P. Robol: “Omicron? Qui in Africa si muore ancora per fame e guerre”

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Sabato, 11 dicembre 2021
Il missionario comboniano P. Massimo Robol contesta la decisione di bloccare i voli dall’Africa Australe verso l’Europa. Ancora una volta la scienza è ostaggio della politica? La paura prevale sulla ragione? A me pare che sulla variante Omicron si stia facendo del terrorismo mediatico che discrimina l’Africa”. Poi racconta di altri problemi che attraversano il continente: le carenze alimentari, i conflitti e persino il ritardo della stagione delle piogge. [
Ilaria De Bonis, redazione "Popoli e Missione" – SIR]

Variante Omicron?
Qui in Africa si muore ancora per fame e guerre
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P. Massimo Robol, missionario comboniano

“In questo momento viviamo di riflesso, e con una certa apprensione, la decisione presa altrove di bloccare i voli dall’Africa Australe verso l’Europa. Ancora una volta la scienza è ostaggio della politica? La paura prevale sulla ragione? Non so. A me pare che sulla variante Omicron si stia facendo del terrorismo mediatico che discrimina l’Africa”. Padre Massimo Robol, missionario comboniano, al telefono da Nampula, in Mozambico, con la redazione di Popoli e Missione, interviene su una decisione europea che va stretta in diversi ambienti in Africa.

Reazione affrettata. Il missionario riferisce delle tante perplessità circa la reazione europea alla nuova variante Covid che viene dal Sudafrica. E spiega come in questo momento in Mozambico, “le priorità siano ben altre”. “A noi è parsa una reazione troppo affrettata quella di chiudere ai voli da Sudafrica e Mozambico, a fronte del fatto che questa variante non ha il potenziale distruttivo che si teme”, dice. E in secondo luogo “da noi in Mozambico in questi giorni si parla pochissimo di Covid, molto poco della variante Omicron per diverse ragioni: in parte – dice – perché il vaccino antivirale arriva ancora col contagocce e siamo fermi alla seconda dose che ancora non è ultimata per tutti; poi per le preoccupazioni legate non al Covid ma ad altre emergenze”.

Ben altri drammi… Il missionario lascia intendere che l’Africa e l’Europa hanno priorità sanitarie divergenti: “morire di Covid è assolutamente marginale e minoritario qui, rispetto al morire di malaria, per mano dei guerriglieri che ancora sono presenti a Cabo Delgado (sebbene l’emergenza sia attenuata), o semplicemente di malattie legate alla malnutrizione”. Inoltre, nel Paese dell’Africa Australe si attendono le piogge che tardano ad arrivare:“i raccolti di gennaio saranno scarsi e non ci sarà cibo sufficiente per i più poveri se non ci sarà presto il passaggio alla stagione delle piogge che quest’anno ritarda più dell’anno scorso. Ogni anno va un po’ peggio per via dei cambiamenti climatici”.

Scandalo finanziario. Inoltre, la notizia d’attualità che tiene banco da giorni nel Paese, non riguarda la variante sudafricana Omicron o l’infezione del paziente zero (che peraltro è meno invasiva delle precedenti, secondo gli scienziati), ma uno scandalo finanziario che ha sconvolto il popolo. Quello dei “debiti nascosti” da tre multinazionali statali del Mozambico che tra 2013 e 2014 hanno contratto prestiti per oltre 2 miliardi di dollari da Credit e dalla banca russa Vtb, senza mai restituirli né dichiararli. Debiti mai ripagati e che ora devono essere restituiti. Con grande disappunto del Fondo monetario internazionale che ha bloccato il suo programma di aiuti.Siamo nei guai per questi illeciti e i poveri sono sempre più poveri”, dice padre Robol.
[Ilaria De Bonis, redazione "Popoli e Missione" – SIR]