Giovedì 20 febbraio 2020
Con la Messa presieduta da Padre Tesfaye Tadesse, Superiore Generale, è iniziato domenica mattina, 16 febbraio, l’incontro di tutti i Superiori di Circoscrizione – neo-eletti o rieletti per il triennio 2020-2022 – presso la Casa Generalizia dei Missionari Comboniani a Roma. Questo incontro, che si terrà fino al 1 marzo, ha lo scopo di preparare i medesimi Superiori al servizio dell’autorità e di rafforzare i legami di comunione fra le varie Circoscrizioni e la Direzione Generale. Di seguito pubblichiamo l’omelia del Padre Generale.
Omelia di Padre Tesfaye Tadesse
Carissimi fratelli e sorelle, ringraziamo il Signore per questo periodo di raduno e di incontro comboniano che si vivrà in questi giorni. Lo cominciamo ufficialmente con questa Santa Messa in cui ringraziamo il Signore per la realtà della missione comboniana nella Chiesa e nel mondo, lo facciamo per San Daniele Comboni e per il Carisma che lo Spirito Santo ha dato alla Chiesa missionaria attraverso la persona, la vita e lo spirito del nostro fondatore e padre e attraverso moltissimi altri missionari comboniani che hanno incarnato nella propria vita questo grande dono di San Daniele Comboni.
Pensando alla parola di Dio di questa domenica, mi viene da soffermarmi su due punti:
1. Pregare affinché possiamo amare la legge di Dio
Abbiamo sentito nel salmo responsoriale:
“Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita, osserverò la tua parola. Aprimi gli occhi perché io consideri le meraviglie della tua legge. Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la custodirò sino alla fine. Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore”.
A volte vedo che tutti facciamo difficoltà a pensare come Dio, che ci è difficile vivere secondo la sua legge, e pensiamo non solo che è difficile, ma impossibile. A volte ci manca quel timore del Signore, tanto da essere persino orgogliosi dei nostri errori e spesso in maniera molto evidente, a volte siamo pieni di vuota arroganza, sembriamo forti come leoni ma non siamo altro che povere creature. Ma soprattutto ciò che succede più spesso oggi è che mettiamo mille scuse per non vivere secondo la legge – la natura dice una cosa mentre la scienza ne dice un’altra. Dobbiamo pregare affinché pensiamo come Dio e soprattutto amiamo la legge, la mentalità, il modo di fare, lo stile e il comportamento, il modo di amare e di perdonare di Dio.
2. Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento
Gesù, che ha parlato delle beatitudini e della legge di Dio, ci dice che è venuto per la pienezza di vita e per il compimento di quello che Dio vuole per tutti noi. Dio non è un Re che comanda e umilia i disobbedienti, ma è un Dio che ama e vuole la pienezza di vita per tutti noi e il compimento della legge di Dio ci rende uomini e donne degni del nome di figli e figlie di Dio. “Avete anche inteso che fu detto agli antichi… ma oggi vi dico… San Paolo dice. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria”.
Grazie alla nostra fede, possiamo chiederci: che compimento della legge oggi aspettiamo, in un mondo che cambia continuamente? Gesù dice la stessa parola: io sono venuto, sono presente, sono vivo e opero affinché ci sia il compimento della legge di Dio. Dio vuole una vita piena per noi. come individui e come società. Come si vive la pienezza della sua legge? Bisogna vivere le cose, per quanto è possibile, nella carità cristiana. Chiediamo la grazia di poter amare, abbracciare e soprattutto gustare la legge di Dio, vivere secondo il pensiero di Dio nei nostri rapporti con Dio, fra noi fratelli e sorelle, con il mondo e la natura. Questa è una cosa bella. Dobbiamo vivere secondo la legge di Dio, perché così diventiamo sue creature, in pienezza secondo la natura per cui Egli ci ha creato. La bellezza della legge di Dio è da gustare e vivere nella gioia.
3. Adesso, pensando ai superiori di circoscrizione che sono venuti per il raduno di questi giorni, vorrei dire: Viviamo questo momento in comunione con tutto l’Istituto comboniano, con i confratelli anziani e ammalati, con i confratelli giovani in formazione, con le nostre comunità e le Chiese locali in cui siamo inseriti. Chiediamo la preghiera dei nostri amici, dei benefattori e dei membri della famiglia comboniana. Soprattutto, cominciando con questa Santa Messa, vogliamo celebrare la nostra vita, non nel senso di fare festa, ma di ringraziare Dio perché la missione è sua, l’Istituto comboniano è suo, i confratelli sono suoi, il passato, il presente e il futuro sono suoi. Lo celebriamo perché abbiamo ricevuto il dono: quello che è di Dio è diventato nostro. Noi, che abbiamo una chiamata temporanea di animare, servire e guidare l’Istituto, dobbiamo farlo con forte senso di appartenenza perché è nostro compito custodire il carisma e animare tutto l’Istituto a viverlo con molta creatività, secondo i tempi e i luoghi.
In questi giorni, con i confratelli – i nuovi superiori eletti e quelli rieletti – parleremo del nostro servizio. Lo cominciamo e ricominciamo tutto dall’altare del Signore, perché è da qui che tutto parte ed è qui che tutto ritorna. Dobbiamo vivere la gioia della missione, vivere la nostra incapacità, la nostra fragilità, le nostre preoccupazioni portando tutto e tutti attorno all’altare. Il rispetto, la delicatezza con cui preghiamo e adoriamo sono lo stesso rispetto e delicatezza con cui trattiamo le persone e la missione. Del futuro Beato, P. Giuseppe Ambrosoli, si diceva che la delicatezza che aveva quando pregava e il grande rispetto che aveva verso l’ostia consacrata al momento della consacrazione, durante la Santa Messa, li aveva anche quando faceva un intervento chirurgico su un malato. Ecco l’esempio da seguire per farsi servo dei confratelli, delle nostre comunità e delle nostre attività nelle missioni.
Per quanta riguarda il servizio che ci tocca fare, possiamo imparare da queste parole tratte da una lettera di Fra Lodovico da Casoria (17 dic. 1865), citata dal nostro Padre e Fondatore, San Daniele Comboni: “Quest'opera si diffonderà assaissimo, se quei che la governano non si discostano da questo tesoro celeste; amato da Gesù Cristo che volle nascer povero, viver povero e morir povero. Colui che governa colla povertà, governa coll'umiltà e colla carità di Cristo: vita comune con tutti, in tutto, e per tutti, senza nessuna singolarità né per titoli, né per dignità, tranne i malati, immagine viva di Gesù Cristo. Io ve li raccomando assai, usate loro viscere di misericordia, servizio di carità spirituale e temporale infino agli ultimi momenti della vita”. (Scritti 1320)
Superiori di Circoscrizione [Provincie e Delegazioni] per il triennio 2020-2022:
A (Asia): P. David Costa Domingues
BR (Brasile): P. Bossi Dario
CN (RD. Congo): P. Ndjadi Ndjate Léonard
CO (Colombia): P. Villarino Rodríguez Antonio
DSP (Deutschsprachige Provinz): P. Grabmann Hubert
E (España): P. Pedro Andrés Miguel
EC (Ecuador): P. Poletto Ottorino
EGSD (Egitto e Sudan): P. Kyankaaga John Richard
ER (Eritrea): P. Habtu Teklay Tiluq
ET (Ethiopia): P. Agostini Sisto
I (Italia): P. Baldan Fabio Carlo
KE (Kenya): P. Radol Odhiambo Austine
LP (London Province): P. Pelucchi Alberto
M (México): P. Sánchez González Enrique
MO (Moçambique): P. António Manuel Bogaio Constantino
MZ (Malawi e Zambia): P. Mumba Michael Nyowani
NAP (North American Province): P. Ezama Ruffino
P (Portugal): P. Fernando Domingues
PCA (Provincia Centroamérica): P. Calderón Vargas Juan Diego
PE (Perú): P. Martín Vargas Francisco José
RCA (République centrafricaine): P. Longba Guéndé Godefroy-Médard
RSA (Republic of South Africa): P. Burgers Jude Eugene
SS (South Sudan): P. Okot Louis Tony
T (Togo, Ghana, Bénin): P. Hounaké Kouassi Timothée
TCH (Tchad): P. Katsan Fodagni Kokouvi (Fidèle)
U (Uganda): P. Kiwanuka Achilles Kasozi