Venerdì 16 agosto 2019
Una brezza leggera spira anche oggi su Riace, una brezza che ha reso meno pesanti questi dieci giorni di campo, con un sole che spaccava le pietre. Sono a Riace per un campo di lavoro e spiritualità, promosso dai missionari comboniani, con un programma preciso: “Riace riparte. Per un’umanità plurale”. Vi hanno preso parte una ventina di giovani provenienti da tutta Italia per aiutare, con il lavoro, il modello Riace a ripartire e per ritrovare quella spiritualità dell’accoglienza che sola può far nascere un’umanità plurale, come amava ripetere il Vescovo martire, Pierre Claviere. [...]
Lettera da Riace:
E il vento continua a soffiare!
Una brezza leggera spira anche oggi su Riace, una brezza che ha reso meno pesanti questi dieci giorni di campo, con un sole che spaccava le pietre. Sono a Riace per un campo di lavoro e spiritualità, promosso dai missionari comboniani, con un programma preciso: “Riace riparte. Per un’umanità plurale”. Vi hanno preso parte una ventina di giovani provenienti da tutta Italia per aiutare, con il lavoro, il modello Riace a ripartire e per ritrovare quella spiritualità dell’accoglienza che sola può far nascere un’umanità plurale, come amava ripetere il Vescovo martire, Pierre Claviere.
Purtroppo non è più la Riace che avevamo gustato lo scorso anno quando, con i giovani del campo ci eravamo uniti al Sindaco Domenico Lucano, digiunando, in protesta per la mancata erogazione dei fondi previsti per lo SPRAR. Allora avevamo potuto vedere e apprezzare il modello Riace che il Sindaco aveva realizzato in questo paesino calabro, una volta semi-abbandonato. Di fatto in questi ultimi otto mesi Riace ha subito un attacco micidiale da parte della Procura di Locri e del Ministro dell’Interno Salvini. Il 2 Ottobre il Sindaco Domenico Lucano è stato messo agli arresti domiciliari e poi esiliato da Riace. Il processo contro di lui ,che è ancora in corso, è chiaramente un processo politico. Ad aggravare la situazione è arrivata l’elezione d un sindaco leghista, peraltro ineleggibile! A pagarne le conseguenze è stato Riace: molti migranti se ne sono andati (ne sono rimasti una sessantina), le botteghe dell’artigianato sono chiuse, la cioccolateria forzatamente chiusa dall’amministrazione comunale. Questo ha mosso alcuni a costituire ,con l’appoggio di Lucano, la Fondazione “E’ stato il vento” che permettesse a Riace di continuare la sua esperienza. Noi tutti componenti della Fondazione ci siamo ritrovati in questi giorni a Riace per concordare i prossimi passi da intraprendere. Quest’anno, il Riace in Festival (1-4 agosto), in assenza forzata di Domenico, è stato organizzato dalla Presidente della Fondazione ,Chiara Sasso insieme agli organizzatori storici. E’ stata un’opportunità straordinaria per i giovani del campo potervi partecipare e ascoltare tante preziose testimonianze. La prima sera del Festival i giovani sono arrivati portando lo striscione: “Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti” e cantando “Bella ciao”! Così i giovani hanno portato un po’ di aria fresca, un po’ come quella brezza che ha continuato a soffiare e ci ha ristorato nella calura di questi giorni.
I giovani hanno dedicato la mattinata a pulire varie case per renderle disponibili per il turismo sostenibile, dando a tutti un esempio di impegno. I pomeriggi invece sono stati dedicati alla ricerca, partendo dalla Parola, per realizzare un’umanità plurale. Momenti forti di silenzio, di condivisione e di Eucarestia. Il vento ha soffiato forte nel cuore di questi giovani, un vento che si è fatto particolarmente sentire il 5 Agosto quando, per comune decisione, abbiamo deciso di digiunare contro il Decreto Sicurezza bis che quel giorno veniva discusso e votato in Senato. Il digiuno era in sintonia con quanti a Roma, stavano digiunando, a staffetta, da oltre dieci giorni. Per dare più visibilità al digiuno i giovani decisero di trovarsi in piazzetta Donna Rosa metà giornata cantando, recitando testi di Mandela, di Don Milani,… Verso il tramonto il vento ci ha sospinti a metterci in cammino verso Stignano (paese vicino Riace) per incontrare Domenico Lucano e ascoltare la sua esperienza. Lungo la strada avevamo raccolto un bel mazzo di fiori che abbiamo dato al Sindaco cantando: “Quel mazzolin di fiori”. Seduti per strada Domenico ha raccontato ai giovani il suo sogno per Riace, dall’arrivo dei Kurdi sulle coste di Riace Marina (“è stato il vento!”, come ama dire Domenico), fino a otto mesi fa, quando è stato messo agli arresti domiciliari. Due ore di un’intensa, appassionata, commossa condivisione. I giovani commossi gli hanno cantato: “Per un mondo altro, con Mimmo Lucano, qui a Riace, in questo paese che noi amiamo, in un mondo accogliente, ritrovare l’umano, ricordarci chi siamo”. Un canto preparato per l’occasione da uno dei giovani, Tommaso Carturan, cantautore. Pieni di Sogno siamo ritornati, sospinti dal vento, portando lo striscione “Digiuno di giustizia” e cantando “Bella ciao” per le strade di Riace. Gesti ed eventi che hanno rianimato la comunità di Riace, Ma quello che soprattutto ha dato nuova speranza alla gente è che agli inizi di settembre sarà funzionante il primo piano di Palazzo Pinnarò sede della Fondazione e di Citta Futura e a metà settembre riapriranno anche le cinque botteghe dell’artigianato. E’ una gioia per me vedere quanta gente ci stia aiutando in questo frangente così difficile. Tra tanti sostenitori anche Banca Etica, il cui contributo ha permesso di acquistare il primo piano di Palazzo Pinnarò. Siamo grati a tutti coloro che, in tante maniere, stanno contribuendo a sostenere Riace, che è oggi un punto nevralgico della resistenza in Italia. Insieme ai giovani lasciamo oggi Riace accarezzati da quella brezza, da quel vento che ci ha spinto tutti a credere che un mondo più giusto e plurale è possibile. E giovani di questo calibro ce ne sono tanti. Basta pensare a Carola Rackete di Sea Watch 3, Pia Klemf di Iuventa e Ana Montes di Open Arms capaci di sfidare leggi inique.
Ana Montes con il suo carico di 150 rifugiati sta ora sfidando Salvini di entrare in acque territoriali italiane, nonostante il Decreto Sicurezza bis. “Se salvare vite è un reato – ha detto Ana – io sono trafficante. Aiutare persone in questo stato di necessità è quello che ogni essere umano deve fare. Preferisco invecchiare con la chiara coscienza di avere fatto la cosa giusta”.
Con giovani come queste e quelli del campo, possiamo dire che c’è ancora speranza per la vecchia Europa.
Riace, 9 agosto 2019
Alex Zanotelli