Lunedì 12 gennaio 2015
“Continuo a Roma (da quando ho lasciato la missione in Africa, alla fine del 2010, dopo che mi era stata diagnosticata la SLA). Sto bene e contento. Convivo serenamente con la mia poco simpatica compagna, la sclerosi, che ormai mi ha inesorabilmente legato a lei, piedi, braccia, mani, tronco, collo… Ma non è ancora riuscita a farmi sposarla! Mentre riesca ancora a sfuggirle con la mia ‘Ferrari’, cioè la mia carrozzina elettrica!...” P. Manuel João Pereira Correia, mccj.
Epifania del Signore
2015
Dalle stelle… alla stalla!
Cari amici,
Giorni fa, nel corso di una conversazione, un amico proferì un detto (rumeno) che mi rimase nel pensiero: “Tutti guardiamo la stessa stella ma non la medesima minestra!”. Guardare verso il cielo, ci accomuna; chinarsi verso la terra ci divide. La vita ci porta spesso ad abbassare lo sguardo, spinti dai nostri bisogni primari. D’altra parte, forse siamo pure sfiduciati e stanchi di guadare in alto: il nostro cielo è diventato cupo, non brilla più, e le stelle si sono spente!
Ed ecco, in questi giorni il cielo si è squarciato e una Stella è scesa sulla terra. Un canto costellato da mille melodie è risuonato nell’aria invitandoci dolcemente a seguire la Stella. Il cielo è diventato amico, illuminando il cammino…. Dov’è andata a posarsi la Stella? Nella “stalla” che portiamo nel cuore, lì proprio, nella nostra “mangiatoia”, cioè nel nostro ‘vassoio’, dove vanno a cibarsi il nostro ‘bue’ e il nostro ‘asino’. A Betlemme (“casa del pane”), non ci sarà più fame. La Stella, il Figlio di Dio, si è fatto “carne” per diventare nostro Pane!
“Il Verbo si è fatto carne”, ha esclamato Giovanni. La carne di un bambino, che sorride, soffre e piange, Sì, il Mistero ha a che fare con la “CARNE”, quella nostra, fragile. La carne del nostro corpo, che gli anni e i malanni fanno presto appassire, quale ignoto fiore del campo. È questa nostra carne che l’Amore ha voluto sposare e rivestire di gloria!
“L'Epifania tutte le feste si porta via”, dice il proverbio popolare. Che la Stella però rimanga nella ‘stalla’ del nostro cuore! Anche perché il 2015 è l’Anno Internazionale della Luce. Come potremmo altrimenti illuminare? Saremmo delle stelle spente o addirittura dei “buchi neri” che ingoiano e uccidono ogni raggio di luce che capiti nella loro orbita! Per questo vorrei benedire ciascuno di voi con quella parola suggerita dalla liturgia del 1º gennaio (libro dei Numeri 6,25): “Che il Signore faccia risplendere su di te il Suo Volto” (ti sorrida!). Sì, che il Suo sorriso benedicente ti accompagni dovunque! E allora anche il nostro volto s’illuminerà. Benedetti… benediremo, sempre e in ogni luogo! Saremo cosi una permanente “epifania” (manifestazione) del Signore.
Quanto a me, continuo a Roma (da quando ho lasciato la missione in Africa, alla fine del 2010, dopo che mi era stata diagnosticata la SLA). Sto bene e contento. Convivo serenamente con la mia poco simpatica compagna, la sclerosi, che ormai mi ha inesorabilmente legato a lei, piedi, braccia, mani, tronco, collo… Ma non è ancora riuscita a farmi sposarla! Mentre riesca ancora a sfuggirle con la mia ‘Ferrari’, cioè la mia carrozzina elettrica!... Devo riconoscere che mi ha pure ottenuto non pochi privilegi: oltre quelli civili da “invalido”, le attenzioni amichevoli dei confratelli e amici (e i numerosi baci delle amiche, che ogni sera puntualmente restituisco alla mia cara santa Teresina!). Per non parlare poi della generosità di Dio, fatta Pane nell’Eucaristia. Ogni giorno la Stella scende nella mia povera stalla, inondandola di Luce. S’incarna nel mio corpo infermo e tramite le mie stesse labbra dice: “Questo è il Mio corpo”. E quando dico “Questo è il calice del mio sangue”, sento di essere anch’io il Suo calice, per accogliere il sangue Suo, dei corpi dove Lui continua a sanguinare, e le lacrime di quanti vengono a confidarmi le proprie sofferenze.
Mi affido alla vostra preghiera perché possa sempre SORRIDERE alla VITA.
Vostro
P. Manuel João Pereira Correira, mccj