Mercoledì 15 ottobre 2014
Con una certa frequenza nella cappella della Casa Generalizia si hanno delle celebrazioni eucaristiche che impressionano sia per il numero di concelebranti che per il loro significato nella vita dell’Istituto. Così è stato il 10 ottobre, solennità di san Daniele Comboni. Circa settanta sacerdoti hanno celebrato la messa per ringraziare Dio per il dono del nostro santo fondatore. Durante l’Eucaristia, c’è stata la professione perpetua dello scolastico Anatole Mughendi Mwengulo, della Repubblica Democratica del Congo, che davanti all’assemblea e nelle mani di P. Enrique Sánchez G., superiore generale, si è consacrato a Dio a servizio delle missioni per tutta la vita.
Nell’omelia della S. Messa (che riportiamo sotto), P. Enrique Sánchez ha detto ad Anatole che non aveva bisogno, in quel momento, di una ‘catechesi’ sui voti, perché aveva la testimonianza di tanti confratelli, alcuni dei quali lì presenti, che amano la missione con una passione degna di essere imitata. Erano presenti infatti anche una ventina di confratelli ultrasettantenni che stanno seguendo (7 settembre-fine ottobre) il Corso Comboniano Anzianità (CCA).
“Penso sia molto importante – ha detto il superiore generale – non dimenticare il contesto in cui celebriamo quest'anno la festa di san Daniele Comboni. Prima di tutto in un momento di grande sofferenza causata dai tanti drammi vissuti lì dove siamo presenti. Pensiamo alle guerre, alla violenza, al sentimento d'incertezza in cui vivono tanti dei nostri contemporanei. Pensiamo al sacrificio e al dolore guardando le vittime delle migrazioni, le lacrime dei profughi, le popolazioni costrette ad abbandonare le loro terre”.
P. Fermo Bernasconi, superiore della comunità di Anatole Mughendi, ha ringraziato tutti i presenti per essere venuti a celebrare assieme ai comboniani la festa di Comboni e la consacrazione di Anatole. Ha concluso chiedendo Dio il dono della fedeltà per Anatole e per tutti i consacrati: “Ad Anatole e a quanti in questi mesi si sono consacrati a Dio nell’Istituto comboniano facciamo gli auguri di perseverare in fedeltà a Dio e ai poveri alla maniera di Comboni, fedele imitatore di Gesù Cristo”.
Omelia di P. Enrique Sánchez G.
nella festa di san Daniele Comboni
10 ottobre 2014
Cari fratelli e sorelle,
La festa di San Daniele Comboni ci raduna ancora una volta per ringraziare il Signore per il dono del suo carisma che ci permette di continuare a condividere la sua missione e la sua vita. In questa giornata ci viene offerta anche la possibilità di vivere un momento particolare di comunione con tutti i nostri confratelli sparsi nel mondo, ricordando in modo speciale quelli che si trovano in situazioni difficili e sofferte.
Illuminati dalla Parola di Dio che abbiamo proclamato, vogliamo accoglierla come dono che riempie il nostro cuore di gioia e di fiducia riconoscendo la fedeltà del Signore che continua ad offrirci il dono del suo Spirito che ci consacra missionari servitori nel progetto del suo Regno. Anche su di noi, lo Spirito del Signore si è riversato e ci fa diventare testimoni della passione che Dio ha per tutta l'umanità. È quello Spirito che ha spinto Comboni all'esercizio dell'amore vissuto nella missione che viene offerto anche a noi, affinché possiamo attingere alla sua santità.
Ricordando e celebrando la santità di Comboni, la Parola di Dio ci invita a fissare il nostro sguardo nella figura del Buon Pastore ricordandoci che non si diventa veri missionari fino a quando non ci si appropria degli atteggiamenti dell'unico Pastore che vive per amore e dell'amore alle sue pecore, quelle che conosce e per le quali è disposto a perdere la vita. È il Pastore che non rimane chiuso in se stesso, ma che parte alla ricerca di quelle che hanno bisogno di lui.
Penso sia molto importante non dimenticare il contesto in cui celebriamo quest'anno la festa di san Daniele Comboni. Prima di tutto, in un momento di grande sofferenza causata dai tanti drammi vissuti lì dove siamo presenti. Pensiamo alle guerre, alla violenza, al sentimento d'incertezza in cui vivono tanti dei nostri contemporanei. Pensiamo al sacrificio e al dolore guardando le vittime delle migrazioni, le lacrime dei profughi, le popolazioni costrette ad abbandonare le loro terre.
A volte possiamo avere l'impressione che il male stia vincendo la battaglia, ma proprio qui la santità di Comboni ci ricorda quanto sia importante non perdere la fiducia e quanto sia necessario non dimenticare che Dio ci sta accompagnando. La sua santità ci aiuta a capire che c'è un'ora di Dio che sta per compiersi: a noi è dato il compito di diventare sentinelle di questa nuova aurora.
Celebriamo questa giornata mentre stiamo ricordando il 150° anniversario del Piano per la Rigenerazione dell'Africa e per noi questo vuol dire un invito molto forte a mettere la missione al centro di tutte le nostre preoccupazioni, dei nostri progetti e dei nostri sogni. Perché la santità che siamo chiamati a vivere non è altro che quella missionaria.
Come Comboni, anche noi siamo chiamati a discernere la volontà di Dio per la nostra umanità e ad assumere con coraggio la strada che ci porta a consacrare tutti noi stessi nell’annuncio del Vangelo che vuole che il Regno di Dio diventi una realtà che ci permetta di superare tutto quello che ci impedisce di vivere liberi dai pregiudizi nella vera fraternità. Come Comboni anche a noi viene chiesto di vivere la nostra santità diventando risposta di Dio alla ricerca di pienezza e di felicità dei nostri fratelli.
Siamo contenti che in questa celebrazione il nostro fratello scolastico Anatole Mughendi Mwengulo si presenti per fare la sua consacrazione perpetua alla missione. Penso sia il modo più chiaro per dire, non a parole, ma con la sua presenza e il gesto formale della sua consacrazione, che la santità di Comboni continua ad essere attuale e capace di conquistare i cuori anche nel nostro tempo.
Chiediamo per l'intercessione di san Daniele Comboni di essere aiutati a vivere questo tempo così affascinante e pieno di sfide con un cuore pieno di fiducia e docile, per lasciarci condurre dal Signore sulle strade della santità che ha preparato per noi.
P. Enrique Sánchez González
Da sinistra: P. Fermo Bernasconi, Sc. Anatole Mughendi Mwengulo, P. Enrique Sánchez G., e P. Tesfaye Tadesse G.