visiva’ della vocazione dei LMC in Africa.
IV Assemblea dei Laici Missionari Comboniani in Africa
Cotonou 2022
Documento finale
I rappresentanti dei Laici Missionari Comboniani (LMC) dell’Africa (Ciad, Congo, Egitto, Kenya, Togo-Ghana-Benin, Uganda), accompagnati da due membri del Comitato Centrale, si sono riuniti nella loro quarta assemblea continentale dal 3 all’11 dicembre 2022 a Cotonou, in Benin.
Abbiamo vissuto la nostra assemblea come un risveglio della nostra missione di LMC, un momento privilegiato per cercare e trovare soluzioni ai nostri problemi e sfide comuni.
L’incontro è stato un momento di profonda armonia, vissuto dentro la sorprendente diversità dei membri presenti. Grande è stato l’impegno di ognuno a contribuire con il meglio di sé, facendo riferimento alla nostra storia comune, partendo dalle proposte emerse all’Assemblea di Layibi del 2011 fino a quelle dell’Assemblea di Roma del 2018.
La nostra partecipazione ci è un chiaro segno della crescita dei LMC nei diversi Paesi. Nuovi Paesi, infatti, erano rappresentati da nuovi membri. Ringraziamo Dio per queste nuove vocazioni e per la speranza che esse rappresentano. Sappiamo, tuttavia, che siamo ancora molto pochi e che c’è ancora molto da fare per portare avanti la missione che il Signore ci ha affidato. Ma la voglia di crescere era avvertita in tutti.
Arrivando qui, pensavamo di dover produrre documenti e decidere risoluzioni che ci aiutassero a orientare i nostri gruppi, per procedere insieme verso la nostra missione comune, ma abbiamo scoperto che esiste già una ricchezza di contenuti e decisioni nei numerosi documenti già in nostro possesso. Pertanto, incoraggiamo tutti i nostri membri a studiarli e a metterli in pratica (a partire dalle conclusioni decise all’Assemblea di Roma nel 2018), affinché ci aiutino e ci guidino verso la nostra missione comune.
Crediamo nella sinodalità della nostra famiglia, che si esprime attraverso la nostra corresponsabilità e ci aiuta a raggiungere una maggiore comunione. Le nostre realtà sono diverse, ma condividiamo obiettivi comuni.
In questa assemblea abbiamo discusso a fondo delle molte sfide che incontriamo come membri del movimento internazionale dei LMC. Vogliamo affrontare queste sfide in modo sistematico, attraverso tappe chiare e proposte concrete che ci permettano di raggiungere tutto ciò a cui siamo chiamati.
Crediamo davvero che il primo passo sia quello di studiare i nostri documenti internazionali (in particolare l’Accordi di Roma 2018). Vogliamo, quindi, stabilire momenti specifici per rivisitarli e studiarli all’interno dei nostri gruppi (un argomento alla volta) per vedere quali aggiustamenti specifici possiamo apportare per realizzarli nei nostri gruppi.
Come famiglia in cui ciascuno si prende cura dell’altro, vorremmo risvegliare il nostro desiderio di conoscere ciò che accade negli altri gruppi, così come incrementare la nostra disponibilità a imparare nuove lingue, come mezzi indispensabili per poter comunicare e interagire tra noi.
Durante la nostra assemblea, abbiamo riflettuto molto sui nostri impegni missionari. Crediamo di dover mettere la nostra vocazione al centro della nostra vita, per rispondere fedelmente alla vocazione con cui il Signore ci sta chiamando a svolgere un servizio missionario dentro e fuori nostri Paesi di origine – un servizio che nasce dalla nostra comune vocazione di LMC e che speriamo di poter esprimere con una presenza comunitaria concreta in ogni Paese. Tuttavia, per rendere ciò possibile, sappiamo che dobbiamo considerare la famiglia dei LMC come considerano la nostra famiglia biologica, cioè prendendoci cioè cura di essa e impegnandoci insieme per servire la missione.
Per quanto riguarda l'invio dei nostri membri fuori dal loro propri Paesi, sappiamo che questo comporta una notevole sfida economica. In questo senso, proponiamo che ogni gruppo includa nel proprio bilancio annuale una percentuale delle proprie entrate da accantonare per sostenere un membro al lavoro in una missione all’estero. Il gruppo di invio dovrebbe anche mettere a disposizione una certa somma per sostenere un membro che ritorna dalla missione all’estero, per aiutarlo in termini di vitto e alloggio per certo periodo, facilitando così la sua reintegrazione in patria.
Durante questa settimana abbiamo avuto modo di riflettere sulla necessità che tutti noi, come membri dei LMC, vivessimo una chiara e corretta vita sacramentale, e su come il matrimonio tradizionale di alcuni gruppi etnici – come pure altre questioni simili – possano facilmente interferire con questo importante aspetto della nostra testimonianza. In questo senso, sentiamo il dovere di incoraggiare tutti i nostri gruppi a riflettere su questo punto importante della nostra vita cristiana, e cercare di aiutare i nostri membri al riguardo. Noi, in quanto laici cristiani impegnati nella Chiesa, dovremmo contribuire a questo importante processo di inculturazione del Vangelo nelle nostre culture.
Abbiamo anche notato che esistono casi in cui solo un membro di una coppia sposata è un LMC. Questo è un aspetto importante e delicato che dovremmo prendere in considerazione durante il processo di discernimento. Dovremo pertanto invitare la coppia stessa a compiere insieme un discernimento vocazionale, per vedere se ambedue condividono la vocazione dei LMC, o se soltanto uno di essi, e studiare il modo in cui questa vocazione possa essere vissuta all’interno della loro famiglia.
Per quanto riguarda la formazione, abbiamo scoperto la sorprendente ricchezza contenuta nella nuova Guida Internazionale dei LMC. Incoraggiamo, pertanto, tutti i nostri gruppi a rivedere e aggiornare i propri piani di formazione in base ad essa.
Un’altra felice scoperta è stato il Piano Internazionale di Comunicazione dei LMC. Adottando con entusiasmo questa guida, proponiamo che ogni gruppo elabori un proprio piano di comunicazione (ogni uno o due anni), definendo chiaramente i compiti specifici, così da poter avere un approccio sistematico alla nostra comunicazione. Abbiamo anche deciso di creare una “Commissione per la comunicazione in Africa”, composta dai segretari della comunicazione dei nostri gruppi nazionali.
Uno dei temi più impegnativi che abbiamo discusso è stata la questione dell’autonomia finanziaria. A questo riguardo, vogliamo migliorare la nostra formazione – partendo dalla capacità di rispondere alle necessità più immediate fino a saper pianificare futuri progetti di sviluppo in modo corretto e approfondito – così da avere un sistema di contabilità comune ed essere in grado di presentare in maniera adeguata progetti di sviluppo e poi di seguirne l’implementazione.
Non abbiamo certo dimenticato di discutere anche del nostro impegno a livello internazionale. Per questo, invitiamo ogni gruppo a decidere quale percentuale delle proprie entrate – e con quale frequenza – è disposto a inviare come contributo al Fondo Comune Internazionale dei LMC, gestito dal Comitato centrale.
Avendo riscoperto l’ampiezza e la responsabilità della nostra vocazione di LMC, e coscienti del gran numero di impegni e bisogni che dobbiamo coprire, suggeriamo una seria riflessione sul modo di organizzare i nostri gruppi, soprattutto in termini di tempo da dedicare alle nostre riunioni, per cercare e trovare il modo di realizzare tutti gli impegni che abbiamo in quanto LMC.
Diciamo un entusiastico ‘SÌ’ alle richieste che il Signore ci fa in quanto LMC Africani, membri del Movimento internazionale dei LMC, e in piena comunione con l’intera Famiglia Comboniana e con la Chiesa tutta.
Cotonou, 11 dicembre 2022,
Terza domenica di Avvento
Domenica “Gaudete” e Giornata internazionale dei LMC
I partecipanti: